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V V V
CN I I I
B0 V V V
I I I I 0 0
0 0 0 0 1 2 1
3 3 3
V V V V 1 3 2 3 1 3
v v − − −
A0
Possibili I I I I
0 0 0 0 I I I
V V V V V V V
BN
v I I I
V V V 0 0
1 3 1 3 2 3
1 3 2 3 1 3
v − − −
Q6 X X X X
Configurazioni I I I
V V V
I I I
AN V V V
Q5 0 0
X X X X 1 2
3 3 1 3
2 3 1 3 1 3
v − − −
Q4 X X X X Q6 X X X X
Q3 X X X X Q5 X X X X
3.1: Q2 X X X X Q4 X X X X
Tabella Q1 X X X X Q3 X X X X
◦ 1 2 3 4 5 6 7 8 Q2
n X X X X
Q1 X X X X
◦ 1 2 3 4 5 6 7 8
n 24
Dinamica e Regolazione degli Azionamenti Elettrici
V α, β
Rappresentando il vettore nelle configurazioni non nulle sul piano risulta che:
s V α, β
Figura 3.3: Rappresentazione di nel piano
s
Esso presenta modulo costante e può assumere, nel piano, solo 6 posizioni fisse.
r 2 π
j(k−1)·
· ·
V e per k=1,2,3,4,5,6
3
I
V = (3.4)
3
sk 0 per k=7,8
Osservazione Nel passaggio da una configurazione a quella successiva l’inverter deve com-
piere 1 sola commutazione. Con questa scelta i relativi tempi di commutazione sono
ottimizzati.
2 Metodo PWM basato sui Vettori di Spazio
V
L’obbiettivo di questo metodo è quello di di generare una tensione tale che, in un dato
s
∗
T V
intervallo , approssimi al meglio una tensione , di modulo e fase qualunque, attraverso
z s
l’utilizzo dei vettori di tensione. ∗
T V
Si supponga che, nell’intervallo considerato , si mantenga costante in modulo e fase;
z s ∗
V V V
si considerino le 2 configurazioni (per esempio e ) tra le quali è compreso . Si
s1 s2 s
T T T
suddivida ora l’intervallo in tre sottointervalli ,T ,T tali per cui nell’intervallo
z 1 2 0 1
V T V
venga considerata la tensione , nell’intervallo venga considerata la tensione e
s1 2 s2
T
nell’intervallo una delle due possibili configurazioni nulle. Determinando i valori dei tre
0 25
Dinamica e Regolazione degli Azionamenti Elettrici
T
intervalli come segue, si verifica che mediamente, nell’intervallo si ottiene la tensione
z
∗
V .
desiderata s V
Figura 3.4: Rappresentazione di con il Metodo dei Vettori di Spazio
s
T = T + T + T
z 1 2 0
r
T
T π T 2 T
1
1
1 2 2
|V | · | · · ·
|V
V = cos 0 cos V
+ = +
sα s1 s2 I (3.5)
T 3 T 3 T 2 T
z z z z
T T T
π 1
1 2 2
√
|V | · | · · ·
|V
V = sin 0 sin V
+ =
sβ s1 s2 I
T 3 T T
2
z z z
∗
V V V
Graficamente è possibile vedere il vettore come somma vettoriale dei vettori e
s1 s2
s
T T
pesati per le quantità e .
1 2
T T
z z ∗
T V
γ
È possibile notare, inoltre, come il rapporto , mentre,
sia legato al valore della fase di
1 s
T
2
∗
T |V |.
invece, il rapporto dipenda dal modulo
0 s
T
z T T T
Osservazione La scelta dei tempi , e all’interno dell’intervallo non deve essere
1 2 0
casuale ma bensì deve essere tale da minimizzare il numero delle commutazioni dell’inver-
ter.
Il grafico che segue mostra le transizioni che consentono di passare da una configurazione
ad altre 3 adiacenti (tra le quali sempre 1 configurazione nulla) attraverso la commutazione
di una sola fase. 26
Dinamica e Regolazione degli Azionamenti Elettrici
Figura 3.5: Grafico delle Transizioni dell’Inverter
È opportuno ricordare che non esiste una configurazione unica per organizzare i 3 intervalli
di tempo, in quanto la soluzione varia a seconda dell’obbiettivo da raggiungere.
27
Dinamica e Regolazione degli Azionamenti Elettrici
2.1 Alcuni Esempi di Sequenze di Comando
Figura 3.6: Sequenza di Impulsi con 6 Commutazioni
Azionando l’inverter con queste sequenze d’impulsi, la corrente in uscita presenta un con-
tenuto armonico ottimo, spostato verso le alte frequenze. Ciò è ottenuto grazie alla sim-
T T
metria rispetto a . Tuttavia in questo modo, per ogni intervallo sono necessarie 6
z Z
2
commutazioni. 28
Dinamica e Regolazione degli Azionamenti Elettrici
Figura 3.7: Sequenza di Impulsi con 3 Commutazioni
Utilizzando questa sequenza, si ottengono correnti in uscita dall’inverter con un contenuto
armonico più alto, ma vengono ridotte a 3 le commutazioni che bisogna compiere in ogni
periodo; si riducono, di conseguenza, le perdite dissipative associate ad ogni commutazione.
