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Almeno una volta nella vita, chi non risiede a Gerusalemme desiderano tornare al tempio--> il
muro del pianto (kotel).
Pesach si lega all'idea del passaggio--> si ricorda il passaggio attraverso il Mar Morto, nella terra
promessa, metaforicamente rappresentata dal passaggio dall'inverno alla primavera.
Si celebra con particolari pietanze che rappresentano i sacrifici. Si tratta di una cena particolare,
detta Seder (ordine) che segue un ritmo preciso---> tutto è ritualizzato.
Dura 8 giorni. La celebrazione inizia con la cena della 1^notte (in Israele dopo il tramonto del 1°
giorno, invece nella diaspora ci sono due sere, in ricordo del fatto che gli ebrei della diaspora
serviva più tempo per arrivare a Gerusalemme--> seconda sera per far partecipare anche loro).
Durante la cena, di carattere fortemente domestico, allo scopo di trasmettere la tradizione. Il
capofamiglia gestisce tutta la cena seguendo ciò che viene trasmesso dal "Haggadah sel Pesach"
(narrazione di Pesach), in cui si spiega cosa si celebra (Mosè e le vicende ad esso connesse) e
come organizzare la cena.
Poiché gli ebrei dovevano fuggire velocemente dalle loro case per non subire le conseguenze non
fecero in tempo a far lievitare il pane. In ricordo di questo si mangia pane azzimo e prima
dell'arrivo di Pesach puliscono casa per togliere tutti i residui di lievito , buttando tutto ciò che
contiene lievito. Il giorno prima del Pesach il capofamiglia e la moglie raccolgono delle molliche di
pane e li bruciano ---> da questo momento in poi non si può più toccare nulla di fermentato. Per
questo ci sono dei piatti appositi usati solo durante il Pesach.
I CIBI: non bisogna mischiare carne e latte. Non si mangia agnello, ma si mette simbolicamente un
osso in tavola. Niente burro o latte e farina nei dolci.
SIMBOLOGIA PIETANZE: verdura amara per ricordare la schiavitù in Egitto; zuppa in cui
inzuppare il pane azzimo, simboli cari costituiti con la malta; uovo sodo simbolo di rinascita; vino
dolce un po' nel bicchiere, un po' nel piatto.
Il capofamiglia divide il pane: una parte la mette in tavola, un'altra la nasconde per farla cercare al
bambino--> il Pesach è una festa che insegna l'ebraismo ai bambini. Alla fine della cena seguono
dei canti . Infine ci si saluta con l'augurio trovarsi a Gerusalemme l'anno seguente.
• SHAVU'OT
Si festeggia dopo 7 settimane da Pesach. È l'inizio dell'estate, l'inizio del periodo del raccolto. Si
mangiano le primizie. Si ricorda il momento in cui Mosè riceve le tavole della legge. È la nostra
Pentecoste, in cui gli apostoli ricevono lo spirito santo. Si prega tutta la notte--> le preghiere
riparatrici nel mondo.
• SUKKOTH
Dura 8 giorni e si celebra ad Ottobre. È una festa agricola, in cui si offrivano i prodotti dell'autunno.
Tale festa ricorda il trasferimento degli ebrei nel deserto dall'Egitto e per ricordare le capanne in
cui vivevano, se le costruiscono e ci passano la giornata. Le pareti della capanne devono essere di
frasche e il tetto deve essere aperto per vedere le stelle. Qualche tempo fa si costruivano della
baite con le pareti affrescate come fosse un luogo esterno con annesse varie stelle sul tetto. È
importante fare un pranzo nella capanna. Le famiglie osservanti le costruiscono in giardino o sul
terrazzo, le arredano con delle panche e si mangia frutta, verdura e carne. Tale festa, poiché era
legata alla PURIFICAZIONE, si svolgeva vicino alla porta delle acque (al tempio). Nel Pentateuco
si dice che si deve utilizzare il frutto dell'albero bello e 4 rami intrecciati (LULAV) di 4 alberi diversi:
uno di palma (regalità), mirto (tristezza), e salice (esilio)e cedro--> si distribuiscono nella comunità
che in processione sventola le fronde e raggiunge la sinagoga, cantando gli HO SHA'NOT
(OSANNA). A cena si tiene il cedro in una scatola d'argento (frutto dell'albero bello). Con questa
festa si conclude la lettura della Torà nella sinagoga (del Pentateuco)e si chiede l'avvento del
MESSIA.
Il giorno della Simchàt Torà= la “gioia della Torà”. La lettura della Torà, da cui vengono
pubblicamente letti e recitati dei brani ogni settimana durante tutto il corso dell’anno, in questo
giorno trova insieme conclusione e principio del ciclo: viene infatti letto l’ultimo brano e si
ricomincia con il primo brano. In questo modo la lettura della Torà mantiene la sua continuità nel
tempo. Le persone che in questo giorno sono chiamate alla lettura, sono considerate come “sposi”
(Hatan torà= sposo) della Torà e di Bereshith (la parola con cui inizia la Torà) e come sposi
vengono festeggiati da parenti e amici. In alcune comunità gli “sposi” offrono confetti a parenti e
amici. Durante i sette giri che si compiono nella sinagoga, con i rotoli della Torà sulle braccia,
spesso la gioia che si manifesta stride con l’austerità del luogo: le donne gettano caramelle verso
la folla festante che spesso danza intorno alla Torah.
AUTUNNO
A settembre si sospendono tutte le attività.
• ROSH HA SHANAH (CAPODANNO)
L'inizio dell'anno ebraico è in autunno e cade nel mese di TISHRì (dalla tradizione babilonese).
