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ASPETTI ECONOMICI DEL PATRIMONIO CULTURALE

L a definizione di patrimonio è elastica, molto flessibile e riguarda monumenti, luoghi, paesaggi, ambienti;

dà grande spazio a chi poi decide; essa potrebbe comprendere qualunque cosa ereditata dal passato. Le

decisioni su cosa faccia parte del patrimonio e cosa no spettano a chi si occupa della sua gestione ed

amministrazione; per questo sono state proposte molte definizioni formali di patrimonio culturale. si cerca

sempre più di staccare il capitale culturale dalle cose materiali. Da concezione oggettificata a concezioni di

natura sociale, opera congiunta dell’uomo e della natura. La Convenzione dell’Unesco stabilisce che “si

considera patrimonio culturale i monumenti (opere architettoniche, di scultura e pittura monumentale,

elementi o strutture di natura archeologica considerate di notevole valore universale), i complessi

architettonici (complessi di edifici separati o uniti che grazie alla loro architettura, omogeneità o al posto che

occupano nel paesaggio), i siti (opere dell’uomo o opere realizzate dall’uomo e dalla natura). Il Burra

Charter definisce il patrimonio secondo il significato culturale di un edificio, di un sito o di un luogo. Cosa

significhi “notevole” o “di importanza culturale” in questi contesti è una questione di giudizio qualitativo che

può essere determinato solo concordando su alcuni criteri culturali.

La valutazione di un bene pubblico (deve tenere presente gli interessi della collettività, deve individuare i

portatori di interesse) è diverso da quello privato (il privato ha il prezzo per calcolare benefici, ad alcune cose

non si può dare un prezzo). Il mercato manda un segnale chiaro. Determinati benefici non possono essere

ricondotti a un prezzo.

Il patrimonio come capitale culturale → il concetto di capitale culturale può spiegare il legame fra il punto

di vista degli esperti culturali e il desiderio degli economisti di darne una valutazione razionale. Quindi

trattare i beni patrimoniali come beni di valore e riconoscere che essi danno origine sia a un valore

economico che culturale potrebbe essere un modo accettabile di analizzarli sotto entrambi i punti di vista.

Analisi costi – benefici dei progetti sul patrimonio culturale → la realizzazione di un progetto comporta

l’impiego di risorse nel presente per poter assicurare dei benefici; i costi di base possono essere considerati i

costi di capitale del progetto. La parte più importante dell’analisi costi – benefici è la valutazione dei

benefici; in certi casi questa parte può essere tralasciata. In tal caso l’analisi costi – benefici diventa

un’analisi costo – efficacia in cui i benefici sono dati per scontati e il problema è di trovare il modo più

economico, efficace e efficiente per raggiungere l’obiettivo della conservazione.

I benefici del progetto possono dividersi in:

valori d’uso: si riferisce alle valutazioni economiche di tutti i beni e servizi di utilizzo diretto che il

 progetto genera

valori di non uso: valore di esistenza (la mera esistenza di un elemento del patrimonio può essere

 considerata un valore per la gente e per la comunità anche senza che questo porti loro dei benefici in

prima persona), il valore opzionale (gli abitanti di un luogo potrebbero desiderare di mantenere

l’opzione che un giorno essi o il loro figli possano avere accesso ai benefici di un certo bene; questa

opzione ha un valore per le persone e fornisce loro un beneficio riconoscibile), il valore di eredità

intergenerazionale (le persone possono trarre beneficio dal progetto sapendo che il bene culturale

varrà trasmesso alle generazioni future).

Esternalità: le esternalità generate dal progetto stesso come i benefici o gli spillovers che

 influenzano altri agenti economici.

Tutti questi benefici riguardano il contesto temporale in cui si realizza il progetto e la loro valutazione

economica si riferisce ad una serie di periodi che si estendono nel futuro. Il flusso di tali benefici può essere

considerato come il rendimento dell’investimento iniziale di capitale e la loro grandezza può essere espressa

nel tasso di rendimento di quell’investimento.

A prescindere dal tasso di sconto utilizzato, quando il flusso futuro dei benefici e dei costi di prodotto da un

bene capitale viene riportato ad un’unica somma espressa la tempo zero, la cifra che ne risulta è il valore

attuale netto dei guadagni del bene. Esistono diversi metodi alternativi con cui si può rappresentare il

risultato finale di una valutazione costi – benefici: metodo del periodo di rientro (quanto tempo ci vuole

perché i guadagni generati dal bene ripaghino i costi iniziali del capitale?), il rapporto costi benefici e il

metodo del VAN (i benefici netti aggregati eccedono il costo di capitale?), il metodo del tasso interno di

rendimento (ossia quale tasso di sconto fa coincidere l’insieme dei benefici scontati netti con il costo del

capitale iniziale?). Il criterio in base in base al quale prendere la decisione se realizzare o meno il progetto

potrebbe essere quello di paragonare i risultati ottenuti con o senza progetto. La valutazione implicita

nell’analisi costi – benefici è quella del beneficio marginale fornito dal progetto.

METODO DEL PERIODO DEL RIENTRO: più usato nel pubblico che nel privato; quanto tempo occorre

perché i ricavi che l’impresa genera mi possano ripagare l’investimento iniziale; ottengo un arco di tempo, il

periodo in cui sono tornato a zero.

