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FOTOINTERPRETAZIONE E CLASSIFICAZIONE DELL'IMMAGINE

GIS = Sistemi di Informazione Geografici, caratterizzati da un'organizzazione dei dati in layer logici connessi ad una componente descrittiva (database). Sono una combinazione di hardware, software, risorse umane e procedure che hanno lo scopo di acquisire, gestire e analizzare dati spazialmente referenziati. Si basano su due concetti fondamentali: l'oggetto (entità) = elemento/fenomeno reale presente sulla superficie terrestre, e la georeferenziazione = processo tramite il quale ad ogni oggetto vengono attribuite coordinate spaziali reali secondo determinati sistemi di riferimento e proiezione. Ad ogni oggetto vengono associati due tipi di informazione (compongono l'oggetto): la geometria = punto, linea e poligono per riprodurne la forma, e gli attributi (database) = info descrittive degli oggetti.

I dati vengono organizzati suddividendo gli elementi in strati sovrapposti (layer o livelli tematici). Gli

oggetti appartenenti a diversi strati possono essere confrontati e sovrapposti poiché georeferenziati e quindi riferiti ad un unico sistema di coordinate.

Gli oggetti vengono archiviati sotto forma di due macromodelli (dati geografici): raster e vettoriale.

Nella grafica raster un paesaggio viene suddiviso in un reticolato fisso di celle quadrate/esagonali di uguali dimensioni. La cella (pixel) è l'unità fondamentale di discretizzazione del territorio. Tali celle formano una griglia di tot righe e colonne. Ad ogni pixel è associato un valore in forma numerica che può rappresentare una caratteristica fisica o un fenomeno. I dati raster possono provenire da diverse fonti: cartografie cartacee, foto aeree, immagini satellitari, ecc.

Nella grafica vettoriale i dati vengono memorizzati attraverso coppie di coordinate (x, y) che formano figure geometriche come punti, linee e poligoni. Ognuna di queste forme rappresenta un oggetto reale (entità vettoriale).

Specie = gruppo di individui potenzialmente interfecondi e riproduttivamente isolati da altri gruppi (criterio biologico). Gruppo di individui morfologicamente simili, distinguibili per caratteri morfologici, fisiologici e biochimici (criterio morfologico).

Comunità (biocenosi = zoocenosi + fitocenosi) = insieme di popolazioni di diverse specie che occupano un habitat comune e interagiscono tra loro.

Flora = insieme/elenco delle entità vegetali (SPECIE) che vivono in un determinato territorio. Censimento floristico (+ forme biologiche e corologiche) è il primo passo nello studio della vegetazione. Lo studio floristico è ambito corologico, che si occupa della distribuzione di specie in rapporto alle cause che la determinano. Valutazione del patrimonio in specie.

Vegetazione = insieme di comunità vegetali coerenti con il sito nel quale crescono e con la disposizione spaziale che assumono spontaneamente.

La sua composizione estruttura dipende da caratteristiche ambientali, interazione tra specie e uomo. Azonale: tipo di vegetazione che si sviluppa su particolari condizioni edafiche, indipendentemente dall'influenza del macroclima. Extrazonale: tipo di vegetazione che si sviluppa e si mantiene grazie alla presenza di particolari condizioni climatiche/geomorfologiche, ovvero differenti (sia più calde che più fredde) rispetto a quelle generali del territorio (in ambito bioclimatico temperato, con potenzialità per boschi di caducifoglie, la forte pendenza impedisce la formazione di suoli profondi e favorisce ingressioni extrazonali di vegetazione mediterranea). Zonale: insieme dei tipi vegetazionali che vanno a costituire una serie di vegetazione rappresentante l'espressione del macroclima di una determinata area. Serie di vegetazione (sigmeti) = è l'insieme delle comunità vegetali che sono dinamicamente collegate tra loro e che tendono quindi.

Verso uno stesso tipo di vegetazione matura all'interno di un territorio ecologicamente omogeneo. Rappresentano tappe successive di uno stesso processo evolutivo o regressivo. Insieme di associazioni che descrivono comunità legate da rapporti dinamici. Successione primaria e secondaria. Le comunità di transizione vengono dette stadiseriali, mentre lo stadio finale è detto climax, il quale, però, è solo un'astrazione perché non possono esistere condizioni di completa assenza di disturbo, ed è molto difficile identificarlo sul campo. Vegetazione naturale potenziale (VNP) = è la vegetazione che naturalmente tende a formarsi in un certo luogo quando non è presente il disturbo antropico e si raggiunge la tappa matura. Rappresenta la distribuzione spazio-temporale delle comunità vegetali. I contatti spaziali tra comunità vegetali che possono evolvere verso la stessa tappa matura si dicono CONTATTI.

SERIALI.Unità ambientale/tessera = porzione di territorio omogenea in termini fisici e biologici, che è potenzialmente interessata da un solo tipo di vegetazione naturale potenziale e che può ospitare diversi stadi o elementi tra loro dinamicamente collegati (serie di vegetazione o sigmeto). Rappresenta l'unità biogeografico-ambientale di base del mosaico che costituisce il paesaggio vegetale. Ad ogni unità ambientale corrisponde, nel contesto della scala adottata, un solo tipo di vegetazione potenziale. Si ottengono da porzioni di territorio ottenute in maniera deduttiva da sovrapposizione di cartografie a diverso tematismo facenti riferimento a caratteri territoriali. È possibile ricavare una carta della vegetazione potenziale da una carta delle unità ambientali. Per riconoscere queste unità bisogna classificare in modo gerarchico il territorio. Successivamente, per incrocio con una carta del land cover, si può ricavare

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Anche una carta delle serie di vegetazione (rappresentazione delle tappemature e degli stadi di sostituzione).

