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Il ruolo degli stereotipi come euristiche di giudizio
Allport 1954: gli stereotipi funzionano come delle euristiche di giudizio. Macrae, Milnee Bodenhausen 1994 hanno studiato questa funzione con il paradigma del "doppiocompito". Ai soggetti è chiesto di svolgere due compiti in parallelo: formarsi un'impressione di una persona leggendo tratti di personalità e ascoltare contemporaneamente un nastro audio. Ad alcuni era detto che la persona di cui dovevano formarsi un'impressione era uno skinhead, ad altri non erano date altre informazioni. Alla fine viene chiesto di dire quanti più tratti di personalità e di rispondere a domande riguardo l'audio. Si notò che coloro che conoscevano l'appartenenza categoriale riportavano una migliore prestazione. Basarsi sugli schemi stereotipici libera risorse cognitive. Sinclair e Kunda 1999: i soggetti incontravano un medico bianco e uno nero i quali criticavano o elogiavano. Quindi una volta c'era il medico nero che poneva unacritica, una volta un elogio e lo stesso avveniva con un medico bianco. Ai partecipanti veniva chiesto di svolgere un compito per misurare lo stereotipo e fu scelto un compito di decisione lessicale, in cui si doveva comprendere se la parola appartenesse o meno al vocabolario inglese. Se le persone hanno usato uno stereotipo, le parole semanticamente riconducibili agli stereotipi sono accessibili e attivi quindi il tempo di risposta è minore. Inoltre se il medico nero li aveva elogiati, le persone inibivano gli stereotipi riguardanti l'appartenenza razziale, se erano motivati a screditare il medico si attivavano gli stereotipi riguardo i neri e si inibivano quelli relativi al medico. Wegner 1994: individua dei processi coinvolti per l'individuazione di giudizi stereotipici. Il primo processo è quello di monitoraggio che ha la funzione di monitorare i propri contenuti mentali e vedere se corrispondono allo stato desiderato. Quindi questi sono analizzati ed elaborati.finché non si trova qualcosa di anomalo, ciò da inizio al secondo processo. Il processo operativo consiste nel sostituire i contenuti non desiderati con contenuti più accettabili, quindi si modificano gli atteggiamenti. Il processo di monitoraggio è automatico e si basa sulla preattivazione di contenuti indesiderati, quello operativo è un processo consapevole e richiede risorse cognitive. Wegner et al esperimento: si chiese ai soggetti di affrontare tematiche sensibili sulle donne non usando stereotipi. I soggetti non mostrarono stereotipi, mentre se si chiedeva di svolgere un compito molto arduo le risposte erano particolarmente sessiste. Macrae, Bodenhausen, Milne, Jetten 1994: si chiede ai partecipanti di descrivere la giornata tipica di uno skinhead, ad alcuni veniva chiesto di sopprimere lo stereotipo, ad altri non erano date indicazioni. Coloro che dovevano sopprimere lo stereotipo, dannogiudizi meno stereotipati. Successivamente viene mostrata la foto diUn altro skinhead, il compito era lo stesso ma a tutti i partecipanti non si davano indicazioni. In questa seconda fase, i partecipanti che prima avevano soppresso lo stereotipo, lo iperutilizzano liberando i giudizi stereotipati.
Macrae et al 1994: chi sopprime lo stereotipo, dopo agisce usando quello stesso stereotipo.
Aron, Dutton 1974: le persone spesso non riescono a risalire alle cause di percezioni interne, motivo per il quale si utilizzano spiegazioni coerenti con le teorie implicite e con gli schemi.
Teoria auto percezione di Bem: spiega l'effetto delle azioni sugli atteggiamenti sostenendo che le persone creano inferenze sui propri atteggiamenti in base all'osservazione dei propri comportamenti e dei contesti in cui agiscono. L'autopercezione avviene solo se la persona ha libertà di scegliere come comportarsi. Spesso capita che le motivazioni esterne che portano l'individuo a compiere un'azione prendano il posto delle motivazioni interne.
Effetto di
sovragiustificazione: quando le cause esterne sono molto evidenti si sottovalutano i fattori interni. Le due motivazioni, interne ed esterne, sono inversamente proporzionali quindi all'aumentare dell'una diminuisce l'altra.
Teoria del confronto sociale di Festinger: i giudizi sociali e la percezione di sé dipendono dai termini di paragone e confronto. Quindi la conoscenza delle nostre caratteristiche dipende dalla conoscenza delle caratteristiche delle persone che ci circondano. Se uno studente prende 25 all'esame questo voto sarà giudicato come accettabile o meno in base al voto dei compagni. Se le persone sono superiori si parla di confronto sociale verso l'alto, se sono considerate inferiori si parlerà di confronto sociale verso il basso.
Il confronto sociale verso il basso è tipico di chi cerca di mantenere una buona percezione della propria immagine.
