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AlTERAZIONI DEL METABOLISMO DEGLI AMINOACIDI
Fenilchetonuria (PKU)à è l’unica malattia curabile
n perché le altre possono portare alla morte intorno ai
3-4 anni. La PKU si ha per un gene sbagliato perché
la proteina viene sintetizzata in modo sbagliato, un
componente non viene trasformato in un altro;
Trasmissione genetica: autosomica recessiva(quando
n vi è la presenza di entrambi gli alleli recessivi nel
genotipo);
Sesso: prevalente nel sesso maschile;
n Età: dopo i primi giorni di vita;
n Patogenesi: deficit dell'enzima fenilalaninaidrossilasi
n epatica, che impedisce la trasformazione della
fenilanina in tirosina
Segni clinici
Alla nascita: assenti;
n Primi mesi: ritardo cognitivo relazionale, crisi convulsive fino
n all'ipsaritmia (=attività cerebrale anormale, caratterizzata da
una disorganizzazione globale dell’attività di fondo)
Se conclamata la malattia è rapidamente ingravescente, se non
n trattata presenta: ritardo cognitivo relazionale grave,
alterazioni del tono muscolare, crisi convulsive, discinesie,
odore delle urine (caratteristico).
Si può anche associare all’autismo perché si hanno anche dei
n problemi nell’intersoggettività e quindi anche nelle relazioni con
gli altri. Diagnosi
Possibile lo screening neonatale mediante il test di Guthrie, che
n si basa sulla mancata inibizione nei soggetti affetti da
iperfenilalaninemia della crescita del bacillus subtilis che si
verifica in un terreno in cui sia stato aggiunto l’antimetabolita
della fenilanina (beta 2-tienilalanina);
Aumento delle fenilalanina ematica (superiore a 2 mg%);
n Presenza nelle urine di acido fenilpiruvico, fenillattico,
n fenilacetico;
Analisi cromatografica degli aminoacidi del sangue;
n Reazione positiva mediante Fenistix che diventa di colore
n nerastro nei soggetti con fenilalanina superiore a 20 mg%.
Prognosi
È legata alla precocità della diagnosi e della terapia dietetica,
n quindi unica soluzione può essere una dieta senza fenilanina
perché non si deve accumulare;
In soggetti con terapia iniziata nella 3° e 4° settimana di vita si
n hanno livelli intellettivi nella norma, ma inferiori a quelli dei
fratelli non affetti da malattia. Se la dieta inizia in periodo
neonatale non si rilevano differenze;
Il trattamento dietetico non è grado di controllare le crisi
n convulsive e di migliorare le turbe relazionali.
MALATTIE NEUROMETABOLICHE
LISOSOMIALI E NON LISOSOMIALI
Mucolisaccaridosi = gruppo di malattie dove
n ognuno di esse è causata da un deficit di enzimi
specifici àLISOMIALE;
Mucolipidosi = gruppo di malattie dove avviene un
n accumulo di lipidi nei tessuti intestinali;
Gangliosidosi = accumulo nelle cellule nervose ai
n gangliosidi dovuto o carenza degli enzimi coinvolti nel
loro metabolismo;
Oligosaccaridosi.
n SlNDROMI NEUROCUTANEE o DISPLASIE
NEUROECTODERMICHE O FACOMATOSI
(àpossono essere associate all’autismo)
M. di Von Recklinghausen o neurofibromatosi
n M. di Pringle-Bourneville o sclerosi tuberosa
n M. di Sturge-Weber-Krabbe o angiomatosi encefalo-trigeminale
n M. di Von Hippel-Lindau o emangioma retino-cerebellare
n M. di Louis-Bar o atassia-teleangectasia.
n Trasmissione genetica: autosomica dominante in quasi tutte
n Patogenesi
Risultato del fallimento del controllo regolatore
n dell’organogenesi.
Persistenza uno stato indeterminato cellulare con
n presenza di un potenziale blastomatoso, difetto di
migrazione e di differenziazione cellulare con
presenza di amartomi, perturbazione delle interazioni
induttive dell'organogenesi con displasia e
malformazioni.
Malattia di Von Recklinghausen
(o neurofibromatosi)
La più frequente di queste forme morbose ed è una malattia
n genetica autosomica dominante.
Segni clinici: macchie caffelatte su tutto il corpo(dovute a
n una proliferazione di cellule di Schwann), noduli sottocutanei,
neuromi plessiformi, neurinomi dei nervi periferici e dei nervi
cranici(dovuti a dei traumi che nascono dalle cellule di
Schwann), ritardo cognitivo-relazionale seguito da insufficienza
mentale di grado medio-lieve, crisi epilettiche, cifoscoliosi.
Prognosi: lentamente ingravescente, l'exitus avviene in età
n matura.
Malattia di Pringle Bourneville
(o sclerosi tuberosa)
È una malattia genetica autosomica dominante, ed è
n caratterizzata da tumori delle cellule gliali che si
sviluppano negli emisferi cerebrali e nella retina;
Alterazioni a carico del SNC: noduli compatti di
n tessuto gliale e di neuroni (tuberi) talora calcificati.
Segni clinici: macchie cutanee discromiche o
n acromiche, crisi epilettiche, facomi; crisi epilettiche,
ritardo cognitivo-relazionale seguito da I.M. di grado
medio, irritabilità, aggressività, disturbi relazionali.
Diagnosi
Fundus oculi: macchie bianche tondeggianti, sovrastanti i vasi,
n chiazze zigrinate, facomi retinici.
R.x. cranio: calcificazioni granulari e nodulari.
n E.E.G.: alterazioni in rapporto alle lesioni cerebrali; in taluni
n casi s. di West e s. di Lennox-Gastaut.
