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N.B.Meso (plur. mesi): struttura d'attaccoEmbriologia Istologia (C.I.)Pagina 43 di 109
- Esse proliferano andando a circondare quelli che sono i gonociti, i quali costituiranno cordonidestinati a dividersi in due parti distinte, in quanto subiranno diversi destini a seconda del sessodell'embrione.
- Si distingueranno infatti i cordoni corticali (più superficiali e vicini all'epitelio celomatico) ecordoni midollari (più profondi e rivolti verso la parte dorsale).
- La situazione cambia poi in base al genotipo dell'embrione, e in particolare in base all'eventualeespressione del gene di determinazione testicolare.
- Per questo motivo i cordoni, in questo periodo, vengono definiti cordoni primitivi e sonoindifferenziati.
- Nell'immagine si osserva in rosa la gonade, ventralerispetto al mesonefro.
- Si vedono inoltre il dotto del mesonefro (in verde) e ildotto paramesonefrico (in rosso), dispostilateralmente alle
- Si noti che il dotto mesonefrico occupa comunque una posizione più mediale rispetto al dotto paramesonefrico.
- Se l'embrione è di sesso maschile, il cromosoma Y viene attivato, in particolare viene attivato il gene di determinazione testicolare.
- Tale gene di determinazione testicolare risulta essere un fattore di trascrizione, il quale va ad agire solo in determinati substrati, nonostante venga trascritto in tutte le cellule.
- Le cellule bersaglio di questo fattore di trascrizione si trovano infatti a livello delle gonadi, derivate dalle cellule dell'epitelio celomatico che hanno proliferato formando i cordoni (cellule di Sertoli).
- Di conseguenza, anche i gonociti limitrofi tendono a differenziarsi in spermatogoni.
- In realtà saranno solo i cordoni midollari il bersaglio di tale fattore di trascrizione, i quali andranno poi incontro a differenziazione determinando la comparsa dei dotti.
seminiferi.
- I cordoni corticali, invece, andranno incontro a degenerazione.
- Altre cellule presenti a livello dell'endoderma diventano invece cellule mesenchimali che formano lo stroma, in particolare esse formano la tonaca albuginea.
- Essa costituisce un tessuto connettivo fibroso denso con funzione di protezione dei tubuli seminiferi.
- Nelle gonadi, a livello dei tubuli seminiferi, si trova una parete di cellule pluristraficate contenente cellule di Sertoli e spermatogoni che evolveranno poi in spermatozoi.
- Tuttavia, a dividere un tubulo dall'altro è presente lo stroma, esso contiene le cosiddette cellule di Leydig (o cellule interstiziali del testicolo).
- Queste cellule si formano precocemente nell'embrione, mentre stanno differenziando i cordoni midollari per organizzarsi in cordoni testicolari.
- Per il momento gli spermatozoi non si formano, si avranno solamente spermatogoni, la struttura piena sarà allora formata.
da spermatogoni e cellule di Sertoli.
- Intorno ai tubuli rivestiti dalla loro membrana basale si hanno il connettivo e lo stroma.
- Nel connettivo sono posizionate le cellule interstiziali del testicolo che producono testosterone già in era precoce.
1.Si ricorda che il mesenchima è presente ovunque, infatti, dove non è presente alcun foglietto si può avere sia liquido che mesenchima.Embriologia Istologia (C.I.)Pagina 44 di 109
- Grazie all'azione del fattore di trascrizione testicolare prolificano solo i cordoni midollari, mentre invece quelli corticali sono stati sostituiti.
- Anche a livello dell'interstizio alcune cellule mesenchimali risentono di questo fattore e iniziano a produrre testosterone (cellule del Leydig).
- Inoltre, il fattore di trascrizione testicolare induce nelle cellule di Sertoli la trascrizione di un particolare ormone, l'ormone anti-mulleriano.
2. Il bersaglio di questa proteina è il dotto
di Muller (o dotto paramesonefrico).
- Il fattore anti-mulleriano, insieme al testosterone è fondamentale per far sì che i due dotti vadano incontro a processi opposti.
