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DINAMICA DI DIFFERENZIAZIONE TRA GRUPPI
[out – group] mentre - in – group è il gruppo a cui sentiamo di appartenere, insieme ad altri soggetti verso i quali nutriamo realtà e fiducia. I membri che appartengono a questo gruppo, in modo ascrittivo (famiglia) o in modo acquisitivo (gruppo sportivo), spesso, rafforzano il senso di appartenenza al proprio gruppo, in una logica cognitiva che corrisponde a quella di svalorizzazione dei gruppi esterni, che ha riscontro nell’elaborazione di pregiudizi, verso questi stessi gruppi esterni.
CONCETTO DI CAPRIO ESPIATORIO: rimanda a un processo di attribuzione di colpe, a soggetti o gruppi sociali.
Il funzionamento del capro espiatorio è riconducibile all’interpretazione freudiana della frustrazione, del senso di colpa e dell’aggressività.
- Henri Tajfel [1919 – 1982]: egli riceve l’influenza di Allport, approfondendo il processo di categorizzazione, le relazioni e le
dinamiche tra gruppi e tematizza il processo di discriminazione inter - group in rapporto all'identità sociale. Nella sua opera, intitolata "Gruppi umani e categorie sociali" [1981], Tajfel pone l'attenzione sullo stretto legame tra il processo di categorizzazione e la nascita di pregiudizi e stereotipi: secondo l'autore, gli stereotipi sono degli antefatti cognitivi, ma si nutrono di un'apparente solidità empirica; non tanto perché siano apparentemente veri ma, piuttosto, di questi artifici si nutre il processo conoscitivo. Pertanto, anche di fronte alle evidenze empiriche (le quali smentiscono la fondatezza di una visione, di una convinzione), ed assumono le vesti di categorie veritiere. La forza dello stereotipo non si esaurisce, comunque, nel processo cognitivo che caratterizza ciascuno di noi, ma va, piuttosto, compreso alla luce del suo carattere sociale (ovvero che esso sia costruito e condiviso collettivamente).La principale funzione dello stereotipo, secondo Tajfel, è quella della differenziazione intra ed infra – gruppi; il cui esito è quello di accentuare delle specifiche sfere di valori (svalutazione dell’out – group e valorizzazione del in – group).
I meccanismi di azione dello stereotipo vanno letti, anche, in luce ai processi identitari: gli stereotipi, infatti, servono anche per creare e generare senso di appartenenza (maggiore senso di appartenenza nell’in – group e maggiore sarà la tendenza a veicolare, alimentare e legittimare pregiudizi e stereotipi verso l’out – group).
Il razzismo contemporaneo (culturale)
Attorno alla fine degli anni Sessanta del Novecento, in concomitanza con alcune trasformazioni storiche (in particolare, l’incremento delle migrazioni verso l’Europa e il movimento per i diritti civili per gli Afro – americani negli Stati Uniti d’America, che mettono in luce delle nuove e
vecchie conflittualità razziali), si sottolineano nuove prospettive interpretative del fenomeno razzista. - Innanzitutto, si profila l'approccio costruttivista (di stampo britannico) sulle relazioni razionali. L'interesse è verso il modo in cui i soggetti usano la "razza" nelle loro pratiche e relazioni sociali quotidiane; inoltre, si ha il bisogno di comprendere come la "razza" si radichi nei rapporti sociali. In questo senso, per la prima volta, si avanza che, in primo luogo, il razzismo sia capace di adattarsi a situazioni molteplici e, in secondo luogo, che non potendo più contare, in modo esplicito, su un concetto come quello di "razza" (che perse il suo valore euristico già dall'inizio inesistente), il razzismo sposta l'accento sul concetto di cultura e differenze culturali; in questo modo, gli attori sociali sovrapponevano i gruppi culturali al concetto di "razza". - Un secondo approccio,quotidiana, nei media, nei discorsi politici, ecc.- si analizzano le dinamiche di razzismo istituzionale, cioè le politiche, le leggi e le istituzioni che perpetuano e sostengono il razzismo nella società.- si studiano le implicazioni del razzismo nella sfera economica, come ad esempio le disuguaglianze di reddito e di opportunità tra diversi gruppi etnici.- si esplorano le manifestazioni di razzismo nella cultura e nell'arte, come ad esempio i pregiudizi e gli stereotipi presenti nei film, nei libri e nelle opere d'arte.- si analizzano le dinamiche di razzismo nella sfera educativa, come ad esempio l'accesso disuguale all'istruzione e le disparità nel trattamento degli studenti di diversa origine etnica.- si esaminano le forme di razzismo nella sfera della salute, come ad esempio le disuguaglianze nell'accesso alle cure mediche e le disparità nei risultati sanitari tra diversi gruppi etnici. In conclusione, la ricerca sul razzismo si è evoluta nel corso degli anni, passando da un'analisi focalizzata sulle manifestazioni più evidenti e dirette a un'indagine più approfondita delle dinamiche sottili e complesse che permeano la società. Questo approccio multidimensionale permette di comprendere meglio le radici del razzismo e di individuare strategie efficaci per combatterlo e promuovere l'uguaglianza.quotidiana tragli attori sociali; ma anche quelle che risiedono nel sistema dell’informazione, ovvero operate dai mass media;
- si analizzano le forme di razzismo riprodotte nelle istituzioni educative, soprattutto nei contesti scolastici;
- si indagano le forme di razzismo nella politica, in riferimento al ruolo degli opinion leaders;
- sono, in generale, analizzate nelle pratiche quotidiane
- oggi, il razzismo viene indagato con particolare riferimento a specifici gruppi: ricerche sulla popolazione Rom e sinti (iltermine razzismo, in questo caso, viene sostituito con antiziganismo) e indagare sulle forme di razzismo esercitate sullapopolazione musulmana (islamofobia).
