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Disegno Tecnico Industriale Pag. 11
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Disegno Tecnico Industriale Pag. 16
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Disegno Tecnico Industriale Pag. 21
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Disegno Tecnico Industriale Pag. 26
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Disegno Tecnico Industriale Pag. 31
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Disegno Tecnico Industriale Pag. 36
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Estratto del documento

C

• c. eventuale lunghezza di base o altezza F

DISEGNO TECNICO INDUSTRIALE – © Università di Modena e Reggio Emilia

solchi di rugosità Fonte:

del profilo • f. parametri aggiuntivi Chirone,

• e. sovrametallo di lavorazione

• d. simbolo grafico di designazione dei

103

• f. parametri aggiuntivi DISEGNO TECNICO INDUSTRIALE – © Università di Modena e Reggio Emilia

solchi di rugosità Fonte:

103 • e. sovrametallo di lavorazione

DISEGNO TECNICO INDUSTRIALE – © Università di Modena e Reggio Emilia

• f. parametri aggiuntivi

d. simbolo grafico di designazione dei solchi di rugosità

103

e. sovrametallo di lavorazione DISEGNO TECNICO INDUSTRIALE – © Università di Modena e Reggio Emilia

Finitura superficiale e rugosità

f. parametri aggiuntivi

segno di base Finitura superficiale e rugosità

• Designazione rugosità

– Simbolo grafico 1996

Finitura superficiale e rugosità

• 1. segno di base ,

Capitello

• 2. asportazione di truciolo

• Designazione rugosità 1 2 3

Finitura superficiale e rugosità

asportazione di truciolo • 3. senza asportazione ll

– Simbolo grafico 1996 Industriale”,

• 4. indicazione di caratteristiche

• Designazione rugosità

• 1. segno di base ,

Finitura superficiale e rugosità

particolari della superficie Capitello

• 2. asportazione di truciolo

– Simbolo grafico 1 2 3 1996

• Designazione rugosità • 5. superfici alle stesse condizioni Tecnico

senza asportazione • 3. senza asportazione

• 1. segno di base ll ,

– Annotazioni Capitello

Industriale”,

– Simbolo grafico 4 5

1996

• 4. indicazione di caratteristiche

• 2. asportazione di truciolo “Disegno

1 2 3

• a. Indicazione parametro di rugosità

• 1. segno di base

• Designazione rugosità

particolari della superficie ,

Capitello

• 3. senza asportazione ll

• b. indicazione di caratteristiche Industriale”,

• 2. asportazione di truciolo 1 2 3

• 5. superfici alle stesse condizioni

– Simbolo grafico Tecnico Tornincasa,

• 4. indicazione di caratteristiche 1996

particolari della superficie

indicazione di caratteristiche particolari della superficie

• 3. senza asportazione particolari della superficie

– Annotazioni ll

• 1. segno di base 4 5 Industriale”, ,

• c. eventuale lunghezza di base o altezza Capitello “Disegno

• 4. indicazione di caratteristiche

• 5. superfici alle stesse condizioni

• a. Indicazione parametro di rugosità Tecnico

• 2. asportazione di truciolo 1 2 3

del profilo Chirone,

particolari della superficie

– Annotazioni

• b. indicazione di caratteristiche

• 3. senza asportazione 4 5

• d. simbolo grafico di designazione dei ll

• 5. superfici alle stesse condizioni Tornincasa,

Industriale”,

Tecnico “Disegno

superfici alle stesse condizioni

particolari della superficie

solchi di rugosità

• a. Indicazione parametro di rugosità

• 4. indicazione di caratteristiche Fonte:

– Annotazioni 4 5

• c. eventuale lunghezza di base o altezza

particolari della superficie

• e. sovrametallo di lavorazione

• b. indicazione di caratteristiche “Disegno Tornincasa,

del profilo

• a. Indicazione parametro di rugosità

particolari della superficie

• 5. superfici alle stesse condizioni Chirone,

Tecnico

• f. parametri aggiuntivi

• b. indicazione di caratteristiche

• d. simbolo grafico di designazione dei

• c. eventuale lunghezza di base o altezza

– Annotazioni 4 5 Tornincasa,

104

particolari della superficie

solchi di rugosità

del profilo “Disegno Fonte:

DISEGNO TECNICO INDUSTRIALE – © Università di Modena e Reggio Emilia Chirone,

• a. Indicazione parametro di rugosità

• c. eventuale lunghezza di base o altezza

• e. sovrametallo di lavorazione

• d. simbolo grafico di designazione dei

• b. indicazione di caratteristiche

del profilo solchi di rugosità

• f. parametri aggiuntivi Tornincasa,

Chirone, Fonte:

particolari della superficie

• d. simbolo grafico di designazione dei

• e. sovrametallo di lavorazione

104 • c. eventuale lunghezza di base o altezza

solchi di rugosità DISEGNO TECNICO INDUSTRIALE – © Università di Modena e Reggio Emilia

Fonte:

• f. parametri aggiuntivi

Francesco Leali

del profilo Chirone,

• e. sovrametallo di lavorazione RIPRODUZIONE VIETATA - P

Dipartimento di Ingegneria “Enzo Ferrari” di Modena

104

• d. simbolo grafico di designazione dei

Collegamenti filettati DISEGNO TECNICO INDUSTRIALE – © Università di Modena e Reggio Emilia

• f. parametri aggiuntivi

solchi di rugosità

francesco.leali@unimore.it Fonte:

104 • e. sovrametallo di lavorazione

DISEGNO TECNICO INDUSTRIALE – © Università di Modena e Reggio Emilia

Francesco Leali • f. parametri aggiuntivi

Tutti i meccanismi svolgono funzioni elementari classificabili in:

