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CONSUMATORE
➡ confronti del consumatore si debba perseguire un livello di protezione elevato.
1993: Il Trattato di Maastricht prevede un titolo dedicato alla tutela dei consumatori.
➡ 1997: Il Libro Verde della Commissione europea sui principi generali della legislazione
➡ alimentare nell’UE, avvia la riflessione sulle norme vigenti e sui possibili miglioramenti.
2000: Vede la luce il Libro Bianco sulla sicurezza alimentare che sottolinea la necessità
➡ di informare chiaramente i cittadini circa qualità, rischi e composizione degli alimenti.
Si evidenza anche l’intenzione di elaborare un quadro giuridico che regolamenti l’intera
catena alimentare.
2002: Regolamento n. 178/2002, testo fondatore della nuova legislazione in materia di
➡ sicurezza alimentare. Viene istituita l’autorità europea per la sicurezza alimentare.
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2003: Viene riformata la PAC e vengono formulati regolamenti su OGM per garantire la
➡ elevato livello di tutela della salute umana, degli animali e dell’ambiente.
2004: vengono formulati i regolamenti 852, 853 e 854/2004 sull’igiene dei prodotti
➡ alimentari e le norme per i controlli ufficiali sui prodotti di origine animale destinati al
consumo umano.
E’ quindi a partire dagli anni ’70 che si è sviluppata una politica in materia di consumo
che comprende al suo interno anche la legislazione alimentare. Tale politica infatti non
era inizialmente prevista nel trattato di Roma. Nello stesso tempo, mentre la politica a
favore dei consumatori entrava a far parte del quadro generale di realizzazione del
Mercato interno, la Legislazione in materia di prodotti alimentari subiva un cambio di
strategia: se infatti inizialmente la comunità europea aveva utilizzato una duplice
impostazione, ossia l’emanazione di direttive “orizzontali” riguardanti in generale diversi
aspetti degli alimenti e l’emanazione di direttive verticali destinate a regolamentare
specifiche condizioni e requisiti di determinati prodotti, poiché l’attuazione
dell’impostazione verticale risultava estremamente complessa e poco efficace, in seguito
venne deciso di reimpostare la predetta strategia dando priorità all’impostazione
orizzontale co l’obiettivo principale di tutelare la salute dei consumatori e garantire la
libertà di circolazione dei prodotti. Contemporaneamente è stata introdotta una
distinzione di “competenze” per cui l’adozione dei provvedimenti di base è attribuita al
Consiglio Europeo e al Parlamento mentre la Commissione, è competente in materia di
provvedimenti relativi alle procedure applicative e a taluni aspetti particolari e specifici.
4. Libro Verde
La Commissione europea nel 1997 pubblicò il Libro Verde sui principi generali della
legislazione alimentare europea. Il Libro Verde permise di avviare una riflessione sulle
norme vigenti e sui possibili miglioramenti. Fu infatti pubblicato con l’obiettivo principale di
avviare una consultazione sulla futura evoluzione della legislazione comunitaria in materia
alimentare e definire gli obiettivi della stessa al fine di:
garantire la libera circolazione delle merci all’interno del mercato unico
✓ garantire un elevato livello di tutela della salute pubblica e della sicurezza dei consumatori
✓ basare la legislazione su prove scientifiche e sulla valutazione del rischio
✓ promuovere la competitività dell’industria europea
✓ attribuire la responsabilità principale della sicurezza dei prodotti alimentari ai produttori e
✓ fornitori
garantire una legislazione razionale e comprensibile a tutti gli utenti
✓ Facendo seguito alle indicazioni contenute nel Libro Verde, la Commissione illustrò la
nuova strategia in materia di salute dei consumatori e sicurezza alimentare. Tale strategia si
basa si basava su tre principi generali riguardanti:
- la separazione delle responsabilità legislative da quelle relative alla consultazione
scientifica
- la separazione delle responsabilità legislative da quelle relative al controllo
- il rafforzamento della trasparenza e della diffusione dell’informazione sia nel processo
decisionale che nelle attività di controllo.
A tal fine la Commissione individuò tre strumenti complementari che consentivano di
raggiungere questo obiettivo:
1. l’analisi dei rischi (basata sul principio di precauzione)
2. i pareri scientifici
3. i controlli e le ispezioni Pagina 3 di 12
5. Libro Bianco
Il Libro Bianco sulla sicurezza alimentare vide la luce il 12 gennaio del 2000 a seguito di
alcuni avvenimenti (crisi della mucca pazza, influenza aviaria…) che avevano scosso molto i
consumatori e messo in evidenza alcune carenze nella regolamentazione alimentare e nella
sua applicazione. Il Libro Bianco stabiliva quindi i piani per una nuova politica alimentare a
livello europeo sottolineando la necessità di informare chiaramente i cittadini circa qualità,
rischi e composizione degli alimenti e l’intenzione di elaborare un quadro giuridico che
regolamentasse l’intera catena alimentare. La finalità era quella di assicurare che l’UE
disponesse degli standard più elevati possibili di sicurezza alimentare. Il principio ispiratore
di questo nuovo sistema era che la politica della sicurezza alimentare si basasse su un
approccio completo e integrato cioè che interessasse l’intera catena alimentare e dunque
che i ruoli di tutti i soggetti della filiera alimentare fossero chiaramente definiti, che
venissero introdotte le procedure adeguate circa la rintracciabilità degli alimenti, che
venisse applicata l’analisi del rischio e il principio di precauzione. Le principali misure
proposte per riorganizzare la sicurezza alimentare furono quindi:
‣ l’istituzione di un’Autorità alimentare europea autonoma, incaricata di elaborare pareri
scientifici indipendenti su tutti gli aspetti inerenti alla sicurezza alimentare
‣ una legislazione in grado di coprire tutti gli aspetti connessi ai prodotti alimentari
‣ un adeguato dialogo con i consumatori in materia di sicurezza alimentare
‣ un’armonizzazione dei sistemi di controllo nazionali in modo da renderli più efficaci
La differenza tra i due tipi di libri è che mentre quelli verdi (Green Papers) espongono una gamma di idee
ai fini di un dibattito pubblico, i libri bianchi contengono una raccolta ufficiale di proposte in settori politici
specifici e costituiscono lo strumento per la loro realizzazione.
