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EQUAZIONI DI MAXWELL IN FORMA LOCALE
Si ricordino le quattro equazioni di Maxwell:
∭ ∬ ⃗ ⃗ ( )
−d
ρdV B ∙ d S d Φ
Q
∯ ∮ ∮ ⃗
⃗ ⃗
⃗ ⃗ ⃗ ⃗
tot E
= = +
E ∙ d S E ∙ d l= B ∙ d l=μ I ε
0 0
ε ε dt dt
0 0
(Tenendo conto del fatto che il flusso del campo magnetico su una linea chiusa
è 0).
Nella fisica classica la propagazione del campo elettrico e del campo magnetico
è istantanea, nella realtà la velocità massima è la velocità della luce. Per
applicare le modifiche tenendo conto di questa considerazione, le equazioni di
Maxwell si possono scrivere in forma locale, scrivendo i flussi e le circuitazioni
rispettivamente come divergenze e rotori dei rispettivi campi.
ROTORE E DIVERGENZA
Una divergenza di un determinato campo vettoriale è il prodotto scalare fra il
vettore gradiente del campo ed il campo stesso:
( )
∂ ∂ ∂
⃗ ⃗ ⃗
∇ = + + =¿
∙ E E E E E
x y z
∂x ∂y ∂z
Mentre il rotore di un campo vettoriale è invece il prodotto scalare fra il vettore
gradiente del campo ed il campo stesso:
( )
∂ ∂ ∂ ∂ ∂ ∂
⃗ ⃗
∇ = − − −
× E E E , E E , E E
z y x z y x
∂ y ∂ z ∂ ∂ x ∂ x ∂
z y
Questo seguendo le regole del modulo del prodotto vettoriale.
Data la seguente situazione:
⃗
⃗ ⃗
a ∙ b × c
Nonostante possa sembrare una scrittura ambigua, in realtà è ben definita,
poiché se si facesse prima il prodotto scalare fra i primi due vettori, in seguito
si farebbe il prodotto vettoriale fra uno scalare (risultato del prodotto scalare
dei primi due vettori) e l’ultimo vettore, cosa non possibile. Quindi va prima
fatto il prodotto vettoriale.
Inoltre, il risultato sopra è uguale a 0, questo perché, seguendo o il parallelismo
o la perpendicolarità fra vettori, almeno uno fra il prodotto scalare o il prodotto
vettoriale si annulla, di conseguenza la divergenza di un rotore è sempre nulla.
Adesso si dimostri come la divergenza del campo elettrico sia legata al suo
flusso.
Si ha una situazione del genere:
(L’asse delle x è orientato da sinistra a destra).
Ossia si ha un volume infinitesimo, si ha dalla figura e dato l’orientamento del
^
campo elettrico e dei versori normali alle superfici , si nota da subito che i
n
E E
contributi al flusso e sono nulli. Si ha che:
y z
∯ ⃗ ⃗ ( ) ( )
( )∙ =−E + +dx
E x , y , z d S x , y , z dydz E x , y , z dydz
x x
Il primo termine a sinistra rappresenta la faccia il cui versore esce verso
sinistra, il secondo rappresenta la faccia in cui esce verso destra, in cui vi è
l’incremento . Ma notiamo che quella differenza, a meno di un infinitesimo
dx
è uguale alla derivata parziale della funzione rispetto a , si può quindi
∂ x x
moltiplicare e dividere per e ottenere:
dx=∂ x
( ) ( )
−E
E x+ dx , y , z x , y , z ∂
x x = (x
lim E , y , z)
x
dx ∂x
dx→ 0
Quindi alla fine si ha:
∂ ∂
( ) ( )
E x , y , z dxdydz= E x , y , z dV
x x
∂x ∂x
Si può ripetere il procedimento analogamente per le altre due variabili e
y
, per ottenere alla fine:
z ( )dV
ρ x , y , z
∂ ∂ ∂ ∯ ⃗ ⃗
( ) ( ) ( )
+ + = (x
E x , y , z dV E x , y , z dV E x , y , z dV E , y , z)∙ d S ≈
x y z
∂x ∂y ∂z ε 0
Si semplifica l’infinitesimo di volume e si ha alla fine:
)
ρ(x , y , z
∂ ∂ ∂ ⃗ ⃗
( )+ ( ) ( )= ∇
+ =
E x , y , z E x , y , z E x , y , z ∙ E
x y z
∂x ∂y ∂z ε 0
Tenendo sempre conto delle ortogonalità.
