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MICOSI CON INTERESSAMENTO DEL PELO
Tinea capitis
È una patologia che colpisce i bambini prima della pubertà. È possibile la sua comparsa nelle donne
in post-menopausa. Nelle altre età il sebo ha un’azione fungistatica
Nella forma tipica si presenta con chiazze alopeciche a limiti netti, tondeggianti. Si distingue una
forma microsporica in cui le chiazze sono poco numerose e di grandi dimensioni (2-5 cm) e una
forma tricofitica caratterizzata da chiazze più numerose e più piccole (2-3 cm).
La superficie cutanea ha una componente più o meno eritematosa, ricoperta da squame biancastre. I
peli all’esterno della chiazza possono essere ancora conservati o rotti a pochi millimetri dall’ostio
follicolare. Hanno inoltre una ridotta resistenza alla trazione.
Kerion: è una forma di tinea capitis che si manifesta nell’infezione geofila o zoofila, dovuta ad una
reazione flogistica molto marcata al micete da parte dell’organismo. Non è infrequente, soprattutto
nelle zone rurali. Si presenta con elementi papulo-pustolosi e squamo-crostosi. La sintomatologia
dolorosa è importante (nelle forme precedenti invece è piuttosto limitata). La guarigione nel kerion
è legata alla precocità della terapia, con possibile alopecia cicatriziale residua (per danno
permanente del bulbo dovuta alla flora batterica responsabile delle lesioni pustolose). La tinea
capitis nelle sue forme non flogistiche guarisce con completa restituito ad integrum in seguito ad
adeguata terapia.
La diagnosi necessita di un accertamento laboratoristico mediante l’esame micologico.
Tinea favosa
È sostenuta dal Tricophyton schoenleini. È di rarissima osservazione. Il micete si diffonde
massivamente a livello superficiale. La lesione elementare è lo scutulo (scodellina), ammasso di
materiale fungino centrato da un pelo, di colorito giallastro. Non guarisce alla pubertà e senza
terapia cronicizza residuando un’alopecia cicatriziale. Può colpire anche la cute e le unghie.
Terapia
T. corporis, t.pedis, t.manuum,t. cruris: se le lesioni sono limitate e localizzate, è sufficiente il solo
trattamento topico con antimicotici condotto per almeno 20-30 giorni. Se le lesioni sono diffuse è
indispensabile associare una terapia sistemica ( es.:terbinafina, itraconazolo, fluconazolo ) per 15-20
giorni.
Onicomicosi: per le mani la terapia si prosegue per 2 mesi, per i piedi per 3 mesi.
T. capitis: è sempre necessario associare una terapia sistemica. L’antimicotico utilizzato è la
griseofulvina (15-20 mg/kg/die) per almeno 40-50 giorni, con esami micologici di controllo durante
la terapia.
Candidosi
La candida è un lievito endosaprofita del tubo digerente e della vagina, opportunista patogeno. Fra i
fattori favorenti: la macerazione, le terapie topiche o sistemiche con corticosteroidi, le terapie
antibiotiche prolungate e il diabete.
Esistono diverse forme cliniche:
• Intertrigine delle pieghe
Può interessare le grandi pieghe (inguinale, sottomammaria, interglutea) e le piccole pieghe
(interdigitale, retroauricolare, commisurale orale). Si presenta con aree eritematose essudanti
o erose, lisce, vellutate con ragadi. Sul contorno lembi di desquamazione e lesioni vescicolo-
pustolose.
L’intertrigine inguinale è frequente nel lattante. Spesso complica una dermatite irritativa da
pannolino o una dermatite seborroica.
L’intertrigine sottomammaria è tipica delle donne obese, anziane, o diabetiche.
L’intertrigine delle mani interessa soprattutto casalinghe, lavandaie, inservienti di bar,
pasticceri.
• Cheilite commissurale, angolare o perleche
Le commessure orali si presentano eritemato-edematose e ragadizzate, talvolta con squamo-
croste. Si verifica soprattutto nei soggetti anziani edentuli o nei portatori di protesi dentaria.
• Mughetto