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LE PERSONE GIURIDICHE
Si conoscono i soli istituti del waqf (sorto per soddisfare il bisogno di destinare dei beni ad un scopo pio, è servito poi a soddisfare bisogni di natura diversa da quella originaria) e del bayt al-mal.
- Waqf di beneficenza: la sua funzione consiste nel permettere la soddisfazione di uno scopo mediante l'immobilizzazione di beni patrimoniali. I requisiti essenziali sono: il costituente; l'oggetto; lo scopo pio; i devolutari;
- Waqf di famiglia: consiste nell'ammissione della categoria dei beneficiari intermedi: è ammesso che la manfa'a dei beni costituiti in waqf, prima di essere adibita al soddisfacimento di uno scopo pio, possa essere attribuito a determinate categorie di persone fisiche (ha per scopo l'eludere norme successorie craniche);
- Waqf di famiglia secondo Abu Yusuf: egli stabilì che il costituente potesse attribuirsi la disponibilità del bene, considerandosi quale primo beneficiario.
Il waqf
Sorge per atto di volontà di colui che ha la capacità di disporre dell'oggetto. Durante l'esistenza del waqf la raqaba è destinata ad uno scopo pio e quindi è immobilizzata e sottratta alla disponibilità giuridica dell'individuo; la manfa'a invece è attribuita a diverse categorie di persone. L'organo di rappresentazione è rappresentato dal nazit.
Bayt al-mal: la casa dei beni. L'origine dell'istituto è fatta risalire al Profeta. I cespiti di entrata erano costituiti dall'elemosina rituale e dal quinto del bottino di guerra. Era destinato a soddisfare bisogni generali della comunità. Dopo l'età classica dell'Islam, l'obbligo di dover erogare il provento di determinati cespiti solo per certi scopi e non per altri, il diminuire delle entrate a causa della cessata espansione dell'Islam, e la cattiva amministrazione furono le principali cause di decadenza.
dell'istituto.
LE SUCCESSIONI LEGITTIME E L'ATTO DI ULTIMA VOLONTÀ:
Il diritto musulmano non conosce l'istituto del testamento, quindi l'unica causa di vocazione ereditaria è la legge. Non è ammessa la diseredazione né la rinuncia. L'oggetto dell'eredità ha solo carattere patrimoniale ed è il residuo attivo del patrimonio del defunto. L'erede non continua la persona del defunto, non risponde dei debiti ereditari e i due patrimoni restano separati. Le categorie di eredi legittimi sono due:
- Gli eredi fard, obbligatori o coranici è prevalentemente formata da persone di sesso femminile;
- Gli eredi asaba: questa categoria è divisa in parenti maschi uniti al de cuius per linea maschile e donne elevate al rango di asib.
Due terzi del patrimonio sono indisponibili, del residuo terzo si può disporre mediante wasiyya o atto di ultima volontà.
IL DIRITTO MUSULMANO IN EPOCA
CONTEMPORANEA: Nell'ultimo decennio, dopo un periodo di restrizione di applicazione dello sharià, sembra di assistere ad un inversione di marcia. L'influsso occidentale è stato maggiore nel campo pubblico. Dalla seconda metà del secolo scorso, nel mondo islamico, è in atto un processo di recezione di modelli normativi, prevalentemente romanistici che si è compiuto grazie ad una vera e propria acculturazione giuridica. Le principali modificazioni per intervento statale si sono avute in materia matrimoniale in ordine all'età minima, al consenso della donna, alla forma di celebrazione del matrimonio e alla sua prova. Tentativi sono stati fatti per eliminare il carattere poligamico del matrimonio stesso, anche se solo la Tunisia ha abolito formalmente la poligamia. IL MODELLO EGIZIANO: Il modello egiziano riproduce la duplicazione napoleonica delle fonti del diritto che si realizza in due distinti codici, di derivazione francese: il codice.Il codice civile egiziano, sia misto sia nazionale, lascia fuori tutta la materia del diritto di famiglia e di quello successorio, oltre alla regolamentazione dei waqf che costituisce il cosiddetto statuto personale.
1. I codici civili misto (1875) e nazionale (1883): sono una copia compendiata del code civil. Sono divisi in quattro libri, il solo misto è preceduto da disposizioni preliminari:
- Titolo primo: relativo ai beni;
- Titolo secondo: relativo alle obbligazioni;
- Titolo terzo: relativo ai contratti nominati;
- Titolo quarto: relativo ai diritti dei creditori (garanzie reali, prova dei diritti reali e registri di trascrizione).
Le norme improntate al diritto musulmano sono poco numerose (soprattutto la mancata autorizzazione a vendere i frutti di un albero o di un racconto non ancora spuntati e in materia di garanzia per i...
vizi occulti nella vendita.
2. Il codice di commercio egiziano nazionale (1883), ancor oggi in vigore è diviso in tre titoli: Disposizioni generali; Contratti commerciali; Fallimento. Il II libro del codice di commercio napoleonico costituirà un separato codice di commercio marittimo, mentre il IV libro confluirà nei codici di procedura. Il codice di commercio misto aveva, rispetto al nazionale, assai poche varianti.
3. I codici di commercio marittimo egiziani sia misto (1875) che nazionale (1883) recepiscono alla lettera il codice di commercio marittimo ottomano del 1863.
