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La funzione legislativa

La funzione legislativa si concretizza con l'adozione di atti giuridici abilitati a porre norme positive, in stretto collegamento con la costituzione. L'attuazione degli enunciati fondamentali nella vita del diritto oggettivo vede nella legge la sua prima e fondamentale realizzazione.

Le leggi provvedimento sono atti legislativi che, dal punto di vista dei contenuti, si discostano dal modello della legge quale fonte di produzione di norme giuridiche generali e astratte.

- Funzione legislativa: leggi o atti aventi forza di legge

- Funzione giurisdizionale: sentenze o ordinanze o decreti

- Funzione amministrativa: atti amministrativi

Atti aventi forza di legge:

- DECRETI LEGGE: adottati in casi eccezionali di necessità ed urgenza (crisi internazionale, calamità naturale, ecc.). Entrano in vigore immediatamente, se non convertiti in legge decadono entro 60 giorni. Vietata la reiterazione del decreto-legge caduto.

- DECRETI LEGISLATIVI: su

Proposta del Parlamento che approva una legge delega (criteri e principi direttivi) e affida al governo la stesura completa del testo di legge entro un termine prefissato. L'atto avrà effetto per i cittadini solo quando sarà emanato il decreto legislativo.

Il diritto oggettivo persegue le sue finalità di controllo sociale non solo sanzionando le condotte giuridicamente trasgressive, ma anche incoraggiando l'assunzione di determinati comportamenti. Si afferma, quindi, una sua funzione promozionale. Di questa funzione sono espressione le leggi di incentivazione, atti normativi con cui il legislatore induce i destinatari a porre in essere determinate scelte comportamentali attraverso la prospettazione di un effetto positivo, di vantaggio. (esempio: una legge che, per favorire la crescita dell'occupazione, prevede sgravi fiscali a favore delle imprese). Una legge di incentivazione però genera un affidamento dei privati circa la durata del beneficio.

così accordato. I privati ripongono fiducia sul fatto che il legislatore non cambierà repentinamente idea revocando in tutto o in parte la misura promozionale. Perché questo affidamento possa rivelarsi serio, è necessario che la singola legge di incentivazione rechi una clausola che ne garantisca la sopravvivenza nel tempo. Non accogliendo la Corte una richiesta di inabrogabilità di una legge incentivo, la soluzione più equilibrata qualora la legge debba essere modificata o abrogata, situa in un intelligente e calibrata disciplina transitoria. Vale a dire l'atto con il quale il Parlamento approva il documento contabile. La legge di bilancio, adottato dal Governo, è un momento essenziale dello Stato liberale: con lo Stato sociale, la manovra di bilancio si è arricchita. Lo Stato sociale spende per finanziare i molteplici interventi: quanto più l'azione è diritta, tanto maggiore saranno le difficoltà nel.

finanziarsi tramite prelievo fiscale, indebitamento e alienazione di beni pubblici. Tutte le spese, nonché le entrate, devono essere previste dalla legge, costituendo un vincolo per il Governo. Nel contempo, questo deve realizzare gli obiettivi prefissati: se le discipline legislative non sono sufficienti, deve essere attuata in tempi rapidi una manovra di bilancio. Per velocizzare, il Governo potrebbe ricorrere a un decreto legge, ma risulterebbe difficile dimostrarne l'urgenza, e inoltre non è detto che il Parlamento converta questo in legge.

Nel 1978, per venire incontro a questo tipo di problema, il Parlamento introduce la legge finanziaria con il compito di modificare le leggi di spesa e di entrata in vigore in quel momento in modo coerente con l'indirizzo politico governativo trasposto nei diversi ambiti dello Stato. Con questo provvedimento però, il debito pubblico è aumentato a dismisura, la legge finanziaria divenne in breve tempo un acceleratore

Il problema dell'indebitamento pubblico è stato frenato dal processo di integrazione europea, che nei suoi trattati prevede limiti all'indebitamento pubblico e il pareggio di bilancio.

