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Tipi di portatore e esempi

TIPO DI PORTATORE ESEMPI

INAPPARENTE Virus polio, meningococco, virus epatici

IN INCUBAZIONE Virus della varicella, morbillo e virus epatici

CONVALESCENTE C. diphteriae, virus dell'epatite B, salmonelle

CRONICO S. typhi, virus dell'epatite B

Un soggetto con infezione inapparente non è necessariamente un portatore (Es. la maggior parte dei tubercolino-positivi non dissemina attivamente bacilli tubercolari).

In senso lato, si possono riconoscere diversi tipi di portatore, in rapporto all'evento "malattia":

  1. PORTATORE ASINTOMATICO o INAPPARENTE: soggetto che si infetta ed elimina l'agente patogeno senza sviluppare la malattia;
  2. PORTATORE IN INCUBAZIONE: soggetto che si trova nel periodo di incubazione di una malattia e che può diffondere l'agente patogeno anche prima del manifestarsi della malattia stessa;
  3. PORTATORE CONVALESCENTE: soggetto che ha superato la malattia e che si trova nel periodo di convalescenza e continua ad eliminare.
l'agente patogeno dopo la guarigione clinica per un tempo variabile in rapporto al tipo di agente e all'ospite; 4. PORTATORE CRONICO: soggetto che continua ad eliminare l'agente patogeno dopo la guarigione clinica per periodi molto lunghi o per tutta la vita. SERBATOI I serbatoi possono essere definiti come gli organismi viventi o la materia inanimata (Es. il suolo) in cui un agente infettivo normalmente vive e si moltiplica, in cui ha il suo habitat naturale e da cui può essere trasmesso ad ospiti recettivi. Perciò i serbatoi di infezione possono consistere in esseri umani, animali e sorgenti ambientali. Il serbatoio è componente essenziale del ciclo per mezzo del quale un agente infettivo si mantiene e si perpetua. - Nel ciclo più semplice, il serbatoio è umano e si può schematizzare come segue: UOMO UOMO UOMO (Es. Malattie respiratorie batteriche e virali, infezioni stafilococciche e streptococciche, ecc.) - Altre malattie sono

Acquisite da diverse specie animali (Es. TBC bovina dalle mucche, brucellosi da mucche e capre, ecc.). Tali malattie sono conosciute come ZOONOSI = infezioni trasmissibili, in condizioni naturali, da animali vertebrati all'uomo. In tali patologie l'uomo non è elemento essenziale (serbatoio usuale) del ciclo vitale dell'agente. Perciò:

ANIMALE ANIMALE ANIMALE → UOMO

Alcune infezioni, poi, sono caratterizzate da cicli più complessi come serbatoi multipli, diversi stadi di sviluppo dell'agente. (Es. Infestazioni da vermi, schistosomiasi, malaria, ecc.)

COMPONENTI DEL PROCESSO INFETTIVO

AGENTE INFETTANTE

Molti organismi viventi possono provocare malattie nell'uomo, dai virus più piccoli a complessi organismi multicellulari. Molte caratteristiche degli agenti infettanti sono INTRINSECHE ALL'AGENTE STESSO, non dipendendo dall'interazione con un ospite. Tra di esse vi sono:

- MORFOLOGIA

- DIMENSIONI

- CARATTERISTICHE CHIMICHE

- ANTIGENI

ESIGENZE NUTRITIVE- CAPACITÀ DI SOPRAVVIVERE IN VARI VEICOLI- ESIGENZE DI TEMPERATURA E UMIDITÀ- SPETTRI DI OSPITI- CAPACITÀ DI PRODURRE TOSSINE- CAPACITÀ DI ACQUISIRE RESISTENZA AGLI ANTIBIOTICI- CAPACITÀ DI ACQUISIRE INFORMAZIONI GENETICHE(plasmidi).

31PATOGENICITÀ Capacità propria di un microrganismo parassita di causare un danno all'ospite; si misura attraverso la VIRULENZA che viene definita grazie ad alcuni parametri:

  • CARICA MICROBICA INFETTANTE: numero minimo di microrganismi necessario per dare inizio all'infezione;
  • VELOCITÀ DI RIPRODUZIONE
  • INVASIVITÀ: capacità di moltiplicarsi in vivo (alcuni m.o. invadono tutto l'organismo come il virus del morbillo e della rosolia, altri invadono organi bersaglio come il virus dell'epatite; i m.o. non invasivi possono restare localizzati nel sito di impianto come i cocchi piogeni)
  • TOSSINOGENICITÀ: capacità di elaborare

tossine (alcuni microrganismi non invasivi possono provocare danni a distanza dal sito di penetrazione producendo esotossine con specifiche azioni lesive)

Sia i microrganismi patogeni invasivi che quelli non invasivi possono produrre o liberare per disfacimento diverse altre sostanze (metaboliti tossici, esoenzimi, endotossine) responsabili di lesioni a livello locale e generale.

INFETTIVITÀ

Capacità di un microrganismo patogeno di penetrare, attecchire e moltiplicarsi all'interno dell'ospite.

CONTAGIOSITÀ

Capacità di un microrganismo patogeno di passare da un soggetto recettivo ad un altro a seguito della sua eliminazione all'esterno dell'ospite nel corso del processo infettivo.