In Egitto è mancata la volontà di sostituire i vecchi codici di commercio con nuovi e più aggiornati testi. Tuttavia in materia marittima si giunse all'elaborazione di un nuovo codice di commercio marittimo che fu la fonte principale del codice libanese. Ma anche per il diritto commerciale generale in un determinato momento, quello dell'effimera Repubblica Araba Unita.
(1958-61) costituita da Egitto e Sira, si giunse alla redazione di un progetto definito di codice di commercio, che tuttavia non entrò mai in vigore ma fu usato come fonte per alcuni dei principali codici di commercio. L'evoluzione del modello egiziano è legata ad un nuovo codice civile, finalmente unico che sostituì due codici ottocenteschi e che entrò in vigore nel 1949, con l'abolizione completa dell'ordinamento misto. La riuscita di tale opera è legata all'opera e alla dottrina di al-Sanhùri. Egli voleva, nel quadro di una possibile politica legislativa araba comune, unificare le leggi e introdurre lo studio del diritto comparato. Il codice si compone di un titolo introduttivo e di due parti, ripartite in quattro libri: I. Delle obbligazioni: - Libro I: delle obbligazioni in generale - Libro II: dei contratti nominati e relativi alla proprietà II. Dei diritti reali: - Libro III: Dei principali diritti reali (del diritto diproprietà); Libro IV: Deidiritti reali accessori (delle garanzie reali).Vi sono espressi rinvii al diritto musulmano (in caso di assenza; nel campo delle successionilegittime; in materia di wasiyya, o atto di ultima volontà); vi sono influssi di diritto musulmano(nella locazione dei beni waqf; nella situazione di chi si trova in stato di malattia mortale). Vi sonodelle parti in cui la costruzione romanista e quella musulmana presentano parallelismi (abuso deldiritto; distinzioni delle cose; modi di acquisto della proprietà; fonti delle obbligazioni); vi sonoinfine norma contrarie al diritto musulmano (contratti aleatori, norme sul gioco e sulla scommessa,sulla rendita vitalizia e sui contratti di assicurazione).La Siria conosce un’attività legislativa più ridotta del Libano durante il mandato francese giacchévengono recepiti non pochi testi libanesi. Verranno recepiti i due codici di commercio, mentre vi fuuna vivace opposizione al
1. Il codice civile siriano, che entrò in vigore qualche settimana prima di quello egiziano, ha di quest'ultimo anche l'impianto generale: Titolo preliminare e quattro libri divisi in due parti (Parte I: Delle obbligazioni o diritti personali divisa in: libro I dell'obbligazione in generale, e libro II: Dei contratti nominati; Parte II: Dei diritti reali divisa in: libro III Dei diritti reali principali, e libro IV: Dei diritti reali accessori).
2. Il codice di commercio (1949) presenta alcune differenze con il libanese anche se l'impianto è lo stesso.
3. Il codice di commercio marittimo invece riproduce per intero il modello libanese.
L'Iraq fu sottoposto al mandato britannico, tuttavia prevalse l'acculturazione di civil law.
Il codice civile iracheno (1953), ai cui lavori partecipò anche al-Sanhùri, presenta una notevole dipendenza dal codice civile egiziano.
struttura generale. Ha un titolo introduttivo e si divide in due parti, ognuna delle quali è a sua volta suddivisa in due libri. La prima parte è dedicata all'obbligazione e ai contratti nominati, mentre la seconda parte tratta dei diritti reali. Questo codice rappresenta quindi una variante del modello egiziano. 2. Nel 1943 è stato promulgato un nuovo codice di commercio in sostituzione di quello ottomano. Tuttavia, il nuovo codice conteneva ancora la regolamentazione di tutta la materia commerciale, ad eccezione del diritto societario. Il libro terzo del codice di commercio ottomano relativo al fallimento è rimasto in vigore. Anche il codice del 1970 non regola la materia societaria. 3. Il commercio marittimo è ancora regolato dal vecchio codice ottomano, anche se in alcune parti è stato tacitamente abrogato da norme uniformi contenute nelle convenzioni internazionali alle quali l'Iraq ha aderito. La Libia, invece, ha adottato il modello egiziano per il suo codice civile. Il codice civile libico è il più simile al modello egiziano e ne ripete la struttura generale.struttura (untitolo preliminare, due parti suddivise in quattro libri). Ha due soli articoli più del codice egiziano. La diversità sta nell'ordine delle fonti: il diritto musulmano è al secondo posto invece del terzo. Alcuni articoli poi sono la traduzione in arabo si articoli del nostro vigente codice.
2. Il codice di commercio libico è quasi per intero una traduzione in arabo di testi italiani. Gli articoli del codice civile italiano hanno subito qua e là degli accomodamenti e lievi modifiche. Le norme relative alle società di persone sono di fatto abrogate a seguito della proibizione per i singoli di svolgere il commercio. Fonte del libro VII (del concordato preventivo e del fallimento) è la nostra vigente legge fallimentare, il D.R. 1942.
3. Il codice di commercio marittimo libico è con pochi adattamenti la recezione dell'intero testo del codice di commercio marittimo libanese nella recensione siriana. Dopo il primo
settembre 1969, con l'avvento di Gheddafi, si ha una prima fase di reazione all'acculturazione e di affermazione.