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Dibattito esogeneita ed endogeneita della moneta Pag. 1
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APPUNTI

quantità di moneta per l’ammontare di depositi bancari, ciò avverrà non direttamente, ma

per via indiretta per l’influenza che l’aumento del tasso di interesse sui prestiti potrò avere

sulla domanda di credito: se questo aumento di interesse sui prestiti tende a ridurre la

domanda di prestiti, alla fine si avrà un effetto restrittivo sulla quantità di moneta in

circolazione rimanendo però un effetto indiretto, poiché non sono le autorità monetarie che

agiscono sulla quantità di moneta.

Argomentazioni monetariste sull’esogeneità

A fronte delle variazioni di comportamento del pubblico, le banche potrebbero sempre cerare

di compensare queste variazioni con variazioni di senso opposto della base monetaria, in

modo tale da mantenere un certo ammontare di moneta complessivo desiderato.

Si tende ad affermare che nel breve periodo è vero che le autorità potrebbero avere un certo

controllo della quantità di moneta in circolazione, ma in una media di tempo, facendo variare

H in senso opposto a m, dovrebbero comunque mantenere un certo obiettivo di ammontare

di crescita.

È una risposta un po’ debole perché si sta ammettendo che H sia in qualche modo endogena:

le autorità monetarie adeguerebbero H a variazioni di in modo tale da avere un cero

m

ammontare M desiderato. Nel momento in cui si comincia a concedere che il moltiplicatore

monetario non sia più qualcosa di fisso ma esso stesso reagisca al comportamento del

pubblico a fronte di variazioni del tasso di interesse: l’idea di esogeneità comincia a subire

delle modificazioni perché non vi è più l’idea meccanica che le autorità monetarie, dato m,

fissino l’offerta di moneta variando la base monetaria.

Punto 2

Questo secondo elemento riguarda all’idea stessa che l’offerta potenziale di credito possa

trovare necessariamente un corrispondente domanda. Quello che viene enfatizzato è che si

può portare il cavallo vicino la fonte dove c’è l’acqua ma bisogna comunque appurare se

effettivamente il cavallo beve.

Si potrà avere molta disponibilità di dare a prestito, ma è necessario vedere se il pubblico ha

altrettanta volontà di prendere a prestito a quel determinato tasso di interesse.

Un’idea monetarista è che se ci fosse un eccesso di credito rispetto alla domanda di

quest'ultimo il tasso di interesse tenderebbe a ridursi che sarebbe un incentivo a chiedere

prestiti per cui la domanda tornerebbe ad aumentare. Il problema è che la stessa domanda di

crediti non è così estremamente sensibile al tasso dell’interesse.

Endogeneità della moneta

È un’idea che si rinviene trasversalmente nelle diversi approcci alle questioni monetarie.

* Una prima formulazione che la moneta sia endogena si ha con la scuola bancaria inglese,

intorno alla prima metà dell’ottocento, il cui rappresentate principale è Tooke, tra gli

studiosi più importanti dell’andamento e delle determinati del livello dei prezzi. Nel

dibattito inglese se legare o meno l’emissione di banconote più o meno strettamente la

quantità di oro presente presso la BC, ci furono due scuole, la scuola metallica e la scuola ! 2

ECONOMIA MONETARIA LEZIONE 12

APPUNTI

bancaria, il cui rappresentante era Tooke. Se la BC lo avesse fatto, si sarebbero

necessariamente sviluppati nuovi strumenti diversi dalla cartamoneta come mezzi di

circolazione.

Nella teoria classica del valore della distribuzione: in Smith vi è una sorta di idea di

* endogeneità della moneta, mentre Ricardo è a favore dell’esogeneità della moneta. Sempre

in questo ambito in Marx vi è una critica netta all’esogeneità della moneta (con annesso un

forte rifiuto della teoria quantitativa della moneta). Mill invece riteneva la moneta endogena

e il tasso di interesse di natura monetaria.

Teoria Neoclassica. Wicksell: critica fortemente la teoria quantitativa e l’idea che le banche

* centrali siano in gradi di controllare la quantità di moneta, cioè ritiene che la moneta sia

endogena. Fisher e Keynes: ritengono invece la moneta sia esogena.

* Teoria Moderna. Kaldor, Moore, Goohart, Woodfort: idea che le autorità monetarie non

controllino la quantità di moneta, ma fissino i tassi di interesse. Bisogna inoltre fare

riferimento, come elemento centrale di questi autori, non tanto a una nozione di moneta,

ma alla nozione di liquidità. Ancora, si pone evidenza sulle banche centrali come prestatore

di ultima istanza, quindi necessariamente, se vi è domanda di liquidità da parte del sistema

bancario, dovrà soddisfare questa domanda di liquidità a meno di non perdere il controllo

sui tassi dell’interesse.

Punto 3

* Per la banca centrale di un paese non è facile ridurre il livello o il tasso di crescita dell’offerta

di moneta complessiva in quanto i prestiti bancari sono domandati dal pubblico e non sono

strumenti di debito commerciali, quindi direttamente acquistabili dalla banca centrale. Inoltre

se la BC cercasse, tramite interventi sul mercato secondario, di influire sulla domanda di

credito attraverso la conseguente variazione nei tassi dell’interesse, non è detto che a fronte di

questa variazione dei tassi varierà la domanda di credito, ciò inoltre non avrebbe alcuna

differenza per molta parte per definire l’ammontare di credito in un determinato lasso di

tempo. Ciò non influenza assolutamente i prestiti e le linee di credito precedentemente già

concesse. Ci fa capire come ci sia una relativa rigidità del credito.

* La stessa domanda di moneta ad alto potenziale da parte del sistema bancario verso la BC è

relativamente rigida, per cui la Bc può solamente definire il prezzo a cui soddisfare questa

domanda di liquidità, di nuovo solamente per via indiretta.

Di fatto il rifinanziamento del sistema bancario non presenta limitazioni di carattere

quantitativo. Dati i tassi dell’interesse, le BC tendono a soddisfare le richieste di liquidità.

Semmai ciò a cui servono le operazioni di mercato aperto nel mercato dei titoli perché hanno

un carattere difensivo: sono operazioni che costringono il sistema bancario a richiedere

liquidità alla banca centrale nei termini fissati dalla banca centrale stessa, per mantenere il

controllo sui tassi di interesse (mantenerli in linea con il target voluto).

Nel tempo si potranno avere effetti sugli aggregati monetari, perché, come implicito riguardo

alla rigidità del credito concesso, la BC difficilmente riesce ad influire sulle riserve di liquidità

del sistema bancario: quello che di fatto accade è che il sistema bancario, a prescindere ! 3

ECONOMIA MONETARIA

Dettagli
Publisher
A.A. 2015-2016
5 pagine
3 download
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/01 Economia politica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher EconPrime di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia monetaria e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi Roma Tre o del prof Levrero Enrico Sergio.