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Riforme di Federico II

Federico Guglielmo I lasciò in eredità al figlio uno Stato molto potente militarmente, nella speranza che Federico II seguisse le orme del padre, ovvero diventasse un sovrano desideroso di servire la patria ed entusiasta per la vita militare.

Federico rafforzò e migliorò l'esercito, coinvolgendo la piccola nobiltà nella vita militare, e trasformò il concetto di fedeltà non più verso il sovrano, ma verso lo Stato, di cui egli si professava il 'primo servitore'. Federico si impegnò a proteggere i commerci e le manifatture, a favorire la libertà di stampa e la diffusione dell'istruzione. Ma il suo obiettivo principale fu quello di riformare la vita economica del Paese, ottimizzando il funzionamento del prelievo fiscale e proteggendo la produzione.

agricola mediante misure di taglio protezionistico.

7. Quale fu il rapporto che Caterina II strinse con l'Illuminismo e le sue proposte riformatrici?

Caterina II, zarina di Russia, si fece ispirare dalle idee illuministiche e dai modelli che altri paesi già promuovevano. Per prima cosa, attuò riforme contro il potere e la ricchezza della Chiesa ortodossa, alla quale confiscò tutti i beni per soccombere alle spese della guerra. Inoltre, promosse la libertà di stampa, introdusse l'istruzione statale gratuita (solo nelle città) e stabilì nuove regole per l'autogoverno locale. Tuttavia, non si mostrò una sovrana tanto illuminata nei confronti delle popolazioni rurali, in quanto rafforzò la presa nobiliare su di essi: infatti, vietò ai contadini di appellarsi alla giustizia regia contro le pretese dei signori, scatenando una vera e propria rivolta contadina, che culminò con l'intervento dell'esercito.

8.

Come reagirono i contadini alla politica di Caterina II? I contadini si ribellarono alla politica di Caterina, la quale rafforzò la presa nobiliare su di essi: vietò ai contadini di appellarsi alla giustizia regia contro le pretese dei signori. Questo portò ad una rivolta generalizzata, in cui i contadini, guidati da Pugacev (che si proclamava il redivivo zar Pietro III), insorsero in massa, costringendo la sovrana a muovere l'esercito contro i suoi stessi sudditi. 9. Cosa rappresentò la Carta della nobiltà? La Carta della nobiltà fu un documento che attestava lo statuto privilegiato del ceto nobiliare e riconosceva ai nobili ulteriori esenzioni e garanzie. Tuttavia, questo provvedimento non durò a lungo poiché, con il sopravvento della Rivoluzione francese, la zarina orientò la sua politica culturale verso il tradizionalismo, abbandonando le sue idee riformistiche. 10. In quali ambiti si attuò la politica riformatrice di Caterina II? La politica riformatrice di Caterina II si attuò in diversi ambiti, tra cui l'amministrazione, l'istruzione, l'economia e la cultura. La zarina introdusse nuove leggi per migliorare l'efficienza dell'amministrazione, promosse l'istruzione pubblica e la diffusione della cultura europea in Russia, incoraggiò lo sviluppo dell'industria e dell'agricoltura, e favorì l'immigrazione di coloni stranieri per popolare le regioni spopolate del paese.

Maria Teresa e del suo ministro Kaunitz? La politica riformatrice di Maria Teresa e del suo ministro Kaunitz fu attuata a favore dell'ambito economico e sociale dell'impero: la finanza e l'amministrazione vennero affidate a degli organi specializzati, vennero uniformati gli ordinamenti dei domini diretti della corona, alla nobiltà venne imposto di pagare le tasse, l'istruzione divenne obbligatoria e non più sotto il controllo della Chiesa ma dello Stato e si intervenne nei confronti dell'assistenza sociale e della sanità.

11. Come affrontarono Maria Teresa e Giuseppe II il problema del rapporto fra Stato e Chiesa? Maria Teresa, cattolica e lontana dalle idee illuministiche, venne cresciuta con la convinzione che la crescita economica era alla base della politica di potenza. Pertanto, attuò molte riforme in questo campo, tra cui quella di rendere l'istruzione obbligatoria, sottraendola alla Chiesa.

E portandola sotto il controllo dello Stato. Giuseppe II, suo figlio, puntò la sua azione allo smantellamento dell'universo ecclesiastico tradizionale: eliminò interi ordini religiosi e chiuse molti conventi, ristrutturò diocesi e parrocchie e aprì seminari generali per la formazione del clero, sempre sotto il controllo dello Stato, confiscò beni ecclesiastici e promosse la tolleranza religiosa attraverso la concessione di libertà di culto, matrimonio civile e divorzi per i non cattolici.

12. Quali furono oltre al laicismo, i tratti caratterizzanti del "giuseppinismo"?

Il giuseppinismo fu caratterizzato da una forte spinta riformatrice, di natura illuministica, e da una volontà di limitare la potestà assoluta del sovrano. Un altro tratto importante è caratterizzato dal forte desiderio di emulare la Prussia, nella speranza di poterlo superare in quanto a potenza.

13. Come si caratterizzò la soppressione della

Compagnia di Gesù? La soppressione della Compagnia di Gesù si attuò a partire da un provvedimento portoghese, che vedeva l'espulsione dei gesuiti a seguito di una presunta congiura che questi ultimi avevano pianificato. Anche gli altri stati d'Europa emulano la mossa del Portogallo, vedendo nella Compagnia tutto quello che secondo la dottrina illuministica necessitava di riforma. I gesuiti divennero quindi un bersaglio: essi venivano principalmente accusati di essere portatori di una doppia fedeltà politica, al re e al papa, inaccettabile al tempo dell'illuminismo. Papa Clemente XIV nel 1773 prese la decisione di sciogliere la compagnia, che venne ripristinata nel secolo successivo da Papa Pio VII.