Se il rotore di un campo vettoriale è nullo, si dice che il campo è conservativo e
si può definire il suo potenziale. Infatti, per il vettore campo elettrico esiste il
potenziale elettrico definito come:
=−⃗
⃗ ∇
E V
Se la divergenza di un campo vettoriale è nulla, allora esiste un vettore tale
che il suo rotore è uguale al campo vettoriale stesso:
⃗ =⃗
⃗ ⃗ ⃗ ⃗
∇ ∃ ∇
=0
∙ B → A : B × A
Per quel che riguarda la seconda formula locale si ha:
−∂ ⃗
Φ
❑ ( )
−∂ B x, y ,z ,t
∫ ⃗
⃗ ⃗
⃗ ⃗
B
∇ ∇ =
× E ∙ dS= → × E
∂t ∂t
S γ
Nel caso stazionario si ha:
⃗ ⃗ ×(−⃗
⃗
∇ ∇ ∇
=0→ )=0
× E V
Ma dato che il rotore è nullo, si può sfruttare la simmetria , per
a × a=−a × a
ottenere che il campo elettrico è il gradiente negativo della differenza di
potenziale.
Per quel che riguarda la quarta equazione di Maxwell si ha:
( )
⃗
∂ E
⃗ ⃗ ⃗
∇ =μ +
× B J ε
0 0 ∂t
Se andiamo a fare la divergenza del rotore sopra, si avrà:
( )
⃗ ( ) ( )
∂ E ∂ ∂ρ
⃗ ⃗ ⃗ ⃗ ⃗ ⃗ ⃗
⃗ ⃗ ⃗ ⃗ ⃗
∇ ∇ ∇ ∇ ∇ ∇ ∇
=μ + =μ + =μ +
∙ × B ∙ J ε ∙ ∙ J ε ∙ E ∙ J
0 0 0 0 0
∂t ∂t ∂t
L’equazione finale è detta “equazione di continuità”, risultante nulla per le
regole della divergenza di un rotore dette sopra. Si verifica che la divergenza
del vettore densità di corrente è nulla se e solo se il secondo termine fra le
parentesi nella formula finale è nullo, ma la variazione temporale di densità di
carica volumetrica è assumibile come la variazione temporale di carica, quindi:
( )
∂ρ ∂ρ dQ
⃗ ⃗
∇ + =0 =0 =0
μ ∙ J ↔ →
0 ∂t ∂t dt
Questa conclusione implica anche il ragionamento per la corrente di
spostamento ed il termine mancante: nel caso stazionario la variazione di
⃗
corrente e la divergenza del vettore sono entrambi nulli, mentre nel caso
J
analizzato per il termine mancante (il condensatore che si caricava e il fatto
che se si fossero prese due superfici diverse, si sarebbe avuta una corrente
⃗ ⃗
diversa) il condensatore si stava caricando, quindi non era nulla in quel
∇ ∙ J
caso, e si aveva:
−dQ
∯ ⃗ ⃗ =
J ∙ d S dt ONDE ELETTROMAGNETICHE
Analizzate le equazioni ottenute, si abbia il caso particolare in cui ci si trovi
lontani dalle cariche, le equazioni diventano:
⃗ ⃗
−∂ B ∂ E
⃗ ⃗ ⃗ ⃗
⃗ ⃗ ⃗ ⃗
∇ ∇ ∇ ∇
=0, =0, = =μ
∙ E ∙ B × E , × B ε
0 0
∂t ∂t
Infatti, non ci sono né correnti né cariche, ma solo i campi. Consideriamo
adesso i due campi come dipendenti solo dall’ascissa e dal tempo:
⃗ ⃗
( ) (x
