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Comandi che operano nei momenti di conflitto
Sono comandi che operano nei momenti di conflitto, quando si attende qualcosa da qualcuno e si teme la delusione delle aspettative. Esse guidano le nostre azioni. Un comportamento è giusto o ingiusto, lecito o illecito se conforme o difforme da una norma che riguarda. Il giudizio è fondato se giustificato da una norma. Il linguaggio delle norme è prescrittivo, comunica cioè valutazioni che permettono o vietano un comportamento. La valutazione del comportamento presuppone la conoscenza della regola. Tale studio è affidato alla giurisprudenza, una scienza sensibile ai mutamenti della realtà sociale. La realizzazione della regola è garantita da sanzioni.
Sanzioni positive: sono le conseguenze favorevoli derivate dall'osservanza di talune regole. Per la legge di incentivazione, effettuare investimenti industriali in una determinata zona può avere una disciplina fiscale favorevole.
Sanzioni negative: le conseguenze sfavorevoli inflitte
all'autore La disposizione è ogni enunciato, che faccia parte di un testo che è fonte di diritto. Ogni disposizione ha almeno un significato ed una volta interpretata esprime una norma. L'articolo è la ripartizione interna di una legge che indica a quale enunciato di una legge si fa riferimento. Ciò sarebbe molto utile quando la legge è lunga. Se l'articolo ha più capoversi, si divide in commi. Regole e principi sono entrambi norme. La regola riguarda un comportamento e lo valuta. Le regole di condotta valutano in modo immediato un comportamento. Le regole di organizzazione disciplinano l'azione comune. La norma eccezionale è una regola, non riconducibile in via immediata al principio. È una prescrizione dettata per problemi singolari o è dettata per fattispecie atipiche nelle quali il principio corrispondente deve essere attuato mediante regole altrettanto atipiche. La norma speciale è dettata per materie particolari.all'interno di un tipo più generale- la norma derogabile è applicabile salvo che la volontà dei privati non disponga diversamente- la norma inderogabile non lascia questa libertà di scelta. È imperativa qualora il principio ad essa riferibile si attui mediante il controllo immediato sul potere di presupporre la disciplina, la sua violazione provoca la nullità dell'atto salvo che la legge non disponga diversamente. Il principio è norma che impone la massima realizzazione di un valore. Alcune volte si chiama principio una pluralità di norme, esprimono i principi fondamentali della comunità. Principi generali: Principi tecnici: rappresentano la costituzione concettuale di esigenze dall'opportunità pratica o della politica legislativa. La loro configurazione è giustificata nell'ambito dei principi generali. Principi assoluti: operano sempre in concorso con altri principi, come fonte di legittimazione del criterio.sulla base del quale si giustifica l'gerarchia individuata nel bilanciamento. (Per esempio il principio della tutela della persona) Il sistema giuridico è l' insieme delle relazioni, ordinate tra principi e regole. Ogni norma che entra a fare parte del sistema, può mutarne l'assetto poiché può incidere sul complesso delle relazioni che lo compongono. L'unico limite è il rispetto della costituzione. Quando due o più regole sono applicabili alla medesima fattispecie, vi è un concorso di regole. Per la risoluzione di tale conflitto esistono tre criteri: A. Il criterio cronologico: quella emanata per ultima prevale sulle altre B. Il criterio gerarchico: quella posta da una fonte superiore prevale (legge costituzionale rispetto alla legge ordinaria) C. Il criterio della specialità: si preferisce quella che disciplina la fattispecie concreta Il bilanciamento del sistema Bilanciare i principi significa individuarne le rispettiverelazioni di preferenza e di compatibilità ed individuare quale norma applicare. Fin qui significa individuare i principi in concorso. Il criterio del bilanciamento è la ragionevolezza. Essa è un giudizio su di una norma. Ragionevole o no, non è il principio ma la norma applicata. La dottrina del bilanciamento nega che esista una gerarchia interna tra principi. Si sostiene l'assenza di gerarchia e quindi il bisogno di bilanciamento. Bilanciare però senza gerarchia, deresponsabilizza il giudice, libero di non pronunciarsi sui principi. Consapevole dei pericoli che possono sorgere, la dottrina del bilanciamento introduce un ulteriore criterio, quello del precedente giudiziario, moderatamente vincolante. Occorre mantenere in equilibrio tre esigenze:- Evitare che il giudizio sul valore favorisca l'intolleranza
- Garantire che le argomentazioni dei giudizi siano controllabili
- Assicurare una certa continuità nelle decisioni giudiziarie