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PA.

Richiede la realizzazione di una sorta di ossimoro, ossia fare in modo che

l’amministrazione che è una parte, parte intesa come soggetto portatore di un interesse,

sia parte imparziale, ossia adotti le sue decisioni prendendo in considerazione e

ponderando tutti gli interessi possibili in gioco ( non effettui deviazioni di alcun

genere di carattere personalistico e partitico ).

Dal punto di vista dell’organizzazione una PA si atteggia in una determinata maniera al fine

di svolgere una determinata attività.

Prima si deve avere un’organizzazione imparziale e poi si dovrebbe avere

 anche un’attività imparziale

Le due modalità che il legislatore ha configurato sono la separazione tra politica e

amministrazione vuoi all’interno di un medesimo soggetto pubblico ( amministrazione

tradizionale ); vuoi in un modello più radicale di separazione netta e assoluta di politica e

amministrazione, per cui abbiamo amministrazioni che non dipendono assolutamente dalla

politica ( autorità amministrative indipendenti ).

Abbiamo visto anche modalità concrete e corollari dell’imparzialità.

Una tra tutte è quella che indica il legislatore costituzionale: art. 97 impone per l’accesso

alle carriere per l’accesso alle PA il concorso pubblico.

È attuazione del è principio di imparzialità.

Tuttavia abbiamo visto che non è sufficiente per attuare l’imparzialità un concorso pubblico

purché sia ma occorre poi accompagnare questa regola con ulteriori regole pratiche dal

punto di vista della nomina della commissione, dello svolgimento della prova…

L’imparzialità ha una coloritura sotto certi profili simile all’indipedenza: quindi alcune regole

che riscontriamo originariamente per i poteri giudiziari, noi le troviamo anche affermate in

capo alla PA ( imparzialità come dovere di astensione, come incompatibilità, come

inconferibilità da parte di soggetti che si trovano in una posizione di conflitti di interessi ).

Predeterminazione dei criteri: prima di adottare un atto ampliati o l'amministrazione deve

auto vincolarsi in modo che sia chiaro e trasporto il suo modo di decidere.

Poi l'imparzialità pervade tutta la disciplina dell'attività amministrativa, molte delle regole

fissate della 241/90 sono regole attuate del 97 volte a che l'amministrazione agisca come

parte imparziale ma che tenga conto di tutti gli altri interessi.

Due tra tutte sono le regole più importanti: il diritto di partecipare al diritto amministrativo in

capo ai privati ( partecipazione procedimentale ).

Il procedimento è quella complessa attività, serie di atti e operazioni coordinate tra di loro

poste in essere da più soggetti in vista dell’emanazione di un provvedimento .

Procedimento e provvedimento non sono sinonimi, ma sono due cose diverse.

Il procedimento è ciò che precede il provvedimento, ciò che è necessario per porre in

essere un provvedimento ( il procedimento ad esproprio precede il provvedimento o il

decreto di esproprio).

L'amministrazione per esempio prima di decidere di irrogare a un’impresa che magari non

è risultata rispettosa dei dettami in materia di sicurezza alimentare, apre un procedimento,

ma non viene ad arrogare subito una sanzione, consentendo al soggetto interessato di

partecipare al procedimento – si apre un dialogo, un contradditorio in modo tale che il

privato possa far valere il suo punto di vista e chiarire la situazione fattuale per fare in

modo che venga adotta una decisione imparziale.

Prima del 1950 la partecipazione non era vista in maniera generalizzata ( non c’era per

tutti i procedimenti amministrativi ).

Altra regola all'insegna dell’imparzialità è l'obbligo di motivazione del provvedimento finale

( art 3 della 241/90 ).

L'amministrazione è tenuta a giustificare tutti i i suoi provvedimenti.

La sanzione irrogata deve indicare le ragioni di fatto e di diritto che portano ad esempio a

censurare e chiudere un esercizio, ad irrorare una sanzione pecuniaria.

Inoltre l’amministrazione deve consentire di prendere visione all’interessato dei documenti

che lo riguardano ( diritto di accesso ).

BUON ANDAMENTO: altro grande principio di carattere generale, che riguarda sia

l’organizzazione che l’attività amministrativa ( art. 97 cost. ).

Il vincolo si pone dapprima nei confronti del parlamento e del consiglio regionale e in

secondo luogo nei confronti della PA.

Il principio del buon andamento comporta il garantire la migliore realizzazione

dell’interesse pubblico, assicurando che vi sia una coerenza tra l’attività svolta e il fine

istituzionale.

È un principio che, a differenza di quello di imparzialità, solo in tempo recenti ha trovato

concrete applicazioni rilevanti ed è stato tradotto come principio di efficienza, efficacia e

economicità, concependo la PA come un soggetto paragonabile ad un’impresa in ragione

del contesto concreto che si sta attraversando.

I vincoli di tipo finanziario sono stringenti e bisogna adottare condotte che siano rispettose

del cosiddetto buon andamento, quindi l’amministrazione deve agire e adottare decisioni

all’insegna dell’economicità ossia con il minor costo possibile .

Deve adottare delle decisioni efficaci, e l’efficacia riguarda un particolare rapporto cioè

quello tra l’obiettivo prestabilito e il risultato raggiunto.

