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Sindromi autistiche secondarie congenite

Le sindromi autistiche secondarie congenite, in cui si hanno segni

certi di alterazione nel SNC, sono:

• Sindrome dell'X fragile (malattia genetica umana causata dalla

mutazione sul gene FMR1 sul cromosoma X, la mutazione

presente: M 1/4000 e F 1/6000);

• Altre anomalie cromosomiche (es. sindrome di Down);

• Facomatosi insieme di sindromi a carattere ereditario che

àun

interessano la cute, gli occhi e il SN (sclerosi tuberosa di

Bourneville si trasmette con carattere autosomico

à

dominante ed è causata dallo sviluppo di tumori benigni in

organi diversi in particolare pelle, reni e cervello;

neurofibromatosi di von Recklinghausen o di tipo 1à

malattie genetica autosomica dominante (solo l’allele

dominante si esprime quindi influenza il fenotipo), ha un’alta

incidenza 1/3000. Importante è la famigliarità, almeno il 50%

degli affetti ha una storia famigliare di tale patologia e nella

restante parte dei casi si tratta di nuove mutazioni);

• Fenilchetonuria indica la presenza di alti tassi di

à

fenilpiruvato nelle urine e di fenilalanina nel sangue, dovuta

a diversi tipi di mutazioni recessive di un gene localizzato sul

cromosoma 12);

• Istidinemia ereditaria è una rara malattia ereditaria da

à

deficit di istidinasi con conseguente aumento di istidina nel

sangue e nelle urine; comporta ritardo mentale e nanismo;

• Toxoplasmosi congenita è un’embrio-fetopatia con

à

lesione oculari, viscerali o intracraniche secondarie ad una

prima infezione causata dall’acquisizione transplacentare

materna da toxoplasma gondii(Tg). È un parassita diffuso in

tutto il mondo e determina un’infezione congenita in

1/10000 a 8/1000 nati vivi;

• Encefalite erpetica è un’infezione del SN dovuta al virus

à

herpes simplex tipo 1. l’incidenza annuale v aria tra

1/250000 e 1/500000 e si crede che posa dipendere da una

predisposizione genetica;

• CMV(citomegalovirus) congenita è un virus che può

à

essere contratto a seguito di una trasmissione verticale

madre-bambino, questa condizione può avere gravi

conseguenze nei neonati quindi risulta essere molto

importante una diagnosi precoce in modo da poter mettere

in atto misure di prevenzione.

Autismo e genetica

• L'associazione con l'X fragile, come anche con

altre malattie identificabili geneticamente quali

la fenilchetonuria, la sclerosi tuberosa, la

neurofibromatosi di von Recklinghausen,

suggeriscono un ruolo non secondario dei

fattori genetici nella genesi dell'autismo.

I legami esistenti tra disordine genetico e

quadro psicopatologico rimangono oscuri.

Due sono i modelli d'azione, che forse ci possono permettere di

capire in che modo possono essere collegati il disordine genetico

e quadro psicopatologico:

1. un'affezione genetica potrebbe essere responsabile di una

lesione del sistema nervoso, con conseguenti sintomi

neurologici, ritardo cognitivo e relazionale e, nel caso siano

interessate ipotetiche strutture più specifiche, eventuale

sindrome autistica; (solo strutture specifiche/no autismo)

2. L'affezione genetica potrebbe interessare solo ipotetiche

strutture specifiche per l'autismo, dando origine

esclusivamente ad una forma autistica, le cui "radici

genetiche" restano ancora da indagare. (no strutture

specifiche/si autismo)

La sindrome dell'X fragile

• Si tratta di una malattia ereditaria X-linked a penetranza

incompleta e a espressività variabile.

• I bambini affetti hanno delle caratteristiche che li

contraddistinguono, come: viso sottile e allungato (da elfo),

mandibola sporgente, orecchie grandi, larghe e sporgenti,

facies dismorfica, macrorchidismo (ingrossamento dei testicoli),

basso tono muscolare. Mentre per quanto riguarda le

caratteristiche comportamentali possono comprendere: disturbi

del linguaggio e del comportamento (tra cui iperattività, deficit

di attenzione e comportamenti autistici), movimenti

stereotipati, sviluppo sociale atipico(timidezza e limitato

contatto con gli occhi dell’interlocutore). Alcuni individui affetti

dalla questa sindrome rientrano inoltre nei criteri diagnostici

dell’autismo.

• Nelle femmine portatrici la sintomatologia è incostante e

comunque molto più sfumata che nei maschi.

• Malattia genetica umana causata dalla mutazione sul gene

FMR1 sul cromosoma X, la mutazione presente: M 1/4000 e F

1/6000 ed e diagnosticato in pubertà.

