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Weaver, fa riferimento alla teoria dell’informazione. Si tratta di un modello molto semplificato,

secondo il quale una fonte o sorgente dell’informazione emette un messaggio che viene codificato

in un segnale attraverso un apparato trasmittente; questo segnale viaggia attraverso un canale,

lungo il quale può essere disturbato da un rumore; alla fine del canale è posto un apparato

ricevente che decodifica il messaggio e lo rende disponibile per il destinatario. Il secondo modello

analizzato è quello semiotico-informazionale. Questo modello mette in discussione due punti che

invece erano fondamentali nel modello informazionale: 1. Che l’informazione sia definibile come

ciò che rimane costante attraverso tutte le operazioni reversibili di codifica e di traduzione; che

l’informazione si propaghi secondo un codice uniforme e comune a emittente e ricevente. Quindi, il

secondo modello, si articola principalmente sulla nozione di decodifica, sottolineando come i modi

in cui i pubblici attribuiscono il senso ai messaggi ricevuti può essere molto diverso da quello in cui

gli emittenti li hanno codificati. In questo modo la comprensione dei messaggi può essere soggetta

anche ad indesiderati effetti boomerang. In questo ambito nasce anche il concetto di decodifica

aberrante, ossia appunto quel momento in cui avremo una comunicazione che appare distorta,

“negoziata”. Secondo i due studiosi, Eco e Fabbri, si possono verificare quattro casi che portano a

queste incongruenze: 1. Incomprensione del messaggio per totale carenza di codice; 2.

Incomprensione del messaggio per disparità di codici; 3. Incomprensione del messaggio per

interferenze circostanziali; 4. Rifiuto del messaggio per delegittimazione dell’emittente. Il terzo

modello è quello semiotico-testuale, entro il quale al centro non troviamo più il messaggio ma

bensì il testo. In questo modello possiamo trovare tre concetti principali: 1. Ciò che i destinatari

ricevono non sono dei messaggi singoli, ma degli insiemi testuali; 2. Gli strumenti che guidano

l’interpretazione non sono tanto dei codici perfettamente strutturati, ma piuttosto degli insiemi di

pratiche testuali sedimentati nel contesto culturale; 3. I destinatari non ricevono mai un unico

messaggio, ma ne ricevono molti, sia un punto di vista sincronico che da un punto di vista

diacronico. Quindi, il testo, a differenza del singolo messaggio, fa riferimento a più codici e non ad

uno soltanto; e inoltre, mentre il messaggio attraverso il codice esaurisce tutto il suo contenuto, il

testo ingloba in sé anche il non detto, cioè le presupposizioni e le argomentazioni implicite degli

emittenti, quelle che gli emittenti attribuiscono ai riceventi, le intenzioni che i riceventi attribuiscono

agli emittenti e così via…

3. Herbert Blumer fu il primo a definire la massa un nuovo tipo di formazione sociale della società

moderna, contrapponendola ad altri aggregati come il gruppo, la folla e il pubblico. In un piccolo

gruppo tutti i membri si conoscono, condividono gli stessi valori, hanno rapporti stabili nel tempo e

interagiscono in vita di qualche obiettivo; la folla è più grande ma è ancora ristretta entro confini

osservabili in uno spazio particolare, la sua composizione morale non è né strutturata né ordinata;

il pubblico tende ad essere relativamente grande, disperso e stabile. Il pubblico si forma attorno a

un problema o a una causa, a sostegno di un interesse o di un’opinione e in favore di un

cambiamento politico. Con il termine massa invece, ci si riferisce ad un’entità più grande rispetto

alle tre descritte prima. La massa è disaggregata, i suoi membri non si conoscono. La massa è

eterogenea perché è composta di tutti gli strati e gruppi sociali, ma è anche omogenea nella scelta

di un particolare oggetto di interesse e come tale era vissuta da quelli che volevano manipolarla. Il

pubblico di massa deve essere inteso in termini prettamente quantitativi.

4. i valori/notizia sono delle regole pratiche comprendenti un corpus di conoscenze professionali

che implicitamente spiegano le procedure lavorative che avvengono all’interno di una redazione. I

valori notizia derivano da diversi fattori quali: il contenuto delle notizie, la disponibilità del materiale

e i criteri relativi al prodotto informativo; il pubblico e la concorrenza. i valori notizia possono essere

classificati secondo criteri sostantivi, criteri relativi al prodotto, criteri relativi al mezzo, criteri relativi

al pubblico e criteri relativi alla concorrenza. È importante sottolineare però, che non tutti i

valori/notizia sono importanti allo stesso modo. La trasformazione di un evento in notizia è il

risultato di una ponderazione tra valutazioni relative a elementi di differente peso, rilievo e rigidità

rispetto alle procedure produttive.

