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ENDOCARDITE
Definizione.
È un infezione dell'endotelio cardiaco, che si localizza generalmente sulle superfici valvolari, ma può anche interessare un punto
del setto interventricolare danneggiato, l'endocardio murale danneggiato oppure una protesi valvolare.
La lesione tipica è la vegetazione, un ammasso di piastrine. Fibrina, microcolonie di batteri e alcune cellule infiammatorie.
Classificazione.
Le endocarditi si possono classificare secondo l'evoluzione temporale della malattia, la sede dell'infezione, l'agente infettivo o i fattori
di rischio.
• Acuta → è una malattia febbrile, rapidamente destruente le strutture cardiache, i produce foci metastatici extracardiaci e, se
non trattata, risulta fatale.
• Subacuta → ba un decorso subdolo, determina solo nel tempo un danno alle strutture cardiache, raramente metastatizza ed è
lentamente progressiva.
• Cronica.
Epidemiologia.
Incidenza: 1,6-6/100.000 all'anno. Non è rarissima. Molte volte sfugge di fare una serie di domande: per esempio se in passato il
pz ha fatto cure odontoiatriche.
Ci sono poi categorie a rischio: ad esempio tossicodipendenti. Oggi il tossicodipendente prende di meno droghe endovena, ma è cmq
a rischio. Poi abbiamo i portatori di protesi, che rappresentano un luogo di minore resistenza. Ci sono poi tutti i device cardiaci che
sono foci in cui si possono localizzare i germi.
Eziologia.
1. Gram + (75-80%): streptococchi 45-60% (viridanti, bovis); enterococchi 10-15%: entrano dalle vie genito-urinarie;
stafilococchi 10-30% (aureus → tossici e protesi; epidermidis); HACEK. La cavità orale, la cute e le vie respiratorie
superiori sono le porte di entrata primaria.
2. Gram - (5-10% )
3. Polimicrobiche.
4. Funghi (candida, aspergillus in tossici, protesi e immunocompromessi)
5. Emocolture negative 5-10% (uso di antibiotici non sufficienti, necessità di particolari metodiche per l'isolamento come
Neisseria e Clamidia).
Per fare l'emocoltura dobbiamo sospendere l'antibiotico.
• Valvole native → streptococchi; stafilococchi; HACEK.
• Valvole protesiche → stafilococchi coagulasi-negativi (2-12 mesi dopo l'intervento); S. aureus; Gram - ; difteroidi e
funghi.
• Pacemaker e altri device cardiaci → S. aureus; stafilococchi coagulasi-negativi.
• Tossicodipendenti → S.Aureus; Pseudomonas; Candida, Bacillus, Lactobacillus, Corynebacterium.
Fattori predisponenti.
• In passato c'era la cardite reumatica, che oggi è meno frequente.
• Circostanze che determinano batteriemia transitoria, per esempio quando viene fatta una estrazione dentale. Anche il fatto di
non pulirsi i denti può causare batteriemia.
• Tropismo dell'agente infettivo per le strutture valvolari.
• Cardiopatie congenite: oggi si vedono di meno, perchè i bambini vengono operati (tetralogia di Fallot, coartazione aortica,
difetto del setto interventricolare, patologie congenite complesse, vlavulopatia bicuspide).
• Difetti valvolari: insuff. Mitralica; insuff. Aortica; stenosi aortica.
• Al livello dell'endotelio valvolare la turbolenza, l'effetto venturi, favoriscono l'adesione.
• Stati di ipercoagulabilità (endocardite marantica).
Patogenesi.
Finché non si verificano lesioni, l'endotelio è resistente alla maggior parte dei batteri e alla formazione di trombi. Una lesione
dell'endotelio causa un flusso aberrante che favorisce sia l'infezione diretta sia la formazione di trombi sterili (ETNB). Il trombo
formatosi è poi la sede di impianto dei batteri durante una batteriemia transitoria. Lo stafilococo Aureus ha dei fattori di clamping:
coagulasi e proteine che legano la fibronectina, per cui è in grado di aderire all'endotelio ancora intatto. Le principali vie di entrata dei
batteri sono:
• Infezioni dentali o evulsioni dentali.
• Infezioni genito-urinarie.
• Infezioni cutanee
• polmoniti.
Se i batteri resistono all'attività battericida del siero o ai peptici microbicidi rilasciati localmente, si impiantano sul coagulo
precedentemente formato, proliferano e inducono uno stato “procoagulativo” locale stimolando la produzione di fattore tissutale da
parte dei monociti adesi. In mancanza di difese dell'ospite i microrganismi, imbrigliati nelle vegetazioni in fase di
formazione proliferano fino a formare microcolonie compatte. I microrganismi localizzati negli strati più profondi delle vegetazioni
sono metabolicamente inattivi (non in crescita) e relativamente resistenti agli antibiotici. I batteri sulla superficie, invece, passano
continuamente nel torrente sanguigno. Le vegetazioni mature sono friabili e mobili. Tanto più sono mobili e grandi, tanto maggiore è
il rischio di embolizzazione.
Su una protesi si verifica la formazione del biofilm. È una situazione che si viene a creare quando un germe aderisce a delle strutture
che sono “estranee”. Vale per qualunque situazione di correzione di un danno: valvole cardiache, protesi articolari, cateteri, devices.
Si forma uno strato di biofilm, in cui ci sono fattori di coagulazione, ma c'è anche un fenomeno estremamente importante che è
rappresentato dal fatto che nel biofilm l'antibiotico non arriva. C'è una differenza tra il germe in forma planctonica, cioè libero, e
quando si forma un biofilm, dove l'antibiotico non arriva.
