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P.A.- Principi di riferimento ex l. 241/90
Economicità - raggiungimento obiettivi con l'impiego del minor numero possibile di risorse personali, finanziarie e procedimentali = principio di non aggravamento
Efficacia - rapporto tra obiettivi prefissati e conseguiti, realizzati nel miglior modo possibile
Pubblicità - si riferisce al concetto di amministrazione pubblica, e il concetto di riferimento è la trasparenza. Inoltre si rapportano alla pubblicità la partecipazione processuale, la motivazione, il diritto di accesso.
Inoltre si rapportano alla pubblicità la partecipazione processuale, la motivazione, il diritto di accesso.
Fasi del procedimento: Fase preparatoria, fase decisoria, fase integrativa dell'efficacia (solo eventuale); tra gli estremi del procedimento, vi sono gli atti endoprocedimentali, volti all'adozione del provvedimento finale e gli effetti. Fanno parte del procedimento, appartenenza che è dubbia per gli atti di controllo. Essi non sono costitutivi dell'effetto ma condizionano l'efficacia, che comunque va collegata.
al solo provvedimento. Eliminato l'ostacolo in caso di controllo negativo, l'efficacia opera dal momento di emanazione del provvedimento.
Importanza conoscenza delle fasi: l'illegittimità di uno degli atti comporta l'illegittimità del provvedimento finale. Un atto endoprocedimentale, quando produce effetti nella sfera giuridica di terzi, è atto esterno (pluriqualificazione degli atti giuridici) e può essere impugnato.
Rapporti tra procedimenti: Tra più procedimenti amministrativi possono sorgere dei rapporti. A volte derivano dai cosiddetti subprocedimenti, cioè quei procedimenti che sono una fase del procedimento principale. Non sono autonomi, perché volti ad emanare un atto che è elemento della serie che porta all'emanazione del procedimento finale. L'invalidità di uno di questi atti inficia l'atto finale. A volte i procedimenti si dicono connessi, se l'atto conclusivo di
un soggetto pubblico o privato a richiedere l'avvio di un procedimento amministrativo. Questa richiesta può essere fatta attraverso una domanda o una istanza, che deve contenere tutte le informazioni necessarie per l'avvio del procedimento. - Istruttoria del procedimento Una volta avviato il procedimento, l'amministrazione competente deve svolgere tutte le attività necessarie per acquisire le informazioni e i documenti necessari per prendere una decisione. Questa fase è chiamata istruttoria del procedimento. - Decisione finale Al termine dell'istruttoria, l'amministrazione deve prendere una decisione finale sul procedimento. Questa decisione può essere di accoglimento o di rigetto della richiesta iniziale, oppure può prevedere l'adozione di misure o provvedimenti specifici. - Notifica della decisione Una volta presa la decisione finale, l'amministrazione deve notificarla al richiedente. La notifica può avvenire tramite raccomandata con ricevuta di ritorno, oppure attraverso altri mezzi previsti dalla legge. - Impugnazione della decisione Se il richiedente non è soddisfatto della decisione presa dall'amministrazione, può impugnarla davanti al giudice amministrativo. In questo caso, il giudice dovrà valutare la legittimità della decisione e decidere se confermarla o annullarla. Questo è solo un esempio di come potresti formattare il testo utilizzando tag html. Puoi personalizzare la formattazione a tuo piacimento.di parte o d'ufficio. L'iniziativa di parte può provenire o da un soggetto pubblico diverso da quello cui è attribuito il potere, o da un organo diverso da quello procedente o da un privato. Nei primi due casi si parla di richiesta o proposta. La proposta che è un atto che suggerisce di espletare una certa attività può essere vincolante o non vincolante: nel primo caso comporta il dovere di procedere, nel secondo l'amministrazione può valutare l'opportunità di conformarsi alla stessa. La richiesta è una manifestazione di volontà con cui si sollecita altro soggetto pubblico a emanare un atto amministrativo. Ad opera del privato invece l'iniziativa si esplica mediante istanza. Il privato deve però avere una posizione qualificata, altrimenti si ha una denuncia, cioè la presentazione di una data situazione di fatto per la quale si richiede l'adozione di un provvedimento. L'istanzaè sanabile ed ha anche contenuto rappresentativo degli interessi, anticipando le memorie e le osservazioni. L'iniziativa d'ufficio è prevista se il tipo di interessi pubblici da tutelare esiga che l'amministrazione si attivi automaticamente. Il dovere di concludere il procedimento l'art. 2 della l. 241/90 afferma che entro il termine stabilito l'amministrazione deve concludere il procedimento, termine che decorre dal ricevimento della domanda o dall'inizio d'ufficio del procedimento. Il termine entro cui deve essere emanato il provvedimento è di 30 gg oltre i quali, in caso di inerzia il cittadino può proporre ricorso avverso il silenzio, previsto per il silenzio inadempimento. Il ritardo nell'emanazione può integrare un'ipotesi di illecito disciplinare a carico del dipendente su cui insorge una responsabilità civile, rispetto a cui il privato può chiedere il risarcimento danni. In ogni casoÈ necessaria la previa diffida all'amministrazione e all'impiegatoe dopo 30 giorni decorsi inutilmente può proporre azione. L'art.328 c.p. prevede che oltre il termine di 30 giorni l'impiegatoche non abbia compiuto l'atto del proprio ufficio o non rispondaper esporre le ragioni, è punito con la reclusione o la multa eattiene a ragioni di sanità, giustizia, ordine pubblico, sicurezzae igiene. La disciplina non è coordinata con la legge 241/90perché anche ove questa preveda un termine superiore siconsidera consumato il reato oltre i 30 giorni. Ed in effettil'art.16 stabilisce un termine di 45 giorni per es, perl'emissione dei pareri obbligatori. In ogni caso, il reato èconsumato ove l'amministrazione indichi un termine superiorea 30 giorni e non vengano esposte le ragioni. L'inerzia integrail reato, occorrendo il dolo, in relazione ad un atto che nonnecessariamente deve essere il
provvedimento finale. Altro problema è quello del tempo. Nel nostro ordinamento vige il principio del tempum regis actum, per cui ogni atto è disciplinato dalla legge in vigore al momento della sua emanazione. Se nell'emanazione del provvedimento la legge richieda atti non previsti dalla normativa precedente e non sussistenti, l'amministrazione deve rifiutare di emanarlo. Quindi al momento dell'emanazione devono sussistere tutti gli atti previsti dalla disciplina vigente.
