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La sconfitta italiana a Caporetto durante la Prima Guerra Mondiale
Il generale Cadorna si trova a dover guidare una battaglia di logoramento con avanzamenti e indietreggiamenti costanti sul fronte austriaco. Nel complesso riescono ad indebolire efficacemente l'Austria, abbastanza da portarli a chiedere aiuto alla Germania e organizzare l'offensiva a Caporetto (escogitata per sferrare un colpo decisivo all'Italia). La sconfitta a Caporetto registra un episodio segnante nella storia italiana. Ufficialmente il generale Cadorna addossa la colpa della sconfitta ad un tradimento interno delle truppe. Egli era convinto che la propaganda antiguerra che si era diffusa in Italia nell'ultimo periodo di guerra avesse portato le truppe ad abbandonarsi all'offensiva straniera senza opporre resistenza. Le motivazioni reali della sconfitta sono molteplici. Innanzitutto, l'offensiva austro-tedesca era ben organizzata ed efficiente, in secondo luogo le truppe italiane erano mal organizzate e procedevano con una strategia offensiva. Infine, i...generali vengono presi alla sprovvista dall'offensiva e si affrettano adare ordini dettati dal panico conducendo le truppe alla sconfitta. Ad aggravare la situazionenel complesso sono anche le condizioni delle truppe italiane che si trovano in pessimecondizioni fisiche e psicologiche. Nel frattempo, nel paese aveva iniziato a diffondersi una propaganda patriottica. Il generaleDiaz, subentrato nel 1917, si preoccupava di spiegare le conseguenze economiche e territorialidi una eventuale vittoria militare. Questo atteggiamento risolleva gli animi militari e l'offensivaaustro-tedesca viene arrestata sul Piave. Nelle settimane successive i partiti rinunciano alleproprie discordie e si uniscono in un solo fronte riguardo alla guerra, e il popolo assumel'atteggiamento di resistenza verso l'invasione straniera. Così, con un fronte politico e unpopolo compatto, il generale Diaz intraprende l'offensiva Vittorio Veneto con la quale gliaustriaci vengonoufficialmente sconfitti. L'offensiva riesce anche grazie agli scombussolamenti interni politici dell'Impero austriaco. 22- La Prima guerra mondiale come guerra totale: La Grande guerra viene considerata come guerra totale non solo per il coinvolgimento delle principali potenze mondiali ma anche e soprattutto per le conseguenze della guerra all'interno dei paesi. Innanzitutto, è una guerra caratterizzata dall'introduzione di nuove armi come aerei, carri armati, gas (arma terroristica), e sottomarini (arma strategica). Nonostante, però, l'ammodernamento dei materiali utilizzati per la costruzione delle armi, queste, non hanno importanza decisiva sugli esiti della guerra. Assistiamo ad uno sconvolgimento di tutta l'economia dei paesi, che diventa economia di guerra. Si era prevista, e in un certo senso escogitata, una guerra breve e decisiva perché il prolungarsi del conflitto avrebbe danneggiato irreversibilmente i sistemi economici. Secondol’ideologia di Norman Angell, l’indipendenza economica raggiunta dalle potenze europee è talmente forte da non garantire nessun vantaggio nemmeno per i paesi vincitori. Le aspettative di una guerra breve e decisiva vengono presto smentite e, durante quella che si trasforma in una guerra di logoramento, l’economia dei paesi è riposta a servizio della guerra. Assistiamo ad un passaggio di una società industriale ad una società in cui le industrie vengono finanziate dallo stato per produrre armamenti. È infatti lo Stato ad assumere un ruolo centrale in questa nuova economia. Si pone come unico gestore delle risorse e della produzione di armamenti. A livello sociale, anche qui assistiamo ad un cambiamento radicale. Con la partenza degli uomini in guerra il ruolo della donna è sottoposto ad escalation sociale. Si trova infatti a subentrare in tutti gli ambiti sociali e lavorativi per sostituire e tamponare la mancanza maschile. 