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Emily Dickinson (1830 – 1886)
Emily Elizabeth Dickinson, nata e morta a Amherst in Massachussetts, fu figlia di un avvocato benestante di tradizioni puritane, ricette una educazione molto libera (considerando che si trattava di una donna) ed ebbe modo di frequentare la Amherst Academy e successivamente di frequentare un seminario femminile molto esclusivo, il Mount Holyoke. Nel 1844 compie un primo viaggio a Boston (che rimane uno dei pochissimi della sua vita; ce ne sarà un secondo diretto verso la stessa città per curare una malattia agli occhi nel 1864). Nel 1854 compì un viaggio a Washington e a Philadelphia, dove conobbe il reverendo Charles Wadsworth, del quale si innamorò. Il suo rimase un sentimento platonico (il pastore era già sposato e aveva dei figli) e la Dickinson gli dedicò molti dei suoi componimenti. Gli anni tra il 1861 e il 1862 sono cruciali nella sua vita poiché la Dickinson decide di rinchiudersi in casa, non
Desiderando di uscirne quasi mai più. L'improvvisa scomparsa del padre e del nipotino (a cui era legatissima) ne mina talmente la salute da condurla alla morte, avvenuta nel 1886 ad Amherst. Lei stessa scrisse una lettera in cui dichiarò esplicitamente di non voler più uscire di casa, nemmeno per far visita alla tomba del padre quando questo morì e al quale, nonostante tutto, era molto affezionata. Dai suoi coetanei veniva descritta come una ragazza timida, ma allo stesso tempo divertente, non particolarmente bella, ma sicuramente affascinante e sempre ben vestita. Artista dal fascino enigmatico, Emily Dickinson viene oggi ricordata sia per l'eccezionale qualità della sua poesia che per la sua scelta, inderogabile, di confinarsi nella casa paterna, anzi nella sua piccola stanza che dava sul lussureggiante giardino. Tale decisione, incomprensibile allora per i suoi familiari e amici e ancora oggi avvolta dal mistero, ha eccitato la curiosità.
del pubblico e della critica letteraria. In realtà nessuno può afferire, con certezza, quali siano state le vere motivazioni che spinsero l'autrice a fare ciò (ella stessa parla di un imprecisato episodio definito con il termine di "terrore"), ma il desiderio di isolamento può leggersi come un atto di ribellione contro la puritana società del New England, che non concepiva il sacrosanto diritto di una donna a esprimersi al di là della contrazione di un matrimonio vantaggioso o del duro lavoro di educare i figli. Emily "la folle" (come la chiamavano nella sua città natale) non accetta di seguire la strada segnata da tali scelte obbligate, per cui decide di rimanere da sola, anzi di allontanarsi dal mondo circostante, per muoversi con maggiore profondità nell'universo intimo che è già di per sé sconfinato. La giovane donna amava la natura, ma era ossessionata dalla morte. Apartire dal 1865 iniziò a vestirsi solodi bianco, in segno di purezza, e passando la maggior parte delle sue giornate leggendo la Bibbia. Metaforadel suo voler permanere inviolata dalle ansie mondane è, perciò, il vestito bianco, candido che ella indossacome una sorta di corazza protettiva onde impedire che l’altrui tocco (o sguardo solamente) sporchi,corrompa la sua preziosa libertà interiore.Al momento della sua morte la sorella scoprì nella camera di Emily diverse centinaia di poesie scritte sufoglietti ripiegati e cuciti con ago e filo, tutti contenuti in un raccoglitore. Prima della sua morte erano statipubblicati solo sei poesie (ma ne scrisse più di 200 in solo due anni, arrivando a scrivere un totale 1775componimenti). L'opera poetica della Dickinson è incentrata sui temi della natura, dell'amore e della morte.L'attività poetica comincia nel 1852 quando la scrittrice pubblica una poesia (Così)passa la gloria terrena) suuna rivista. A questa seguiranno altre uscite di singole liriche sempre su differenti riviste letterarie (Assaggioun liquore mai distillato prima, 1861; Sicuri nelle loro camere d'alabastro, 1862; Alcuni osservano ladomenica andando in chiesa e Fiammeggiante in oro e spento in porpora, 1864; Un essere sottile nell'erba,1866). In effetti si tratta delle uniche sei poesie apparse durante la vita di Emily Dickinson, laddove le operesuccessive Poesie e Lettere sono state conosciute dal grande pubblico postume e rispettivamente nel 1890e nel 1894.