E x , t , B ,t)
Si può subito dire, nell’ambito della prima e della seconda equazione che:
∂ ∂
=0, =0
E B
x x
∂x ∂x
Mentre per quel che riguarda la terza, seguendo le regole del prodotto
vettoriale: −∂ B
∂ ∂ x
− =
E E
z y
∂y ∂z ∂t
Ma dato che non ci sono dipendenze dalla , si ha semplicemente:
x
−∂ B x =0
∂t
Ma allora, seguendo lo stesso ragionamento, anche per la quarta si avrà:
∂ E x =0
μ ε
0 0 ∂t
E fino a qui non si è concluso niente, ma adesso si analizzino le altre
componenti dei due rotori, partendo dalla terza equazione:
−∂ −∂
B B ∂B
∂ ∂ ∂ ∂
y y y
− = = =
E E →− E → E
x z z z
∂z ∂x ∂t ∂x ∂t ∂x ∂t
Si eliminano sempre le derivate che non sono rispetto a , essendo nulle,
x
andando avanti:
−∂ −∂
B B
∂ ∂ ∂
z z
− = =
E E → E
y x y
∂x ∂y ∂t ∂x ∂t
Si analizzino le altre componenti del rotore del campo magnetico, applicando lo
stesso ragionamento per quello del campo elettrico:
∂ ∂ ∂ ∂ ∂
− =μ =μ
B B ε E →− B ε E
x z 0 0 y z 0 0 y
∂z ∂x ∂t ∂x ∂t
∂ ∂ ∂ ∂ ∂
− =μ =μ
B B ε E → B ε E
y x 0 0 z y 0 0 z
∂x ∂y ∂t ∂x ∂t
Quindi alla fine, si sono ottenute:
−∂
∂B B
∂ ∂ ∂ ∂ ∂ ∂
y z
= = =μ =μ
E , E ,− B ε E , B ε E
z y z 0 0 y y 0 0 z
∂x ∂t ∂x ∂t ∂x ∂t ∂x ∂t
In generale, con le equazioni di Maxwell si hanno 8 equazioni (quelle scalari dei
flussi forniscono 2 soluzioni, quelle vettoriali con le circuitazioni 6, che sono le
componenti di ciascun vettore), ma le incognite sono solo le 6 componenti dei
vettori campo elettrico e magnetico. Alla fine, inoltre le equazioni utili sono 4
poiché lo spazio è quadridimensionale.
Combinando le formule ottenute prima, si può ottenere una formula finale
rappresentante le onde elettromagnetiche piane:
2 2 2
−∂
∂ ∂ ∂ ∂ ∂ ∂
= =μ =
E B →− B ε E → E μ ε E
y z z 0 0 y y 0 0 y
2 2 2
∂ x ∂t ∂x ∂t
∂ x ∂ x ∂ t
Nell’equazione ho invertito le derivate parziali rispetto a e a poiché
x t
sono indipendenti.
L’equazione:
2 2 2 2
∂ ∂ ∂ 1 ∂
− =0→ − =0
E μ ε E E E
y 0 0 y y y
2 2 2 2 2
∂x ∂t ∂x c ∂t 1
=
μ ε
È proprio l’equazione delle onde elettromagnetiche, ricordando che . I
0 0 2
c
due campi vettoriali sono simmetrici e ortogonali fra loro, come si è visto dalle
formule sopra.
Dato che la direzione di propagazione dell’onda, il campo elettrico e il campo
magnetico sono ortogonali, l’onda è trasversale (ossia fenomeno e direzione
dell’onda sono ortogonali), mentre se la propagazione e i campi fossero stati
paralleli