Nel 2009, la legge finanziaria è stata sostituita dalla legge di stabilità, il cui compito è definire i livelli massimi del saldo netto da finanziare e del ricorso al mercato finanziario. Come la legge finanziaria, la legge di stabilità include disposizioni per rendere il bilancio preventivo compatibile con gli obiettivi programmatici enunciati nel D.E.F., che contiene il programma di stabilità e il programma nazionale di riforma.

VINCOLI EUROPEI:

Patto di stabilità e crescita, Amsterdam, 1997.

Ogni anno gli Stati membri devono presentare un programma di stabilità triennale che fissi gli obiettivi di pareggio o avanzo del bilancio.

  • Deficit inferiore al 3% del PIL
  • Indebitamento inferiore al 60% del PIL

Se i vincoli non vengono rispettati,

Gli Stati sono sottoposti a sanzioni. Fiscal Compact, Trattato sulla stabilità, il coordinamento e la governance dell’Unione Europea ha introdotto una serie di regole per l’attuazione del principio del pareggio di bilancio.

Obiettivi di bilancio a medio termine (MTO): mantiene il disavanzo strutturale entro lo 0,5% del PIL. Il pareggio si ritiene realizzato quando il saldo strutturale è pari all’MTO. Modificando l’art.81 della Costituzione, il nostro Paese si è uniformato al Fiscal Compact nei seguenti termini: l’equilibrio tra le entrate e le spese del proprio bilancio, tenendo conto delle fasi avverse e delle fasi favorevoli del ciclo economico. Il principio di bilancio assume forza costituzionale.

L’individuazione dei criteri per assicurare l’equilibrio è rimandata alla legge rinforzata, una legge ordinaria approvata a maggioranza assoluta.

Il ricorso all’indebitamento

può avere luogo solo in presenza di eventi eccezionali previsti dalla legge rinforzata, e in questo caso, i criteri per l'equilibrio vengono stabiliti da un'ulteriore legge rinforzata.

Una volta superata la fase negativa, il bilancio deve essere ricondotto a pareggio.

Autonomia delle Regioni

Un'attività pubblica si definisce efficiente quando si può riscontrare una piena corrispondenza funzionale tra le risorse impiegate e i risultati in concreto conseguiti.

Il quadro si complica con l'avvento dello Stato sociale e la conseguente moltiplicazione esponenziale dei pubblici poteri: per fronteggiare questa ondata di nuove esigenze, lo Stato deve allestire una struttura più articolata (si assiste quindi al fenomeno del decentramento).

Lo Stato si è perciò avvalso di una proiezione territoriale della separazione dei poteri: pluralismo separazione "verticale". Nella nostra Repubblica, in particolare, si parla

Il sistema istituzionale dei poteri prevede il riconoscimento delle autonomie territoriali. Le Regioni e gli enti locali sono enti pubblici territoriali, ovvero organizzazioni giuridiche complesse incaricate di tutelare gli interessi generali del territorio in cui operano. Il territorio rappresenta l'ambito in cui prendono decisioni. Questi enti sono dotati anche di autonomia politica, in quanto seguono un proprio indirizzo politico.

La funzione legislativa rappresenta lo strumento principale per esercitare l'autonomia politica, soprattutto per le Regioni. Nella distribuzione dei poteri, esistono due tipi di criteri:

  • Il criterio del livello degli interessi: se sono coinvolti interessi nazionali, spetta al legislatore statale intervenire, mentre se prevalgono gli interessi locali, interviene il legislatore regionale.
  • Il criterio delle materie: le materie sono raggruppate in base alle loro caratteristiche comuni.
Potestà legislativa esclusiva dello Stato:
  • Politica estera
  • Immigrazione
  • Difesa
  • Moneta
  • Leggi elettorali
  • Ordine pubblico e sicurezza
  • Giurisdizione
  • Previdenza sociale
  • Dogane
  • Tutela dell'ambiente
Materie di potestà legislativa concorrente:
  • Tutela del lavoro
  • Istruzione
  • Salute
  • Alimentari
  • Protezione civile
  • Ricerca scientifica
  • Ordinamento sportivo
  • Governo del territorio
  • Energia

POTESTA’ LEGISLATIVA RESIDUALE DELLE REGIONI

Spetta alle Regioni la competenza in riferimento ad ogni materia non espressamente riservata alla legislazione statale: polizia locale, assistenza sociale.

