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Analisi della crescita delle popolazioni umane
Per analizzare la crescita delle popolazioni umane si possono utilizzare le piramidi d'età. Per le popolazioni in via di sviluppo come Africa, India e Cina, esse presentano una base molto larga che va assottigliandosi salendo. Tale andamento rappresenta un grande numero di popolazione in età pre-riproduttiva, indice di un grande tasso riproduttivo della classe di età riproduttiva e una prospettiva futura di grande accrescimento quando i giovani entreranno in età riproduttiva.
Diversamente, le piramidi d'età delle popolazioni industrializzate come America, Russia ed Europa, assumono una conformazione in cui la base è larga quanto la parte centrale e parte della punta, oppure nella quale la base è addirittura più sottile della punta. Nel primo caso, la popolazione si trova in una sorta di equilibrio, mentre nel secondo caso la popolazione è in diminuzione. L'assottigliamento alla base sta ad indicare un basso tasso.
riproduttivo delle fasce di età attualmente in riproduzione prevedendo un futuro in cui ci saranno lo stesso numero o meno di individui in grado di riprodursi, mentre la vasta area superiore della piramide che si assottiglia solamente molto in alto è indice di una bassa mortalità al di sotto della massima longevità, effetto di condizioni di vita in continuo miglioramento. 39. L'economia verde L'economia verde o green economy è un modello di sviluppo economico che tiene in considerazione l'impatto ambientale durante le decisioni economiche. Secondo il modello della green economy nell'analisi costi/benefici di una determinata decisione l'impatto ambientale di quest'ultima è di grande rilevanza. Se insorge un danno ecologico, esso deve venire risolto quanto prima assumendo un approccio precauzionale considerando l'integrità ambientale e la propria preservazione come elemento centrale. 40. Il concetto dialla produzione di energia, ecc. Inoltre, la biodiversità garantisce tutti i nutrienti di cui necessitano gli esseri umani e anche tutti i farmaci come antibiotici, antinfiammatori, cicatrizzanti, ecc. e tutte le altre molecole funzionali o le più svariate strategie scoperte studiando peculiarità e adattamenti di organismi differenti. Un altro grande beneficio della biodiversità assolutamente da non sminuire deriva dalle emozioni e sensazioni che è in grado di scatenare quando la si vive facendo per esempio una passeggiata nel bosco, nuotando nella barriera corallina, ecc.
42. Sostenibilità forte e debole, definizioni e differenze
Il concetto di sostenibilità può essere definito come utilizzo consapevole delle risorse. Se lo sfruttamento di una risorsa è sostenibile, tale risorsa non si esaurirà nel tempo, preservandola anche per le generazioni future. In base ai rapporti economici la sostenibilità viene divisa in
sostenibilità debole e sostenibilità forte. La sostenibilità debole considera il capitale economico tanto quanto quello naturale, mentre la sostenibilità forte predilige il capitale naturale tutelando e proteggendo ecosistemi, cicli biogeochimici e biodiversità. La resilienza nei sistemi ecologici La resilienza di un sistema ecologico è la sua capacità di ripristinarsi dopo aver subito danni di tipo naturale (incendi o inondazioni) o antropico (deforestazione, eutrofizzazione, cambiamenti climatici). A seconda della gravità del danno subito, il sistema ecologico può essere in grado o meno di rispondere alla perturbazione rigenerandosi, il punto oltre al quale un danno provoca un cambiamento di stato di esso viene chiamato tipping point. Il tipping point è molto difficile da determinare perché è influenzato da numerosissime variabili e rappresenta il punto di non ritorno, oltre il quale il sistema ecologico nonè più in grado di rigenerare il suo stato iniziale. Il superamento del tipping point provoca quindi condizioni disastrose dalle quali si cerca di star lontani, almeno per quanto riguarda i disturbi provocati dall’uomo, e data la difficoltà di stabilire la resilienza di un sistema ecologico e quindi il suo punto critico sarebbe buona norma non mettere alla prova la resilienza dei sistemi ecologici evitando le deforestazioni, gli episodi di eutrofizzazione e i cambiamenti climatici provocati dalle attività antropiche.
