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SISTEMI DI CONTROLLO SOLARE: LE SCHERMATURE
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Le vetrate creano un sistema di riscaldamento negli spazi interni. Va quindi progettato un sistema di
schermatura per proteggere dal sole
- Regolare la luce per evitare abbagliamento
- Controllare la radiazione solare per evitare surriscaldamento
Criteri progettuali:
- Ogni facciata ha una diversa esposizione al sole e dunque una diversa esigenza di schermatura
- Il dimensionamento e la morfologia della schermatura devono essere studiati attraverso l’uso dei
diagrammi solari
- Le schermature vanno collocate all’esterno, lasciando un’intercapedine ventilata altrimenti il controllo
è solo della luminosità ma non della radiazione solare (non si impedisce il surriscaldamento).
Anche l’uso della vegetazione può costituire elemento di schermatura d’estate lasciando filtrare il sole
d’inverno.
Il dimensionamento e la morfologia della schermatura devono essere studiati attraverso l’uso dei
diagrammi solari. Le carte solari permettono di individuare la posizione nelle diverse ore e giorni dell’anno.
3 momenti dell’anno fondamentali rispetto ai quali fare verifiche rispetto ai sistemi di schermatura:
solstizio d’inverno e d’estate (possibilmente anche equinozi). Durante il solstizio d’inverno va fatto
irraggiare l’edificio.
Altezza solare alfa
Angolo formato tra direzione dei raggi solari e piano orizzontale
Azimut solare gamma
Angolo formato tra la proiezione sul piano orizzontale dei raggi solari e la direzione sud; è positivo se la
proiezione cade verso est ed è negativo se la proiezione cade verso ovest.
Importante sapere qual è la posizione del giorno 12 giugno alle 12 ( altezza del sole rispetto all’orizzonte
68°).
21 dicembre: 22° altezza sole alle ore 12
Per gli orientamenti este e ovest molto efficace la schermatura verticale.
Tipi di posizionamento
- Parallelo alla facciata (chiuso/aperto)
- Perpendicolare alla facciata
o Orizzontale facciate a sud
o Verticale facciate a est e ovest
Tipologie
- Fisse
o Integrate con la struttura dell’edificio
o Dispositivi aggiuntivi
- Mobili
Osservazione: schermo fisso orizzontale (facciata sud ); studio delle ombre portate
Approccio bioclimatico
nasce da un testo di Victor olgyay nel 1858 “progettare con il clima. un approccio bioclimatico al
regionalismo architettunico”
Propone in controtendenza di tornare a un regionalismo ovvero una differenziazione dei modi di costruire
che si caratterizzano rispetto ai contesti specifici. Occorre una risposta progettuale che guardi al clima
locale. Olgyay studiava nelle diverse zone climatiche, trasporta questo modo di studiare all’architettura. Il
modo di costruire delle abitazioni si è sempre condizionato al clima. Le abitazioni della tradizione hanno
forma e uso dei materiali accorto rispetto le esigenze climatiche del contesto (esempio igloo forma sferica
molto compatta che trattiene il calore all’interno).
Nei climi di tipo temperato ma piovosi umidi, troviamo tipicamente l’uso dei tetti a falda: motivazione
legata al fatto di smaltire l’acqua e la neve. Se andiamo nei climi temperati più mediterranei vediamo
costruzioni di tipo massiccio che contrastano il forte calore del surriscaldamento estivo: elevata massa
termica per creare condizioni di comfort in estate. Negli ambienti desertici l’uso della massa termica è