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I MECCANISMI DI DIFESA

DIFESE DI ACTING

ACTING OUT Il soggetto affronta i conflitti emotivi o i fattori stressanti interni o esterni attraverso l'azione o il

comportamento impulsivo, non preceduto da pensiero, senza preoccuparsi delle possibili conseguenze. Gli impulsi

vengono così scaricati e non integrati in processi di pensiero perchè riflettere sull'impulso crea ansia e per questo motivo

lo scarica senza farlo precedere da pensiero. Solo dopo l'agito la persona può riacquistare la capacità di riflettere

sull'impulso e sul comportamento e sentirsi molto in colpa (a meno che non intervengano altre difese come la

razionalizzazione o la negazione).

La persona vive un'emozione o un impulso ed è consapevole di avere su di esso una certa inibizione o proibizione morale

(a differenza della dissociazione in cui non è consapevole di avere l'inibizione morale sull'impulso. La tensione in

quest'ultimo non è un aspetto centrale del suo vissuto. Non è consapevole delle emozioni che sta esprimendo tramite il

sintomo, in seguito può manifestarsi sorpresa per ciò che ha fatto o ha detto, dato che non era consapevole dell'emozione o

dell'impulso sottostante).

L'identificazione proiettiva, invece può precedere l'acting out quando crede che il comportamento malvagio prima sia

stato messo in atto contro di lui, c'è un crescendo di rabbia ma si arriva all'acting out solo quando c'è un'azione fisica.

Esempi di acting out: uso di droghe o alcool con apparente non curanza per conseguenze personali o sociali, ho

ingurgitato un pacchetto di medicine, ho tirato un libro.

AGGRESSIONE PASSIVA Il soggetto affronta un conflitto emotivo o fattori stressanti interni o esterni

esprimendo ostilità, rabbia, rancore verso gli altri in modo indiretto, velato e passivo.

Ad esempio un comportamento lento e sbadato, procrastinazioni, una facciata di apparente disponibilità, parlare

sistematicamente sopra l'intervistatore. Si manifesta di solito quando al soggetto viene fatta qualche richiesta di

prestazione autonoma o quando viene frustrato il suo desiderio di dipendenza.

La persona che fa uso dell'aggressione passiva ha imparato ad attendersi una punizione, una frustrazione, o un

rifiuto se esprime i suoi bisogni direttamente a qualcuno che ha un certo potere o autorità su di lui. Il soggetto si

sente impotente e pieno di risentimento.

Con l'aggressione passiva lui esprime la convinzione che ha il diritto di rimanere passivo mentre gli altri soddisfano i suoi

bisogni, appare ben intenzionato all'apparenza così che nessuno può dirgli direttamente qualche rimprovero per quello che

sta facendo. Nell'acting out l'espressione dell'aggressività è diretta, qui è velata.

Anche lo spostamento è un modo di esprimere ostilità ma si sbaglia bersaglio.

IPOCONDRIASI: LAMENTARSI MA RIFIUTARE L'AIUTO OFFERTO persona affronta i conflitti

La

emotivi o i fattori stressanti interni o esterni lamentandosi (per sintomi fisici o per problemi della vita), facendo

una richiesta di aiuto diretta ma poi rifiutando sistematicamente l'aiuto offerto perchè non abbastanza buono.

Rifiuta l'aiuto ma ne vuole di più e questo serve a legare l'altro.

rabbia,

È una difesa contro la la quale è espressa sottoforma di rimprovero indiretto. La persona prova ostilità e rifiuto

verso l'altro che si esprime attraverso il rifiuto dei consigli e dell'aiuto.

La rabbia deriva dalla convinzione (maturata nel corso di esperienze passate) che mai nessuno soddisferà

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realmente i suoi bisogni.

È la difesa tipica della persona depressa che vede se stesso come cronicamente sofferente e l'oggetto inutile e impotente.

In questo modo il depresso riesce a scaricare un'enorme riserva di aggressività, ma spesso finisce nel suscitare nell'altro,

dopo un'iniziale movimento di solidarietà, risposte aggressive, negligenti o persino crudeli.

Ipocondriasi e dissociazione possono comparire insieme quando la lamentale si riferisce ad un sintomo fisico (mal di testa

o dolori vaghi...), l'emozione o l'impulso è sottratto dalla coscienza e spostato su una lamentela fisica. Il soggetto chiede

aiuto per tale sintomo fisico ma poi rifiuta sistematicamente l'aiuto offerto.

DIFESE BORDERLINE

SCISSIONE L'individuo affronta i conflitti emotivi o i fattori stressanti interni o esterni considerando se stesso

o gli altri come completamente buoni o completamente cattivi, senza riuscire ad avere un'immagine integrata,

coerente di una persona globale, equilibrata con i suoi pregi e i suoi difetti.

• Scissione dell'immagine dell'oggetto: si può manifestare in 2 modi:

1) prima la persona descrive l'oggetto come completamente buono e poco dopo lo descrive come

completamente cattivo.

2) ciascun oggetto viene catalogato o nel gruppo dei buoni o nel gruppo dei cattivi sulla base della propria

esperienza immediata, e non è più in grado successivamente di integrare nella valutazione nuovi elementi

che possono contraddire l'esperienza iniziale

• Scissione dell'immagine di sé: vede se stesso in termini di bianco o nero. La consapevolezza di sé è limitata a

quegli aspetti di sé che corrispondono al tono emotivo del momento. Non è in grado di sperimentare se stesso

come una mescolanza di caratteristiche buone e cattive.