Poems (Poesie): contiene 1175 testi dei quali solo sei (come già anticipato) sono stati pubblicatidurante la vita dell'autrice (secondo molti critici ciò è dovuto a un'ostinazione della stessa Dickinsondi rimanere inedita per tutelare quello spazio di libertà, non soggetto a costrizioni o regole di alcuntipo, che lo scrivere versi le assicurava). La prima edizione a stampa,
che include 115 liriche (divise dall'editore per temi in maniera piuttosto arbitraria), esce nel 1890. Il suo successo è immediato percui già l'anno seguente l'amica Mabel Loomis Todd (in collaborazione con la sorella della poetessa, Vinnie) cura una seconda e più estesa edizione. In realtà le poesie inserite in questi primi due volumi vengono sottoposte ad alcune correzioni, resesi necessarie al fine di adeguarle al gusto di un pubblico ancora poco avvezzo alle novità. Solo nel 1955 appare una raccolta completa delle sue poesie, a cura di Thomas Johnson, che finalmente le riporta alla forma originaria nella quale erano state magistralmente composte. Già a una prima lettura ci si accorge del perché Emily Dickinson è considerata la più grande poetessa americana dell'Ottocento. In componimenti brevi, a volte fulminanti, ella è capace di catturare l'attenzione del lettore. La poetessa non solo supera,D'un tratto, la tradizione tardo-romantica imperante in patria, ma inserisce elementi di assoluta diversità sia nei contenuti che nella forma, anticipando il clima intellettuale del Novecento. Combinando le tante influenze derivanti dalle sue letture (i rinascimentali inglesi Shakespeare, Milton e Donne, i suoi contemporanei Emily Brontë e Robert Browning e i romanzieri gotici), ella cerca di toccare temi di portata universale, osservati, di volta in volta, da un "Io" che si trasforma in ape, in ragno, in erba, in qualche altro essere: il tempo, la morte, l'eternità occupano un ruolo privilegiato nella sua poesia, assieme all'immancabile spazio dedicato all'amore che tutto in sé racchiude e conclude. Pur non parlando mai direttamente della sua vita (raramente si trovano nei suoi testi cenni autobiografici), l'autrice parla spesso del fascino subito dalla morte, poiché connessa sempre all'idea di eternità e.
di liberazione da ogni preoccupazione terrena. L'amore (poco vissuto esternamente ma molto interiorizzato) è invece esplorato, spesso, sotto il disturbante profilo della separazione momentanea onde poi ritrovare nella finale unione spirituale la possibilità di infinito, da sempre concessa a chi sa amare al di fuori dei costringenti limiti spazio-temporali.
Stile e linguaggio: i sentimenti possono essere colti solo in piccoli e veloci frammenti che la Dickinson ricrea sul foglio attraverso l'uso di parole monosillabiche, di un ordine sintattico non tradizionale e di una punteggiatura connotata dai cangianti stati d'animo dell'autrice. Frequente è il ricorso a figure retoriche quali assonanze, allitterazioni, metafore, ellissi che non fanno altro che aumentare l'ambiguità di testi nei quali molteplici toni (dall'arguto al malinconico) si fondono con immagini minimaliste al fine di esplorare (e forse comprendere) i misteri.
dell'universo.
Lettere: La prima edizione delle Lettere è stata curata dall'amica Mabel Loomis Todd e contiene testimonianza del fitto carteggio intercorso tra la Dickinson e gli uomini e le donne con i quali, di volta in volta, stabiliva profondi legami d'amicizia (e persino d'amore) a dispetto del volontario isolamento. Alcune di esse sono indirizzate alla famiglia, mentre la maggior parte hanno quali destinatari il giudice Otis P. Lord (amico del padre defunto. Quando questi rimase vedovo nel 1878, la Dickinson, che aveva allora 48 anni, avrebbe voluto sposarlo, ma questo non accadde. Questa corrispondenza durò dal 1878 al 1883), Samuel Bowles e il critico Thomas Wentworth Higginson (forse il più grande amore della poetessa. Scrittore e giornalista per l'Atlantic Monthly, una rivista culturale di spicco dell'epoca. Fu un ministro religioso, ma anche un uomo molto attivo politicamente (abolizionista convinto della schiavitù).
Si contraddistinse già durante la guerra civile come colonnello, durante questi anni comprese la situazione degli schiavi e dedicò tutta la sua vita ai diritti e alla libertà della gente oppressa dalla schiavitù). Tra i due ci sarà soltanto una corrispondenza epistolare in quanto si vedranno solo due volte nel corso delle loro vite.). È proprio grazie a tale prosa coinvolgente, che veniamo a conoscenza del modo originale dell'autrice di interpretare la vita, e ancor di più della sua estrema vitalità e della sua profondità intellettuale nonostante la reclusione. Brano: [da Poems, Fammi un quadro del sole] Fammi un quadro del sole – 1 Posso appenderlo in camera mia e fingere di scaldarmi 3 mentre gli altri lo chiamano "Giorno"! Disegna per me un pettirosso – su un ramo – così sognerò di sentirlo cantare e quando nei frutteti cesserà il canto – ch'io depongaL'illusione. Dimmi se è vero che fa caldo a mezzogiorno - se sono i ranuncoli che "volano" - "fioriscono" o le farfalle che -. E poi, sfuggì il gelo sopra i prati e la ruggine sugli alberi. Dammi l'illusione che questi due - ruggine e gelo - non debbano arrivare mai!
Analisi del testo: L'autrice si rivolge direttamente allo zio Sweetser, a cui è indirizzata la poesia, e con il quale già da diverso tempo non ha più contatti a causa dell'inizio del suo isolamento. Già nelle prime due quartine la poetessa si osserva rinchiusa nella sua stanza, convinta di non voler partecipare più alla festa della vita (rappresentata dal sole, dal pettirosso e dai frutteti) e demandando le emozioni ad altri (Fammi un quadro...ne senso di "disegna per me") al fine di vivere un'esistenza di riflesso (fingere di scaldarmi). Nei 7 versi che seguono implora un miracolo ancora.
più grande, ovvero che le sia regalata, attraverso gli occhi altrui, l'illusione che la vita vera sia solo quella che noi immaginiamo (i ranuncoli che "volano" o le farfalle che "danzano" nel vento).