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Estratto del documento

DELINEI LA CORRISPONDENZA TRA FATTORI BIOLOGICI E

PSICOLOGICI in GRAVIDANZA

Il percorso della gravidanza porta la donna ad assumere una nuova

identità… Questo percorso non coinvolge solo l’aspetto biologico ma

modifica l’assetto psichico e il mondo affettivo relazionale della donna

Le tre gravidanze

-Il feto fisico che cresce nel ventre

-L’assetto psichico che si orienta alla maternità

-Il bambino immaginario che prende forma nella mente

Definire il concetto di interdipendenza

- Delineare le funzioni familiari della promozione

dell’autonomia e della coesione

- Descrivere la natura processuale delle relazioni familiari

- Definire cosa si intende per evento critico normativo e

para-normativo

- Indicare le fasi del modello di Mc Goldrick e Carter

- Descrivere cosa si intende per «Represented family»

In altri termini, l'interdipendenza caratterizza quelle situazioni di rapporto

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interpersonale in cui ogni comportamento individuale influenza e resta

influenzato dal comportamento degli altri e qualunque cambiamento di

uno dei membri del gruppo innesca un cambiamento in tutti gli altri e

nelle modalità di funzionamen to dell'intero sistema

Promozione dell’autonomia e della coesione: due importanti funzioni familiari

La promozione dell'autonomia dei componenti è un compito importante che le

famiglie assolvono. In esse, i singoli individui crescono, sviluppano un'identità e acquisiscono

gli strumenti e le risorse per interagire con e nell' ambiente.

La famiglia, tuttavia, si configura come un contesto che permette anche

l'esperienza del legame, della connessione, dell' appartenenza e reciprocità,

favorendo così il bisogno dei singoli di essere in contatto emotivo con gli altri.

Individualità e gruppalità sono due aspetti interconnessi nelle famiglie: la promozione

dell'autonomia individuale non può infatti essere perseguita a scapito della connessione tra tutti i

componenti e, d'altra parte, la cura delle relazioni reciproche e dell' appartenenza al gruppo non

può ostacolare il raggiungimento dell'indipendenza dei singoli membri. Le modalità con cui le

famiglie coniugano queste due importanti funzioni sono molteplici e riflettono le diversità che

caratterizzano le famiglie stesse nella forma, nell' organizzazione e nella cultura. Alcune

famiglie, infatti, per credenza, per struttura o per necessità enfatizzano di più l'autonomia dei

singoli, mentre altre valorizzano soprattutto l'appartenenza, ovvero le relazioni familiari.

Lo sviluppo dell’intersoggettività

All'interno del triangolo familiare primario, i bambini

imparano a stare in relazione con più di una persona alla volta; La capacità di stare

in uno scambio emotivo con più di una persona costituisce la base per poter

moltiplicare le relazioni senza percepirle in competizione o in alternativa tra loro. La famiglia fornisce ai suoi

componenti una base di sicurezza Affettiva da cui

sia possibile partire verso altre mete; fianco della cura, le famiglie

assolvono l'importante compito di "insegnare il limite" e regole.

Il contesto familiare si configura inoltre come il "luogo" in cui è

possibile apprendere modalità negoziali e cooperative di gestione del

conflitto.

Alcune famiglie, tuttavia, negano l'espressione delle differenze o

costruiscono il conflitto come qualcosa di distruttivo e dunque da

evitare a tutti i costi e in altre è del tutto carente la capacità di

risoluzione dei conflitti.

Descrivere la natura processuale delle relazioni familiari

Le famiglie, oltre che "unità di persone in interazione", vengono pertanto

definite anche "unità dinamiche",

Si tratta di cambiamenti che vengono modulati da altri mutamenti intervenienti

a vari livelli: individuale, interpersonale, gruppale, sociale

Nel corso della loro storia, infatti, le famiglie riorganizzano ripetutamente i loro

rapporti in termini di vicinanza/distanza, potere, gerarchie, ruoli, regole, confini.

Si tratta di cambiamenti che vengono modulati da altri mutamenti intervenienti

a vari livelli: individuale, interpersonale, gruppale, sociale

- Definire cosa si intende per evento critico normativo e

para-normativo

Gli eventi critici sono accadimenti che caratterizzano una fase del ciclo vitale,

permettendo alla famiglia il passaggio allo stadio successivo.

Dapprima la famiglia attraversa una fase di rottura con le precedenti modalità

organizzative; successivamente, si instaura un momento di transizione che può

sfociare in una riorganizzazione evolutiva della famiglia, oppure, se questa non è

in grado di superare i compiti di sviluppo richiesti dall’evento critico, in una

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destrutturazione del sistema.

NORMATIVI, CIOÈ PREVEDIBILI,

IN QUANTO PARTE DEL CICLO DI

VITA DI MOLTE FAMIGLIE

PARANORMATIVI, CIOÈ NON

DEL TUTTO PREVEDIBILI, ANCHE

SE FREQUENTI

Indicare le fasi del modello di Mc Goldrick e Carter

Gli attuali orientamenti considerano le fasi del ciclo di

vita come composte al loro interno da

microtransizioni quotidiane. Da esse dipende la

capacità della famiglia di affrontare con successo gli

eventi critici presenti nei diversi momenti evolutivi.

Il concetto di sviluppo familiare si costituisce in senso

sovraordinato ed include compiti di sviluppo, fasi

evolutive, eventi critici e microtransizioni.

