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Deflatore del PIL

Il deflatore del PIL (Prodotto Interno Lordo) è un indicatore che misura l'inflazione. Più frequentemente, l'inflazione si misura attraverso l'indice dei prezzi al consumo (IPC), che rappresenta le variazioni nel tempo dei prezzi di un insieme di beni e servizi destinati al consumo delle famiglie.

Si tenga inoltre presente che da alcuni anni l'Istat pubblica tre indici dei prezzi al consumo: per l'intera collettività nazionale (Nic), per le famiglie di operai e impiegati (Foi) e l'indice armonizzato (IPCA). Gli indici sono calcolati, dal gennaio 1999, con il metodo del concatenamento.

La "base di calcolo" dell'indice si riferisce al periodo in cui sono stati utilizzati i prezzi al denominatore delle equazioni.

medie semplici) è il dicembre dell'anno precedente; la "base di riferi-mento dei pesi" (il periodo rispetto al quale si calcolano i pesi) è data dallastruttura dei consumi delle famiglie nella media dell'anno precedente; infine,la "base di riferimento dell'indice" (il periodo nel quale esso è posto pari a100) è attualmente il 1995 per il Nic e il Foi e il 2005 per l'IPCA (indicediffuso dall'Eurostat). Le differenze nella composizione dei panieri del Nic edell'IPCA — gli indici attualmente più utilizzati nell'analisi dell'inflazione —sono molto contenute.La figura mostra l'andamento dell'inflazione in Italia dal 1960 al 20061utilizzando l'indice dei prezzi al consumo (la serie dell'indice dei prezzi al con-sumo è ricavata dal database Ameco pubblicato sul sito della CommissioneEuropea).10 cap.1 - elementi di contabilita'

nazionaleIl tasso d'inflazione in Italia in base all'indice dei prezzi al consumoFigura 1

Grafico dell'inflazione in Italia

Esercizio

In un'ipotetica economia vengono prodotti soltanto due beni, il bene A e il bene B. Nella tabella successiva sono riportati i prezzi e le quantità prodotte di questi due beni relativi a due diversi anni.

Anno PA PB QA QB
2000 50 5 1000 5000
2001 55 5 1000 5500

Assumendo come anno base il 2000 e utilizzando l'indice dei prezzi al consumo, calcolate il tasso di inflazione e il tasso di crescita reale e nominale dell'economia.

PL'/P0 = (55*1000+5*5000)/(50*1000+5*5000) = 1.0667

Il tasso di inflazione è pari al 6.7%.

Il tasso di crescita reale è dato dal tasso di variazione del PIL reale tra il 2000 e il 2001, cioè (50*1000+5*5500)/(50*1000+5*5000) - 1 = 0.11

attività)tasso di disoccupazione = (1 - tasso di occupazione)÷tasso di attività

La figura illustra l'andamento del tasso di disoccupazione in Italia nel periodo 1960-2006 (la serie del tasso di disoccupazione è ricavata dal database Ameco pubblicato sul sito della Commissione Europea).

Il tasso di disoccupazione in Italia: 1960-2006.

Figura 2

12%

10%

8%

6%

4%

2%

0%

1960 1964 1968 1972 1976 1980 1984 1988 1992 1996 2000 2004

Esercizio 1. Scrivete la definizione dei principali indicatori del mercato del lavoro - il tasso di disoccupazione, il tasso di attività, il tasso di occupazione - e la relazione che li lega. La tabella seguente elenca questi indicatori per gli anni più recenti (attenzione: i valori sono indicati in percentuale): tasso di attività, tasso di occupazione, tasso di disoccupazione

Anni Tasso di attività Tasso di occupazione Tasso di disoccupazione
2002 8.6 65.5 ?
2003 63.0 8.4 ?
2004 62.5 57.5 ?
2005 62.4 57.5 ?
2006 58.4 6.8 ?

Calcolate i valori mancanti, giustificando la procedura di calcolo.

13e. saltari - dispense di macroeconomia

- cap.1La relazione che lega i tre indicatori del mercato del lavoro è Risposta × − t. occup. = t. attiv. (1 t. disocc.) Utilizzando questa relazione, otteniamo che i valori mancanti sono: (2002) tasso di attività × tasso di occupazione = 0.618; (2003) = 0.631 − 0.086 = 0.575 − (2004) tasso di disoccupazione = 0.08(1 − 0.084) = 0.577; = 1 − 0.625 = 1.4 I conti delle amministrazioni pubbliche Abbiamo già visto alcune delle funzioni svolte dalle amministrazioni pubbliche, come il prelievo attraverso le imposte sia dirette che indirette o il sostegno alla produzione tramite i contributi. Cominciamo qui col dire a quali enti ci riferiamo parlando di pubbliche amministrazioni. Le pubbliche amministrazioni (AP) comprendono: lo Stato, gli Enti territoriali (Regioni, Province, Comuni) e altri Enti centrali e locali (ASL, Università, Enti previdenziali, ecc.). Le funzioni da esse svolte sono essenzialmente due: (1) producono servizi non

