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LIMITE SUPERIORE
Per SABBIE SCIOLTE G 200 ∙ [N ∙ σ′ ∙ p à
b
H ^
LIMITE INFERIORE
In assenza di misure dirette di G0 (argomento sul quale si ritornerà in seguito quando si
parlerà di prove CH o DH), (2009) suggerisce di utilizzare il limite inferiore. Da
Schnaid
notare che queste due equazioni appena scritte, sono adimensionali. In alcuni problemi
T $ ∙ ! % !
UP UM
applicativi (ad es. valutazione dei cedimenti), è possibile che è
,
pertanto necessario individuare valori operativi della rigidezza del terreno con i quali
G < G
0
procedere nei calcoli, in questo caso si preferisce usare il limite inferiore, per seguire una
logica cautelativa, in modo da sovrastimare i cedimenti. Dato che per stimare il livello di
deformazioni ho bisogno della rigidezza, che non conosco perché la sto cercando, in
particolare, a grandi deformazioni, quando la rigidezza non è costante, la risposta non lineare
del terreno costringe a valutare prima il livello di deformazione che sarà noto soltanto dopo
aver stimato la rigidezza, cosa chiaramente non fattibile e, si parla in questi casi di
“rigidezza che non è un parametro del terreno, ma un parametro che
operativa del terreno”
descrive la rigidezza in un certo campo di deformazioni, che in funzione del problema che mi
propongo di risolvere, vado a scegliere di conseguenza (vedi ad es. la rigidezza operativa E u
nel metodo si Skempton & Bjerrum). Le correlazioni su scritte per la rigidezza iniziale, si
possono utilizzare anche come strumento di verifica delle prove SPT, infatti se ho ottenuto i
valori di G0 attraverso le prove e questi non dovranno essere molto
down-hole cross-hole,
diversi, anzi affini, se escono molto diversi significa che una delle due prove è stata fatta
male. Quindi è sempre bene avere più informazioni sullo stesso dato, per un maggiore
controllo sul risultato. N 60
Il rapporto scritto per l’asse delle ordinate, rappresenta l’inverso del coefficiente globale di
⁄
cd e e
fgh ijh
sicurezza: . Si vede che in ambo le curve è logicamente verificato che il
valore più alto della rigidezza è quello iniziale e, al crescere del carico quindi all’avvicinarsi
man mano alla rottura, tendono a decrescere, come ci si aspetta dal legame costitutivo. È
evidente che al crescere del carico applicato rispetto al carico ultimo, la rigidezza dei terreni
si riduce in conseguenza della non linearità del comportamento dei terreni. Le due curve che
passano attraverso tutti i punti indicati danno un’ulteriore informazione, tanto per
cominciare, i punti neri sono relativi a sabbie e ghiaie NC, quelli bianchi a sabbie e ghiaie
OC. Se applico sul terreno ad esempio il 20% del carico che ne determinerebbe la rottura
(FS=2), la rigidezza è pari a due volte per un terreno OC mentre è proprio per un
N N
60 60
terreno NC. Tutti i punti rappresentati sono ottenuti tramite sperimentazioni nelle quali si
sono misurate le deformazioni del terreno al variare del livello di carico applicato, in altre
parole se rappresentassi una curva tensioni-deformazioni in termini di carico applicato-
rigidezza, avrei ottenuto proprio la curva di sopra, ma siccome i terreni granulari non sono
campionabili, la curva di sopra è stata fatta con delle sperimentazioni “ad che hanno
hoc”
mostrato, che al crescere del livello di carico la rigidezza si riduce, con leggi che dipendono
dalla storia tensionale del deposito. Si vede anche che:
m u#
nop
l P ⇒ 0 t w ~ /!
m v C
qrp
Tutte queste informazioni per il modulo valgono anche per il modulo poiché legati
E, G,
0
X quindi parlare di equivale a parlare di sulla coesione non
dalla relazione: , E G,
Cyz
c’è nulla da dire poiché i terreni granulari, sono sciolti e privi di legami di cementazione.
Tutte le correlazioni fornite fino ad ora riguardano esclusivamente terreni granulari sciolti
incoerenti (c = 0) di elevata permeabilità.
SPT per terreni a GF a ridotta permeabilità.
I tempi di esecuzione delle prove in sito (ed in particolare delle SPT, dinamiche) sono
sufficientemente ridotti se confrontati con i tempi di dissipazione delle il che determina
Δu,
l’instaurarsi di condizioni non drenate Impossibilità di operare in termini di tensioni efficaci.
Di conseguenza, le uniche informazioni desumibili saranno in termini di tensioni totali
(c , ).
E Questo perche???...leggi di seguito.
u u di ogni relazione che fornisca parametri efficaci (c’, …), infatti di
Diffidare E’,
ϕ’,
correlazioni che forniscono questi parametri, se ne possono trovare molte, ma la prova SPT è
una prova dinamica, poiché do delle forze impulsive alla batteria di aste e di conseguenza
delle variazioni istantanee di carico, se il terreno è a GF di ridotta permeabilità non ha
assolutamente il tempo di esibire una risposta in termini di tensioni efficaci perché la sua
risposta sarà condizionata da condizioni ND, che daranno luogo all’insorgere di di
Δu,
conseguenza quello che mi esprimerà il terreno in termini di resistenza all’avanzamento del
campionatore, sarà una ergo le uniche cose che può dare sono e quindi
resistenza ND, c E
u u
ovvero soltanto parametri in termini di tensioni totali. Solo dalle prove in laboratorio si
possono conoscere …poiché le le stiamo misurando e di conseguenza, lo stato
c’, E’,
ϕ’, Δu
tensionale efficace è noto, qui invece non le stiamo per niente misurando, come se stessimo
facendo una Tx.UU. Non compare assolutamente la poiché l’acqua non resiste agli sforzi
G u
0 X
n n
di taglio, in condizioni ND, , ovvero la rigidezza al taglio ND è praticamente uguale
0 n
a quella dello scheletro solido. Invece passa attraverso il coefficiente di Poisson che è
z !. M {q |. }, z !. M {q |. }.