Giovane adulto senza legami

Formazione della coppia

Nascita del primo figlio e famiglia con bambini piccoli

Famiglia con adolescenti

Famiglia con figli adulti che escono di casa

Famiglia nell’età anziana

Le crisi coincidono generalmente con i momenti della vita

familiare legati al suo ciclo storico

Il matrimonio e l’unione della coppia

La nascita del primo figlio

La nascita di altri figli

L’entrata dei figli nell’età scolare

La pubertà e l’adolescenza dei figli

La crisi di mezza età dei genitori

L’indipendenza dei figli

La conclusione di una fase di lotta economica

Menopausa e climaterio

Crisi economiche e politiche

Le infermità fisiche

Il divorzio e le sue conseguenze

La costituzione delle “nuove famiglie”

La morte della generazione precedente

La morte di qualcuno dei membri della famiglia

Gli studi sulla famiglia si possono distinguere in studi relativi alla: Practicing family” o famiglia praticante

dove il focus dei ricercatori è

l’interazione, a livello comportamentale tra i membri, che viene rilevata

attraverso l’osservazione.

“ Represented family” o famiglia rappresentata dove il focus dei

ricercatori diviene la percezione soggettiva dell’esperienza relazionale,

condivisa o meno dagli altri componenti del nucleo familiare e rilevata

attraverso la narrazione (più o meno strutturata) o anche da test in cui si

richiede di fornire una immagine della famiglia (test del disegno della

famiglia o disegno simbolico dello spazio di vita familiare).

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Il ruolo della figura di attaccamento aggiuntiva

Il compito dell'adulto di riferimento è creare una relazione sincera ed

empatica con il bambino. Una relazione empatica è potente e facilita la

crescita cerebrale e lo sviluppo emotivo.

Una volta che questi bambini avranno una migliore consapevo-lezza dei

loro bisogni, punti di vista e sentimenti, potranno diventare sensi-bili ai

bisogni, punti di vista e sentimenti degli altri. Facendo sperimentare al

bambino accudimento e conforto da parte di un "altro significativo" si

potrà:

- Migliorare la capacità di autoregolazione del bambino

- Riequilibrare i sistemi interni del bambino.

- Ridurre la presenza di cortisolo, l'ormone dello stress.

- Formare connessioni neurali nel cervello del bambino, ovvero rendere la

corteccia pre-frontale più attiva.

La qualità della relazione adulto-bambino

L'obiettivo dell'adulto di riferimento nel creare una relazione con il bambino sarà

aiutarlo a:

- sviluppare fiducia nell'adulto di riferimento, sperimentando la sua disponibilità

emotiva e fisica;

- gestire i propri sentimenti ricevendo risposte sensibili dall'adulto di riferimento

che si sintonizza con lui;

- sviluppare e incrementare il senso di autostima facendo l'esperienza di essere

accettato;

- sentirsi efficace all'interno delle relazioni con gli adulti e con i pari.

La qualità della relazione adulto-bambino

Strategie per sviluppare la relazione col bambino

Possiamo farlo interagendo con loro usando il contatto fisico, il contatto

oculare, i sorrisi, le risate, le espressioni facciali e i movimenti. Possiamo

comunicare attenzione par- tendo da questi contatti o rispecchiando con

sensibilità la loro comunicazione verbale e non verbale.

Impegniamoci anche a imparare il più possibile su quel particolare bam-bino.

Cosa gli fa fare quello che fa? Cosa gli fa brillare gli occhi? Cosa lo rende

inquieto? Cosa lo fa sentire a disagio? Cosa gli fa utilizzare tecni-che di

distrazione? Quali sentimenti cerca di evitare? Come affronta il fal-limento?

Come risponde all'aiuto? Cosa succede quando c'è tensione o un conflitto

nell'aula?

Farsi domande ad alta voce è una tecnica con la quale l'adulto di riferimento

tenta di rimarcare quello che pensa sia successo al bambino. "Mi

domando se. ..". L'adulto tenta di dare voce a ciò che si sta movendo dentro

il bambino. Questa tecnica può essere utilizzata in diverse situazioni. Ha

un'enorme importanza nelle prime fasi di conoscenza del bambino. Può

aiutare il bambino a "impossessarsi" dei propri sentimenti e comprendere i

propri comportamenti .

L'adulto di riferimento deve ammettere con il bambino la possibilità

di sbagliare nelle sue supposizioni.

Se stiamo attenti a questi bambini in questo modo, e cerchiamo di capirli

accuratamente, avremo un positivo impatto sul loro sviluppo emotivo e

sociale. Questo perché stiamo facilitando lo sviluppo della

"mentalizzazione" o della "funzione riflessiva". Mentalizzare è la

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capacità di interpretare cosa sta succedendo dentro di sé e

nell'ambiente esterno.

Farsi domande ad alta voce

STRATEGIE 1

Adeguare il nostro stile di relazione al bambino

Nell'accompagnare il nostro bambino, dobbiamo trovare il giusto equilibrio

nel creare occasioni per praticare una condizione di relativa dipendenza e di

autonomia. Per trovare questo equilibrio ci vuole tempo.

Ci saranno inoltre delle differenze nel modo in cui accompagniamo il bambino,

che sono determina

Dettagli
Publisher
A.A. 2015-2016
25 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/04 Psicologia dello sviluppo e psicologia dell'educazione

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher paoletto66 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia dello sviluppo e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale o del prof Amantini Consuelo.