Quando parliamo di endocardite su protesi valvolare, parliamo di pz che hanno fatto un'operazione cardiochirurgica. Sono il 10-30%
dei casi.
Incidenza cumulativa:
• 1,4-3,1% a 12 mesi
• 3,2-5,7% a 5 mesi
Early → entro 6 mesi. Si possono definire nosocomiale.
Late → dopo 60 gironi si possono assimilare alle comunitarie.
Infezioni dei defibrilaltori cardioverter impiantabili.
Vengono messi al livello atriale. Quando c'è una fibrillazione intervengono come segnapassi e fanno riprendere la normale attività. Poi
c'è anche il pace-maker. Queste sono delle situazioni a rischio perchè sui device si può impiantare un germe: ad esempio stafilococco.
Questi soggetti poi non sono giovani. Il prurito senile si grattano e il grattamento si possono formare delle lesioni. Alla fine uno
stafilococco entra e si crea una situazione a rischio vita.
Evoluzione della sindrome clinica.
• Aumentata età media degli affetti.
• Aumentato rapporto maschi/femmine.
• Aumentata proporzione dei casi di EI acuta.
• Ridotta incidenza dei segni clinici periferici “classici”.
• Riduzione dei casi da streptococco/aumento di quelli da stafilococco.
• Aumento della lista dei possibili agenti patogeni.
• Aumentato numero di casi da inoculazione diretta.
• Aumentato numero di infezione di protesi valvolari.
Clinica.
L'intervallo tra inizio di infezione e comparsa di sintomi è breve in genere. Talora può essere nell'ordine di mesi, soprattutto nelle
subacute e in quelle da protesi.
I segni clinici di endocardite sono aspecifici. Comunque, la loro presenza in un paziente febbrile con anomalie valvolari o con fattori
di rischio predisponenti suggeriscono la diagnosi, come anche la presenza di batteriemia da parte di un microrganismo causa di
endocardite e presenza di inspiegabili emboli arteriosi.
La sindrome clinica dell'endocardite infettiva è estremamente variabile e oscilla fra la presentazione acuta e quella subacuta.
I segni principali sono:
• Febbre: é elevata ed è il sintomo più importante. Ci può essere anche febbricola.
• Brividi e sudorazione
• Anoressia, perdita di peso, malessere
• Mialgie, artralgie
• Dolore lombare
• Soffi cardiaci da insufficienza, nuovi o differenti
• Emboli arteriosi
• Splenomegalia
• Clubbing digitale
• Manifestazioni periferiche → noduli di Osler, emorragie a scheggia, lesioni di Janeway e macchie di Roth
• Petecchie.
• infezione metastatica: si tratta spesso di lesione di piccole dimensioni, di tipo miliare, che possono interessare qualsiasi
organo (milza, osso, encefalo, meningi, pericardio)
• risposta immune: (anticorpi antimicrorganismo, ipergammaglobulinemia, crioglobulinemia, immuno-
complessi): glomeruolonefrite diffusa o focale
Segni di forme avanzate.
1. Spot di Roth: a livello retinico, sono macchie rosse con centro chiaro, derivano da fenomeni emorragici e infiammatori.
2. Noduli di Osler: piccoli noduli porpora al livello delle dita. Sono fenomeni embolici, molto dolorosi e dovuti anch'essi ad
una embolizzaizone.
3. Petecchie.
4. Ischemie periferiche: si localizzano nelle piccole diramazioni.
5. Emorragie sub-ungueali.
Manifestazioni cardiache.
• Soffi → Il danno o la rottura di una corda tendinea possono causare la comparsa di un nuovo soffio da rigurgito.
Nell'endocardite acuta il soffio è presente al momento della presentazione clinica solo nel 30-45% dei pazienti, ma si rileva
nell'85% dei casi nelle fasi terminali. Il soffio muta nel corso del tempo: è emodinamicamente instabile: la vegetazione si
forma e contemporaneamente il tessuto viene distrutto.
• L'infezione può causare anche un difetto di conduzione.
• Petecchie → piccoli “spot” emorragici spesso a livello delle congiuntive, della mucosa del cavo orale, da mettere in relazione
a fenomeni di microembolizzazione e ad aumentata permeabilità capillare.
Complicanze cardiache.
• Disfunzione valvolare o della protesi → l’insufficienza valvolare acuta che ne deriva provoca un quadro clinico di grave
compromissione emodinamica.
• Iinsufficienza cardiaca congestizia → si sviluppa nel 30-40% dei pazienti.
• L'embolizzazione in una coronarie può causare infarto del miocardio.
• ascesso perivalvolare → l'estensione dell'infezione oltre i foglietti valvolari, nell'annulus o nel tessuto miocardico, può
causare un ascesso che nel tempo può dare una fistola. L'ascesso cardiaco è presente nel 30% dei casi su valvola nativa e nel
50% dei casi su protesi artificiale. L'ascesso si può estendere anche al pericardio e dare pericardite.
• Blocco atrio-ventricolare.
Manifestazioni extracardiache.
• Sintomo muscolo-scheletrici → regrediscono prontamente con il trattamento.
• Infezioni focali ematogene → possono coinvolgere qualsiasi organo, in particolare cute, milza, ossa, reni, meningi.
• Emboli arteriosi → interessano principalmente le estremità, milza, reni, cervello, ossa.
• Sintomi neurologici → ictus, meningite asettica o purulente, emorragia intracranica, rottura di un aneurisma, convulsioni,
encefalopatia.
• Nefropatie → una risposta immune non ancora compresa