Anteprima
Vedrai una selezione di 1 pagina su 5
Economia mondiale - Appunti lezione 2 Pag. 1
1 su 5
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

Lezione II

Il fmi raccomanda alle economie avanzate di:

- evitare errori nel timing delle politiche monetarie, cosa semplice da consigliare ma molto difficile

da applicare

- riparare i bilanci (risanare bilanci bancari e pubblici)

- implementare le riforme strutturali per spingere la crescita

Riforme strutturali: per l'Italia da quando è nata l'unione monetaria europea, la BCE nel suo

bollettino mensile dà indicazioni e fa valutazioni. Essa fa un discorso semplice dicendo io mi

occupo della stabilità monetaria che è poi la base su cui fare appoggiare qualunque progetto di

crescita, ma la crescita si ottiene attraverso le riforme strutturali, che danno competitività ai singoli

paesi e consentono loro importanti sbocchi per i loro prodotti le riforme strutturali sono le riforme

dei principali mercati: dei prodotti e dei fattori produttivi.

Riforme nei mercati dei prodotti: significa eliminare tutti quei meccanismi che bloccano la

competitività dei mercati e cioè le rendite di posizione o la protezione di alcuni settori produttivi (si

pensi ad esempio alle liberalizzazioni quali la portabilità del credito o nelle telecomunicazioni la

portabilità da un provider all'altro o la disciplina dei taxi che è ancora regolata delle licenze che

chiudono le porte ai nuovi venuti o gli ordini professionali), queste riforme portano con sé dei costi

in termini di consenso, in quanto vanno a toccare delle posizioni ormai consolidate.

Le riforme strutturali riguardano anche il mercato del lavoro.

Tali riforme dunque sono ben viste da tutti se è qualcun altro a dover "pagarne" il costo. I paesi che

hanno avuto il coraggio di adottarle oggi si trovano in posizioni più competitive rispetto ad altri.

I 18 paesi dell'area euro condividono una moneta unica. Se questi paesi presentano problemi di

competitività, oggi non si possono più operare delle variazioni sui cambi, cosa che magari un tempo

poteva apportare qualche risultato per rilanciare la propria competitività. Risulta dunque necessario

ricorrere alle riforme strutturali.

I mercati emergenti e le economie in via di sviluppo

Indicazioni:

- gestire le vulnerabilità provenienti dai flussi di capitale:

a partire dagli anni '90 con la liberalizzazione valutaria e quindi con l’introduzione della possibilità

di effettuare operazioni finanziarie con l'estero, si è accentuata la volatilità nei flussi capitale. In

termini valutari, oscillazioni dovute a flussi commerciali in senso lato (ovvero scambi di merci e

servizi) sono collegate ad una base reale di prodotti che vengono venduti o comprati all'estero e

quindi oscillazioni vistosissime, difficili da registrare.

Per spostare capitali ingenti rapidamente da un paese all’altro oggi ci vuole poco e quindi la

volatilità è insita nei meccanismo di liberalizzazione dei flussi di capitale.

Ma forse non era meglio il protezionismo valutario? Dal punto di vista del controllo della bilancia

dei pagamenti sì, ma dal momento in cui impediamo operazioni con l’estero creiamo delle aree di

rendita nel nostro paese e il primo beneficiario in passato ne fu proprio lo Stato, in quanto gli unici

titoli di Stato che era possibile acquistare erano quelli italiani. Se apriamo il mondo creiamo più

rischi ma anche più competizione ricevendo dei servizi più a buon mercato.

Tobin Tax: tassa che colpisce le transazioni finanziarie principalmente di breve durata (di “day

trading”, ovvero prevalentemente transazioni speculative effettuate per lucrare sul capital gain).

Serve a far sì che colpendo l’acquisto e la vendita di attività finanziarie nei confronti dell’estero

venga un po’ frenata tale attività di day trading. Se invece gli investimenti sono più a medio – lungo

termine questa tassa avrà un’incidenza trascurabile. In una situazione di perfetta liberalizzazione dei

capitali che vanno a velocità eccessiva, un piccolo freno può essere opportuno.

Questi flussi cambiano velocemente direzione se prima andavano verso i paesi emergenti, ora

stanno tornando nei paesi industrializzati.

Perché in Italia lo spread sta diminuendo?

Perché stanno tornando i capitali che erano emigrati in tempi precedenti.

Perché nel 2011 lo spread (tra due titoli di stato entrambi in euro e con caratteristiche analoghe) in

Italia è salito molto?

Perché coloro che detenevano titoli di Stato italiani si sono liberati di questi titoli, portando ad un

aumento di titoli venduti in borsa, che ha portato ad una diminuzione del loro prezzo.

Il prezzo di mercato di un’attività finanziaria o reale si ottiene attualizzando i flussi futuri di entrata.

Questo c’entra con lo spread perché se io mio chiedo quale sia il valore adeguato di un titolo

obbligazionario o di stato, devo attualizzare le cedole per tutti gli anni di vita del titolo più il valore

t

di rimborso, distribuito nel tempo in modo diverso. P = FC/(1+i) se P scende a causa di un gran

flusso di vendite, il tasso di interesse effettivo su quel titolo salirà. Fermi restando i rendimenti e le

cedole e il prezzo di mercato più basso, il tasso di interesse è più elevato. Se vogliono essere emessi

poi altri titoli, anche il tasso di interesse dei titoli di nuove emissioni dovranno salire ed essere

adeguato a quelli dei titoli già emessi in precedenza. Questo perché scontano i dubbi degli

investitori sulla sicurezza della situazione di ciò che quel titolo vuole finanziare. Quando i capitali

tornano succede il contrario, i prezzi di borsa saliranno e i tassi sui rendimenti effettivi scenderanno

e alle prossime emissioni a anche i nuovi tassi saranno minori.