pari a
Grazie alla possibilità di prelevare campioni indisturbati:
da un lato è possibile determinare i parametri da opportune prove di laboratorio
• dall’altro, è possibile istituire correlazione più affidabili e calibrate (se lo si vuole) sito
• per sito:
A. eseguendo prove SPT a varie profondità.
B. eseguendo prove di laboratorio su campioni indisturbati.
Misurando alla profondità e, ad esempio, alla stessa profondità è possibile
N z (a) c (b),
SPT u
ottenere il rapporto per il proprio terreno. Quindi si possono ottenere delle
c /N
u SPT
correlazioni specifiche ed accurate per il proprio caso. Per esempio fornisce questa
Stroud
indicazione tra il rapporto (shear strength) in funzione ad esempio di una proprietà
s /N
u 60
indice del materiale in esame ad esempio l’indice di plasticità E, da come è possibile
I
P.
osservare, esiste, sempre nella dispersione di valori di questi parametri, una tendenza ovvero,
il rapporto tende a ridursi all’aumentare dell’indice di plasticità, da valori pari che
s /N
u 60
spaziano in:
La relazione su scritta, vale per una valutazione preliminare di massima per organizzare
eventualmente una campagna di indagini ancor più approfondita, con prove di laboratorio,
per sviluppare delle correlazioni relative al nostro sito. Ma resta che per argille di un certo I
P
si individuano valori della non molto diversi da valori che si ottengono dalla relazione di
s
u
Stroud, che quindi mi serve per un controllo. Per quanto riguarda la rigidezza in CND
E
u
(Butler, 1975):
Ricordando quanto detto per la rigidezza riscontriamo in questo caso una somiglianza,
E u
ovvero per elevati valori del livello di carico, l’inverso del coefficiente di sicurezza, si
avevano valori di questo ordine di grandezza. Quindi faccio la prova SPT, la correggo a ,
N 60
1 1.2
la moltiplico per ed ottengo il valore della rigidezza non drenata (stima).
Incrociando le due relazioni:
Ossia c’è una coincidenza con la meccanica dei terreni, com’è logico che sia se sono
equazioni valide, ovvero sono quei valori tipici dei terreni a GF di ridotta permeabilità, in cui
la rigidezza non drenata è in genere 200volte il valore della resistenza al taglio non drenata,
ovvero queste prove in sito, non possono che confermare quello che già conosciamo dalle
prove di laboratorio. PROVE SISMICHE IN FORO
Le prove in foro possono essere classificate in ragione della posizione della sorgente e dei
ricevitori. Si possono distinguere le indagini Down-Hole (DH), Up-Hole (UH) e Cross-Hole
(CH). Nelle prove DH la sorgente rimane in superficie e i geofoni vengono immessi nel
perforo. Nella prova UP la sorgente si inverte con i ricevitori mentre nella CH sia le sorgenti
che i ricevitori sono immessi nei fori. Una delle più importanti fasi per effettuare una prova in
foro è il condizionamento del foro stesso. Per condizionamento di un foro si intende un
processo di opere necessario per garantire il giusto accoppiamento tra il tubo di rivestimento
ed il profilo verticale di terreno incassante.
Condizionamento del foro di indagine.
Per effettuare una prova sismica in foro, in generale nel foro dove vanno alloggiati i sensori o
le sorgenti non distruttive, è necessario predisporre il foro di sondaggio verticale eseguendo
un rivestimento del perforo con tubazione in PVC od altro materiale ad alta impedenza alle
vibrazioni; il diametro interno del tubo deve essere compreso fra mm 80 e mm 125 e lo
spessore fra mm 5 e mm 10. Nello spazio anulare in corrispondenza tra le pareti del foro ed il
tubo di rivestimento, va effettuata una cementazione dal basso fino al rifluimento della miscela
cementizia in superficie, utilizzando valvola di fondo foro e qualora non sia possibile, utilizzare
un tubo calato nell’intercapedine fino a fondo foro. E’ compreso quanto altro occorre per dare
la predisposizione completa ad esclusione del pozzetto protettivo. Ovviamente è necessario
accertarsi che la cementazione occupi tutto lo spazio disponibile e che la prova venga
eseguita dopo non meno di 25-30 giorni di stagionatura della miscela di cemento.
PROVA DOWN-HOLE
Nella tecnica di indagine Down-Hole, (DH), si installa in superficie una sorgente ad impulsi
verticali e/o orizzontali e nel foro di misura con uno o più ricevitori a distanza nota ed
opportunamente orientati, il tempo di arrivo delle varie fasi P od S mediante diverse tec niche
di analisi (figura 1A).
E’ possibile spostare la sorgente dalla verticale del foro di 3-5 metri per attenuare l’effetto
delle onde di tubo (Figura 1B).
L’impulso alla sorgente produce lungo la direzion