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Estratto del documento

Il corso si occupa dell’analisi delle principali variabili macroeconomiche quali reddito, prodotto

interno lordo, ecc…

Stiamo vivendo un periodo particolarmente difficile per l’Italia e per il mondo interno, che per

quanto riguarda il resto del mondo ha avuto inizio nel 2007, mentre per l’Italia già qualche anno

prima. Viviamo un problema congiunturale e pesantissimo strutturale, che ha fatto emergere fatti

nuovi e decisioni che mai e poi mai avremmo pensato si sarebbero potute prendere.

Nei paesi più avanzati i tassi di interesse ufficiali (quelli che le autorità monetarie applicano per

finanziare le istituzioni creditizie) sono prossimi a 0 (USA forbice 0 – 0.25%, Europa 0.25 %).

Questa è una grande anomalia perché i tassi di interessi valgono di solito, facendo una distinzione

tra tassi nominali e reali (tassi reali: al netto dell’inflazione), il 3-4%. L’eccezionalità della

situazione e il fatto che le autorità monetarie (come la Fed) confermino che i tassi di interesse

rimarranno molto vicini a 0 per un periodo ancora più lungo del previsto, condiziona

inevitabilmente le scelte di politica economica.

IL FONDO MONETARIO INTERNAZIONALE

www.ifm.org

Organizzazione internazionale molto discussa perché sostanzialmente ha il ruolo di “banca” o

finanziatore a livello internazionale. Di recente è diventato un soggetto che aiuta i paesi dell’area

euro in difficoltà.

La Troika sono i tre soggetti che sulla base di una valutazione condizionale finanziano i paesi che

abbiano problemi di debito sovrano e tali soggetti sono rispettivamente: il fondo monetario

internazionale, la BCE e la Commissione Europea con i suoi 28 paesi facenti parte dell’area.

Il FMI ha comunicato un aggiornamento del rapporto World Economic Outlook (rapporto

sull’economia mondiale), un documento pubblicato due volte l’anno in formulazione integrale e, nei

periodi di turbolenza economica, con inserimenti tra una pubblicazione a l’altra degli aggiornamenti

della situazione in corso.

Update del sito

Il sottotitolo riassume i temi fondamentali che riguardano le dinamiche economiche mondiali:

la marea sta salendo?

Grafico.

Parola chiave: crescita, ci si riferisce al tasso di crescita del prodotto interno lordo, ovvero la

variazione del livello di attività produttiva (cioè di quanto si è mosso).

Il PIL va valutato sostanzialmente aggregando i conti economici delle imprese nelle quali vi sono

fatturati relativi a quantità di prodotti, moltiplicati poi per i prezzi di quell’anno.

Quindi se voglio fare il confronto nel tempo e vedere di quanto si muove il prodotto interno lordo

nel tempo, con dati provenienti solo da una valutazione di questo genere, che risultato si può

ottenere? Un risultato che dice poco, perché mette insieme solo crescita reale (auspicabile) e

inflazione (non auspicabile).

Perciò si parte da questi prodotti lordi valutati a prezzi dell’anno in corso e si ricorre a una finzione:

se in una certa serie storica si prendessero le quantità relative ad ogni singolo anno (quantità vere di

quell’anno) ma i prezzi applicati fossero quelli di un certo anno di riferimento (anno base), allora si

sarebbero già depurate dall’inflazione tutte le dinamiche. Quindi la costruzione di serie a prezzi

costanti per distinguerle da quelle a prezzi correnti (degli anni) sono il frutto di una simulazione che

applica alle quantità di ognuna degli anni il prezzo di un singolo anno che rimane bloccato e non si

fa variare (oggi nel gergo statistico si può trovare anche la dizione “a valore concatenato”).

Ricorrendo a tale artificio è possibile poi calcolare la crescita vera e cioè quella al netto

dell’inflazione. Questa crescita può oscillare entro un certo ordine di grandezza (es. Cina aumentava

ogni anno del 10% o durante il miracolo economico italiano, in Italia era circa il 5,5%).

2009: l’economia mondiale ha risentito del fallimento della banca d’affari americana Lehman

Brothers, facendo rischiare un’esplosione dell’economia finanziaria mondiale con tutte le

conseguenze del caso.

Crescita media dell’economia mondiale (grafico): 3,1 nel 2012, 3 nel 2013 e nel 2014

La crescita media dell’economia mondiale si misura attraverso il prodotto mondiale. Come si

valuta? Sommando i PIL dei paesi, però bisogna considerare anche i cambi di conversione delle

valute ma i cambi anch’essi possono non corrispondere sempre alla realtà, inoltre a partire dagli

anni ’70 è cambiata la modalità di determinazione dei cambi, che da fissi hanno cominciato ad

oscillare.

L’euro è passato da 0,83euro/1$ a 1,60euro/1$

Se convertiamo il PIL italiano in dollari con la media dei cambi di quell’anno emerge che il

confronto nella dinamica del prodotto non riflette più il potenziale produttivo, ma soltanto

l’oscillazione dei cambi! dando una fotografia totalmente distorta della situazione.

Per crescita facciamo solitamente riferimento ai paesi industrializzati, ovvero ai paesi ricchi ma ci

sono da considerare anche i paesi in via di sviluppo, che sono quelli che cercano di uscire da

situazioni di sotto sviluppo e quelli emergenti, che sono già usciti e cercano di competere sempre

più con quelli avanzati.