destinabili alla vendita, vale a dire i consumi pubblici, come giustizia, istruzione, difesa, ecc., il cui valore si ottiene sommando i salari e gli stipendi pagati dalle AP e gli acquisti di beni e servizi effettuati dalle AP;

trasferiscono redditi - trasferimenti in gran parte costituiti dalle prestazioni sociali, come sanità, previdenza e assistenza. Queste due voci costituiscono le uscite delle AP. Si tenga presente che i consumi pubblici delle AP sono dati dalla differenza tra i consumi collettivi e i consumi di alcune istituzioni sociali private (partiti, sindacati, fondazioni, ecc.). Per svolgere queste due funzioni, le AP si finanziano prelevando imposte e contributi.

Il conto consolidato delle AP ha la forma semplificata della tabella Nel 7. Leggere la tabella, si tenga inoltre presente che i cosiddetti consumi collettivi sono dati dalla somma dei consumi delle AP e di quelli di alcune istituzioni sociali private (partiti, sindacati, fondazioni, ecc.).

14 cap.1 -

elementi di contabilità nazionale

Conto delle Amministrazioni pubbliche. Anno 2006

Entrate fiscali Consumi pubblici parafiscali (Cons. collettivi - Cons. isituz. priv.) Trasferimenti netti di cui: Interessi passivi Totale uscite Avanzo primario Disavanzo totale Disav. tot./PIL (%)
Tabella 7 300 680 e parafiscali 446 68 746 2 66 3.1

Il coincide con l'avanzorisparmio delle amministrazioni pubbliche corrente del bilancio dello Stato, se positivo, o con il disavanzo, se negativo. Il che indicheremo con BD, deficit o disavanzo del bilancio pubblico, coincide con la differenza tra uscite e entrate dello stato. -BD = G - T. In questa espressione G rappresenta la spesa pubblica, mentre T è dato dalle imposte al netto dei trasferimenti.

Esercizio

Scrivete la definizione del deficit del bilancio pubblico. Utilizzando i dati riportati nella tabella calcolate il deficit di bilancio per il 2004.

Se guardiamo alla tabella è pari a 300 (la

La differenza di G rispetto alla tabella è dovuta ai consumi delle istituzioni private senza scopo di lucro) ed è uguale a 680 - le imposte - meno i trasferimenti pari a TTA TR, a 446. È quindi uguale a Di conseguenza, T T = T A - T R = 680 - 446 = 234. Il deficit di bilancio per il 2006 è stato pari a -BD = 300 234 = 66.1.5 Dal reddito al risparmio Abbiamo visto in precedenza che il reddito delle famiglie al netto della tassazione, indicato prima con può avere due sole possibili destinazioni, ilY d, 15e. saltari - dispense di macroeconomia - cap.1 consumo o il risparmio In altri termini è sempre vero che la somma delC S. consumo e del risparmio è uguale al reddito disponibile, QuestaY d = C + S. identità è vera anche a livello nazionale. I consumi nazionali sono pari alla somma di quelli privati delle famiglie e di quelli collettivi. I risparmi nazionali sono pari alla somma dei risparmi dellefamiglie di quelli delle pubbliche amministrazioni. Se sommiamo ai consumi nazionali il risparmio nazionale, otteniamo il reddito nazionale. Questa è esattamente quanto afferma la tabella. Essa ripartisce il reddito nazionale, una volta tenuto conto dei redditi dall'estero, tra i consumi e risparmi dell'intero sistema economico, che si riferiscono sia al settore privato che al settore pubblico. Ripartizione del RNL tra consumi e risparmi. Anno Tabella 8 2006 (Miliardi di euro a prezzi correnti, valori arrotondati) Consumi finali nazionali delle famiglie (C) 869 Consumi collettivi (G) 305 Risparmio nazionale lordo (S - 296BD) RNL disponibile (PIL - R. netti dall'est.) 1 470 Per verificare la coerenza con quanto abbiamo prima visto, facciamo qualche semplice passaggio algebrico. Si noti innanzitutto che la tabella può essere riscritta in formula nel modo seguente: Y = C + G + S BD = C + G + S (G T ) = C + S + T Riordinandol'ultima espressione a destra del segno di uguale attraverso la sottrazione di da ambo i lati, otteniamo una identità nota. T - YdY T = C + S1.6 Dal risparmio ai suoi impieghi: l'investimento e le esportazioni nette Il risparmio che si forma nel sistema economico può essere utilizzato in due modi principali: l'investimento e le esportazioni nette.
Dettagli
Publisher
A.A. 2012-2013
22 pagine
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-S/06 Metodi matematici dell'economia e delle scienze attuariali e finanziarie

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher valeria0186 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia Finanziaria e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Saltari Enrico.