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INTERNAZIONALE
Storia dell’ordinamento.
Esistono due modelli di riferimento dal punto di vista analitico, con infinite applicazioni pratiche:
- cambi fissi
- cambi flessibili
I fase: International Gold Standard (1879 – 1914)
La globalizzazione in realtà ha avuto un recedente storico importante che risale a questo periodo,
una fase nella quale sussisteva una certa libertà che tenuto conto della tecnologia era più ampia di
quella attuale in quanto persone, beni, merci e servizi potevano muoversi liberamente. Il Gold
Standard rappresentava una forma applicativa particolare di applicazione dei sistemi a cambi fissi.
Il GS si basava sull’oro e per tutti gli operatori vi era libertà di acquisto e vendita, di importazione
ed esportazione dell’oro e tale libertà era resa ancor più piena dal fatto che le banche centrali si
impegnavano a comprare/vendere oro ad un prezzo prefissato e garantito.
Comprare oro ad un prezzo prefissato equivaleva dire che la banche centrali convertivano l’oro
nella sua valuta ad un prezzo costante. Se ciò viene fatto da ogni banca centrale, si può immaginare
che, ferma restando l’esistenza dei mercati valutari in cui si scambia una valuta con l’altra e in cui
quindi il prezzo emerge dall’interazione tra domanda e offerta di valuta, se in tutti paesi sorgeva
questa nuova possibilità di comprare oro ad un prezzo garantito, per un operatore che avesse
dovuto fare un pagamento all’estero si apriva una nuova prospettiva in quanto esso poteva sì
scegliere di andare sul mercato valutario e comprare dollari in cambio di lire, accettando il prezzo
ma se il prezzo non fosse stato accettabile poteva andare dalla Banca d’Italia, con delle lire
acquistare dell’oro e spedire quest’oro negli Stati Uniti, in una quantità tale da permettere alla
controparte di andare dalla propria banca centrale e farselo convertire in dollari, con il vantaggio
del prezzo stabilito sia per chi lo comprava che per chi lo vendeva e quindi di un prezzo di cambio
implicito tra il prezzo garantito dalla banca centrale italiana e di quella statunitense.
Questo principio è il fondamento dei sistemi a cambi fissi.
Nasceva però una complicazione legata ai costi addizionali di spedizione e di assicurazione dell’oro.
Dunque sorgeva un margine tenuto conto del quale l’operatore poteva accettare un prezzo più alto
sul mercato valutario, in quanto tale margine risultava inferiore ai costi di un eventuale transazione
in oro. Da qui nascono le fasce di oscillazione nei cambi.
Ci si accorse presto che tali flussi di oro che viaggiavano da un capo all’altro del mondo si potevano
ridurre limitandosi alla somma algebrica e quindi ai saldi tra una quantità dovuta e l’altra.
Vi era tra l’altro il rischio per le banche centrali di ritrovarsi senza riserve auree, in quanto le
quantità scambiabili erano illimitate.
II fase: inter-war instability fluttuazione.
1914-1925: il mondo abbandona il GS e stabilisce la regola dei cambi flessibili. Il prezzo di mercato
può subire anche oscillazioni molto ampie
1925-1931: ritorno per un breve periodo ai cambi fissi. La fissazione dei prezzi per l’oro va ad
influenzare sulla moneta, che nel caso dell’Italia ha visto una sopravvalutazione della lira. Un errore
dovuto al fatto che una moneta sopravvalutata dà un’illusione di prestigio al paese, ma mette in
ginocchio il suo sistema di imprese.
1931-1939: ritorno alle fluttuazioni. L’illusione che un singolo paese possa sottrarsi ad una caduta
produttiva di livello mondiale, operando un deprezzamento competitivo della propria moneta.
Quindi in questo periodo alcuni paesi pensano di poter guadagnare quote di mercato sottraendole
agli altri ricorrendo ai cambi ovvero perseguendo il corso di una moneta propria deprezzata
svalutazioni competitive. Queste operazioni tuttavia rimangono miopi e ingannevoli e portano al
rischio di una svalutazione a catena della propria moneta anche da parte di altri paesi.
III fase: “significative rate Dollar Standard” sistema di Bretton Woods (1944 -1971). Ogni bamca
centrale definisce una parità della propria moneta con il dollaro e si impegna ad intervenire nei
mercati valutari per evitare che il cambio di mercato fuoriesca da una fascia di oscillazione attorno
alla parità (esempio lira: 625 +/- 4,5), la parità normale è l’1%. Il meccanismo si regge su questo
impegno: le banche centrali che si sono impegnate sono n-1 in quanto la bc degli usa non fa nulla
sui cambi perché attraverso gli arbitraggi automaticamente emerge il prezzo della lira in dollari
stabilito e difeso il prezzo del dollaro in lire o del marco tedesco in lire ne emerge il cambio
incrociato, che permette di triangolare le operazioni con prezzi garantiti e con un’oscillazione
limitata. La banca centrale degli U.S.A. ha come unico impegno l’eredità del GS: si impegna a
vendere oro contro dollari e quindi a convertire in oro i dollari presentati dalle sole banche centrali
estere, ad un prezzo prefissato.
IV fase: Floating rate dollar standard. BW viene abbandonato. Gli U.S.A. dichiarano che non
vogliono più rispettare questi accordi. Gli altri contraenti si ritengono così liberi non intervenendo
più sui mercati valutari che fisseranno i prezzi attraverso domanda e offerta.
1971 viene firmato un accordo che prevede il rilancio di BW su basi nuove:
- la fascia d’oscillazione diventa il +/-2,25 (0,75x3). Tale più che raddoppio del vecchio tasso aveva
l’intento di far ripartire il sistema.
- la FED non converte più i dollari in oro
In questi anni si creano grossi problemi di inflazione che non hanno permesso il raggiungimento
dei risultati e dunque l’accordo dura solo 2 anni.
Dopo il 1973 passaggio ai cambi flessibili (assolute e controllate)
European Monetary System (EMS). Dal 1971 si inizia a pensare ad un ordinamento monetario
europeo. Alcuni paesi adottano i cambi fissi in mezzo ad una moltitudine di paesi che hanno i
cambi fluttuanti.
V fase: Sistema Monetario Europeo SME (sistematizza e irrobustisce l’esperienza europea degli
anni precedenti). Tiene conto delle debolezze che avevano creati momenti di crisi e cerca di
lanciare un meccanismo che sia destinato ad avere maggiore solidità.
Due poli fondamentali:
- interventi di tipo BW delle banche centrali sulle valute con fasce d’oscillazione
- creazione di una “valuta-paniere” ECU: valuta europea di paesi che aderiscono allo SME. Tale
moneta non circola e non viene emessa, ma nelle scritture, nei c/c e nei rapporti finanziari esiste,
non ha vita propria ed è composta da tutte le valute che aderiscono allo SME, con una