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ELETTRONICA
L'elettronica si occupa della risoluzione di circuiti aventi al loro interno componenti non lineari. In genere in elettronica si lavora con basse tensioni e basse potenze.
CONDUZIONE ELETTRONICA
Il materiale più usato per la realizzazione di circuiti elettronici è il silicio (Si). Il silicio è un materiale semiconduttore.
J = σ · E
σ = q · n · µn
n = numero e⁻/m³
q = 1,6 · 10-19 C → carica dell'elettrone
E = campo elettrico
σ = conduttanza
J = densità di corrente
n = numero di elettroni disponibili per la conduzione
µn = mobilità elettronica
µn rappresenta la capacità delle particelle cariche di muoversi attraverso un mezzo mediante campi elettrici.
o ⟶ o ⟶ o ⟶ q
o ⟶ o ⟶ o ⟶ q
In 1 mm³ sono presenti 6,02 · 1023 atomi
Nat = 6,02 · 1023
Nei materiali gli elettroni si muovono per agitazione termica, però in questo fenomeno gli elettroni non hanno una direzione preferenziale, la velocità media di tutti gli elettroni è nulla.
Applicando un campo elettrico gli elettroni sono sottoposti alla forza del campo elettrico e si muovono tutti nella stessa direzione.
Definiamo quindi <v> la velocità di deriva
<v> = μ ⋅ E
σ = 1 / ϱ = 1 / q ⋅ μ ⋅ n
A livello di materiale possiamo notare che gli estremi dei valori di ϱ sono molto distanti, infatti ϱ varia da 10-8 a 1014.
Il parametro che discrimina maggiormente la possibilità che ha un materiale di condurre o meno è il numero di elettroni disponibili alla conduzione.
Nel silicio puro, detto silicio intrinseco → n = 1,5 ⋅ 1010 cm-3
Il silicio è generalmente organizzato in strutture tetraedriche cristalline.
A temperature prossime allo 0 K il silicio è un isolante perfetto.
Formule di conducibilità del silicio
σ = q · μn · n + q · μp · p
Partecipano alla conducibilità sia gli elettroni che le lacune.
μn = mobilità elettronica elettroni μp = mobilità elettronica lacune n = numero e in conduzione p = numero lacune in conduzione
In generale vale che μp < μn
Es:
n = [As] = 1016 cm-3
p = (4,5 · 1010)2/2,25 · 1020 = 2,25 · 10-4 cm-3
σ = q · μn · n + q · μp · p ≈ q · μp · n → l'altro termine è trascurabile
Es:
p = [B] = 1015 cm-3
n = (4,5 · 1010)2/1015 = 2,25 · 105 cm-3
σ = q · μp · p + q · μn · n ≈ q · μn · n
Per x=0 si ha però un gradino dal momento che una parte ha carica >0 e l'altro <0.
∂n/∂x |x=0 = ∞ → Diffusione dovuta al forte gradiente.
Ci troviamo quindi in una condizione di questo tipo:
Con le giunzioni a contatto si ha una zona di svuotamento in cui p(x)=n(x)=0 , fuori però sono ≠0.La zona di svuotamento si traduce in una curva di potenziale
Il potenziale si genera internamente al materiale e previene la diffusione di cariche.Nella zona di svuotamento non sono presenti nè p nè n
V0 = k·T/q ln
[ NDNA/ni2 ]
RISOLUZIONE CIRCUITI CON DIODI
Quello che viene fatto a lato pratico per risolvere i circuiti con presenza di diodi è:
- Calcolo VDP, IDØ -> punto di lavoro
- Calcolo rd
- Studio con legge di ohm differenziale
Usiamo quindi i parametri differenziali per effettuare lo studio ai piccoli segnali del diodo.
MODELLI DEL DIODO
1° APPROSSIMAZIONE -> ON/OFF
E’ il modello più semplice. Approssimo il funzionamento del diodo con quello di un interruttore.
Se i valori di tensione sono bassi i risultati possono essere inconsistenti.
VD < 0 circuito aperto
VD > 0 corto circuito
ALIMENTATORE A ZENER
Applicando Thevenin ad AB si individua RTH e ETH viste dal diodo zener.
VTH = VP - RL/R + RL
RTH = R ⋅ RL/R + RL
Si nota che lavorando con VL VB non funziona.
Vogliamo quindi capire qual’è il limite di funzionamento del diodo zener nella configurazione.
IR = IZ + IL = VP - VZ/R
IL = VZ/RLOAD
È facile vedere che al diminuire di RLOAD, ILOAD aumenta e la curva si sposta fino a raggiungere VB.
Definiamo inoltre αF = IC / IE ≈ 1 (non è mai 1 poiché è inevitabile che alcune cariche si ricombinino alla base)
Il transistor funziona bene da amplificatore.
In funzione di IB è possibile erogare una potenza maggiore o minore.
βF è tanto più grande tanto più è corta la base.
βF ci dice l'amplificazione del dispositivo
Equazioni di Ebers Moll
Possiamo definire un circuito equivalente del transistor
Ai diodi possiamo scrivere
IF = IES(eVBE/VT-1)
IR = ICS(eVBC/VT-1)
IES, ICS -> correnti di saturazione inverse dei diodi.
Inoltre possiamo scrivere:
IC = αFIF - IR IE = -IF + αRIR
È possibile disegnare una famiglia di caratteristiche
Diamo valori di IE ed IC in funzione di VCB.
Se IE = 0 ⇒ IC = αF IE + ICBφ (e-VCB/VT - 1)
Vediamo la CARATTERISTICA INGRESSO USCITA (ppn)
ing → f (VEB, VCB)
out → φ (VCB, IE)
Il funzionamento è analogo al p+np con i segni invertiti
IC = αF IE - IEBφ (e-VEB/VT - 1) ppn
IC = -αF IE + ICBφ (eVEB/VT - 1) pnp
Sviluppando la relazione VC = VCE + RC IC + RE IE => IC = Vcc-VCE/RE+RC
VB = RB IB + VBE + RE IE
= RB IB + VBE + RE IE
// Vx ≈ VBE
{ IC = Vcc-VCE/RE+RC
{ VB = RB IB + V0 + RE IE
2 eq , 3 inc.
Per ricavare l’ultima equazione sfruttiamo βF, infatti possiamo supporre βF costante in un certo intervallo.
=> IC = βF IB
Inoltre:
IE = IC + IB => IE = βF IB + IB => IE = (βF+1) IB
sostituendo nelle equazioni trovo:
VB = βB IB + Vg + RE (βF+γ) IB
IB = VB-Vg/RB+RE (βF+γ)
IC = IE = (βF+γ) IB = VB-Vg/RE
Siccome RE (βF+γ) >> RB
IB diventa indipendente da RB
=>Punto di lavoro indipendente da IQ.
Nel calcolo si usa il βF minimo garantito dal costruttore.