29
Dinamica e Regolazione degli Azionamenti Elettrici
Figura 3.8: Sequenza di Impulsi con 4 Commutazioni
T
Con questa sequenza, per ogni intervallo sono necessarie 4 commutazioni; il contenuto
z
armonico della corrente non è ottimo. Tuttavia, utilizzando come configurazione nulla solo la
V , non si eseguono commutazioni sulla fase A, che è la fase in cui, nell’istante considerato,
s7
circola la corrente più elevata. Le perdite di commutazione risultano, anche in questo caso,
ridotte rispetto al primo esempio. 30
Dinamica e Regolazione degli Azionamenti Elettrici
v T
Figura 3.9: Approssimazione di in
AN z
v v v T
Con questo metodo, il valore medio delle tensioni , , in ogni intervallo
AN BN CN z
∗ ∗ ∗
v v v
approssima il valore delle tensioni sinusoidali , , . Tale valor medio non è,
AN BN CN
T T T T
inoltre, influenzato dalla scelta degli intervalli , , all’interno di .
1 2 0 z
2.2 Limiti del Metodo dei Vettori di Spazio
Utilizzando il metodo dei vettori di spazio è sempre possibile approssimare la fase del vettore
∗
V , ma per quanto riguarda il suo modulo, esiste un limite superiore di tensione che viene
s T T = 0, T = T + T
raggiunto quando nell’intervallo si ha ovvero .
z 0 z 1 2
Per il primo sestante, l’equazione della curva limite è:
⇒ −
T = T + T T = T T
z 1 2 1 z 2
r
r
−
2 (T T ) 1 T 2 1 T
z 2 2 2
· · · · −
V V 1
+ =
V =
∗
sα I I
3 T 2 T 3 2 T
z z z
!
r
T 3 V ∗ (3.6)
2 sα
⇒ · −
=2 1
T 2 V
z I
! !
√ √ √
r r
1 3 2
V
∗
sα
√ · · · − − − −
V = V 2 1 = 2V 3V = 3 V V
∗ ∗
I
sβ I sα sα I
2 V 3
2
I √
− − |V |
V = 3 V (3.7)
∗ ∗
sβ sα s1
α, β
Tale curva, nel piano rappresenta una retta che chiude il triangolo rappresentato dai
V V
vettori e .
s1 s2 31
Dinamica e Regolazione degli Azionamenti Elettrici
Figura 3.10: Curva Limite del Primo Sestante T = T
Da notare come tale curva soddisfi le condizioni limite; infatti, per si ha che
z 1
∗ ∗
= =
V V T = T V V
e per si ha che .
s1 z 2 s2
s s
Il luogo dei punti che rappresenta globalmente il limite superiore della tensione genera-
V
bile, utilizzando il metodo dei vettori di spazio, è l’esagono che unisce le in tutte le
sk
configurazioni. ∗
V
Figura 3.11: Luogo dei Punti Limite di con il Metodo dei Vettori di Spazio
s
32
Dinamica e Regolazione degli Azionamenti Elettrici
Si noti come il massimo modulo della tensione in uscita dipenda dalla fase del vettore di
riferimento; sarà minima a metà sestante, mentre sarà massima ai suoi estremi. ∗
V
Alla luce di questa dipendenza, il massimo valore del modulo della tensione d’uscita s
per cui il metodo funziona correttamente, indipendentemente dalla fase del vettore di
riferimento, corrisponde al raggio della circonferenza inscritta nell’esagono.
√ √ r
3 3 2 V
∗ I
√
|V
|V | | V =
= = (3.8)
I
max si
s 2 2 3 2
Nel sistema di riferimento principale, supponendo di voler generare una grandezza sinu-
soidale, con questo metodo saranno approssimate correttamente le funzioni il cui valore
efficace è inferiore a: 1 V V
1 ∗ I I
√ √ √ √
|
|V ·
= =
V = (3.9)
max
max s
3 3 2 6
Applicando correttamente il metodo dei vettori di spazio, a parità di tensione di alimen-
V
tazione dell’inverter , si ha una resa in tensione, nel campo di linearità del metodo,
I
maggiore al metodo PWM sinusoidale di circa il 15%.
2.3 Metodo dei Vettori di Spazio nell’Orientamento di Campo
Nel metodo di controllo dell’orientamento di campo il controllo stesso viene eseguito sui
∗ ∗
v v
valori della corrente; quindi i valori e non sono regolati direttamente. Pertanto è
α β
∗ |
|V superi il limite superiore imposto; risulta perciò necessario che la
possibile che il valore s ∗
V
procedura sia in grado di gestire anche le eccezioni nel valore di senza compromettere il
s
funzionamento dell’intero sistema; esistono 3 metodi.
Figura 3.12: Schema di Controllo dell’Orientamento di Campo con il Metodo dei Vettori di
Spazio 33
Dinamica e Regolazione degli Azionamenti Elettrici ∗
V
Figura 3.13: Schema di Controllo dell’Orientamento di Campo: Approssimazione di s
La soluzione 1 risolve il problema dell’eventuale sovratensione approssimando il vettore
∗
V T
nell’intervallo con la configurazione dell’inverter più prossima ad esso (in figura
z
s V )
3.13 s2 ∗ ∗
V V
La soluzione 2 approssima con un vettore la cui fase è la stessa di ma il modulo è
s s
il massimo possibile. Adottando questa soluzione si predilige non avere errori di fase.
∗ ∗
V V
La soluzione 3 approssima con il vettore che punta sulla proiezione di sulla curva
s s
limite. Con questa soluzione si minimizza l’errore commesso nell’approssimazione.
34
Dinamica e Regolazione degli Azionamenti Elettrici
2.4 So