Efficienza infine significa impiegare le minor risorse possibili per raggiungere il risultato

prefissato.

Queste 3 elementi poi trovano applicazioni concrete a livello organizzazione e a livello di

attività.

La più importante è il principio di sussidiarietà che risponde al principio del buon

andamento, poiché persegue l’idea di un’amministrazione efficiente, economica ed

efficace.

Altra applicazione del principio di buon andamento è un altro principio che troviamo

espresso sempre nella legge 241/90 che è il divieto di aggravamento del

procedimento.

Per cui l’amministrazione non è tenuta a richiedere dei documenti che possono essere

autocertificati dal singolo ( c’è una legge che impone all’amministrazione un rapporto

paritario e se vi sono dei documenti tipizzati che il privato cittadino può sotto la sua

responsabilità anche di tipo penale, dichiarare di possedere allora l’amministrazione non

deve aggravare il procedimento).

Altra applicazione, più che altro assonanza: i principi di cui noi parliamo non sono principi

meramente nazionali.

Il principio di buon andamento assomiglia al principio di buona amministrazione, che vige

a livello europea (art 41 della carta dei diritti fondamentali dell’UE che sancisce a

vantaggio dei cittadini membri dell’UE il diritto che essi devono avere a che

l’amministrazione sia buona ).

La buona amministrazione ha un contenuto oltremodo variabile che in parte si sta

sovrapponendo alla nostra imparzialità e in parte al buon andamento ( ha un contenuto

eterogeneo ).

Secondo l’UE buona amministrazione significa diritto ad essere ascoltati, diritto ad

ottenere una decisione motivata, obbligo che l’amministrazione decida entro un

determinato termine.

Art. 2 legge 241/90 impone l’obbligo di concludere tutti i procedimenti entro un

 termine espresso, predeterminato a seconda dei provvedimenti e degli atti più o

meno complessi

Cosa che non sempre accade e questo impone all’amministrazione altre misure per

coartare questa condotta.

Principi di origine giurisprudenziale che riguardano essenzialmente l’attività

amministrativa:

- Principio di proporzionalità : nasce nell’ordinamento giuridico tedesco dal quale

emigra nell’ordinamento giuridico dell’UE e da li a sua volta ricade nel nostro

ordinamento giuridico nazionale

Proporzionalità vuol dire principio del sacrificio minimo. La giurisprudenza tedesca

per evocare il principio del sacrificio minimo aveva adottare una figura emblematica:

l’amministrazione deve agire in maniera proporzionale perchè si può sparare ad un

piccione con un cannone --> l’amministrazione deve sacrificare nella misura minore

possibile le posizioni del privati

Quando ci sono più scelte possibili, quando esistono in concreto pluralità di opzioni

tute legittime l’amministrazione è tenuta a scegliere quella meno restrittiva.

- Principio di ragionevolezza: è vincolo alla PA che presenta molte assonanze con

quello di prima. Significa logicità, congruenza tra la decisione in concreto e i

presupposti di fatto.

Vi deve quindi essere una congruità tra la valutazione e il provvedimento poi

concretamente adottato.

La violazione della proporzionalità e della ragionevolezza danno luogo ad un vizio che è

l’eccesso di potere -> si adotta un atto illegittimo per eccesso di potere

Poi abbiamo una serie di principi differenti che condizionano tutta l’attività amministrativa.

Ci bastano dei rilievi:

Vi è un continuo trapasso tra principi di diritto privato in ambito pubblico e principi di diritto

pubblico in ambito privato

Esempio: principio del legittimo affidamento: principio di origine giurisprudenziale e nasce

in ambito europeo.

È un’ applicazione della buona fede, principio privatistico per eccellenza che nasce nel

diritto civile e ha un contenuto forte: tutela le legittime e ragionevoli aspettative del privato.

Queste aspettative sono state generate da una condotta della PA ( ad esempio

applicazione concreta si ha con i limiti nel caso di annullamento di ufficio o di revoca di un

provvedimento che nascono a tutela del legittimo affidamento ).

Vale anche il caso di principi che nascono in ambito pubblicistico e vengono poi affermati

nei confronti di soggetti privati: ad esempio la trasparenza, che è applicazione del principio

di imparzialità, è imposta non solo alla PA in senso tradizionale, ma anche ai soggetti che

hanno una veste privatistica.

CAPITOLO 2:

Il punto di partenza è che non esiste una sola pubblica amministrazione, ma ne esiste una

pluralità.

Esistono tanti modelli organizzatori e questo perché esistono tante funzioni

pubbliche.

La varietà dei compiti pubblici porta con se una varietà di pubbliche amministrazioni.

L’esigenza che si pone è di assicurare stabilità al disegno organizzatorio.

E il modo per assicurare ciò è imporre una riserva di legge (art. 97 ).

È il legislatore a stabilire primo quali soggetti possono essere qualificati come PA ( nessun

ente pubblico può essere istituito e riconosciuto se

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A.A. 2014-2015
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SSD Scienze giuridiche IUS/10 Diritto amministrativo

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher chicca9329 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Diritto Amministrativo e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano - Bicocca o del prof Ramajoli Margherita.