• La sindrome risulta essere più frequente nei maschi perché

come configurazione cromosomica ha XY;

• L'X fragile viene identificato a livello citogenetico, dove si

osserva una riduzione cromatinica a livello della regione distale

del braccio lungo del cromosoma X, visibile solo nei cromosomi

in metafase di linfociti cresciuti in un terreno privo di folati.

• Tre sono gli stadi della sintomatologia: ritardo mentale,

autismo e borderline. Il tutto ha un decorso ondulatorio, inizia

con una sintomatologia di ritardo mentale di grado variabile da

moderato a severo, successivamente, intorno ai 1 – 2 anni,

diventa autistico (il linguaggio se iniziato si ferma, isolamento,

eccessivi interessi…) l’individuo regredisce in paio di anni

diventando borderline.

• Yu (1991) e Verkerk (1991) hanno isolato un gene

responsabile dell'X fragile, che hanno chiamato FMR 1 (fragile

X mental retardation 1): esso contiene una sequenza (CGG)

instabile localizzata nella regione 5' non tradotta dell'unità

trascrizionale.

• Il prodotto del gene FMR 1 è una proteina che lega l'RNA

(Ashley, 1993), che viene espressa nel cervello, nel testicolo e

in molti altri organi (Abitol, 1993).

• Gli studi volti alla ricerca dell'X fragile in una

popolazione di maschi autistici nell'ambito di una

popolazione maschile portatrice di tale anomalia

cromosomica, sembrano rivelare un'associazione

significativa tra sindrome dell'X fragile e

autismo: quest'ultimo risulta essere una

componente frequente del fenotipo

comportamentale della sindrome stessa

l'autismo con X fragile si presenta attualmente

come il sottogruppo più importante (15% dei

maschi autistici).

Quadro clinico

• La comparsa dei primi disturbi autistici avviene intorno ai 6

mesi; il neonato presenta scarsa reattività all'ambiente, è

passivo, docile, con una scarsa propensione per i primi giochi e

per la socializzazione.

• È però verso i 2 o 3 anni che i disturbi diventano più eclatanti:

quelli osservabili con più frequenza sono l'avversione al

contatto visivo e le stereotipie delle mani e dello schioccare

delle dita, più il ritardo mentale nella maggior parte dei casi.

• Con il passare degli anni le caratteristiche autistiche si fanno

meno evidenti; possono residuare solo le stereotipie, una

spiccata avversione al contatto fisico, un generico

atteggiamento di chiusura verso l’ambiente.

• Questi soggetti possono andare incontro, nell'età adulta, a

un'evoluzione simile a quella dello stato residuo dell'autismo

infantile, fatto che potrebbe verificarsi anche in altre anomalie

cromosomiche caratterizzate dalla presenza di siti fragili.

Aspetti organici e relazionali

• In letteratura molti studi riguardanti la sindrome dell'X fragile

sono orientati verso l'evidenziazione di anomalie organiche di

base o di deficit cognitivi, mentre l'interesse per lo sviluppo

psichico e la psicopatologia dei soggetti che ne sono affetti è

relativamente recente.

• Questo, secondo Condini (1991), riporta al rischio, presente in

genere nelle malattie genetiche, di estendere il determinismo

biologico al determinismo psichico, in una visione statica della

malattia, senza considerare gli aspetti relazionali.

• Hagerman ha portato in questo senso un contributo

fondamentale, precisando che il quadro psichico, oltre ad

essere molto variabile, è anche soggetto ad un'evoluzione che

dipende da complesse interazioni tra fattori genetici ed

ambientali.

• In un recente lavoro, descrivendo per primo i vissuti

di alcuni pazienti, egli ha testimoniato come alcuni

sentimenti pervasivi e incontrollabili di inadeguatezza

possano essere esacerbati dalla comunicazione della

diagnosi, fatto che comporta una dolorosa

consapevolezza dello stato di malattia e un vissuto di

"anormalità" in soggetti che sino ad allora non

sapevano di essere portatori di una malattia

Sintetizzando possiamo dire che il solo

genetica.

fatto di comunicare la diagnosi fa emergere

sentimenti di inadeguatezza.

• In quest'ottica la malattia assume dei connotati più

interessanti, in quanto è proprio cogliendone gli

aspetti emozionali che essa emerge in tutta la sua

complessità.

Dettagli
A.A. 2014-2015
14 pagine
SSD Scienze biologiche BIO/18 Genetica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher federica!!!!!! di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Basi biologiche e genetica umana e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università della Valle d'Aosta o del prof Vigna Taglianti Massimo.