14. Quali furono le innovazioni introdotte dall'assolutismo asburgico in Lombardia?

Le riforme introdotte in Lombardia dall'assolutismo asburgico furono: il catasto geometrico particellare, per avere una mappa completa del territorio.

che permetteva di distribuire più equamente il carico fiscale e che permetteva di impostare interventi o costruzioni da attuare e l'istituzione della giunta economale per le materie ecclesiastiche, per limitare e smantellare esenzioni fiscali dei beni della Chiesa. 15. Quali furono i più importanti risultati della politica riformatrice di Pietro Leopoldo I? La politica riformatrice di Pietro Leopoldo I portò grandi benefici allo stato della Toscana: venne liberalizzato il commercio interno, abolite le dogane, abolita la pena di morte e la tortura e introdotte misure di parziale riconoscimento dei diritti delle persone. 72 Storia Moderna Domande & Risposte Cap. 25 - Niente tasse senza rappresentanza: la nascita degli Stati Uniti d'America 1. Quali caratteri assunse lo sviluppo delle colonie inglesi d'America tra XVI e XVIII secolo? Quale fu l'evoluzione dei rapporti con la madrepatria? Nel corso di 200 anni, le colonie inglesi in America si vanno

Sviluppando e affinando: i gruppi coloniali presenti sono tolleranti religiosamente e sono favorevoli ai comportamenti liberali e alla natura repubblicana dello Stato, secondo cui il potere è del popolo e non di un unico sovrano, men che mai assoluto. Iniziano a sedimentarsi quelle idee che saranno poi alla base della dichiarazione di indipendenza e della costituzione. È proprio per questo motivo che emersero i contrasti con la madrepatria, che per anni governò senza concedere ai coloni rappresentanza nel Parlamento inglese. La goccia che fece traboccare il vaso fu l'incremento di tasse e dazi sulle merci esportate dalle colonie, ennesima riprova che queste erano completamente soggiogate ai voleri del governo inglese, senza avere alcuna possibilità di difendere i propri diritti.

2. Sotto quali aspetti le colonie si differenziavano sensibilmente fra loro?

Le colonie erano di diverso tipo in quanto vi erano grossi centri commerciali e portuali, coloniespecializzate nell'agricoltura,

condotta attraverso piantagioni in cui lavoravano principalmente schiavi neri, colonie che presentavano componenti migratorie olandesi e tedesche. 3. Com'era organizzato il loro assetto politico istituzionale? Le colonie erano organizzate in ampie assemblee rappresentative elettive (che controllano le finanze), e ognuna di esse aveva un governatore e pochi funzionari nominati dalla colonia, figure che controllavano la vita associata e erano responsabili di eventuali accordi da prendere con le che dominavano le assemblee locali. 4. Quali furono le scelte di politica fiscale e commerciale che inasprirono il malcontento dei coloni verso la madrepatria? Le scelte fiscali e commerciali che inasprirono il malcontento dei coloni verso la madrepatria furono diverse. Innanzitutto, l'Inghilterra bloccò fin da subito la nascita di una marina coloniale e impose loro il commercio solo con la madrepatria (tramite il Navigation Act), in modo daprocesso decisionale attraverso i propri rappresentanti. I coloni ritenevano che le nuove tasse imposte dalla madrepatria fossero illegittime perché non avevano voce in capitolo nel processo decisionale che le riguardava. Essi ritenevano che solo i loro rappresentanti avrebbero dovuto avere il potere di imporre tasse e leggi sulle colonie. Per ostacolare la politica inglese, i coloni adottarono diverse azioni di protesta. Alcuni boicottarono i prodotti britannici, rifiutandosi di acquistarli. Altri organizzarono manifestazioni e dimostrazioni pubbliche per esprimere il loro dissenso. Alcuni gruppi radicali, come i Figli della Libertà, si impegnarono in atti di sabotaggio e violenza contro le autorità britanniche. Inoltre, i coloni cercarono di mobilitare l'opinione pubblica in Gran Bretagna e in altre colonie per ottenere sostegno alla loro causa.

governo del paese attraverso l'elezione di propri rappresentanti in Parlamento, i coloni ritenevano illegittime le tasse ad essi imposte dalla madrepatria, tanto che resistettero al pagamento della tassa imposta dal governo, la Stamp Act (1765), e si mobilitarono per la sua abrogazione. A seguito di una nuova legge approvata in Parlamento, secondo cui il governo inglese aveva il diritto di imporre loro nuove tasse, scoppiarono le rivolte, come quella del Boston Tea Party (nata dall'affidamento del monopolio del commercio del tè alla Compagnia delle Indie orientali). La più importante rivolta fu la Guerra di indipendenza (1775-1783), nata a seguito della Quebec Act, legge che proteggeva i cattolici in Canada e che dava segno di una tendenza del governo di voler ricostituire un'alleanza tra potere monarchico dispotico e Chiesa anglicana filopapista, che andava contro i principi di libertà e autonomia dei coloni.

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A.A. 2020-2021
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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-STO/02 Storia moderna

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Doride di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia moderna e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bari o del prof Bazzano Nicoletta.