Simile al Pesach. Simbolicamente si ricorda il sacrificio di Isacco. Questa festa è legata al
rinnovamento totale (anche interiore), poi segue e precede un periodo di vita estremamente
religiosa---> RESA DEI CONTI FINALE. Si fa una cena in cui si mangiano 10 pietanze da benedire
ogni volta, che hanno uno specifico nome. Si consumano soprattutto le melagrane (prosperità), le
carote e la bietola per i loro nomi simbolici. Molto importante è il rito sinagogale in cui si suona lo
SHOFAR (corno di montone)---> che serve per richiamare Dio e per ricordare il sacrificio di Isacco,
che alla fine non fu sacrificato e al suo posto fu offerto un ariete.
Dopo il capodanno ci sono 10 giorni di YAMIM NORA'IM (giorni terribili)--> è come se Dio
sospendesse il suo giudizio e gli uomini lavorano molto. Questi sono giorni di timore sacro della
divinità--> ci si avvicina al giorno in cui si chiude il registro di Dio (2 colonne--> azioni cattive e
bone). Alla fine dell'anno si apporrà il sigillo sul registro e bisogna fare in modo che tutti i bilanci
siano attivi, perché poi confrontando tutti i bilanci si saprà la destinazione dell'anima. Il rito ha
valore solo se sono presenti 10 uomini. Durante questa festa si chiede perdono a tutte le
persone vicine.
• YOM KIPPUR (giorno dell'espiazione)
Il decimo giorno c'è il YOM KIPPUR, giorno in cui si riunisce la comunità per ricordare il perdono.
Anticamente si prendeva un animale e il sacerdote addossava all'animale tutti i peccati
dell'umanità e poi si faceva portare nel deserto, lasciandolo a morire (capro espiatorio).
Solitamente se ne sacrificavano due: uno lasciato nel deserto e uno sacrificato a Dio. Oggi vi è un
rituale simile--> si prende un gallo, lo si sgozza e la persona che chiede l'espiazione deve portare il
gallo a testa in giù sulla sua testa e il sangue deve colare sul viso. Questo è un giorno di digiuno e
non si beve dal tramonto del giorno prima al tramonto successivo. Si fa un pranzo ricco
prima del tramonto. Si prega parecchio. Da tale digiuno solo esentati: bambini, anziani e infermi.
Si chiede perdono a Dio. Si suon alo SHOFAR e alla fine della cerimonia si recita la preghiera del
NE'ILA (chiusura)--> sigillamento del registro.
Al tramonto c'è un pranzo che si chiama (fine del digiuno), preparato dal giorno prima.
Tradizioni legate al KIPPUR:
• Ci si comporta come al funerale;
• Uso di vestiti strappati (come i parenti vicino al defunto);
• Ci si cosparge il capo di cenere;
• Si usano calzature prive di lacci (i lacci= legami potrebbero attirare il malocchio);
• Si coprono gli specchi (per non far specchiare il defunto);
• Si mangia a terra.
AUGURIO--> hatimà tovà (buon sigillamento)
Isom qal (digiuno lieve)
• PURIM (TIPO CARNEVALE)
Si ricordano le gesta del libro di Ester, cade a metà del mese ebraico di Adar e ricorda il
sovvertimento delle sorti e il conseguente scampato pericolo per il popolo ebraico. Ci si maschera.
• HANUKKAH
Rito di riconsacrazione. Si ricorda la riconquista del tempio di Gerusalemme da
parte dei Maccabei. È la festa della luce--> la città è illuminata dalle candele.
La Bibbia ebraica
La Bibbia Ebraica (l'Antico Testamento cristiano) è una collezione di scritti la cui composizione si
estende per quasi tutto il millennio che va dal 1200 a.C. al 200 a.C. circa. Dobbiamo considerare
l'ebraico biblico come una forma del linguaggio parlato standardizzata in un tempo particolare e
perpetuata in seguito come mezzo letterario fisso. Si assume generalmente che l'ebraico biblico,
nella misura in cui è linguisticamente omogeneo, sia una approssimazione vicina alla lingua del
periodo monarchico che ha preceduto l'esilio babilonese (587 a.C), durante il quale la maggior
parte della letteratura biblica fu compilata c composta. Nel periodo post-esilico l'ebraico parlato
subì la forte influenza di altre lingue, specialmente l'aramaico, ma anche del persiano e,
successivamente, del greco. La lingua letteraria degli scritti biblici di questo periodo rimase
relativamente libera da tale influenza, che si mostra più chiaramente nelle fonti post-bibliche come
l'ebraico rabbinico della Mishna e altre opere tradizionali che esulano dall'ambito di questa
grammatica. È difficile, se non impossibile, determinare esattamente quando l'ebraico cessò di
essere una lingua parlata, ma con tutta probabilità la sua scomparsa fu concomitante alla
devastazione della Giudea, avvenuta durante le rivolte giudaiche contro il dominio romano nei
primi due secoli d.C.
L'ebraico è membro della vasta famiglia delle lingue semitiche, le cui principali suddivisioni sono le
seguenti:
1) Semitico nord-orientale: babilonese e assiro (accadico);
2) Semitico sud-orientale: antico arabo del sud e relative lingue moderne del sud dell'Arabia e
dell'Etiopia;
3) Semitico del sud-occidentale: arabo classico e il gran numero dei relativi dialetti arabi moderni;
4) Semitico del nord-occidentale: comprendente
a. l'aramaico
b. il cananeo (ugaritico, fenicio, ebraico)
La nostra conoscenza dell'ebraico biblico dipende direttamente dalla tradizione giudaica e dallo
stato di quella tradizione durante e dopo le varie dispersioni degli israeliti dalla Palestina. Tale
dipendenza sorge da una peculiare incompletezza ortografica di cui soffre il testo biblico: esso è
essenzialmente sen