5. gli usi sociali della televisione, quando viene fruita in casa, sono, a parere di Lull, di due tipi

primari: strutturali e relazionali. Gli usi strutturali della televisione sono a loro volta divisi in usi

strutturali ambientali e strutturali regolativi. Nel primo caso ci si riferisce a quei momenti in cui la

televisione viene utilizzata come “sottofondo” ad altre attività, invece nel secondo caso ci si

riferisce a quei momenti in cui abbiamo una sorta di appuntamento con certi programmi televisivi

che vogliamo vedere a un preciso orario. Per quanto riguarda invece gli usi relazionali della

televisione, ovvero i modi attraverso i quali i membri della audience usano la televisione per creare

accordi pratici sociali, ne sono state distinte quattro tipologie: il primo uso relazionale della

televisione è quello di essere di ausilio nel facilitare la comunicazione; il secondo uso relazionale è

quello che riguarda l’appartenenza o l’esclusione, a seconda se alcuni programmi televisivi

vengono seguiti o meno; il terzo uso relazionale della televisione fa riferimento al suo essere

mezzo di apprendimento sociale per molti aspetti della vita quotidiana; infine, l’ultimo uso

relazionale della televisione fa riferimento alle opportunità offerte di dimostrare competenza o di

attuare forme di dominio attraverso le modalità prescelte di ricoprire certi ruoli all’interno della

famiglia.

6. i nuovi sviluppi tecnologici degli ultimi decenni hanno sicuramente dato un notevole impulso alla

globalizzazione. Ma per quanto la tecnologia sia stata fondamentale, molto più rilevante è stato

l’aspetto economico. Oltre a questi due fattori, è stato importante anche il carattere della pubblicità,

legata alla globalizzazione di molti prodotti di mercato, dando un grande rilievo alle numerose

agenzie pubblicitarie che si sono formate. La recente fase della rivoluzione delle comunicazioni è

stata segnata dal fenomeno della concentrazione mediale, il cui risultato è che le industrie mediali

di tutto il mondo sono sempre più dominate da un ristretto numero di potenti compagnie (esempi di

questo ne sono il campo della musica pop in cui sono presenti quattro compagnie principali: Sony,

Warner, Emi e Universal; o il campo dell’informazione con enti quali Cnn, Bbc e Al Jazeera. La

nascita delle agenzie di stampa globali del XX secolo è stata resa possibile dalla tecnologia e

incoraggiata dalle guerre, dai commerci, dall’imperialismo e dall’espansione industriale. Questo

processo, ha portato ad un fenomeno di delocalizzazione della comunicazione, che non è più

limitata entro rigidi confini, e oggi per noi, grazie allo sviluppo dei nuovi media, è molto facile (e

normale) venire a conoscenza di notizie che accadono a molti km di distanza da noi. In ogni caso,

nonostante dagli anni 70 in poi sia nato quello che possiamo definire un mercato globale dei

media, che vede gli Stati Uniti come massimo esponente e influenzatore di questo processo,

rimangono ancora presenti i concetti di identità nazionale e culturale. Infatti, se la cultura

americana ha fortemente influenzato l’intero campo della comunicazione, soprattutto nell’ambito

dell’intrattenimento, ricerche sociologiche hanno dimostrato che il pubblico continua a preferire

prodotti interni nazionali, perché sentiti più vicini ai propri stili di vita e alla propria cultura.

7. vedere risposta n.15

8, 9 e 21. Dick Hebdige si concentrò sullo studio delle subculture facendo riferimento ad alcune

delle categorie teoriche utilizzate dagli studiosi dei Cultural Studies: il concetto di ideologia di

Althusser, i concetti di bricolage e omologia di Levi-Strauss e il concetto di egemonia di Gramsci.

Hebdige ha affrontato lo studio della produzione di senso che, ha luogo al livello della forma

materiale delle subculture. Egli propose di iniziare a costruire una grammatica in grado di

decodificare “i messaggi nascosti inscritti sulla superficie della subcultura”. Egli si diceva attratto

dagli oggetti mondani (spille, scarpe, moto…) che assumevano una dimensione simbolica,

diventando delle sorte di marchi. La ricerca di Hebdige si è quindi sostanziata nella descrizione

minuziosa e attenta del processo mediante il quale gli oggetti sono resi sempre di più portatori di

significato in quanto “stile” della subcultura. Per definire il processo di costruzione dello stile di una

subcultura è necessario fare riferimento al concetto di bricolage elaborato da Levi-Strauss,

quando sostiene che le usanze magiche dei popoli primitivi devono essere considerate come

sistemi di connessione implicitamente coerenti e in grado di estendersi all’infinito in quanto gli

elementi di base possono essere utilizzati in una grande varietà di combinazioni capaci di generare

fra loro nuovi significati. Hebdige, sempre riferendosi a Levi-Strauss utilizza anche il concetto di

omologia, spiegando come (e prendendo l’esempio dei punk) lo stile punk, definito principalmente

dalla violenza dei suoi cu tuo, definì una propria subcultura che significò “caos ad ogni livello”,

anche se ciò fu possibile solo perché lo stile stesso era perfettamente ordinato. La struttura interna

di ogni subcultura specifica è caratterizzata da una estrema regolarità.

10. la storia dei mezzi di comunicazione moderni inizia con il libro stampato. Dal medioevo in poi ci

fu una rivoluzione sociale nella quale il libro svolse un ruolo fondamentale. In questo periodo

nacquero i nuovi concetti di autore, editore e copyright. Ma il vero impulso alla nuova

comunicazione fu data dal giornale, il quale fin dall’inizio fu caratterizzato da un’uscita regolare,

finalità multiple quali l’informazione, la pubblicità, l’intrattenimento, lo svago ecc…, e un carattere

pubblico, ovvero aperto. Dopo il giornale, inteso come mezzo di comunicazione per eccellenza,

alla fine dell’Ottocento nasce il cinema. L&r

Dettagli
Publisher
A.A. 2017-2018
7 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ART/06 Cinema, fotografia e televisione

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher SaraForni di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Comunicazione di massa e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Grandi Nicola.