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Tuttavia la considerazione di Roosevelt non contrastava con la sua idea che l'Impero GB fosse per il momento il fattore più importante di stabilità mondiale e che bisognasse sostenerlo dove possibile. Durante la prima guerra mondiale, un ufficiale americano a una cerimonia in GB sostenne che gli Usa avrebbero aiutato la GB con tutte le lo risorse, ma fu severamente redarguito dai suoi superiori. Nel complesso si può dire che per i GB l'ascesa della potenza Usa non fu vista, prima del conflitto mondiale, come un fattore pericoloso al punto da doverci dedicare una apposita discussione strategica. E, dal punto di vista Usa, dopo alcuni episodi di conflitto con l'Impero GB ed essere giunti a una frizione, si giunse a concludere che si poteva convivere come alleato piuttosto che competitore.

Capitolo 2. Risorse e responsabilità: la Prima Guerra Mondiale e gli accordi di pace.

Con la 1ma GM gli Usa si mutarono da potenziale grande potenza a effettiva. Anche se non superiore alla GB.

Che sembrò uscire dalla guerra ancor più forte di quando viera entrata, con i suoi competitori distrutti e l'alleata Francia fortemente indebolita [Si può forse affermare che la 1ma GM servì a eliminare la Francia dal rango di grande potenza, così come la 2da GM eliminò da quel rango la GB]. La dipendenza finanziaria dagli Usa non fu considerata come un dato permanente e i territori dell'Impero si espansero al loro punto di massimo. In particolare in alcune aree del pianeta la supremazia GB appariva come intangibile. registrarono un disappunto da parte dei GB per l'atteggiamento I primi anni di guerra Usa, che essi si aspettavano più simpatetico, vista la violazione tedesca della neutralità del Belgio. D'altronde l'atteggiamento del governo Usa rifletteva quello dell'opinione pubblica, quale espresso da un sondaggio d'opinione tra i direttori dei giornali che mostrò come su 367, ben 242 erano neutrali.

20 pro governi centrali e solo 102 per l'Intesa. I giornali GB cominciarono pian piano a montare pubblica contro gli Usa. I quali per parte loro criticavano aspramente il blocco navale che impediva anche ai neutrali di commerciare coi nemici dell'Intesa. La tesi britannica riguardante i cosiddetti "diritti dei belligeranti sul mare" fu sempre per gli Usa motivo di malcontento e uno dei maggiori punti di frizione anche nel dopoguerra. Fino all'inverno del 1916 la grande maggioranza degli Usa rimase contrario a un intervento nella guerra.

Il 22 febbraio 1916, il Memorandum House-Grey stabilì che gli Usa avrebbero convocato una grande Conferenza Mondiale per la Pace e che se gli Imperi Centrali si fossero rifiutati di aderirvi, gli Usa avrebbero dichiarato guerra alla Germania. Ma l'Intesa non fu entusiasta di questa iniziativa, anche perché le sorti della guerra non erano sfavorevoli ad essa in quel momento.

Irritati da questo rifiuto

della mediazione, gli Usa reagirono facendo passare inCongresso misure per l'aumento della flotta militare e contro la tesi dei diritti deibelligeranti.I GB reagirono con cautela anche perché diventava sempre più evidente che senza ifinanziamenti Usa la guerra non poteva continuare. Come scrisse Keynes, su 5milioni di sterline spese ogni giorno per la guerra, circa 2 milioni dipendono daprestiti Usa. Mc Kenna ribadì: Siamo così in difficoltà nel reperire fondi che ilgoverno Usa sarà presto in grado di imporci la sua volontà. E quanto questa tesi fosserealistica lo si vide quando Wilson ammonì i banchieri a non concedere facilmentenon era sicuro l'esito. In GB si vide in questo una leva per farprestiti dei qualiaccettare la mediazione Usa. Vinte le elezioni alla fine del 1916 con fortemaggioranza, Wilson si sentì pronto a una nuova iniziativa, ma il Cancelliere tedescoBethman-Hollweg lo anticipò chiedendoegli stesso una Conferenza di Pace. La Notadi Wilson agli alleati di fatto ricalcava questa richiesta e l’Intesa si trovò a discuteresu come evitare una tale prospettiva. Balfour, subentrato al Foreign Office nel nuovogoverno di Lloyd George che sostituì quello di Asquit, rispose che solo una vittoriadegli alleati avrebbe assicurato una pace durevole basata sulla riforma del sistemainternazionale. Ma Wilson replicò nel gennaio del 1917 con un discorso basato sullatesi della “Pace senza vittoria”.Questa posizione si rivelò tuttavia irrealistica perché risultava evidente che le potenzebelligeranti, non avrebbero accettato la mediazione di una nazione che si era tenutalontana dal conflitto. Perciò, a seguito della dichiarazione tedesca della guerrasottomarina senza restrizioni, Wilson compì un primo passo verso la guerrarompendo le relazioni diplomatiche con la Germania. Finalmente, il 2 aprile Wilsonchiese al Senato una.

dichiarazione di guerra alla Germania. Questo avvenne in una situazione di totale impreparazione al conflitto. E inoltre di forte resistenza dei privati a partecipare a una mobilitazione economica che fosse diretta dallo stato.

All'inizio non si pensava che occorresse una mobilitazione in uomini, ma poi la rivoluzione russa e la conseguente offensiva degli Imperi Centrali nella primavera del 1918 rese la situazione dell'Intesa quasi disperata.

