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Lezione 4
Nella tabella del WEO sono riportati i dati relativi a 4 anni, di cui 2 consuntivi e 2 previsionali, che
contengono i dati relativi agli anni 2012 - 2013 e le principali proiezioni per il 2014 e il 2015.
Le ultime 3 colonne hanno un significato un po’ critico, in quanto mentre per il 2013 la seconda colonna
riporta il valore 3.0, che indica la variazione del PIL mondiale del 2013 rispetto al 2012, nella terza colonna si
confronta invece il PIL del IV trimestre 2013 con quello del 2012. Tale distinzione si trova in altre numerose
occasioni (elaborazioni alternative).
Elaborazioni che si possono fare su una serie storica che considera periodi infrannuali:
- variazione congiunturale
- variazione tendenziale
- variazione media
con periodi differenti scelti di volta in volta.
È preferibile l’utilizzo di indici unitari.
Variazione congiunturale: variazione di brevissimo periodo, è un rapporto tra dato di un
periodo/dato del periodo immediatamente precedente.
Può essere un mese su di un mese precedente o un trimestre su di un trimestre precedente. Tale risultato
viene poi solitamente rapportato ad anno. Come? Si ricorre ad una sorta di simulazione, chiedendosi: se per
tutti e 4 i trimestri dell’anno, la variazione fosse stata esattamente quella che abbiamo misurato ad esempio
con riferimento al 4° rispetto al 3°, nell’anno intero cosa sarebbe successo? Questo ragionamento è simile a
quello che si potrebbe fare sugli interessi, ovvero quello della capitalizzazione composta: si eleva a 4 il dato
ottenuto per omogeneizzarlo e confrontarlo con gli altri.
Variazione tendenziale: rapporto tra dato di un periodo/dato del corrispondente periodo dell’anno
precedente.
Le ultime 3 colonne del World Economic Outlook rappresentano un dato tendenziale copre un
periodo che separa un anno dall’altro.
Variazione media: rapporto tra media dei dati relativi ad un anno (inteso come 12 mesi o 4 trimestri)/media
dati dell’anno precedente. copre un periodo che riguarda due anni interi.
Quando si calcola la dinamica tendenziale riferita ai tassi di variazione, si può dire che essa non è altro che
una media mobile (di 12 o 4 termini) delle dinamiche congiunturali e, a sua volta, la variazione media è una
media mobile di 24 termini. Le medie mobili più le allarghiamo e più “smussiamo” le asperità, quindi
possiamo aspettarci dinamiche più lente nel movimento di questi dati. La media tarda ad incorporare
le oscillazioni di breve periodo, il dato tendenziale invece è un po’ più pronto ad incorporarle ma con dei
ritardi e, infine, quello congiunturale rappresenta la massima asperità dal punto di vista dei grafici. Nel
congiunturale infatti si può provare a dimostrare graficamente che andando a vedere cosa succede al dato
tendenziale si avranno, in relazione al tempo, delle oscillazioni fortissime.
Tendenziale: sorta di perequazione;
Medio: dinamica molto più lenta tende ad incorporare gli sbalzi sia verso l’alto che verso il basso in
maniera più lenta.
ISTAT CONTI NAZIONALI: ci interessa vedere cosa succede alle dinamiche del PIL
Conti economici trimestrali.
Pil a valore aggiunto, consumi, investimenti, commercio con l‘estero.
Serie storiche.
La serie in esame dà il conto economico delle risorse e degli impieghi, un documento che indica a
consuntivo le grandezze fondamentali dell’economia che sono il PIL e le importazioni dal lato risorse; i
consumi, gli investimenti e le esportazioni dal lato degli impieghi. Per quanto concerne gli impieghi si ha una
disaggregazione maggiore a seconda dei settori e a seconda del fatto che siano fissi o variazione delle scorte
e poi in base alle esportazioni.
(a prezzi costanti, cioè al netto dell’inflazione) si ricorre alla simulazione.
Valori concatenati
Si dice: se le quantità prodotte fossero esattamente quelle che ogni anno escono dai processi produttivi e i
prezzi fossero invece quelli di un certo anno di riferimento (anno base), quindi prendendo le quantità reale
ma prezzi riferiti ad un particolare anno, togliendo ciò che potrebbe riguardare i fenomeni inflazionistici,
quali sarebbero i risultati? La crescita reale!
Si potrebbero però verificare dei problemi dovuti alla stagionalità e al fatto che i mesi non sono tutti uguali
(correzione “effetti di calendario”)
Prendendo valori correnti e valori concatenati (costanti), confrontandoli si otterranno degli indici dei prezzi
che riflettono la dinamica dei prezzi e che convenzionalmente vengo chiamati deflatori rimuovono gli
effetti inflazionistici.
Dati 2011-2012.
(vedi bene appunti).
Come si fa a calcolare la dinamica congiunturale del IV trim 2012? Dato ultimo trimestre con quello
precedente. Il risultato ottenuto è in termini trimestrali, se lo si vuole ragguagliare in termini annui si deve
ricorrere alla finzione descritta prima, ovvero elevare il dato a 4.
Dato tendenziale del 4 trim. 2012: si confronta il dato del 4 trim. con quello del 4 trim. dell’anno precedente
(ultime 3 colonne Weo) qui non abbiamo più bisogno di riferire ad anno perché se
facciamo 4 trim. 2012 a 4 trim .2011 il riferimento ad anno è già automatico.