T. A. C.: noduli calcificati in sede periventricolare
n (patognomonica)
Prognosi: diversi gradi di espressività, a volte lentamente
n ingravescente fino all'età adulta.
FATTORI EZIOLOGICI ACQUISITI
Intrauterini;
n Perinatali;
n Postnatali.
n
a) Fattori che agiscono durante la vita intrauterina
Fattori infettivi:
Virus: rubeola, polio, herpes hominis, herpes
n genitale(può creare malformazioni), hepatitis,
cytomegalovirus, ecc.;
Batteri: listeria, salmonelle, klebsiella, streptococco A
n e B; mycobacterium tubercolois; spirocheta;
Miceti: candida albicans;
n Protozoi: toxoplasma gondii.
n
Più il danno è precoce più il danno è grave
Embriopatie
La lesione primaria consiste in una degenerazione
n cellulare, manca del tutto una reazione infiammatoria
di tipo fetale. Le alterazioni consistono in danni a
carico di organi normalmente conformati. Il quadro
clinico è caratterizzato da: microcefalia, cataratta e
microftalmia, sordità, vizi congeniti di cuore, basso
peso (75% dei casi), ritardo cognitivo relazionale;
Il danno è devastante e si ha la dilatazione del cranio
n perché le fontana non si chiudono e il liquido continua
a fuoriuscire. Fetopatie
Anche in questo caso occorre tenere conto del momento
n infettante, delle difese del feto e dell' azione della placenta.
Dalla 20° settimana il feto è in grado di fabbricare IgM e la
placenta riesce ad attuare un trasporto attivo delle IgG
materne a partire dalla 16-20° settimana. In alcuni casi
particolari, come per il treponema, il assaggio è consentito solo
dal 5° mese di gestazione;
4 sono i casi più devastanti in cui si hanno disfunzioni motorie
n e cognitive:
Toxoplasrnosi connatale (nel 7% delle gravidanze si verifica
n un'infezione toxoplasmica, il 40% comporta un'infezione del
neonato)=malattia infettivs, causata da un parassita
intracellulare obbligatorio diffuso tra i mammiferi e gli
uccelli;
Malattia citomegalica=;
n Malattia herpetica;
n Rosolia congenita=si evita di mangiare carne e verdure
n crude perché potrebbero portare ad avere delle infezioni.
Fattori fisici
Sono rappresentati essenzialmente dalle radiazioni, che
n possono indurre mutazioni dell'intero genoma, aberrazioni
cromosomiche o di un solo gene, non differenziabili da quelle
spontanee. Fattori chimici
Le sostanze farmacologiche di qualunque tipo si tratti (comprese le
n cosiddette droghe) possono provocare gametopatie, blastopatie,
fetopatie, in rapporto 3poca di intervento. È importante soprattutto
la distinzione tra farmaci che agiscono durante il periodo
dell'organogenesi e dopo il periodo dell'organogenesi.
Questi fattoi possono provocare alterazioni geniche:
n L.S.D.
n Talidomide
n Metotrexate
n Corticosteroidi
n Tabacco, Eroina, Morfina
n Clorpromazina
n Dicumarolo
n Streptomicina
n Fattori materni
Questi fattori sono più rari;
n Carenze caloriche e proteiche materne;
n Malattie materne:
n le malattie croniche;
n l'insufficienza renale;
n l'insufficienza cardio-circolatoria
n
Queste provocano un calo del flusso ematico al feto,
comportano uno stato anossico fetale;
Abbassamento del flusso sanguigno.
n
b) Fattori che agiscono al momento del parto
Alterazioni della placenta e del cordone ombelicale;
n Distocie di parto(parto ipodalico, parto con cordone al collo,
n spalla bloccata);
Particolari situazioni fetali (azione dell’ipossia)àes. l’utero non
n si contrae più
Anossia: i bambini nati con questa modalità alla base hanno
n una mancanza si ossigeno al cervello.
c) Fattori che agiscono durante la vita extrauterina
Affezioni sistemiche del neonato: (ipossia)
n Malattia emorragica del neonato (M.E.N.)
n Respiratory Distress Syndrome (R.D.S.)
n Encefalopatia iperbilirubinemica (ittero neonatale da
n incompatibilità materno-fetale)
Processi infettivi: Encefaliti (tutti gli agenti patogeni,
n virali e batterici, possono provocare un processo
infiammatorio a carico del S.N.C.)
Sindrome ipossico-ischemico-emorragica
(anossia)
La sindrome ipossico-ischemico-emorragica rappresenta nella
n sua espressine conclamata, un quadro clinico costituito dal
succedersi di questi momenti, in rapporto per lo più ad una
situazione iniziale di asfissia neonatale(=assenza i scarsa
percentuale di ossigeno impedendo una respirazione normale);
Non progredisce;
n La zona più sensibile, perché più sviluppata, è la corteccia che
n quindi soffre più di prima;
Maggior rischio nei neonati pretermine (o prematuro).
n Danno neurologico
La irreversibilità del danno neurologico non è dovuta tanto alla
n anossia(mancanza di ossigeno), ma piuttosto al prolungarsi
dell'ischemia(mancanza assoluta di sangue in un organo) a
livello microcircolatorio a causa dell'edema(accumulo di liquidi
negli spazi interstiziali dell’organismo), anche dopo che
l'arresto del circolo è risolto a livello dei grossi vasi.
La patologia neuromotoria precoce.
Paralisi cerebrali infantili (P.C.I.);
n Sono un vasto ed eterogeneo gruppo di affezioni che han