23- La crisidichiarare lo stato di emergenza e a chiedere poteri speciali al Parlamento. Tuttavia, la sua gestione della crisi non riesce a placare le tensioni e nel 1920 si verificano una serie di scioperi e sommosse operaie che mettono ulteriormente in crisi il governo. In questo contesto di instabilità politica e sociale, il movimento fascista guidato da Benito Mussolini inizia a guadagnare sempre più consensi. Il fascismo si presenta come una soluzione forte e autoritaria per risolvere i problemi dell'Italia, promettendo ordine, stabilità e grandezza nazionale. Nel 1922, Mussolini organizza la famosa marcia su Roma, durante la quale migliaia di squadristi fascisti si dirigono verso la capitale per chiedere al re Vittorio Emanuele III di affidare il governo a Mussolini. Il re, temendo una possibile guerra civile, decide di accettare la richiesta e il 29 ottobre 1922 Mussolini diventa il nuovo presidente del Consiglio. Da quel momento inizia il periodo del regime fascista, caratterizzato da una forte centralizzazione del potere, la soppressione delle libertà democratiche, la censura e la repressione di ogni forma di opposizione politica. Il fascismo si basa su un'ideologia nazionalista, autoritaria e totalitaria, che mira a creare una nuova Italia basata sull'unità nazionale, la disciplina sociale e l'esaltazione del leader carismatico. Durante il regime fascista, l'Italia subisce una serie di trasformazioni profonde, sia dal punto di vista politico che sociale ed economico. Vengono introdotte leggi razziali che discriminano gli ebrei, viene promossa una politica di autarchia economica e viene avviata una politica di espansione coloniale in Africa. Il fascismo italiano dura fino al 1943, quando Mussolini viene destituito e arrestato dopo la sconfitta dell'Italia nella Seconda Guerra Mondiale. La fine del regime fascista segna l'inizio di un periodo di transizione e ricostruzione per l'Italia, che porterà alla nascita della Repubblica Italiana nel 1946.prendere provvedimenti per poter riformare il paese e procedere con l'ammodernamento e superare la crisi. Come prima cosa si avvia la smobilitazione delle truppe per ridurre le spese militari e allentare le tensioni internazionali, con il decreto Visocchi attua una riforma agraria e, infine, con la riforma elettorale trasforma il suffragio universale in sistema maggioritario proporzionato. Quest'ultima riforma si dimostra deleteria per il partito liberale e alle elezioni del 1919 prevale il partito socialista. L'impossibilità di trovare un punto di raccordo tra i partiti politici crea una situazione di ingovernabilità del paese e nel 1920 vediamo il ritorno di Giolitti. I suoi obiettivi sono superare la politica bellica ripristinando il controllo parlamentare sul governo e superare la crisi economica. In politica estera con il Trattato di Rapallo con la Jugoslavia sistema la questione pendente territoriale. A livello fiscale attua un piano che mira allaTassazione dei ceti più agiati che hanno giovato dei profitti di guerra per ristabilire l'equilibrio economico ma manca nell'intervenire sulla questione sociale.
Per quanto riguarda i partiti politici, nel 1920 registriamo un riflusso del partito socialista per mancanza di organizzazione interna e perché si andava affermando sempre più il fascismo.
Il 23 marzo 1919 con l'Assemblea di piazza San Sepolcro a Milano nascono ufficialmente i fasci di combattimento. Quello di Mussolini è solo uno dei tanti fasci e delle formazioni radicali del tempo.
