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Analisi del profitto in base alle variazioni di Q, P e MC

ESEMPIO:- Se ΔQ=1 e P=10 e MC = 6 → il profitto tenderebbe ad aumentare e l’unico modo per farlo rimanere costante è che quando Q aumenta P diminuisca.

Se ΔQ=1 e P=10 e MC = 12 → il profitto tenderebbe a diminuire e l’unico modo per farlo rimanere costante è che quando Q aumenta P aumenta.

Esempio numerico assumendo un profitto pari a 1000 lungo la curva

  • Se P = 10 > MC = 6 → L’unico modo in cui questo possa avvenire è che P diminuisca.
  • Se P = 9.9801 allora → π = 9,9801 201 − 1006 = 1000∗
  • Se P = 10 > MC = 12 → L’unico modo in cui questo possa avvenire è che P aumenti.
  • Se P=10,00995 allora → π = 10,00995 201 − 1012 = 1000∗

Per mantenere la condizione di un profitto costante dobbiamo fare in modo che P vari in una direzione o in un’altra.

Possiamo descrivere le curve di isoprofitto → Finchè la curva non incontra il costo marginale.

Il prezzo è maggiore del costo marginale, e quindi il prezzo tenderà a diminuire. Successivamente, nell'altra parte, il costo marginale è maggiore del prezzo e quindi il prezzo tenderà ad aumentare così da far rimanere il profitto costante. A sinistra il prezzo diminuisce per compensare il fatto che il prezzo sia maggiore del costo marginale, mentre a destra il prezzo deve aumentare per compensare il fatto che il prezzo sia minore del costo marginale. ← CURVA DI ZERO PROFITTO Così come per le curve di indifferenza, esistono tante curve di isoprofitto, una per ogni livello di profitto. Siccome immaginiamo che tutte le variabili siano perfettamente divisibili (l'impresa può vendere un prodotto, ma anche 9.755 unità del prodotto), esisteranno un'infinità di curve di isoprofitto. La curva che a noi interessa particolarmente, è quella che equivale al livello di profitti P = 0. Se π è uguale a zero → P = 0.ACQuesta curva di isoprofitto non è altro che la curva del costo medio (coincidono). Curve più alte sono associate a livelli del profitto maggiori. Queste curve ci danno una serie di informazioni, per esempio, se immaginiamo che la nostra impresa stia producendo 28 auto e le venda a 9.520$ possiamo calcolare il profitto → L'area del rettangolo è l'area del ricavo totale (prezzo x quantità). Sull'asse verticale si misura il prezzo, mentre sull'asse orizzontale la quantità. Il rettangolo sottostante (più piccolo) ha come altezza 3.806 che è il costo medio (la curva di profitti 0 coincide con la curva del costo medio), e come base la quantità prodotta, che corrisponde ai costi totali (costo medio moltiplicato per quantità prodotta). Il prezzo medio moltiplicato la quantità prodotta è uguale al costo totale. Il profitto è la differenza tra i due rettangoli (TR - TC). Adesso mettiamo insieme vincoli eobiettivi → la curva di isoprofitto contiene al suo interno anche i vincoli, perché contiene dentro la funzione del costo. Obiettivo dell'impresa è ottenere quanto più profitto possibile, quindi raggiungere la più alta curva di isoprofitto possibile, purché venda. Per vendere, deve rimanere sulla curva di domanda, non può andare sopra essa. Potrebbe andar sotto, ma sarebbe un comportamento irrazionale per l'impresa, quindi cercherà di stare lungo la curva di domanda, sulla più alta curva di isoprofitto. ← La scelta dell'impresa è quella di massimizzare il profitto, quindi di raggiungere la più alta curva di isoprofitto, data la funzione di domanda dei consumatori. L'equilibrio sarà nel punto di tangenza (E), se le curve di isoprofitto sono infinite. La caratteristica di quel punto è che la curva di isoprofitto e la retta di domanda devono avere la stessa inclinazione/pendenza, eladerivata di domanda è uguale alla derivata dellafunzione di isoprofitto ← Deve valere questacondizione affinché ci sia equilibrio.

Vantaggi dello scambio → Ricordiamo che:
- Prezzo di riserva del consumatore = WTP = disponibilità a pagare, prezzo massimo che il compratore èdisposto a pagare per ottenere quella quantità di bene (sua valutazione monetaria del bene).
- Prezzo di riserva del venditore = prezzo minimo che il venditore è disposto ad accettare per vendere la merce (èuguale ai costi marginali, ossia al costo del produrre l'ultima unità prodotta. Accetterà quel prezzo più basso checopre completamente i costi addizionali di produzione).

