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PIANI URBANISTICI

- Sono vincolati alle previsioni derivanti dai piani territoriali, con i quali devono essere compatibili e

richiedono VAS per l’adozione e approvazione;

- possono fornire una tutela aggiuntiva o più rigorosa rispetto a quella di settore;

- Es: tipizzare area come agricola, averde pubblico o parco privato per esigenze di tutela ambientale.

PIANI TERRITORIALI CON SPECIFICA FINALITA’ AMBIENTALE di bacino,

1. PIANO DI BACINO: autorità di bacino art.65 Cod. Amb., affidato alle cure dell’attività

enti pubblici non economici (attività non imprenditoriali), preposti alla difesa del suoli; questi

nascono prima del Cod. Amb. (1979) e sono poi stati riordinati e revisionati in esso (nel 2006) e

successivamente la direttiva alluvioni (2007).

Come già detto hanno funzione di difesa del suolo e, nell’art. 64, si afferma che il territorio viene

suddiviso in bacini idrografici distrettuali, che tengono conto dei fiumi appartenenti a uno

frane e alluvione nell’area. Quidni i distretti

specifico bacino, al fine di stimare il rischio di

idrografici possono estendersi a più regioni (non si tiene conto dei confini politici) e per ciascuno di

essi vi è un diverso piano di bacino, il cui territorio è a sua volta suddiviso in aree contrassegnate da

sigle che indicano la pericolosità in senso crescente .

Nella pianificazione dell’attività di baicno si compiono valutazioni scientifiche e politiche, le regioni

ed i comuni possono partecipare alla loro stesura.

disciplinato dal codice dell’ambiente (perchè non è

2. PIANO PER IL PARCO: è un piano non

esaustivo) ma è previsto dalla legge 394 del ’91, la quale riordina la disciplina. Con questa legge

vengono istituiti parchi naturali, i quali vengono identificati in base alle caratteristiche dei sistemi ed

ecosistemi presenti in quei territori, quindi ancora una volta si prescindono i confini politici.

Viene riconosciuto l’ente parco, un ente pubblico che ha il compito di adottare il piano al fine di

preservare quel territorio. Anche il piano per il parco prevede la suddivisione del territorio in zone,

distinte in base alle attività antropiche vietate in quella specifica zona (poichè potrebbero ledere il

territorio).

Questo piano non prevale sugli altri due in caso di contratti.

3. PIANO PAESAGGISTICO: questo piano è previsto dal codice dei beni culturali; è il più rilevante,

mira alla Tutela del Paesaggio (art. 134/2004), concetto generale che comprende anche la nozione di

ambiente. Anche i parchi naturali sono intesi come beni culturali.

culturali contiene l’art. 145 che disciplina i rapporti tra i sistemi di pianificazione e

Il codice dei beni

li coordina; il piano viene fatto dal ministero ed è definito (comma 6) un superpiano, poichè non può

essere derogabile da niente.

Il contenuto del piano prevale, in quanto attenente alla tutela del paesaggio, sia sugli srtumenti di

pianificazione economici sia sui piani di settore (di bacino e per il parco).

L’idea è quindi che la tutela del paesaggio prevalga, ma effettivamente: cosa accade quando le

pianificazioni si sovrappongono?

POSSIBILI CONTRASTI TRA I PIANI:

 Piano di bacino prevede l’esecuzione di opere di sistemazione idraulica, le quali potrebbero

modificare ad esempio la linea dell’orizzonte sulle colline;

 Piano di bacino prevedede la costruzione di opere in una zona di riserva integrale, in cui non

è consentito costruire nulla;

 L’art.145 dei beni culturali rende possibile la costruzione di opere al fine della tutela della

comunità a discapito della tutela del paesaggio (i giudici ammettono la costruzione);

comunque, in qualsiasi contrasto, sarà il giudice ad avere l’ultima parola, andando a studiare

i vari casi e gli interessi in gioco, ricercando anche una ragionevolezza nella pianificazione.

Nella stesura dei piani si compiono valutazioni discrezionali tecniche/scientifiche, alle quali si affiancano

valutazioni politiche.

Es.: piano di bacino del Tevere imponeva misure diverse nelle varie aree, la diversa scelta era anche legata a

fattori economici e il giudice ne affermava la ragionevolezza.

GESTIONE DELLE EMERGENZE

Nonostante le attività di pianificazione si possono verificare delle emergenze legate ad eventi imprevisti o

spiacevoli; in questi casi la PA deve intervenire con strumenti straordinari:

- ordinanze di necessità ed urgenza (Sindaco);

- protezione civile che gestisce emergenza;

ORDINANZE DEL SINDACO come nell’art. 50 e 54 del T.U.E.L.

Sono ordinanze previste in disposizioni diverse,

Questi vengono solitamente richiamati assieme (per semplicità) ma presentano delle differenze.

- Art. 50 T.U.E.L. (D.lgs 267/2000)

o Oridnanze previste in caso di emergenze sanitarie o di igiene pubblica a carattere esclusivamente

locale;

o Tramite queste ordinanze il sindaco ha il potere di vietare o imporre condotte, che siano conformi

alla legge vigente e limitate a livello del comune;

– il problema era rappresentato dall’inquinamento acustico

Es: movida notturna e sindaco di Palermo

e quindi, grazie ad una legge del ’95, il sindaco potè adottare un’ordinanza per preservare la

“sicurezza pubblica” (igiene pubblica);

- Art 54 T.U.E.L.

o Questo articolo conferisce al sindaco un potere di ordinanza più forte in quanto egli agisce come

ufficiale di governo. L’ordinanza può derogare dalle leggi vigenti, al fine di prevenire ed eliminare

gravi pericoli che minacciano l’incolumità pubblica e la sicurezza urbana.