6. Differenza e definizione tra Direttive Europee e Regolamenti
(Per realizzare gli obiettivi stabiliti nei trattati, l'UE può adottare diversi tipi di atti legislativi.
Alcuni sono vincolanti, altri no. Alcuni si applicano in tutti i paesi dell'UE, altri solo in alcuni di
essi).
Un regolamento è un atto legislativo vincolante e in quanto tale deve essere applicato in
tutti i suoi elementi nell'intera Unione europea.
Una direttiva è, invece, un atto legislativo che stabilisce un obiettivo che tutti i paesi dell'UE
devono realizzare. Tuttavia, spetta ai singoli paesi definire attraverso disposizioni nazionali
come tali obiettivi vadano raggiunti.
Il recepimento nel nostro ordinamento della normativa emanata dagli organi dell’UE è
regolato dalla “legge comunitaria” (attualmente regolata dalla legge n.11 del 4 febbraio
2005).
7. Codex Alimentarius
Il Codex Alimentarius è un insieme di norme stabilite dalla commissione del Codex
Alimentarius, nata nel 1961 dalla collaborazione tra la Fao ed il Who. Il fine
dell’organizzazione era quello di elaborare degli standard e delle linee guida nella
produzione degli alimenti per regolarne la commercializzazione ed assicurare al
consumatore una sicurezza indipendente dal luogo di provenienza della merce; ma anche
di sviluppare e armonizzare le norme sanitarie a livello mondiale, di emanare direttive e
raccomandazioni sui prodotti dell’agricoltura e della pesca, sugli additivi e contaminanti, sui
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mangimi, con particolare riguardo ad aspetti quali l’etichettatura, i metodi di
campionamento e di analisi, le misure di igiene allo scopo di proteggere la salute dei
consumatori. L’adesione alle regole del Codex Alimentarius, in origine volontaria, ha
assunto carattere vincolante dal 1995 (a seguito dell’istituzione dell’Omc). La Commissione
del Codex (con sede a Roma e Ginevra) si riunisce una volta l’anno per revisionare ed
aggiornare il Codex Alimentarius. Ai lavori partecipano esperti di diverse discipline
specifiche e dell’alimentazione. Tale Codex, pertanto, si sostanzia come un elaborato in
continua “espansione”, un punto di riferimento per la definizione degli standard alimentari
globali e per l’elaborazione delle norme che rimandano a tali standard.
(Con il decreto n. 1523 del 13 ottobre del 1996 fu istituito il Comitato nazionale Italiano per il Codex
Alimentarius con il compito di assicurare la partecipazione italiana all’elaborazione delle norme e
raccomandazioni del Codex).
8. Definizione di salubrità
[La qualità dei prodotti agroalimentari, intesa come l’attitudine a soddisfare i bisogni dei clienti siano
essi espliciti o impliciti, riveste un ruolo sempre più importante, soprattutto in relazione alle condizioni
di fortissima concorrenza in cui opera il mondo agroalimentare ed agroindustriale. Tra le
caratteristiche implicite che si possono considerare troviamo la salubrità e la genuinità].
Per salubrità si intende l'assenza all’interno di un alimento di sostanze nocive, che possono
essere di natura microbiologica o dovute alla presenza di tossine, residui di pesticidi,
metalli pesanti, etc. tali da compromettere o intaccare la salute del consumatore.
9. Definizione di genuinità
Di genuinità si hanno due definizioni: la prima di tipo letterale, secondo la quale è genuino
l’alimento che è conforme alla sua composizione naturale in quanto non contiene sostanze
estranee alla propria natura, dunque il prodotto non modificato. La seconda, formale,
secondo cui è genuino l’alimento conforme agli stand prescritti dalla legislazione.
10. Regio decreto del 1934
Il Testo unico delle leggi sanitarie fu approvato con regio decreto n. 1265 il 17 luglio del
1934 e fu il primo decreto che nel nostro Paese sostenne una connessione tra diritto
all’alimentazione e diritto alla salute, inteso come diritto alla salubrità degli alimenti. La
sezione I del Titolo IV contenuta nella predetta normativa era infatti dedicato alla vigilanza
igienica sulla genuinità e salubrità degli alimenti e delle bevande. Tali articoli prevedevano
quindi il controllo da parte delle autorità sanitarie, al fine di assicurare la “tutela della sanità
pubblica”. Il Pre