LA COMUNICAZIONE INTERCULTURALE
Ci occupiamo del rapporto tra comunicazione e differenze culturali, esploreremo, quindi, le differenze culturaliattraverso le pratiche comunicative: uno scambio comunicativo, tenuto conto delle molte forme che esso può assumere(linguaggio, corpo, postura, mezzi di comunicazione, etc.),
Attraversa costantemente la nostra quotidianità. La rilevanza dello scambio comunicativo rappresenta, quindi, una condizione, attraverso la quale si possono mettere a fuoco come le differenze culturali sono costruite, presentate ma, anche, manipolate.
Che cos'è la comunicazione?
La comunicazione è un elemento inevitabile della società, attraverso la comunicazione si veicolano informazioni, significati con cui gli attori sociali costruiscono la realtà sociale; in breve, attraverso la comunicazione si costruisce comunità. La comunicazione è, dunque, un processo complesso, di natura collettiva che qualifica e caratterizza i sistemi sociali: Battagnella sottolinea che è un processo che si caratterizza per gradi diversi di formalizzazione, consapevolezza e intenzionalità.
- I diversi gradi di formalizzazione rimandano alla difficoltà di definire in modo univoco la comunicazione.
- I diversi livelli di consapevolezza, invece,
messaggio)- Un apparato ricevente- Un feedback (ovvero la risposta o reazione del destinatario al messaggio)Quest’interpretazione è, apparentemente, utile per restituire la complessità del processo comunicativo. Se osserviamomeglio, però, questa formalizzazione limita, in un certo senso, le potenzialità di questo processo; infatti, l’interpretazione èstata vittima di molte critiche, perché non contempla delle sfumature, dei dettagli, che caratterizzano lo scambiocomunicativo e che non sono, immediatamente, afferrabili. D’altro canto, sono stati l’etnometodologia di Garfinkel e glistudi di Goffman, che hanno gettato luce su questi dettagli difficili da formalizzare all’interno di un modello.Per ovviare alla rigidità del modello di Shannon e Weaver, il quale si presenta con un certo livello di unilateralità (per cui ècentrale chi emette il messaggio, ma il destinatario è assunto come soggetto passivo); la sociologa italiana, ChiaraGiaccardi, propone la possibilità di concepire
La comunicazione può essere intesa come un dialogo o come un consenso, in quanto, la studiosa li ritiene più funzionali per rendere la complessità dello scambio comunicativo in una società globale, dove, tra l'altro, lo scambio interculturale è sempre più frequente.
Quando si intende la comunicazione come dialogo, viene immaginata come uno scambio bi-direzionale che presuppone una negoziazione dei significati, sulla base dello scambio stesso. Questo tipo di comunicazione restituisce, in qualche modo, la centralità a dei soggetti; non va a sottolineare il processo in sé, ma si sofferma sugli attori protagonisti di questo scambio.
Il modello del consenso, invece, muove dalla nuova centralità attribuita alla cultura sensoriale; la comunicazione viene intesa come una pratica, che ha luogo, attraverso il sentire comune, l'empatia, la sintonia emotiva e che ha, quindi, in virtù della centralità del piano emotivo, può avere luogo.
senza che sia condiviso un codice linguistico. La difficoltà a definire il processo comunicativo è dettata dalla sua multidisciplinarietà; infatti, sono molte le discipline che studiano la comunicazione: - La linguistica e, in particolare, la sociolinguistica. La linguistica colloca alla base della comunicazione la divisione tra significante (il mezzo che utilizziamo per rappresentare il significato) e significato (concetto a cui corrisponde un suono). La sociolinguistica guarda al processo comunicativo come l'esito dell'intreccio tra lingua, cultura e società; andando a vedere i mutamenti della lingua in relazione al contesto sociale in cui essa è utilizzata. - La semiotica: concentra la propria attenzione sui modi e i meccanismi con cui si costruiscono i discorsi e i significati; per far ciò, ricorre allo studio dei segni (indici, icone, simboli). In breve, è la disciplina che ha visto, in particolare, la figura di Umberto Eco comepossono essere utilizzati nella comunicazione) all'interno delle dinamiche sociali.- La linguistica: analizza la struttura e il significato del linguaggio e dei segni utilizzati nella comunicazione.- La semiotica: si occupa dello studio dei segni e dei loro significati nella comunicazione.- La neuroscienza: indaga i processi neurali coinvolti nella comunicazione umana.- La teoria dei sistemi: analizza la comunicazione come un sistema complesso di interazioni tra elementi.- La teoria dell'informazione: si concentra sulla trasmissione e l'elaborazione dell'informazione nella comunicazione.- La teoria della persuasione: studia i meccanismi attraverso i quali si influenzano le opinioni e i comportamenti delle persone attraverso la comunicazione.- La teoria della comunicazione di massa: si occupa dello studio dei processi di comunicazione che coinvolgono grandi numeri di persone attraverso i media di massa.- La teoria della comunicazione interculturale: analizza le dinamiche comunicative tra individui appartenenti a diverse culture.- La teoria della comunicazione organizzativa: si concentra sulla comunicazione all'interno delle organizzazioni e delle aziende.