Requisiti:

Devono fondarsi su una concreta motivazione e seguire un’istruttoria adeguata;

* La situazione di pericolo che giustifica l’emanazione di questi provvedimenti contingibili e

* urgenti deve risultare da inequivocabili accertamenti tecnici (es: deposito veicoli,

elettrosmog);

Chiusura del traffico: in casi di emergenza, connessi con il traffico o con l’inquinamento atmosferico o

dell’utenza o

acustico, ovvero quando a causa di circostanze straordinarie si verifichino paticolari necessità

per motivi di sicurezza urbana, il sindaco può modificare gli orari degli esercizi commerciali, dei pubblci

esercizi e dei servizi pubblici tramite l’adozione di ordinanze.

CARATTERI DELL’ORDINANZA

Per essere legittima, l‘ordinanza deve

o rivelarsi idonea alla situazione di rischio ed essere emanata

entro ragionevoli limiti temporali dati dalla persistenza della situazione di emergenza;

o Non deve risultare sproporzionata rispetto al fine perseguito, ossia non deve essere imposto un

privato eccessivo quando la salvaguardia dell’interesse pubblico possa essere raggiunta

sacrificio

attraverso misure alternative (es: demolizione anzichè transenne o divieto di accesso);

o La situazione di pericolo deve essere attuale e concreta;

o Il pericolo deve rivelarsi eccezionale ed imprevedibile, di effettiva emergenza;

Spesso, nella prassi di adozione dell’ordinanza, il sindaco pone un testo dell’ordinanza alla

o supervisione del prefetto (desinenza del Ministero degli Interni); non obbligatorio, al fine di

unificare la bontà e la correttezza del provvediento;

I privati, toccati dall’ordinanza possono appellarsi ad un giudice (poichè sono atti amministrativi) se

o ritengono che questa sia sproporzionata rispetto all’emergenza.

DELL’EMERGENZA

PROTEZIONE CIVILE E GESTIONE

 Nasce nel 1922, dipartimento della presidenza del Consiglio dei Ministri;

 È una attività che viene svolta al presentarsi di determinati eventi, rappresenta un servizio, svolto da

un sistema complesso cui partecipano strutture pubbliche, sia a livello centrale, sia locale, nonchè

associazioni volontarie;

 naturali ed eventi antropici (derivanti dall’int tra uomo e

Servizio a fronte di calamità/catastrofi

ambiente) (2012 viene chiarito il cencetto di eventi);

Es: 2008 campi nomadi e problemi di legalità nelle zone limitrofe (oggi non si potrebbe);

 Si può occupare sia di eventi a livello locale, risolvibile dagli enti locali e dalle strutture presenti sul

territorio, sia su eventi a scala maggiore, fronteggiabili tramite il coordinamento di varie strutture e

comuni, oppure legati a catastrofi di dimensioni tali da necessitare un intervento centralizzato con

poteri particolari e con durata limitata.

ATTIVITA’ DELLA PROTEZIONE CIVILE

 Art.3 legge 225/1992;

 attività di prevenzione e previsione di rischi;

 Nella previsione si monitorano gli scenari di rischio possibile, in concorso con soggetti scientifici;

 Nella prevenzione , attività atte a diminuire la probabilità che si verifichi un determinato rischio;

 Soccorso, attuazione di interventi integrati e coordinati, diretti ad assicurare alla popolazione ogni

forma di prima assistenza

 Superamento dell’emergenza, attività poste al fine di rimuovere qualsiasi ostacolo che

limita/impedisce la ripresa delle normali condizioni di vita;

STATO DI EMERGENZA E POTERI DI ORDINANZA

 Situazioni che necessitano un intervento e una gestione centralizzata, non gestibili dagli enti locali;

 In questi casi si riunisce il Consiglio dei Ministri d’intesa con il Presidente della Regione, tramite

una delibera lo stato di emegenza; va indicata la durata (non + di 180gg, prorogabile per altri 180gg)

e l’estensione territoriale;

 In questi casi su quei territori si permette l’utilizzo di risorse finanziarie straordinarie, al fine di

soccorsi e gestire l’emergenza.

garantire i

 Successivamente il capo del dipartimento della protezione civile indicherà quali sono le prime

misure/interventi per contenere l’emergenza (scelto tra gli enti locali, ad esempio il Sindaco o anche

altri esterni);

AMBITO ORDINANZE LIMITATO

 Il legislatore ha circoscritto oggetto e ambito di applicazione al superamento dell’emergenza, dopo il

ritorno alle condizioni iniziali non è più possibile derogare le leggi vigenti;

 La soluzione deriva:

Dall’abuso dello strumento spesso utilizzato anche una volta terminata l’emergenza;

o L’ordinanza di giustfica solo fino al superamento dell’emergenza

o

ORDINANZE CONTINGIBILI, URGENTI E POTERI SOSTITUTIVI (Art. 191 D.lgs 152/2006)

l’ambiente anche in condizioni di

o 21 agosto 2014; adottabili solo in tema rifiuti al fine di tutelare

emergenza non drastica;

o Gestione e smaltimento rifiuti, dove e come smaltirli; non possono superare i 6 mesi

BENI PUBBLICI E AMBIENTE

o Molte risorse ambientali sono di proprietà dello Stato e perciò assoggettate ad un regime speciale,

utile a garantire la fruizione alla collettività;

o Sono disciplinati nel Codice Amb. (Art. 322) che distingue:

Dettagli
Publisher
A.A. 2017-2018
8 pagine
SSD Scienze giuridiche IUS/10 Diritto amministrativo

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher metiu95mib di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Diritto ambientale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano - Bicocca o del prof Del Signore Monica.