Il sé come schema: i contenuti dello schema di sé organizza le
Modalità in cui organizziamo le informazioni e elaboriamo le nuove. Markus divise i partecipanti per un esperimento in tre gruppi: due gruppi schematici lungo le dimensioni dipendenza/indipendenza e un gruppo aschematico lungo le dimensioni. Si chiedeva se alcuni aggettivi erano descrittivi del Sé e coloro che erano dipendenti ottenevano tempi di reazione minori per aggettivi riguardo la dipendenza e viceversa per persone indipendenti; coloro che erano aschematici non mostravano differenze. I risultati dimostrano che c'è alta accessibilità per contenuti che sono coerenti con lo schema di Sé. Nelle persone depresse lo schema di Sé prende forma lungo dimensioni negative. Queste persone elaboreranno informazioni ambientali coerenti con lo schema di Sé, quindi informazioni che la minano l'autostima e la percezione positiva di Sé. I soggetti clinicamente depressi massimizzano il ricordi di info negative. Rogers, Kuiper e Kirker 1977:
Venivano proposte degli aggettivi e in base al tipo di compito si ricordavano di più o di meno. Se il compito era di tipo fonologico i ricordi erano limitati, ciò non accadeva in compiti semantici. In tali compiti i ricordi erano maggiori e addirittura aumentavano nel caso gli aggettivi erano coerenti con lo schema del Sé. Questo accade perché gli aggettivi sono particolarmente rilevanti, facilmente accessibili e hanno più probabilità di essere recuperati. Tale risultato è coerente con l'egocentrismo dei processi cognitivi.
Snyder e Swann -> se si pensa che le persone siano introverse saranno fatte domande che confermano le ipotesi di partenza. Markus e Fong hanno scoperto che ciò accade anche quando esploriamo i contesti sociali.
Motivazioni di autoaccrescimento: la persona raccoglie informazioni riguardo il sé in riferimento a ciò che di sé apprezza evitando situazioni in cui potrebbe essere giudicato. Spesso
Però il supporto altrui può essere importante: se una persona confida ad un amico di essere introverso, lui potrà evitare situazioni particolarmente imbarazzanti e ansiogene.
Bisogno di autoverifica: desiderio di mantenere una immagine stabile di Sé organizzata attorno alle proprie opinioni e credenze.
Swann e Read 1981: i partecipanti sono divisi in coloro che pensano di essere piacevoli e coloro che pensavano di non piacere. Si chiedeva di rispondere a varie domande le cui risposte sarebbero state poi mostrate ad altre persone con cui avrebbero poi interagito per crearsi un' impressione. Metà dei partecipanti scopriva di piacere all'altro o viceversa, le persone erano scelte in maniera causale. Si è notato che le persone prestavano maggiore attenzione alla descrizione coerente con l'immagine di sé piuttosto che preferire descrizioni favorevoli o contrarie.
McFarland e Ross: hanno chiesto a studenti universitari di valutare il partner.
Dopoqualche mese furono intervistati di nuovo chiedendo una rivalutazione del partner e diricordare quella precedente. Solitamente se la situazione della coppia migliore, allorasi tende a sovrastimare la positività del giudizio precedente; se la situazione attuale èpeggiore si sottostima la positività della dichiarazione di qualche mese prima.Le credenze e le opinioni del presente modificano la percezione e la ricostruzione delpassato.Sé possibili Markus e Nurius: sono componenti del sé potenzialmente realizzabili infuturo. Questo proiettarsi nel futuro ha la funzione di far realizzare progetti personali.Markus e Ruvolo hanno scoperto che le persone che si immaginano ricche e disuccesso nel futuro hanno maggiore probabilità di ottenere migliori prestazioni incompiti successivi.Completamento simbolico: quando l'obiettivo desiderato è lontano si tende aostentare simboli sostitutivo per segnalare la nuova identità agli altri eHiggins parla di tre componenti del Sé: il sé ideale che fa riferimento alle aspirazioni dell'individuo, il sé attuale o affettivo che si riferisce al modo in cui le persone pensano a se stesse e alle caratteristiche che pensano di avere, il sé imperativo che comprende le aspettative che le persone significative nutrono nei nostri confronti. Quando il Sé ideale e il Sé attuale non corrispondono, possono nascere sentimenti depressivi, quando sono il Sé attuale e il Sé imperativo ad avere discrepanze allora si generano sensazioni di ansia e angoscia.
Studio Higgins, Klein, Strauman 1986: identificano soggetti il cui Sé ideale e imperativo differiscono da quello attuale. Studiano le loro reazioni quando accade un evento positivo e negativo. Quando l'evento è piacevole le risposte emotive sono simili tra loro in entrambi i casi. Quando la situazione è negativa invece e la discrepanza coinvolge il sé.
ideale si generano stati di abbattimento, tristezza, insoddisfazione; sempre in situazioni spiacevoli, se entra in gioco il sé imperativo in contrasto con il sé attuale allora nascono sentimenti di ansia, paura, agitazione. Il non soddisfare le aspettative create da noi stessi o da persone significative comporta una modifica dello stato dell'umore.
Sé operante (working self): è il sé che agisce in un momento preciso e guida i processi di elaborazione quando altre componenti sono meno salienti. Quindi è quella componente stabile del sé che si attiva in risposta a contesti ambientali.
Linville: l'avere un sé articolato su più dimensioni ci rende meno vulnerabili e più stabili dal punto di vista dell'umore. Avere una alta complessità del sé permette alle persone di difendersi e proteggersi in caso di fallimento in quanto reagiscono più velocemente e attivamente all'ambiente. Coloro che
hanno bassa complessità del sé
invece hanno ampie variaz