Geosigmeti = unità di paesaggio, insiemi di serie di vegetazione contigue all’interno di una stessa unità geomorfologica e nello stesso contesto biogeografico. Espressione spaziale di tutti gli aggruppamenti vegetali legati a gradienti geomorfologici (catena) all’interno di un’unità omogenea in termini biogeografici. Contatti catenali, ovvero trasigmeti lungo la catena edafica (sequenza di suoli originatisi da una stessa tipologia litologica ma che hanno differenti posizioni rispetto alla morfologia del territorio ed al reticolo idrografico e differenti gradi di evoluzione pedogenetica).

La distribuzione geografica delle comunità, nei suoi aspetti floristici, vegetazionali, paesaggistici, storici ed ecologici, è oggetto di studio della biogeografia, in particolare fitogeografia (geobotanica).

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      principali fattori ecosistemici a diverse scale e poi integrare le conoscenze di quelli biotici e abiotici per effettuare un'analisi ecologica del territorio, in modo da suddividere/classificare il territorio in unità ecologicamente omogenee (ecosistemi).

      Per classificare bisogna prendere in considerazione i principi guida (i processi da studiare, e dipendono dalla scala di osservazione, e che sono causa del pattern spaziale degli ecosistemi, in ordine come i fattori ecologici di sopra), le proprietà (caratteri su cui si basa la classificazione, fattori che causano il pattern spaziale degli ecosistemi) e caratteri diagnostici. Bisogna definire i criteri per identificare l'omogeneità (gli ecosistemi e altri livelli gerarchici) a differenti scale spaziali. Essendo la classificazione di tipo gerarchico, occorre stabilire sempre un ordine di importanza fra questi fattori.

      Tipi:

      • Agglomerativa: unità più piccole come livello di partenza (ex:

      unità ambientale)e poi le riunisce in base alle loro affinità, in gruppi via via più vasti (ex: regione bioclimatica). Riconoscimento e riporto cartografico delle unità territoriali omogenee tramite l'analisi della distribuzione delle comunità vegetali reali e degli usi del suolo o della vegetazione naturale potenziale.

      Divisiva: considerando l'intero oggetto di indagine come un'entità unitaria, ubicata al più alto livello gerarchico, e lo divide in entità via via più piccole. Progressiva suddivisione delle unità territoriali omogenee tramite l'analisi integrata dei fattori di controllo della distribuzione della vegetazione.

      La classificazione ecologica del territorio dipende dalla scala, che può essere locale (ex: città), nazionale, regionale (continentale, ex: 1:1.000.000) etc.

      Dopo aver analizzato e integrato i principali fattori ecosistemici a diverse scale, si effettua

      Un'analisi ecologica del territorio in modo da suddividerlo in unità ecologicamente omogenee (ecosistemi).

      Il processo di classificazione gerarchica del territorio nazionale in unità territoriali omogenee rappresenta la base metodologica per il processo di identificazione e cartografia delle potenzialità vegetazionali (indicatore delle componenti ecosistemiche).

      La classificazione ecologica in land units: Regioni, Sistemi, Sottosistemi e Unità ambientali ha una forte valenza a scala locale, mentre a scala nazionale si applica la classificazione ecoregionale. Non è tipologica ma biogeografica e le unità ecologiche sono (in ordine decrescente): dominio, divisione, provincia, sezione, subsezione e unità territoriale. In questo caso la classificazione può essere: regionale (delimitazione unità spazialmente contigue: land units + veg potenziale), gerarchico (diversi gradi di omogeneità a seconda della scala: provincie e...

      ttato per valutare la distribuzione delle specie vegetali in base alle condizioni climatiche. Questo approccio permette di identificare le aree con caratteristiche climatiche simili, che possono essere utilizzate per studiare la distribuzione geografica delle specie vegetali e per prevedere come potrebbe cambiare in futuro a causa dei cambiamenti climatici. L'approccio fitoclimatico si basa sull'idea che le specie vegetali abbiano specifiche esigenze climatiche e che la loro distribuzione geografica sia determinata principalmente da queste esigenze. Pertanto, analizzando le caratteristiche climatiche di un'area, è possibile fare delle previsioni sulla presenza o assenza di determinate specie vegetali. Per utilizzare l'approccio fitoclimatico, è necessario avere a disposizione dati climatici dettagliati, come temperatura media, precipitazioni, umidità, ecc. Questi dati vengono quindi confrontati con le esigenze climatiche delle specie vegetali di interesse. Ad esempio, se una specie vegetale richiede temperature medie superiori a 20°C e precipitazioni superiori a 1000 mm all'anno, è possibile identificare le aree in cui queste condizioni si verificano e prevedere la presenza di questa specie in tali aree. L'approccio fitoclimatico può essere utilizzato per diversi scopi, come la conservazione della biodiversità, la pianificazione del territorio, la gestione delle risorse naturali, ecc. Ad esempio, può essere utilizzato per identificare le aree di importanza per la conservazione delle specie vegetali rare o minacciate, o per identificare le aree più adatte per la coltivazione di determinate specie vegetali. In conclusione, l'approccio fitoclimatico è uno strumento utile per studiare la distribuzione geografica delle specie vegetali e prevedere come potrebbe cambiare in futuro a causa dei cambiamenti climatici. Utilizzando dati climatici dettagliati e le esigenze climatiche delle specie vegetali, è possibile identificare le aree con caratteristiche climatiche simili e fare delle previsioni sulla presenza o assenza di determinate specie vegetali.

Dettagli
Publisher
A.A. 2019-2020
31 pagine
3 download
SSD Scienze biologiche BIO/03 Botanica ambientale e applicata

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher TheShinigami di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Ecologia del paesaggio e dinamica della vegetazione e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Capotorti Giulia.