Il pubblico Usa, anche quello più anti GB si mostrò propenso a non accettare alla leggera l'ipotesi di una sconfitta dell'Intesa. Wilson promise un rapido intervento, ma non volle legarsi strettamente ai nuovi alleati né assumere la direzione strategica della guerra. Chiamò "Potenze Associate" la coalizione e fu riluttante a inviare un suo rappresentante al nuovo Spremo Consiglio di Guerra che si era creato nel novembre 1917.

L'entrata in guerra degli Usa fu salutata con grande

entusiasmo dagli alleati europei chiedevano soprattutto denaro e navi, sia mercantili che militari. Tuttavia il denaro fu dato col contagocce anche perché il Tesoro Usa stentava a capire la contabilità di guerra GB e in particolare i complessi legami finanziari tra gli alleati europei. La posizione Usa fu che gli Usa potevano aiutare lo sforzo bellico, ma non farsi carico completamente di esso. La GB chiarì i punti controversi e da quel momento la collaborazione finanziaria prese una strada più piana. La questione degli aiuti navali illustra bene le preoccupazioni GB per la perdita dell'egemonia mondiale. I GB avrebbero desiderato che l'industria Usa accelerasse la produzione di incrociatori, mentre il programma navale Usa prevedeva la prevalenza delle grandi navi. Inoltre apparve sempre più evidente la contraddizione tra l'alleanza col Giappone, rinnovata nel 1911, e gli impegni con gli Usa, soprattutto perché le divergenze col

Giappone crescevano di anno in anno. Una soluzione poteva essere una Conferenza Navale Tripartita, suggerita dagli Usa, ma che lasciava freddi i GB che avrebbero voluto un patto bilaterale con gli Usa. Questi temevano che se avessero costruito troppe navi di piccola stazza, si sarebbero trovati in svantaggio nel dopoguerra. Balfour propose un patto di mutua sicurezza per quattro anni che superasse tale difficoltà, ma non fu bene accolto negli Usa. Nel luglio, di fatto, la costruzione di grandi navi fu rinviata e venne adottato il programma di costruzione degli incrociatori. La GB non smise però di preoccuparsi perché intanto la marina mercantile Usa si dotava di un gran numero di navi che avrebbero potuto sostituire il commercio GB mentre questa era in guerra.

Parole di Sir Robert Cecil, Ministro del Blocco Navale: "Gli Usa stanno entrando in un capitolo interamente nuovo della loro storia. Per la prima volta stanno prendendo parte agli affari europei; non tarderanno ad

accorgersi quanto grande sia il potere del quale possono disporre e, a meno che non siano diversi da qualsiasi altra nazione che è esistita la mondo, essi cominceranno a voler usare questo potere. Se ne faranno unuso giusto, ciò sarà di incalcolabile beneficio per la razza umana; e per "giusto" intendo in accordo con le nostre idee di giusto e giustizia. Vi è una indiscutibile differenza tra gli inglesi e il punto di vista continentale negli affari internazionali. Se l'America accetta il nostro punto di vista in queste materie, questo significherà il prevalere di tale punto di vista negli affari internazionali". (Agosto 1917). Parole contemporanee di Wilson: "Vi sono divergenze di scopi e gli Usa non devono opporsi nella posizione di sembrare in nessun modo coinvolti nella politica britannica. quelli dell'Impero Inglese appaiono Gli scopi degli Usa sono disinteressati, mentre apprezzabile". di una natura meno Perciò,quando i GB proposero di costituire la Lega delle Nazioni, Wilson presetempo, dichiarando che si trattava di un problema del dopoguerra. Tra le cose che per gli Usa non erano apprezzabili della GB c'era la sua politica commerciale e, in particolare le voci di costruire una preferenza imperiale ai danni della Germania anche nel dopoguerra. Accenni dei leader GB sembravano alludere a un controllo alleato delle materie prime e a punizioni permanenti per la Germania. Wilson reagì con forza accusando i GB di voler trarre vantaggio da una situazione loro favorevole e avvertì che sarebbe stato un grave errore punire troppo severamente la Germania. Poi a un suo aiuto fece dire: il Presidente è disposto a rompere l'alleanza se si adotteranno misure punitive contro la Germania riguardo alle materie prime. Perciò suggerì di non sottolineare troppo il fatto, ormai evidente, che la marina mercantile Usa sarebbe stata la maggiore nel dopoguerra: gli Inglesi neavrebbero tratto motivi per accentuare la loro politica. La posizione di Wilson era: oggi la questione di chi controlla le materie prime strategiche come stagno, manganese, cromo è diventata ossessiva per gli europei, il che indica che chi vince detterà le condizioni; noi americani siamo gli unici che si comporteranno in modo equo, vale a dire, venderanno le materie prime a prezzi giusti. Il tema divenne assorbente. Nell'ottobre il governo tedesco chiese a Wilson un armistizio sulla base dei suoi 14 punti. Poiché uno di questi riguardava la "libertà dei mari", la GB lo interpretò come di retta alla distruzione dell'Impero e reagì dicendo che nessun armistizio sarebbe stato possibile se prima non si aboliva la clausola della libertà dei mari. Gli Usa replicarono che tutti i paesi consideravano la flotta inglese come una sorta di polizia marittima internazionale e che da essa sembrava dipendere la.

Possibilità per gli altri di praticare il co

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Publisher
A.A. 2010-2011
13 pagine
SSD Scienze politiche e sociali SPS/05 Storia e istituzioni delle americhe

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Chiakka87 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia contemporanea e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Maione Giuseppe.