- Se infatti non fosse presente il fattore anti-mulleriano l'embrione andrebbe a differenziarsi in senso femminile, portando alla prevalenza del dotto di Muller su quello mesonefrico, con la conseguente formazione di organi femminili.
- Per fare in modo che ciò non avvenga non è sufficiente il solo fattore testicolare, esso deve essere coadiuvato dal fattore anti-mulleriano (prodotto dalle cellule del Sertoli) e dal testosterone (prodotto dalle cellule del Leydig).
- Il fattore anti-mulleriano va infatti a bloccare il dotto di Muller, altrimenti questo comincerebbe a formare le vie genitali femminili (indipendentemente dal sesso).
- Il testosterone ha invece un'azione trofica fondamentale nei confronti del dotto di Wolff, che altrimenti degenererebbe.
anch'essa derivata dai cordonimidollari della gonade primitiva.
2.Il dotto mesonefrico può invece prendere il nome di dotto di Wolff.Embriologia Istologia (C.I.)Pagina 45 di 109
- Le strutture colorate in marrone nell'immagine a fianco derivano quindi dalla stessa struttura, che a sua volta è derivata dall'epitelio celomatico, ovvero dalle cellule che hanno formato le creste genitali.
- Lateralmente alle gonadi si individuano i due dotti, il dotto mesonefrico posto più vicino mentre più lateralmente si ha il dotto paramesonefrico.
- Il dotto paramesonefrico, nel maschio, dovrà necessariamente degenerare, almeno nella porzione corrispondente alle gonadi, grazie all'azione sia del fattore anti-mulleriano che del testosterone.
- Il dotto del mesonefro non deriva dall'epitelio celomatico, ma deriva dal mesoderma intermedio, infatti questo si era formato con il mesonefro.
- Il dotto mesonefrico non è a
- Gli spermatozoi, una volta liberati all'interno delle cavità dei tubuli seminiferi, percorrono i tubuli retti, la e arrivano nel dotto del mesonefro.
- Più precisamente arrivano nell'epididimo, in quanto il dotto del mesonefro formerà l'epididimo nella zona corrispondente alla gonade.
- Si tratta di un tubulo molto contorto, convoluto, contenuto nella gonade stessa, che testimonia un'intensa attività proliferativa del piccolo tratto mesonefrico corrispondente (sotto lo stimolo del testosterone).
- Il filtrato delle capsule di Bowman formate dai tubuli mesonefrici è arrivato al dotto del mesonefro attraverso i tubuli mesonefrici.
- In seguito il mesonefro è degenerato e si è formato il metanefro (il mesonefro al secondo mese sarà completamente sostituito dal metanefro).
- Nel tratto
- Questi piccoli tratti sono già uniti all'epididimo, in quanto essi sono i tubuli mesonefrici, che già erano in continuità con l'epididimo e si aprivano nel dotto del mesonefro (ora diventato epididimo).
- Dall'altra parte è degenerato il mesonefro (posto dorsalmente) e una piccola parte di questi reti testis tubuli si anastomizzerà con una porzione della creando l'ultimo tratto che gli spermatozoi devono percorrere per arrivare nell'epididimo (dove acquisiscono la motilità).
Descrizione della formazione dell'organo escretore e della suddivisione dellacloaca (parte ventrale e dorsale) con sbocco nel contestodell'uretra pelvica e formazione del trigono vescicale.
- Lo sbocco è scivolato perché una parte della parete deldotto si è unita alla parete vescicale, favorendo anche lacrescita della vescica stessa.
- I due diverticoli sboccano infine nella vescica ai vertici diun triangolo rovesciato mentre i dotti del mesonefro (perquanto vicini ma comunque in forma separata) sboccanonell'uretra pelvica.
- Il percorso che porta a questo stadio è segnato da varie porzioni che differenziano, la prima diesse è l'epididimo, contenuto nella gonade e avvolto dalla tonaca albuginea.
- Il tratto successivo è il dotto deferente, che si fa terminare da un punto di vista anatomicoladdove originano le vescichette seminali, derivate