Il FMI ci ricorda che questi processi sono reversibili, cioè i capitali possono entrare e uscire (spesso

con fenomeni precipitosi che si trascinano dietro rischi maggiori).

- salvaguardare la stabilità finanziaria dopo una rapida crescita del credito:

implica crescita monetaria e quindi della liquidità, che però porta un problema di difficile selezione

della bontà dei crediti e quindi delle strutture finanziarie.

Viene ribadita di nuovo l’importanza delle riforme strutturali anche per questi paesi

Il fondo monetario internazionale

Update 

“L’attività globale si è rafforzata” ci si riferisce al livello di attività produttiva mondiale e quindi

di crescita del PIL. Non ci sono stati grossi mutamenti

ci si aspetta che l’attività migliori ulteriormente nel 2014 e 2015 grazie alle economie avanzate

( paesi industrializzati) grossa differenza rispetto agli anni precedenti, in quanto prima erano i

paesi emergenti a tirare la situazione mondiale.

Le previsioni di crescita in alcune economie mettono però in luce alcune fragilità che permangono,

trascinandosi ancora con sé i rischi verso il basso nelle con avanzate gli output gap generalmente

rimangono ampi e dati i rischi gli impulsi della politica monetaria dovrebbe essere accomodante

mentre permane il consolidamento fiscale.

Output gap: differenza tra prodotto potenziale e il prodotto che invece si registra

Prodotto potenziale: quello che la capacità produttiva ci consentirebbe di ottenere, ciò che l’offerta

aggregata potrebbe offrire (max prodotto dei fattori produttivi a disposizione)

Ma la carenza di domanda aggregata porta ad una sottoproduzione.

Ma come è possibile valutare la piena capacità produttiva dei fattori? È una questione di buon

senso, non si può pensare che tutti gli impianti produttivi possano lavorare 24 ore su 24 e quindi

tramite una saturazione fisica dei mezzi a disposizione, ma si fa tenendo conto dei modelli

d’impostazione delle varie produzioni.

Dunque se ci si trova in una situazione tale, ovvero di recessione, la politica monetaria deve essere

accomodante: accompagnando una politica fiscale espansiva consente il raggiungimento di redditi

maggiori, ma con un aumento dei tassi di interesse e quindi il risultato è inferiore a quello

potenzialmente raggiungibile. Quindi se noi accompagniamo una politica fiscale espansiva ad una

politica monetaria accomodante riabbassiamo i tassi e quindi si ottiene il massimo risultato perché

abbiamo due politiche insieme.

Nel caso qui in questione invece il concetto di politica monetaria accomodante è un po’ meno

restrittivo e vuole esprimere semplicemente che le pol mon debbono promuovere la crescita e se

esse stanno utilizzando tutte le munizioni per combattere la crisi è un dato di fatto

Il consolidamento fiscale però continua

Fiscale non significa solo esattore, ma entrambe le sezioni del bilancio pubblico: quindi imposte e

spesa pubblica

Consolidamento fiscale qua è inteso come risanamento dei conti pubblici, che può avere natura

congiunturale o strutturale.

Congiunturale: esempio crisi economica 2007-2009

2009: caduta produttiva dovuta a impoverimento e incertezza che ha bloccato le decisioni di spesa

di alcuni soggetti, ma anche adozione dei paesi del G20 di politiche macroeconomiche keynesiane,

ovvero di aumento della spesa pubblica e riduzione delle tasse, al fine di rilanciare l’economia

mondiale che dal 2010 riparte ma con qualche problema: i debiti pubblici crescono molto in alcuni

paesi dovuto all’espansione della spesa pubblica tema di tipo congiunturale

Ma se i conti pubblici si deteriorano cosa implica? Un aumento del rapporto debito pubblico/PIL

implica un aumento di fabbisogno di finanziamento nel mercato dei capitali e cioè tra i

risparmiatori, ma non è detto che essi siano sempre disposti a investire in tali titoli, a causa

dell’incerta situazione di questi paesi e di alcuni problemi di natura strutturale che sono riemersi.

Altri paesi che non hanno potuto far nulla si sono trovati a far conti con mercati che temevano

l’esito dei crediti nei confronti dei debiti sovrani.

Perché improvvisamente i mercati si sono mossi contro l’Italia vendendo massicciamente i titoli di

stato italiani improvvisamente? C’è sostanzialmente un grande equivoco, quando esaminiamo le

motivazioni per le quali due titoli di stato di due paesi diversi ha tassi di interesse differenti? Questo

può accadere per il diverso rischio debitore, ma anche per il rischio di cambio.

Se io ho un credito in una valuta che presumibilmente perderà terreno sui mercati valutari (e io lo so

già in anticipo) per acquistare questo credito pretenderò che il tasso di interesse incorpori la

presumibile perdita che si verificherà al momento del fallimento del credito.

Esempio. Qualche tempo fa l’imi ha emesso titoli in valuta turca. Perché questo? Questi titoli

valevano 7-8% ma ciò perché dietro c’era un rischio di cambio.

Dettagli
A.A. 2013-2014
5 pagine
2 download
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/02 Politica economica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Diletta.Macario di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia mondiale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Torino o del prof De Battistini Roberto.