Il programma "Sansepolcrista" è un programma molto confusionario che presenta caratteristiche nazionaliste e socialiste. I fasci non hanno nessun successo iniziale. Si caratterizzano per aver iniziato una nuova strategia politica dove non c'è spazio per il dibattito politico ma si passava direttamente alla violenza. Riescono a mettere in crisi varie strutture tramite la violenza.
violenzaorganizzata e assistiamo ad una frattura all'interno del socialismo.- Comunisti (nascita Partito Comunista)- Massimalisti che spingevano per la rivoluzione senza però avere una chiara idea di come o quandoavviarla.- Riformisti: in minoranza. Volevano un cambiamento della situazione tramite riforme ma senzacambiare l'assetto politico del paese.
Il fascismo trova il suo consenso negli apparati amministrativi che vogliono soltanto il ritornodell'ordine politico all'interno del paese. Giolitti invece accantona il fenomeno perché sottovalutal'influenza che possa avere. Mussolini, d'altra parte, dimostra grande intelligenza politicastipulando un Patto di pacificazione con il partito socialista e ottenendo, di conseguenza, ilconsenso di anche gli altri partiti politici e affermandosi come UOMO D'ORDINE. Inizia inoltre atrattare con gli industriali che diventano principali finanziatori del movimento. Nasce cosìufficialmente,
nel 1921, il Partito Nazionale Fascista che non sale al potere fino al 1922 con la marcia su Roma nella quale non trova nessuna resistenza da parte degli apparati statali.- La costruzione dello stato totalitario nell'Italia fascista:
La marcia come l'abdicazione del parlamentarismo liberale e la progressiva transizione verso un regime tendenzialmente totalitario. Il totalitarismo italiano si può suddividere in due fasi:
- Conquista dello Stato 1922-1925
- Creazione del regime totalitario dal 1925 in poi
La costruzione dello stato totalitario si svolge in due fasi. Nella prima fase viene istituito il Gran Consiglio del Fascismo nel 1922 che funge da tramite tra lo Stato e il Partito. Nel 1923 viene creata la Milizia Volontaria per la Sicurezza nazionale (MVSN) con la quale si normalizza la presenza delle squadre come parte dell'esercito, in realtà sono fazioni autonome. Il controllo totale degli apparati statali avviene tramite l'acquisizione di Mussolini di pieni poteri legislativi nel 1922. Egli procede con l'epurazione degli apparati burocratici e la prosecuzione della lotta contro le opposizioni politiche.
La seconda fase di costruzione dello stato totalitario vede una preparazione
legislativa del paese per il rafforzamento del controllo fascista. Nel 1923 viene varata la Legge elettorale Acerbo con la quale viene istituito un unico collegio nazionale. Viene creato il listone fascista che presenta elementi liberali e nazionalisti. Le elezioni si svolgono in un clima di intimidazione e violenza e il listone stravince nel 1924. Queste condizioni portano alle proteste di Giacomo Matteotti, deputato del Partito Socialista Unitario, contro i brogli e le violenze. Ciò risulta nel suo sequestro e uccisione. Da questo momento in poi c'è un periodo di difficoltà transitoria per Mussolini che passa alla storia come crisi aventiniana. Ci sono varie opposizioni e i sostenitori del fascismo si mostrano dubbiosi sul movimento. Nonostante ciò, la corona non revoca la sua fiducia in Mussolini e questi, nel suo discorso del 3 gennaio 1925, assume la responsabilità implicita degli avvenimenti e proclama la dittatura.
l'organizzazione sindacale, la soppressione della libertà di stampa e di associazione, e la creazione di un sistema di controllo e repressione politica. Il regime fascista si basa sull'idea di un leader carismatico e autoritario, che detiene il potere assoluto e governa attraverso il partito unico. La propaganda e la censura vengono utilizzate per manipolare l'opinione pubblica e mantenere il controllo sulle masse. La discriminazione e la persecuzione delle minoranze diventano pratiche comuni, con l'obiettivo di creare una società omogenea e uniforme. Il fascismo si caratterizza anche per la sua politica estera aggressiva e imperialista, che mira a espandere il proprio territorio e a imporre la propria ideologia agli altri paesi.