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Lezione 3
FMI: è un’organizzazione composta dai governi di 188 Paesi e insieme al gruppo della Banca Mondiale fa parte
delle organizzazioni internazionali dette di Bretton Woods, dalla località in cui si tenne la conferenza che ne sancì la
creazione. L'FMI è stato formalmente istituito il 27 dicembre 1945, quando i primi 29 stati firmarono l'accordo istitutivo e
l'organizzazione nacque nel maggio del 1945.
OCSE: è un’organizzazione internazionale di studi economici per i paesi membri, paesi sviluppati aventi in comune un
sistema di governo di tipo democratico ed un'economia di mercato. L'organizzazione svolge prevalentemente un ruolo di
assemblea consultiva che consente un'occasione di confronto delle esperienze politiche, per la risoluzione dei problemi
comuni, l'identificazione di pratiche commerciali ed il coordinamento delle politiche locali ed internazionali dei paesi
membri.
COMMISSIONE EUROPEA: è una delle principali istituzioni dell'Unione europea, suo organo esecutivo e promotrice del
processo legislativo. È composta da un delegato per stato membro: a ciascun delegato è tuttavia richiesta la massima
indipendenza dal governo nazionale che lo ha indicato. Rappresenta e tutela gli interessi dell'Unione europea nella sua
interezza; avendo il monopolio del potere di iniziativa legislativa, propone l'adozione degli atti normativi comunitari, la cui
approvazione ultima spetta al Parlamento europeo e al Consiglio dell'Unione Europea; è responsabile inoltre
dell'attuazione delle decisioni politiche da parte degli organi legislativi, gestisce i programmi UE e la spesa dei suoi fondi.
Il sistema di Bretton Woods era un sistema a cambi fissi con fasce d’oscillazione, con il quale le valute aderenti
fissavano una parità del loro cambio con il dollaro.
Esempio: la parità della Lira era 625 lire/1$, con una fascia di oscillazione di +/- 4,5 entro la quale la valuta poteva
fluttuare. + 4,5: 629,5
Lira: 625 - 4,5: 620,5
Per far sì poi che tale parità perdurasse nel tempo fu creato un modo per calmierare il prezzo, che prevedeva che la
banca centrale intervenisse vendendo dollari qualora il prezzo raggiungesse il limite superiore della fascia d’oscillazione
di 629,5 (il +4,5), in casi di eccesso di domanda e comprandoli qualora invece si fosse verificata la situazione opposta,
cioè il prezzo si fosse abbassato al limite inferiore di 620,5 (il -4,5) nei casi di eccesso di offerta.
In questo modo nessuno sarebbe stato disposto a comprare dollari ad un prezzo superiore a quello garantito dalla banca
centrale, con il fine di evitare che i prezzi balzassero fuori dai limiti delle fasce d’oscillazione.
Un sistema a cambi fissi ha come obiettivo quello di evitare all’operatore senza esperienza di incappare in situazioni di
instabilità dei cambi. Se esso infatti deve redigere un proprio business plan deve tenere conto delle operazioni in valuta
estera, che potrebbero portarlo a perdite causate dai tassi di cambio con le altre valute.
Il sistema a cambi fissi deve dunque cercare di “smussare” le punte sia verso il basso che verso l’alto.
In BW la fascia d’oscillazione era generalmente dell’1%, ad eccezione di alcuni paesi che ne adottarono altre più ridotte.
Gli accordi erano bilaterali e quindi non era necessario che intervenissero entrambe le banche ma soltanto una delle
due, in quanto entrava in azione il fenomeno dell’arbitraggio.
L’arbitraggio fa sì che in condizioni di certezza si possano trarre vantaggi monetari dall’esistenza di due prezzi diversi
della stessa valuta in due mercati differenti. Infatti gli operatori andranno a speculare facendo transazioni con le quali
andranno a comprare valuta nel mercato in cui è offerta a prezzo più basso e la andranno a rivendere su quelli che
mostrano un prezzo più elevato. In questo modo si aggiustavano automaticamente le differenze di prezzo e non
occorreva che entrambe le banche centrali intervenissero.
Le banche centrali che intervenivano sui mercati erano tutte tranne quella degli Usa, la Fed, che si limitava a convertire i
dollari in oro. Gli scambi tra valute non erano diretti ma dovevano sempre passare attraverso il dollaro: se si volevano
per esempio acquistare con le lire franchi francesi, bisognava prima convertire le lire in dollari e poi acquistare franchi
con i dollari convertiti.
In questo sistema si poneva però il problema delle quantità di dollari che potevano essere vendute dalla bc al prezzo
stabilito. A questo non vi fu mai una risposta precisa, l’unico limite era quello fisico delle riserve: se finivano non si
potevano più garantire gli scambi di valuta nazionale con il dollaro al prezzo calmierato. Per quanto riguardava invece
l’acquisto di valuta estera invece, potenzialmente non vi erano limiti ma bisognava però tener conto delle conseguenze
che si sarebbero potute creare a seguito dell’emissione di valuta propria per tale acquisto.