Deriva dall'ansia che le parti cattive dell'oggetto possano infiltrarsi tra quelle buone e danneggiarle, elimina il compito

ansiogeno di capire come si comporteranno gli altri quando esprimerà emozioni o bisogni.

È una difesa maladattiva, rinuncia ai vantaggi che avrebbe se fosse più flessibile. Così si fa molti amici ma anche molti

nemici, ma in modo non realistico perchè non tiene conto delle reali caratteristiche proprie e altrui.

Anche la scissione di se ha una funzione maladattiva: minimizza l'ansia che il soggetto proverebbe se tentasse di

armonizzare l'immagine si sé con il modo in cui gli altri lo vedono o lo trattano. Al contrario mantiene l'opinione che ha

di sé indipendentemente da come gli altri lo vedono o lo trattano.

IDENTIFICAZIONE PROIETTIVA Il soggetto affronta i conflitti emotivi o i fattori stressanti interni o esterni

attribuendo erroneamente a qualcun altro i propri impulsi, sentimenti, pensieri inaccettabili . A differenza della

semplice proiezione la persona non disconosce totalmente ciò che viene proiettato. È consapevole dei propri affetti o

impulsi, solo che li attribuisce erroneamente a qualcun altro.

Non di rado suscita negli altri gli stessi sentimenti che attribuiva loro erroneamente, cosi risulta difficile capire chi ha

iniziato. Si crea una situazione confusa.

È la difesa della persona traumatizzata. Eventi interpersonali stimolano ricordi o situazioni o aspetti del trauma. Nel

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vissuto del soggetto l'altra persona gli sta facendo qualcosa di minaccioso che lo fa sentire impotente, quindi reagisce a

tale minaccia immaginaria o parzialmente reale attaccando e credendo che le proprie reazioni siano giustificate, mentre è

lui a provocare l'altro. DIFESE DI DINIEGO

NEGAZIONE Il soggetto affronta i conflitti emotivi o i fattori stressanti esterni o interni escludendo dalla

consapevolezza, in modo selettivo un fatto psichico (idea + affetto), ovvero gli aspetti dolorosi della realtà esterna e

dell'esperienza soggettiva (negazione psicotica quando c'è una grossolana alterazione del contatto con la realtà). Es: un

ragazzo che ci teneva a fare l'erasmus e non è stato preso dice che non prova delusione o tristezza.

PROIEZIONE soggetto affronta un conflitto emotivo o un fattore stressante interno o esterno, attribuendo

Il

erroneamente a qualcun altro i propri impulsi, pensieri o sentimenti inaccettabili, che nega, di cui non è

consapevole. Costringe il soggetto a occuparsi continuamente di quelli su cui ha proiettato tali impulsi, sentimenti o affetti

inaccettabili per diminuire la consapevolezza di essi.

RAZIONALIZZAZIONE Il soggetto affronta un conflitto emotivo o un fattore stressante interno o esterno

nascondendo a se stesso le vere motivazioni dei propri pensieri, sentimenti, azioni. Di solito non viene ammessa una

motivazione più egoistica o sentimenti di odio e amore che mettono a disagio il soggetto. Egli fornisce, una spiegazione

logica, fittizia, più accettabile socialmente e più rassicurante per sé. La persona di solito è inconsapevole o solo

minimamente consapevole della vera motivazione sottostante (nella menzogna si vuole nascondere qualcosa agli altri).

FANTASIA AUTISTICA L'individuo affronta i conflitti emotivi o i fattori stressanti interni o esterni

utilizzando la fantasia, sognando ad occhi aperti (fantasia che non è accompagnata da nessuna azione nella realtà),

evitando le relazioni umane, un modo di agire più diretto ed efficace o la soluzione di problemi. Può essere associata

ad un più generale evitamento delle situazioni di intimità o anche utilizzazione di atteggiamenti eccentrici allo scopo di

allontanare gli altri.

Sognare ad occhi aperti è una gratificazione sostitutiva, una soluzione al conflitto con il mondo reale. Utilizzando la

fantasia il soggette allontana momentaneamente la convinzione di essere impotente, e mentre fantastica può avere la

convinzione di poter fare ogni cosa, di essere onnipotente. È maladattiva quando non c'è nessun tentativo di affrontare il

mondo reale. DIFESE NARCISISTICHE

SVALUTAZIONE La persona affronta i conflitti emotivi o i fattori stressanti interni o esterni attribuendo

caratteristiche esageratamente negative a se stessi o agli altri. Serve ad accrescere la propria autostima e a nascondere

i propri sensi di inferiorità. La persona non ha nessun interesse attivo per l'oggetto svalutato. Lo ha svalutato in modo da

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anticipare un'eventuale frustrazione dei suoi bisogni da parte dell'oggetto.

IDEALIZZAZIONE La persona affronta i conflitti emotivi e i fattori stressanti interni o esterni attribuendo

caratteristiche esageratamente positive a se stesso o agli altri. Il soggetto può descrivere relazioni con persone

importanti, o potenti mettendo in atto una sorta di travaso di importanza “ se frequento persone così importanti vuol dire

che anch'io sono importante prendendo parte della loro importanza” se ho una ragazza così bella allora anch'io sono

bello”.

ONNIPOTENZA Il soggetto affronta un conflitto emotivo o un fattore stressante interno o esterno,

comportandosi come se fosse superiore agli altri, come se possedesse speciali poteri o speciali abilità. Questa difesa

difende il soggett

Dettagli
Publisher
A.A. 2014-2015
6 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/08 Psicologia clinica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher VeroG91 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia clinica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano - Bicocca o del prof Madeddu Fabio.