Dal punto di vista grafico le prospettive di crescita sembrano buone. La pagina mostra due frecce,

una verso l’alto (riportante le indicazioni per la crescita) e una verso il basso (riportante i rischi), più

una serie di raccomandazioni del Fmi. Vengono fornite delle indicazioni puntuali o intervalli che

oscillano tra un dato e un altro. Poi si danno indicazioni di tipo qualitativo “la previsione è questa

ma possono esserci varianti verso l’alto e verso il basso” per quanto riguarda l’ottimismo.

Upside

4 indicazioni che spingono verso l’ottimismo:

- attività globale rafforzata durante la seconda metà del 2013 (in questo semestre le cose sono

andate abbastanza bene dappertutto previsioni confermate)

- l’area dell’euro che si muove dalla recessione alla ripresa (area euro: 18 paesi)

l’area vede squilibri interni e si perde la possibilità di cercare di recuperare la capacità

produttiva attraverso la svalutazione (cosa che l’Italia fece spesso in passato)

- maggiore domanda ed esportazione nei mercati emergenti: nelle interazioni che derivano dai

collegamenti a livello internazionale (globalizzazione) il fatto che in questa fase siano i

paesi industrializzati a crescere, questi portano benefici anche ai paesi emergenti (facendo

crescere le esportazioni dai paesi emergenti verso quelli industrializzati)

dal 2009 il livello produttivo è stato basso a causa della crisi finanziaria, le famiglie non comprano e

quindi il livello globale di produzione ne risente. Non si può pensare di spingere la crescita solo

inducendo le famiglie a consumare di più, per il semplice fatto che se non hanno redditi

sufficientemente non possono spendere e di conseguenza non si possono neanche spingere le

imprese ad investire se la domanda risulta bassa e le prospettive negative.

Le politiche economiche, monetarie e fiscali sono quelle utilizzate per fronteggiare situazioni di

questo genere.

La politica monetaria è stata utilizzata quando sono stati abbassati i tassi a livelli vicino allo 0.

Ma la politica fiscale può avere effetti collaterali e se ci chiediamo il perché dei debiti sovrani di

molti paesi occidentali, la causa è appunto la politica fiscale.

L’assurdità della situazione è quella di avere delle risorse che potrebbero essere utilizzate per

rendere tutti più soddisfatti, ma vi sono meccanismi che si sono inceppati che andrebbero ripristinati

a livello aggregato, cosa molto difficile da attuare.

La crisi degli anni 30 era stata aggregata da diversi errori metodologici e analitici per la mancanza

di strumenti non ancora così sviluppati come esistono oggi e questo ha portato molti studiosi ad

approfondire alcuni temi e a formulare presupposti sull’economia keynesiana

Dunque in un modello in cui quello che conta è la domanda finale e in cui bisogna riattivare

l’impulso a far produrre di più l’imprese, attivando dei meccanismo virtuosi di amplificazione e

chiaro che il poter contare su paesi esteri che crescono e manifestano un fabbisogno di materie

prime da paesi che si stanno sviluppano le esportazioni, per questi ultimi, sono un meccanismo che

supporta tale crescita.

Nel modello del moltiplicatore l’incremento delle esportazioni è a pari livello dell’incremento degli

investimenti

- l’accordo sul bilancio USA dovrebbe rilanciare la domanda finale nel 2014

a proposito dello sforamento del bilancio pubblico e che questo implicasse automaticamente

delle restrizione e quindi che facesse diventare restrittiva l’economia

Rischi

- possibili deflazioni nelle economie avanzate

La deflazione riguardò la crisi degli anni ’30, caratterizzata dalla riduzione del livello di attività

produttiva di circa il 30%, ma ha anche registrato un livello di riduzione dei prezzi.

Negli anni ‘80 in Italia vi è stata un’inflazione che cresceva del 15% l’anno e quindi la

preoccupazione era di stare al passo con questo livello.

Dispersione attorno alla media: se c’è un tasso di inflazione pari al 15% vuol dire ad esempio che

alcuni saliranno del 20 e altri del 5, quindi qualcuno si arricchirà e qualcun altro si impoverirà

(sicuramente chi starà fermo).

La deflazione oggi è vista come un possibile rischio in quanto, prendendo l’esempio del Giappone,

qualche decennio fa esso avrebbe dovuto soppiantare gli Stati Uniti, ma ciò non è accaduto perché

sono scoppiate due bolle speculative, una nel mercato finanziario e una immobiliare.

Bolla: fenomeno che si autoalimenta di aumento dei prezzi che inizialmente ha una sua logica (ad

esempio i prezzi di case o azioni aumentano), al venir meno di tali logiche però i prezzi continuano

a crescere senza un’apparente ragionevole motivazione, ma solo perché c’è qualcuno che ritiene che

tali prezzi continueranno ancora ad aumentare quando invece si sono già stabilizzati, portando tale

processo fino ad un punto in cui normalmente scoppia da solo, ovvero al raggiungimento di livelli

di prezzo assurdi.

Il risultato è quello che i proprietari di case saranno più poveri e se hanno mutui che non riescono

più a pagare le venderanno o se le vedranno espropriate, i prezzi continueranno a scendere portando

ad un impoverimento generalizzato, riguardante sia famiglie che imprese e banche; nel caso di bolle

finanziarie i detentori di titoli, vedendosi diminuire il valore di questi, ridimension

Dettagli
A.A. 2013-2014
5 pagine
2 download
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/02 Politica economica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Diletta.Macario di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia mondiale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Torino o del prof De Battistini Roberto.