Variazione media puntata sul 4° trim 2012 quindi tutto il 2012 puntata su tutto il 2011:
1390275/1424308
Il risultato è 0,9761 -2.4%, che è il dato di indicatore sintetico di performance economica italiana
del 2012. Questo dato riflette la dinamica dell’anno solare attuale rispetto all’anno solare precedente.
In termini sia di crescita che di inflazione si possono fare 2 ulteriori elaborazioni:
arrivati alla fine del 4 trim 2011 sulla base della dinamica all’interno del 2011, se per ipotesi nel
2012 il Pil tra trimestri rimanesse immobile e se nell’anno successivo la grandezza non si muovesse,
calcolando la media del 2012 rispetto al 2011 si otterrebbe un risultato nullo (dinamica nulla)?
NO perché per 4 trim. si avrà sempre lo stesso risultato, ma sommando i 4 trim. attuali con i 4 trim.
precedenti si potrebbe ottenere una dinamica di crescita o di declino pesante (come quella attuale). Tutto
ciò serve per interpretare i dati.
Vedi grafico.
Il risultato di questa elaborazione è sempre una simulazione: se il PIL continuasse ad essere 354072 per i 4
trimestri 2012, rapportandolo al dato vero del 2012 che 424208, si otterrebbe il -0,56%.
Questo fenomeno si chiama effetto di trascinamento: la dinamica del primo anno è tale che quando ci si
presenta all’inizio del 2° anno, automaticamente si ottiene già un risultato di aumento/diminuzione, anche
se durante l’anno il dato è rimasto completamente statico. Abbiamo calcolato l’effetto che la dinamica
interna del 2011 apporta al calcolo del tasso di crescita dell’anno successivo.
Prezzi Prezzi al consumo Serie storiche
Di prezzi se ne possono calcolare di diversi tipi, a seconda del paniere che si vuol comporre per
misurare il fenomeno inflazionistico, quindi bisogna stabilire quale sia il soggetto di riferimento
per la composizione del paniere che possa rappresentare quel campione per il quale si vuole calcolare la
dinamica inflazionistica (indice dei prezzi al consumo, all’ingrosso, ecc…).
calcolati con una metodologia standard per tutti i paesi dell’Ue dato non ancora
Indici armonizzati:
omogeneo su base annua.
L’inflazione è allo 0,7 e ciò spinge qualcuno a preoccuparsi di un possibile rischio di deflazione.
Tornando al Fmi, la crescita mondiale risulta sopra il 3% e mostra segni di miglioramento con dinamiche
articolate. L’area dell’euro è quella che ha sofferto di più, perché alcuni paesi hanno attuato delle politiche
restrittive che hanno abbassato il livello di produzione.
Si osserva inoltre che blocchi di paesi emergenti/in via di sviluppo presentano livelli di crescita oscillatori.
Memorandum: crescita mondiale basata sui cambi di mercato.
Vi sono due dati della stessa grandezza:
Riga 1: world output tasso di variazione percentuale che indica la crescita del prodotto lordo mondiale.
Ma anche ciò che viene riportato nel memorandum rappresenta la crescita!
I dati trimestrali e le proiezioni si riferiscono al 90% dei paesi, cioè la crescita mondiale non ha la
presunzione di riportare il PIL di tutto il mondo, in quanto per alcune parti del mondo non è possibile
essere certi dei dati ad essi riferiti.
PPP weights: parità dei poteri d’acquisto.
I dati della riga 1 sono stati calcolati traducendo i prodotti lordi dei singoli paesi, espressi in valuta
nazionale tradotta in dollari attraverso l’utilizzo della PPP e non dei cambi di mercato, mentre nel
memorandum si calcola la crescita utilizzando i cambi di mercato. Quindi vi è una misura alternativa della
crescita mondiale. La cosa interessante è osservare un qualcosa di sistematico, nel senso che tutte le volte
che il cambio viene calcolato in base al cambio di mercato si perviene ad un risultato più basso di quello
calcolato utilizzando la PPP, sempre perché i cambi di mercato possono essere distorti e oscillanti.
Il tema è: osserviamo senza che l’oggetto sia una legge economica immutabile, quindi empiricamente, che i
paesi che registrano i tassi di crescita più elevati molte volte sono paesi la cui valuta è sottovalutata.
Esempio: la Cina, che ha una moneta sottovalutata non per via di accordi che costringono la banca di Cina a
mantenere alto il valore del dollaro, ma perché ritengono che in questa fase si debba premiare un modello
di crescita basato sulle esportazioni, modello che ha come caratteristica la sottovalutazione della moneta.
Se è vero che normalmente i paesi che crescono di più hanno anche una moneta sottovalutata, ciò significa
che se uso un cambio sottovalutato, l’apporto produttivo di questi paesi tradotto in dollari (in valore
assoluto calcolo PIL mondiale e in termini dinamici calcolo crescita mondiale), mi porta a
deprimere il valore del PIL mondiale in entrambi i termini.
L’alternativa è usare un parametro diverso, la parità dei poteri d’acquisto: cambio teorico ipotetico in
corrispondenza del quale una moneta non è né sopra né sottovalutata.
Per analizzare il PPP bisogna riprendere il concetto di cambio reale
Cambio reale: r 3 informazioni: prezzo nominale, prezzi del paese e prezzi all’estero.
Il cambio reale è dunque una variabile che rileva contemporaneamente due concetti speculari tra loro:
competitività e sopra/sottovalutazione.
Cambio nominale: c è un prezzo rilevato sul mercato.
Quando ho due beni e cerco il rapporto di scambio, ovvero il prezzo relativo di un bene rispett