44. La variazione della diversità di specie a seguito di disturbi naturali o antropici
I disturbi naturali o antropici che possono portare ad una diminuzione di varietà di specie sono molteplici, per esempio incendi ed inondazioni per quanto riguarda i disturbi naturali oppure deforestazione, eutrofizzazione e cambiamenti climatici per quelli causati dall’uomo. La diminuzione di specie porta l’ecosistema ad un nuovo stato,
ciò significa che si è superato il punto di non ritorno (tipping point) della resilienza del sistema ecologico per cui risulta impossibile ripristinare le condizioni iniziali. Il superamento del tipping point provoca quindi condizioni disastrose dalle quali si cerca di stare lontani, almeno per quanto riguarda i disturbi provocati dall'uomo, e data la difficoltà di stabilire la resilienza di un sistema ecologico e quindi il suo punto critico sarebbe buona norma non mettere alla prova la resilienza dei sistemi ecologici evitando le deforestazioni, gli episodi di eutrofizzazione e i cambiamenti climatici provocati dalle attività antropiche.
45. Definizione del punto critico o tipping point
Il punto critico o tipping point fa parte della resilienza di un sistema ecologico e rappresenta il punto di non ritorno oltre il quale il cambiamento che ha subito il sistema ecologico è talmente grave da rendere impossibile o quasi il ritorno al proprio stato iniziale.
tipping point di un sistema ecologico è molto difficile da determinare a causa delle numerosissime variabili che possono influenzarlo e può essere raggiunto in seguito a danni naturali come inondazioni ed incendi o in seguito a danni provocati dall'uomo come deforestazioni, eutrofizzazione e cambiamenti climatici. Il superamento del tipping point provoca quindi condizioni disastrose dalle quali si cerca di star lontani, almeno per quanto riguarda i disturbi provocati dall'uomo, e data la difficoltà di stabilire la resilienza di un sistema ecologico e quindi il suo punto critico sarebbe buona norma non mettere alla prova la resilienza dei sistemi ecologici evitando le deforestazioni, gli episodi di eutrofizzazione e i cambiamenti climatici provocati dalle attività antropiche.46. Resilienza e 'punto critico' nei sistemi naturali
La resilienza di un sistema ecologico è la sua capacità di ripristinarsi dopo aver subito danni di tipo
Il sistema ecologico può subire danni sia di origine naturale (incendi o inondazioni) sia di origine antropica (deforestazione, eutrofizzazione, cambiamenti climatici). A seconda della gravità del danno subito, il sistema ecologico può essere in grado o meno di rispondere alla perturbazione rigenerandosi, il punto oltre al quale un danno provoca un cambiamento di stato di esso viene chiamato tipping point. Il tipping point è molto difficile da determinare perché è influenzato da numerosissime variabili e rappresenta il punto di non ritorno, oltre il quale il sistema ecologico non è più in grado di rigenerare il suo stato iniziale.
L'impronta del carbonio è un dato che misura le emissioni di gas serra derivate dalle attività antropiche. L'impronta del carbonio può essere misurata globalmente o anche solo sul ciclo vitale di un prodotto. Questo dato dà indicazioni sul contributo delle varie attività umane ai cambiamenti
48. L'impronta ecologica, definizione e utilizzo
L’impronta ecologica è un dato che rappresenta l’area naturale necessaria alsostentamento di un’area urbana. Gli abitanti di un’area urbana necessitano dicibo, di acqua, di ossigeno, ecc. per cui l’impronta ecologica racchiude tutte learee naturali agricole, forestali, acquatiche, ecc. necessarie a sostenere l’areaurbana. L’utilizzo dell’impronta ecologica che generalmente viene misurata inettari ad abitante è lo strumento necessario per
Poter analizzare la sostenibilità di un territorio. Lo sviluppo sostenibile di una determinata popolazione è possibile solo quando la produttività globale dell'intero territorio è maggiore dell'intera impronta ecologica della popolazione che lo abita. In Italia, per esempio, non è così in quanto l'impronta ecologica è maggiore della produttività del territorio, ciò significa che per il sostentamento necessitiamo anche di aree al di fuori dal territorio italiano.
49. Descrivi come si determina l'impronta ecologica di una città
L'impronta ecologica di una città rappresenta la superficie di tutte quelle aree naturali necessarie a produrre energia, cibo, acqua, ossigeno, ecc. per il sostentamento della città. La città è quindi una sorta di parassita che vive sfruttando aree al di fuori di essa; l'impronta ecologica misura effettivamente quanti ettari di territorio naturale
funzionamento equilibrato degli ecosistemi.