- Responsabile di procedimento: la legge 241/90 introduce la figura del responsabile di procedimento, all'art. 4 stabilisce che ogni amministrazione deve determinare l'unità organizzativa responsabile dell'istruttoria, all'interno della quale viene poi designato il responsabile di procedimento. I suoi compiti sono indicati dall'art. 6 della legge 241/90: ha funzione di dialogo provvedendo alla comunicazione dell'avvio del procedimento, è guida,
Il coordinatore dell'istruttoria, organo di impulso, valuta i requisiti di legittimazione e i presupposti per l'emanazione dell'atto, svolge in parte, dunque, attività preliminare sulla sussistenza dei requisiti condizionanti la scelta finale. Inoltre indice la conferenza di servizi, di rilievo istruttorio e decisorio, se non ha competenza per emanare l'atto finale, trasmette all'organo competente gli atti. La disciplina pone dei problemi:
- cos'è l'unità organizzativa responsabile? È una nozione generica che può applicarsi a tutte le amministrazioni. Se il procedimento implica più fasi si potrebbe avere la presenza di più responsabili: oggi le amministrazioni sono ordinate in virtù del principio di trasparenza dell'azione amministrativa, anche attraverso l'istituzione di un unico ufficio della responsabilità complessiva, per ogni procedimento.
- Se ci sono più
amministrazioniinteressate nel procedimento quanti responsabili occorreindividuare? Per ovviare alla moltiplicazione dei responsabili,si può ricorrere ad altri strumenti, come gli accordi traamministrazioni, o l’esercizio di funzioni in forma associataassicurando che una sola struttura sia responsabile di tutto ilprocedimento.
c) il responsabile, deve essere per forza undirigente, vista la locuzione ex art. 5 della legge 241 “dirigentedell’unità organizzativa? Non necessariamente e in tal casonon è provvisto di competenza a emanare il provvedimentofinale.
d) C’è identità tra unità organizzative dell’istruttoria eunità deputate ad adottare l’atto finale? Da un latosembrerebbe necessaria questa identità. Ma si pensa ancheche la soluzione contraria rispetta maggiormente la potestàauto-organizzatoria. In caso di coincidenza, invece, permettedi individuare l’unità responsabile.
Per ogni tipo di procedimento, anche in caso di inerzia dell'amministrazione. Allora si può dire che: il responsabile coincide con l'organo competente ad emanare l'atto finale se non c'è individuazione dell'unità organizzativa, se l'amministrazione si attivi, possono non coincidere.
C'è coincidenza tra il responsabile del singolo procedimento e l'organo competente ad emanare il provvedimento finale? A volte la legge la prevede. Ma non necessariamente deve esserci coincidenza sebbene il responsabile sia in grado di operare la selezione dei fatti, perché comunque può sempre riesaminare l'atto. Così si configura una nuova relazione interorganica perché il soggetto è sempre inserito nell'organizzazione amministrativa e come tale destinatario di poteri direttivi; in realtà il responsabile deve avere una posizione di autonomia rispetto all'organo competente ad
emanare l'atto finale. L'individuazione del responsabile non pone l'automatica responsabilità civile, penale e disciplinare, che rimane invece soggetta alle regole vigenti. - Comunicazione dell'avvio: l'avvio va comunicato ai soggetti verso i quali il provvedimento avrà efficacia (titolari di interessi legittimi), a quelli che per legge devono intervenire (enti pubblici) e a quelli individuati o facilmente individuabili per i quali potrebbe derivare un pregiudizio. Problemi sorgono per individuare i soggetti "individuati o facilmente individuabili": in generale sono quei soggetti che sarebbero legittimati a impugnare il provvedimento favorevole nei confronti dell'interessato (i c.d. controinteressati) perché pregiudicati dallo stesso. La comunicazione è data dal responsabile di