La comprensione delle caratteristiche intrinseche può essere fondamentale per comprendere l'epidemiologia e le modalità di trasmissione di un agente. Diversi ceppi dell'agente correlati ad esempio ad epidemie o alla diffusione in certe aree

geografiche possono differire in alcune caratteristiche intrinseche. Molte proprietà attribuite agli agenti infettivi in realtà dipendono dall'interazione tra l'agente e l'ospite. Le più importanti sono infettività, patogenicità, virulenza e immunogenicità. Condizioni ambientali, dose e via di infezione possono mutare tali proprietà dell'agente infettante. Lo stesso patogeno ottenuto da fonti diverse può differire in queste quattro proprietà. L'età, la razza, lo stato nutrizionale possono notevolmente condizionare la capacità di infettare, di provocare una malattia modesta o grave, o di immunizzare un ospite o una popolazione di ospiti. L'infettività è definita come la capacità di un agente di invadere e moltiplicarsi in un ospite. Dal punto di vista sperimentale, l'infettività è considerabile come il numero minimo di agenti necessario a

provocare l'infezione nel 50% di un gruppo di ospiti della stessa specie (ID50). Tale numero varia in funzione dell'agente, via di somministrazione, sorgente, età e razza dell'ospite.

Es.: INFEZIONE AD ELEVATA INFETTIVITÀ MORBILLO
INFEZIONE A BASSA INFETTIVITÀ LEBBRA

L'infezione sperimentale non è applicabile per motivi etici.

Per valutare l'infettività ci si avvale di studi sulla velocità con cui un agente si diffonde in una popolazione, la proporzione di contatti stretti che divengono infetti (TASSO DI ATTACCO SECONDARIO) e studi sieroepidemiologici dopo le epidemie per determinare la proporzione di persone recentemente infettate.

La PATOGENICITÀ è definita come la capacità di produrre una malattia clinicamente manifesta. Se esistono metodiche di laboratorio sensibili e specifiche, si può determinare la proporzione di infezioni che dà luogo a malattia.

La patogenicità è

influenzata da fattori ambientali e propri dell'ospite, dalla dose, via d'entrata e sorgente di infezione.

La VIRULENZA è definita come la proporzione di casi clinici che danno luogo a manifestazioni cliniche gravi (comprese le sequenze).

Uno dei modi per misurare la virulenza è la letalità. Anche la virulenza è influenzata dalla dose, via di infezione, età e razza (Es: il bacillo della peste è più virulento se inalato che se iniettato ad un'estremità).

L'IMMUNOGENICITÀ può essere definita come la capacità dell'infezione di determinare immunità specifica. Tale immunità può essere primariamente umorale o cellulare, o un insieme delle due.

L'immunogenicità è influenzata da fattori come l'età, lo stato nutrizionale, la dose e la virulenza dell'infezione.

Alcuni agenti non invasivi possono determinare produzione di soli anticorpi.

locali. Ogni agente ha inoltre una diversa capacità intrinseca di dare immunità durevole (Es. il virus del morbillo da immunità per tutta la vita, mentre il gonococco non ha tale capacità, così si possono avere più attacchi di gonorrea).

MECCANISMI PATOGENICI

Gli effetti patogenetici prodotti dagli agenti infettivi possono essere il risultato di una serie di meccanismi:

  1. INVASIONE TISSUTALE DIRETTA
  2. PRODUZIONE DI UNA TOSSINA
  3. POTENZIAMENTO IMMUNOLOGICO O REAZIONE ALLERGICA CHE DETERMINA DANNO NELL'OSPITE
  4. INFEZIONE PERSISTENTE O LATENTE
  5. POTENZIAMENTO DELLA SUSCETTIBILITÀ DELL'OSPITE A FARMACI ALTRIMENTI DI MINIMA TOSSICITÀ
  6. IMMUNOSOPPRESSIONE

MECCANISMI DI TRASMISSIONE DELLE INFEZIONI

La trasmissione di un'infezione implica l'uscita dell'agente da una sorgente o serbatoio, il suo trasporto ad un ospite suscettibile e l'entrata in quell'ospite. La trasmissione può essere diretta o

indiretta.

  1. TRASMISSIONE DIRETTA
  2. immediato trasferimento di un agente infettivo da un ospite infetto o serbatoio ad una appropriata porta di entrata (es. trasmissione sessuale, attraverso goccioline ("droplets"), per contatto con il suolo).

  3. TRASMISSIONE INDIRETTA
  4. Trasmissione indiretta

    • VEICOLI
    • contatto con oggetti inanimati contaminati (lenzuola, giocattoli, ferri chirurgici) o con cibo, acqua e fluidi iniettabili.

    • VETTORI
    • l'agente infettivo è veicolato all'ospite da un artropode

      • Vettore "PASSIVO"
      • Trasporto meccanico dell'agente

      • Vettore "ATTIVO"
      • L'agente si moltiplica nell'artropode senza sua moltiplicazione prima di essere trasmesso (INCUBAZIONE ESTRINSECA)

    • Attraverso l'aria
      • POLVERI
      • risospensione di particelle depositate su suolo o lenzuola

      • DROPLET NUCLEI
      • piccole particelle costituite da residui di goccioline

disseccati)particelle sollevate dal suolo daparte del vento) Possono rimanere sospesi a lungo inaria ed essere inalati e trasportatinegli alveoli ( 1-2 µm)37INFEZIONI INAPPARENTI E CONTROLLO DELLE MALATTIEMolte infezioni inapparenti possono essere trasmesse epossono causare malattie in altri soggetti.E’ perciò insufficiente indirizzare procedure di controllo ai solicasi apparenti.Per tale motivo l’at

Dettagli
Publisher
A.A. 2011-2012
50 pagine
SSD Scienze mediche MED/18 Chirurgia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher summerit di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Metodologia Epidemiologica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Firenze o del prof Scienze mediche Prof.