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IMPATTI: socioeconomici, sanitari ed ecologici delle specie infestanti
Le specie infestanti come il Ligustro, l'Acero americano e l'Ailanto possono causare diversi impatti socioeconomici, sanitari ed ecologici.
Dal punto di vista socioeconomico, queste specie possono causare biodeterioramento, danneggiando le coltivazioni e gli allevamenti e portando a cali di resa. Ciò comporta costi aggiuntivi per la gestione e il controllo delle infestazioni. Inoltre, in ambienti acquatici, possono causare problemi per la pesca e la navigazione.
Dal punto di vista sanitario, queste specie possono essere velenose, allergeniche e urticanti, causando problemi per la salute umana e animale.
Dal punto di vista ecologico, le specie infestanti hanno impatti sia locali che globali. Possono competere con le specie autoctone per spazio, luce, acqua e nutrienti, riducendo così la biodiversità. Possono anche alterare gli ecosistemi e i servizi ecosistemici. Inoltre, possono ibridarsi con le specie autoctone, causando la perdita di diversità genetica e il rischio di flusso genico. Infine, possono causare cambiamenti abiotici come la modifica della composizione e del pH del suolo e il bilancio delle acque sotterranee.
In molti casi, queste specie infestanti riducono la resa delle colture e aumentano i costi di produzione a causa dell'uso di erbicidi. Questo è particolarmente importante in Italia.
bio-deterioramento dei manufatti antropici, in particolare dei monumenti e dei reperti archeologici, indotto dagli apparati radicali di alcune specie. Le radici delle piante che crescono su muri e ruderi infatti possono provocare ingenti danni sia di tipo meccanico sia chimico. Cambiamenti globali facilitano le invasive, elevate temperature e riscaldamento facilitano specie C-4 eliofile e succulente (fotosintetizzano anche con elevati livelli di radianza), a discapito delle specie locali ed endemiche (meno resilienti). Isola di calore permette a piante termofile di diventare invasive anche in città centro-nord europee. GESTIONE E CONTROLLO: poche sono sottoposte a rigidi controlli. Prevenzione e normative. Analizzare il rischio per selezionare quelle più importanti da monitorare. I metodi più efficaci sono quelli volti alla prevenzione delle invasioni; si applicano a ciascuna delle diverse fasi del processo di invasione (prevenzione dell'introduzione, della stabilizzazione, della diffusione e dell'impatto).della diffusione etc.) e sono preceduti dalla analisi del rischio (oprioritizzazione) che serve a selezionare le specie per le quali l'intervento è prioritario("prioritizzare" = individuare le specie su cui è più importante/urgente intervenire). Non è possibile e neanche necessario effettuare interventi su tutte le specie e su tutte le loro popolazioni. Gestione e controllo delle specie invasive La prioritizzazione viene effettuata in molte situazioni differenti, a seconda degli obiettivi che si vogliono perseguire. Una prima distinzione può essere fatta ad tra casuali, naturalizzate e invasive; oppure tra invasive in ambienti antropizzati e invasive in ambienti naturali. Per questo motivo vengono effettuate delle valutazioni sulle specie alloctone, per definire quali sono le più importanti da sottoporre a qualche forma di monitoraggio, controllo etc. Questo processo è noto come prioritizzazione. Un metodo standardizzato dicaso è anche valutare l'efficacia delle misure di gestione adottate. La prioritizzazione si basa su criteri scientifici e può coinvolgere diverse discipline, come l'ecologia, la biologia della conservazione e la gestione delle risorse naturali. È fondamentale per ottimizzare l'utilizzo delle risorse limitate e garantire interventi mirati ed efficaci nella gestione delle invasioni biologiche.Il processo è la valutazione, qualitativa e quantitativa, del rischio che comprende la valutazione delle probabilità che hanno specie, pathways e siti di essere associati ad una invasione, e quella del relativo impatto ambientale.
Specie: identificare quelle invasive in una nazione (inventario), origine, tratti associati all'invasione, attuale distribuzione nel mondo, preferenze climatiche, di habitat e ambiente, attuale copertura o abbondanza, evidenze basate su altri impatti.
Pathway: lista di tutti quelli potenziali e reali, se accidentale o intenzionale, frequenza, numero di propaguli introdotti.
Siti: liste e mappe di biodiversità, ecosistemi e servizi ecosistemici, categorizzare i siti esposti all'invasione.
(AGGIORNATO AL 2009): Gli strumenti normativi applicati sono rappresentati prevalentemente da soft laws, ossia da risoluzioni e dichiarazioni di natura non vincolante, o da principi generali come "chi inquina paga" o l'obbligo di
Cooperare per la tutela dell'ambiente (Dichiarazione di Stoccolma, 1972). Tuttavia, in un periodo di tempo relativamente limitato, la comunità internazionale ha sperimentato la progressiva entrata in vigore di un imponente corpus di norme in materia ambientale, molte delle quali trattano direttamente o indirettamente delle invasioni biologiche.