PdRc – P (differenza tra il prezzo di riserva del compratore ed il prezzo che realmente paga) = guadagno del compratore➔(sovrappiù) Porzione del vantaggio dello scambio che va al compratore/consumatore.
P – MC (=PdRv) (differenza tra il prezzoche l'impresa realmente ottiene vendendo il bene ed il prezzo minimo a cui sarebbe disposta a vendere il bene) = guadagno del venditore Porzione del vantaggio dello scambio che va al venditore/impresa. P è il prezzo a cui avviene lo scambio. I prezzi di riserva sono tutti posizionati sulla funzione di domanda, il prezzo ottimo corrisponde alla quantità ottima che l'impresa produce. Il segmento rosso verticale è la misura del vantaggio che il compratore ottiene pagando meno un bene di quanto aveva previsto. Se mettiamo insieme tutti i segmenti quell'area rappresenta il surplus di tutti i consumatori. In altre parole, è la misura del guadagno di tutti i consumatori quando acquistano quella quantità a quel prezzo -> lo scambio crea benessere e quest'area è il benessere di tutti i consumatori (il guadagno aggregato che tutti ottengono). Facciamo la stessa cosa per l'impresa. Potremmo immaginare che i costi sono differenziati.perché il costo marginale cresce all’aumentare della quantità prodotta. Se per esempio, ci fosse la 20° auto venduta, il guadagno dell’impresa su questa è pari alla differenza tra il prezzo che riceve dai consumatori ed il prezzo minimo che sarebbe stata disposta ad accettare. L’area viola è la somma di tutti i vantaggi che l’impresa ha ottenuto dallo scambio → Surplus dei produttori, la rendita dei consumatori, ciò che l’impresa ottiene vendendo 32 auto a 5.2440$ l’una. Nell’area del triangolo giallo valgono due condizioni: La prima condizione è che il prezzo è maggiore del costo marginale (perché la curva di domanda giace al di sopra 1. della curva del costo marginale). Ciò vuol dire che il prezzo di riserva del compratore è maggiore del prezzo di riserva del venditore (il consumatore è disposto a pagare una somma superiore alla somma necessaria per produrre quel1. La prima condizione dell'area è che lo scambio avvenga. Quest'area si chiama surplus del consumatore. Cos'è il surplus del consumatore? Immaginiamo di comprare un'auto, la 33° auto. Potremmo comprarla perché il prezzo di riserva, quindi il prezzo massimo che siamo disposti a pagare, è inferiore al prezzo di mercato, quindi rappresenta uno scambio che sarebbe vantaggioso per noi e che quindi potrebbe avvenire, e effettivamente avviene. In questo caso, sia noi che il venditore guadagniamo dallo scambio (il venditore guadagna perché il prezzo di mercato è superiore al suo costo marginale, quindi anche per lui è vantaggioso vendere l'auto). 2. La seconda condizione dell'area è che lo scambio non avvenga. Quest'area si chiama perdita netta. Cos'è la perdita netta? Immaginiamo di vendere un'auto in più, la 33° auto. Potremmo venderla perché il prezzo di riserva, quindi il prezzo massimo che qualche consumatore sarebbe disposto a pagare, è maggiore del costo marginale, quindi rappresenta uno scambio che sarebbe vantaggioso per tutti e che quindi potrebbe avvenire, ma non viene effettuato, perché non è nell'interesse dell'impresa vendere un'auto in più. Siccome l'impresa dovrà vendere il bene allo stesso prezzo a tutti i consumatori, se vendesse un'auto in più il prezzo dovrebbe diminuire e uscirebbe dalla situazione ottimale, non avendo più una massimizzazione del profitto. All'impresa verrebbe causata una perdita netta.nonconviene effettuare tutti questi scambi. Alla società, da un punto di vista aggregato, conviene fare questi scambi, perché guardando la cosa da un punto di vista sociale, il costo di produzione di quei beni è inferiore alla valutazione che i consumatori danno di quei beni. Quindi se facessimo tutti questi scambi pari all'area gialla, tutti ci guadagnerebbero, ma non li possiamo fare perché non sono coerenti con gli incentivi dell'impresa, perché l'impresa dovrebbe accettare un livello di profitto più basso di quello massimo. Quale sarebbe il massimo guadagno sociale, l'ottimo sociale, il risultato che noi otterremo se fosse vigente la mano invisibile, quindi se i mercati funzionassero bene? → Se la mano invisibile funzionasse, noi dovremmo sfruttare tutti i possibili vantaggi dello scambio, ma l'esistenza di quel triangolo giallo fa sì che non tutti i possibili vantaggi dello scambio siano sfruttati. Esistonodelle energie, possibilità, capacità del mercato che non vengono sfruttate al massimo. Non si creano dallo scambio tutti i potenziali benefici possibili. → Per questo parliamo di PERDITA NETTA, che rappresenta da un punto di vista sociale una perdita; questa forma di mercato non riesce a tirare fuori tutti i possibili guadagni dello scambio. L'equilibrio ottimale, ovvero l'equilibrio che riesce a sfruttare tutti i benefici dello scambio, che massimizza i benefici sociali creati da questo scambio è il punto F, con quantità Q0 e prezzo P0. È il massimo da un punto di vista sociale perché vuol dire che abbiamo sfruttato tutti i possibili vantaggi dello scambio. Sono tutti perché da Q0 in poi non possiamo più effettuare uno scambio (Q0+1), perché dal punto Q0 in poi, il prezzo di riserva del consumatore è più basso rispetto a quello del venditore. Se non sono possibili scambi ulteriori, vuol dire che abbiamoesaurito tutti i possibili vantaggi. Prendiamo i due equilibri (le due allocazioni):
  1. P*, Q* → ottimo privato → max profitto
  2. P0, Q0 → ottimo sociale aggregato → profitto inferiore ad a.
Non sono paretianamente ordinabili → Passare da a) a b) vuol dire aumentare il benessere di tutti (aggregato), ma anche diminuire il benessere di un soggetto: l’impresa. Una situazione del genere è la stessa situazione di fallimento che abbiamo visto nel caso del dilemma del prigioniero e della tragedia dei beni comuni. E’ un caso in cui la mano invisibile fallisce, non funziona e c’è una contraddizione tra l’interesse privato e l’interesse sociale, e la massimizzazione dell’interesse privato non porta alla massimizzazione dell’interesse sociale. Chiameremo una situazione di questo
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A.A. 2021-2022
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SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/01 Economia politica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher mikisedda di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia politica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Siena o del prof Bosco Luigi.