Metodi di valutazione economica → per stimare il valore economico dei benefici d’uso e di non uso del

patrimonio culturale bisogna identificare chi siano gli stakeholders, ovvero chi benefici del progetto: nel caso

dei benefici d’uso potrebbe essere facile identificarli mentre con i benefici di non uso gli effetti del progetto

potrebbero essere più diffusi.

Una volta stabilito quale sia il gruppo di beneficiari diretti è possibile valutare il valore economico dei loro

benefici d’uso; quando i beni e i servizi del progetto sono venduti, il loro valore d’uso può essere misurato

come ricavo totale netto atteso dalle vendite.

Una valutazione completa deve prendere in considerazione le funzioni di domanda dei beneficiari in modo

tale da poter calcolare i cambiamenti del surplus aggregato dai consumatori. Un modo per valutare i benefici

usa il metodo del costo del viaggio il quale si basa sull’idea che le valutazioni dei consumatori delle strutture

turistiche siano rivelate da quanto essi sostengono di essere disposti a pagare per le spese di viaggio per

visitare un luogo. Si potrebbe costruire una curva di domanda simulata in base al sondaggio fatto sulla

disponibilità a pagare di un gruppo di consumatori preso a campione. L’area sotto la curva di domanda e

sopra il prezzo di entrata corrisponde alla stima del valore specifico del beneficio. Questo approccio però ha

anche degli svantaggi.

Se ci rivolgiamo ai beneficiari indiretti abbiamo bisogno di uno strumento per stimare il valore non di

marcato dei benefici di cui godono; si cerca quindi di cercare dati di mercato significativi che possano essere

usati come un indicatore dell’effetto non di mercato ricercato. Questo approccio prende il nome di mezzi

edonistici e potrebbe essere applicato ai progetti sul patrimonio però il suo utilizzo è limitato a situazioni in

cui è possibile trovare dei dati di mercato abbastanza rappresentativi.

Il mezzo principale per valutare la richiesta di beni non di mercato nell’analisi economica è la metodologia

della valutazione contingente. L’MVC è uno dei mezzi più utilizzati per misurare i benefici non di marcato

nell’analisi economica; questo metodo consta nel domandare alla gente quale sia la loro disponibilità a

pagare per i benefici ottenuti o la loro disponibilità ad accettare un compenso per la rinuncia del bene. Le

risposte negli studi fondati sull’MVC possono presentare molte distorsioni come il problema del free rider

(quando le persone non rivelano le loro vere preferenze per un bene pubblico sapendo che non possono

essere escluse dal goderne i benefici una volta che il bene è stato offerto), altre derivate dalla natura ipotetica

delle domande, dalla possibilità che le risposte siano fondate su informazioni incomplete, dalle difficoltà ad

assicurare che le risposte su singoli problemi siano congrue con la situazione finanziaria generale

dell’individuo.

METODO RAPPRESENTAZIONE COSTO/BENEFICI: cerca di mettere a confronto costo e benefici.

Analisi costi – benefici e valore culturale → il valore culturale va valutato con attenzione: la valutazione

economica non potrà mai essere esaustiva finché non otteniamo una valutazione indipendente dei

componenti del valore culturale. inoltre la valutazione economica si fonda su un modello individualistico di

comportamento economico mentre la valutazione culturale dovrebbe rivolgersi ai benefici collettivi che in

qualche modo possono trascendere o accrescere il valore culturali di cui gli individui dispongono.

Valore culturale di un sito storico – patrimoniale → valore estetico (il sito è bello, con “valore estetico” ci si

riferisce al rapporto del sito con il paesaggio circostante), valore spirituale (il valore spirituale emanato dal

sito contribuisce al senso di identità della comunità nel suo insieme e degli individui al suo interno; questo

valore dà loro un senso di appartenenza culturale), valore sociale (l’interpretazione della cultura come serie

di valori e di credenze condivise che unisce fra loro i gruppi, suggerisce che il valore sociale di un sito

facente parte del patrimonio si possa riflettere nel modo in cui la sua esistenza contribuisce alla stabilità

sociale e alla compattezza della comunità), valore storico (è un valore intrinseco al sito ed è il più facilmente

identificabile in termini oggettivi), il valore simbolico (il sito contiene significati e informazioni che aiutano

la comunità a interpretare la propria identità ed affermazione della propria personalità culturale), valore di

autenticità (il sito ha un valore in se stesso perché è autentico).

Chi è che decide il valore culturale? la valutazioni e le decisioni dovrebbero essere prese seguendo un

processo topo down o bottom up? In molti casi i processi top down vengono imposti principalmente per

ragioni finanziarie, perché i finanziatori del progetto o hanno il diritto di decidere o sono i decisori di ultima

istanza, in questo caso i valori tendono a rappresentare quelli di un’elite o di un gruppo dominante. Il

processo bottom up cercherà di permettere alle persone più direttamente coinvolte di affermare i propri

valori; in tal caso i modi di

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A.A. 2013-2014
17 pagine
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SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/02 Politica economica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher erikav di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia della Cultura e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Siena o del prof Fiorito Luca.