Un primo importante esempio è dato dalla Convezione di Berna (1979, impegna gli stati firmatari a controllare rigorosamente l'introduzione di specie alloctone). La Convezione sulla Biodiversità (CBD), ratificata dall'Italia con la L. n. 124/1994, richiede ai Paesi firmatari di impegnarsi quanto più possibile, e con i sistemi più idonei, per prevenire l'introduzione, promuovere il controllo e l'eradicazione di quelle specie non-native che minacciano la conservazione di ecosistemi, habitat o altre specie. La CBD è senza dubbio il riferimento più importante, cui si rifanno diverse normative in materia ambientale.
fonti comunitarie e nazionali. Nonostante le specie invasive costituiscano una minaccia per l'ambiente ed ecosistemi, non esiste ancora un quadro di riferimento nazionale unitario e non sono note applicazioni di strumenti come il danno ambientale (ex D.Lgs n. 152/2006). 2000 Global Invasive Species Programme IUCN, 2002 Strategia Globale per la Conservazione delle Piante, European Strategy on alien 2002 invasive species, 2011 UNEP Le specie invasive sono incluse anche in uno degli obiettivi del Piano Strategicoper la biodiversità 2011-2020 (Aichi Target 9) e 2014 Nuovo regolamento EU sulle specie alloctone (aliene) invasive, in vigore l'anno dopo. Il nuovo regolamento stabilisce le norme atte a prevenire, ridurre al minimo e mitigare gli effetti negativi sulla biodiversità, gli ecosistemi, i servizi ecosistemici, le attività socio-economiche e sulla salute dell'uomo, causati dall'introduzione e dalla diffusione, sia deliberata che accidentale.delle specie alloctone invasive all'interno dell'Unione. E' valido solo per le specie che mutano il loro areale ad opera dell'uomo. C'è un elenco delle specie esotiche invasive di rilevanza unionale con valutazione dei rischi connessi al loro potenziale. Queste non possono essere allevate, trasportate, utilizzate, immesse sul mercato e rilasciate nell'ambiente. Piani d'azione sui vettori delle specie esotiche invasive e piani di sorveglianza. Notifiche di rilevamento precoce e eradicazione rapida nello stadio iniziale di invasione. Misure di gestione e ripristino di ecosistemi danneggiati. Sanzioni. CONTROLLO meccanico, chimico e biologico (ricercare i "nemici naturali" della specie nell'area di origine, studiare la tassonomia, biologia ed ecologia dell'agente di controllo, determinare la specificità dell'ospite per evitare che siano attaccati altri organismi, ottenere l'approvazione perl'introduzione dell'agente di controllo dalle autorità, importarlo ed effettuare la quarantena, rilasciarlo sul campo e studi post-rilascio). SPECIE/GENERE CARPOBROTUS (Aizoaceae, neofita invasiva, camefita suffruticosa): introdotta dal Sud Africa (regione del Capo) a scopo ornamentale, come pianta paesaggistica, anche come pianta medicinale. Ampiamente usato per il controllo dell'erosione su habitat sabbiosi o rocce sciolte. Piantati lungo le autostrade, in siti aperti e giardini. Negli anni recenti il processo di invasione di queste specie si è notevolmente intensificato perché i semi sono ampiamente disponibili in commercio e la propagazione vegetativa può essere operata anche attraverso piccoli frammenti della pianta che radicano in corrispondenza dei nodi. Tende a diffondersi sulle piccole isole, uno dei sistemi più vulnerabili, e sulle coste rocciose, siti di conservazione di importanti endemismi. Si tratta di specie succulente.portamento prostrato. Forma stuoie impenetrabili edensi tappeti monospecifici, forte competizione (vantaggio succulenza in ambiente mediterraneo), elevata riproduzione vegetativa, no controllo biologico da predatori, riduzione diversità di specie in ambiente dunale poiché ostacola il movimento della sabbia, riduce il ph del suolo alterando la dinamica del ciclo dei nutrienti, invade velocemente aree subito dopo gli incendi, minaccia zone insulari e costiere ricche di endemismi (Centaurea e Limonium). Resistente al calpestio. C. edulis si riproduce principalmente per mezzo dei semi, dispersi da piccoli mammiferi (l'ingestione migliora la germinazione dei semi e hanno muccillagini intorno al seme). INVASIONAL MELTDOWN: interazioni positive tra due specie introdotte – es. ratti e conigli che funzionano da agenti per la dispersione dei frutti di Carpobrotus acinaciformis e C. edulis. Le % di germinazione dei semi di C. edulis dopo l'ingestione da parte dei topi
èdel 65% mentre è solamente del 45% per quelli non ingeriti). Contrariamente a quantoosservato nel resto del Mediterraneo, in Italia questa entità è meno diffusa rispetto aC. acinaciformis. Clima arido-mediterraneo-temperato, resistente alla siccità, daterreni acidi a salini alcalini, poveri anche all’ombra, metabolismo cam. Rimozionefisica: arrotolare gli steli come tappeti e rimuoverli fisicamente. Rimozione chimica:pesticidi glifosati e clorfurenolo per ridurre crescita. Rimozione biologica: patogeni,però non sono specifici, due specie di cocciniglia hanno causato diffusa mortalità diedulis in California negli anni ’70. Diffusa nell’Europa mediterranea, parte occidentaledell’asia temperata, nord Europa, Australasia, America, isole oceaniche.Eichhornia crassipes (Pontederiaceae, idrofita natante, neofita invasiva): originariadel sud America (Brasile), utilizzata spesso nel fitorimedio per rimozione
eccessonutrienti e metalli pesanti, come fertilizzante organico e mangime per animali (in Kenya e Cina). Soprattutto a scopo ornamentale per s