L’erosione dell’autonomia regionale è stata, poi, favorita dal riconoscimento dei compiti trasversali: poteri che attraversano orizzontalmente le materie regionali al fine di sottoporre una disciplina uniforme a livello nazionale.

Il tema delle “politiche sociali”, quindi quelle azioni volte a dare seguito dell’eguaglianza sostanziale mirando a garantire un’effettiva pari dignità sociale di tutti, è sempre stato ambito materiale della competenza residuale delle Regioni (integrazione degli immigrati, tutela dei diversamente abili, assistenza sociale, edilizia residenziale pubblica, ecc.)

Ora, i rapporti tra la competenza regionale residuale in materia di politiche sociali e la competenza esclusiva statale in materia di livelli essenziali

Sono stati messi in evidenza in una pronuncia sui livelli essenziali di assistenza socio-assistenziale (LIVEAS). Di ciò si tratta di una riserva di legge rinforzata (il legislatore deve garantire una tutela uniforme nazionale) e relativa (livelli di prestazioni stabiliti anche in via amministrativa).

Altro ostacolo è rappresentato dalla attrazione in sussidiarietà: principio regolatore secondo il quale la competenza spetta all'ente più vicino ai cittadini e le funzioni vengono attratte al livello territorialmente superiore solo laddove questo sia in grado di svolgerle meglio di quello di livello inferiore.

Tutela dell'unità economica: le Regioni non possono istituire dazi di importazione o esportazione o transito tra le Regioni, né adottare provvedimenti che ostacolino in qualsiasi modo la libera circolazione delle persone e delle cose tra le Regioni, né limitare l'esercizio del diritto al lavoro in qualunque parte del territorio nazionale.

zione italiana, approvata il 27 dicembre 1947, definire i principi fondamentali dell'ordinamento giuridico del Paese. La Costituzione stabilisce i diritti e i doveri dei cittadini, l'organizzazione dello Stato e le sue istituzioni, nonché i principi fondamentali dell'economia e del lavoro. La Costituzione italiana è divisa in 12 parti, chiamate "titoli", che trattano argomenti diversi. Il primo titolo, ad esempio, riguarda i principi fondamentali, mentre il secondo tratta i diritti e i doveri dei cittadini. Altri titoli si occupano dell'organizzazione dello Stato, del Parlamento, del Governo, della magistratura, delle regioni e degli enti locali, dell'economia e del lavoro, della scuola, della famiglia, della tutela dell'ambiente e della cultura. La Costituzione italiana è considerata una delle più avanzate al mondo, in quanto garantisce una serie di diritti fondamentali ai cittadini, come ad esempio la libertà di pensiero, di parola, di stampa, di associazione e di religione. Inoltre, la Costituzione stabilisce il principio di uguaglianza tra tutti i cittadini, senza discriminazioni di sesso, razza, lingua, religione, opinioni politiche o condizioni personali e sociali. La Costituzione italiana è stata modificata diverse volte nel corso degli anni, per adeguarla ai cambiamenti sociali e politici. Tuttavia, i principi fondamentali e i diritti garantiti dalla Costituzione sono rimasti immutati, rappresentando una solida base per l'ordinamento giuridico italiano.
Dettagli
Publisher
A.A. 2018-2019
22 pagine
SSD Scienze giuridiche IUS/05 Diritto dell'economia

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Velia97 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Diritto dell'economia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Pavia o del prof Camerlengo Quirino.