RIPRODUZIONE VIETATA - Pagina 52

Dipartimento di Ingegneria “Enzo Ferrari” di Modena

104

Francesco Leali

1. Collegamento: immobilizzazione relativa di due pezzi adiacenti

francesco.leali@unimore.it DISEGNO TECNICO INDUSTRIALE – © Università di Modena e Reggio Emilia

RIPRODUZIONE VIETATA - Pag

Dipartimento di Ingegneria “Enzo Ferrari” di Modena

2. Guide e articolazioni: consentono lo spostamento relativo di un

Francesco Leali francesco.leali@unimore.it

pezzo rispetto ad un altro o l’articolazione di due pezzi

RIPRODUZIONE VIETATA - Pagina 52

Dipartimento di Ingegneria “Enzo Ferrari” di Modena

3. Tenuta (mediante organi di tenuta): tenuta stagna di assemblaggi

francesco.leali@unimore.it

Francesco Leali RIPRODUZIONE VIETATA - Pagina 52

Dipartimento di Ingegneria “Enzo Ferrari” di Modena

quando nel funzionamento di un meccanismo interviene un fluido

francesco.leali@unimore.it

La funzione dei collegamenti meccanici è quella di collegare un pezzo

ad un altro limitando la possibilità di movimento del primo rispetto al

secondo, impedendo lo spostamento relativo.

Per scegliere un collegamento meccanico intervengono vari fattori:

1. forma delle superfici da collegare:

- soddisfare le esigenze relative alla pressione specifica fra

superfici adiacenti di organi meccanici collegati,

2. natura ed importanza delle sollecitazioni presenti

3. azioni di contatto tra le superfici da collegare:

- dimensionando le aree di appoggio in modo che il rapporto fra forza premente e area

comune (detto pressione o carico specifico) non superi determinati valori

I. Troviamo una prima grande suddivisione dei collegamenti in:

1. rigido: quando impedendo alcune o tutte le libertà di spostamento relativo

di due pezzi assemblati, assicura una certa posizione reciproca

prescindendo dall’entità delle sollecitazioni esterne;

2. elastico: quando interponendo un elemento elastico (gomma, molla)

deformabile fra i pezzi assemblati, ne permette uno spostamento relativo

limitato.

1) A loro volta, i collegamenti rigidi si possono suddividere in:

- Rigidi completi, se si oppongono ad ogni spostamento dei pezzi assemblati.

- Rigidi parziali (solo temporanei), se soltanto alcuni spostamenti risultano

impedibili.

2) Nei collegamenti elastici, l’ampiezza dello spostamento dipende dalla

deformazione del mezzo elastico interposto ed è funzione delle forze esterne

(sollecitazioni) applicate. La deformazione del mezzo elastico assorbe, in

particolari circostanze di sollecitazione, una certa quantità di energia

meccanica, ammortizzando urti e limitando vibrazioni.

Una classificazione più frequente, tende a distinguere fra collegamenti:

- temporanei o smontabili, quando l’assemblaggio può essere smontato e rimontato

con facilità, senza danneggiare i componenti stessi né le parti collegate, che possono

essere riutilizzati.

- permanenti, se la scomposizione dei pezzi costituenti l’assemblaggio è impossibile, o

può essere eseguita solamente danneggiandone alcuni.

I collegamenti temporanei possono essere:

- regolabili se permettono ai pezzi assemblati di assumere posizioni relative variabili,

entro certi limiti e con regolazione tramite organi (viti, dadi, …).

- non regolabili quando tale possibilità non sussiste.

Classificazione dei collegamenti rigidi in base al principio meccanico o tecnologico:

1. per attrito: due pezzi sufficientemente premuti tra loro da una forza perpendicolare

al piano di contatto, non possono spostarsi relativamente l’uno relativamente all’altro

nella direzione parallela a detto piano.

2. per ostacolo: il corpo risulta vincolato da corpi adiacenti (vincoli) che ne limitano la

possibilità di spostamento (rotazione e traslazione).

3. per attrito ed ostacolo (misti).

4. per fusione o incollaggio.

1. Collegamenti per attrito:

- si generano, direttamente o per mezzo di opportuni organi, pressioni normali alla superficie di

contatto tali da impedire ogni spostamento relativo, in qualsiasi direzione, dei pezzi

assemblati.

- è sempre completo;

- è stabile se le pressioni normali sussistono anche dopo il montaggio.

- Es. di collegamento per attrito: dilatazione (forzamento), incuneamento, filettatura, elasticità.

- Rischio: i collegamenti per attrito presentano una stabilità incerta perché l’attrito dipende

dalla forza normale N applicata. La pressione ottenuta con questa forza può

momentaneamente essere ridotta o soppressa da cause esterne (es. vibrazioni). —> Si deve

quindi aumentare la resistenza di attrito con particolari accorgimenti oppure con l’ausilio di

ostacoli che rendano più sicuro il collegamento.

2. Collegamenti per ostacolo:

- sono tutti parziali, in quanto sono ostacoli ad alcuni movimenti relativi dei pezzi

collegati, ma deve esistere almeno un grado di libertà in traslazione per poterne

effettuare il montaggio.

- Consentono un collegamento completo soltanto dopo deformazione elastica (e quindi

temporanea) o permanente di uno dei due pezzi che partecipano al collegamento

stesso.

- Es. anelli elastici di sicurezza (deformazione temporanea) e ribattitura (deformazione

permanente, che richiede il danneggiamento di uno dei pezzi componenti

l&r

Dettagli
Publisher
A.A. 2016-2017
40 pagine
3 download
SSD Ingegneria industriale e dell'informazione ING-IND/15 Disegno e metodi dell'ingegneria industriale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher michele_27 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Disegno tecnico industriale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia o del prof Leali Francesco.