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Il quadrilatero con sterzo sulla biella (Figura 3-16) è una soluzione molto utilizzata poiché permette
una buona escursione della ruota ed un agevole fissaggio della pinza freno. La soluzione con sterzo
sul telaio era utilizzata molto tempo fa per un vantaggio in termini realizzativi del comando di sterzo.
Tale soluzione risultava avere un’elevata inerzia rispetto all’asse di sterzo stesso.
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Se analizziamo il cinematismo dello schema sospensivo notiamo come in frenata si abbia una
riduzione dell’angolo di sterzo; come conseguenza si ha una riduzione dell’avancorsa e quindi una
diminuzione della stabilità, in compenso è migliorato l’inserimento in curva. In trazione avviene il
contrario e dunque un aumento della stabilità.
Figura 3-17 Sospensione anteriore a quadrilatero di una Yamaha GTS 1000
L’immagine sopra rappresenta un’applicazione della sospensione a quadrilatero. Il gruppo molla
smorzatore è direttamente collegato al braccio inferiore. È interessante notare la soluzione adottata
per la trasmissione della coppia di sterzo. Essa è costituita da un profilo scanalato che consente la
Figura 3-18 Sospensioni con quadrilatero a coppia prismatica
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trasmissione della coppia ma permette lo scorrimento assiale durante lo scuotimento. Il profilo
scanalato però blocca ancora un DOF che renderebbe il sistema iperstatico (durante gli scuotimenti
l’asse di sterzo deve poter variare il suo angolo in questa configurazione). Per liberare l’ultimo DOF
si adottano boccole cedevoli in corrispondenza dei cerchi disegnati alle estremità dello steering
shaft consentendo una (limitata) rotazione dell’asse di sterzo.
Una variante più economica da realizzare è la sospensione a quadrilatero con guida prismatica. Al
posto del braccio superiore è presente una guida prismatica. Tale soluzione è simile al McPearson
nelle sospensioni automobilistiche.
Un caso studio interessante è rappresentato dalla Bimota Tesi la quale presenta delle soluzioni
particolari sia a livello sospensivo che di sterzo.
Figura 3-19 Bimota Tesi
Figura 3-20 Schema sospensivo Bimota Tesi
La sospensione anteriore rappresentata in Figura 3-20 è concettualmente un quadrilatero. Il braccio
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inferiore è rappresentato dal telaietto a tralicci, mentre il braccio superiore è rappresentato dalla
bielletta rossa. L’elemento molla smorzatore è rappresentato dall’elemento indicato dalla freccia in
giallo ed è azionato dal movimento del telaio a traliccio; tramite un rinvio ad L va ad azionare il
gruppo molla-smorzatore.
Un’altra soluzione degna di nota è rappresentata dal sistema di sterzo raffigurato nella Figura 3-21.
Figura 3-21 Sezione del perno ruota
Un tirante di sterzo comandato tramite rinvii dal manubrio agisce sul mozzo facendo ruotare tutto
il gruppo ruota su di un perno (indicato in figura). È l’inclinazione rispetto alla verticale di tale perno
a determinare l’angolo di sterzo e quindi il braccio a terra. Il cerchio poi può ruotare rispetto al suo
asse grazie ad un cuscinetto a sfere obliquo.
3.5 Telelever
È considerata una variante della sospensione a quadrilatero (Figura 3-18), molto simile al
McPearson. Gli steli della forcella del telelever non contengono le molle o ammortizzatori ma sono
solamente guide prismatiche. In questo modo l’inerzia rispetto all’asse di sterzo è molto ridotta.
Tale soluzione è adottata dalla BMW GS 1200.
Figura 3-22 Telelever sulla BMW GS 1200
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Grazie alla geometria della sospensione durante
lo schiacciamento della forcella si ha un recupero
dell’angolo di sterzo con conseguente aumento
dell’avancorsa e quindi della stabilità. Se
comparato con la forcella telescopica è
immediato vederne i vantaggi.
Definiamo in maniera chiara come una
sospensione può essere antidive o prodive. In
Figura 3-24 sono mostrate le traiettorie del
punto di contatto durante lo scuotimento per
una sospensione a quadrilatero ed una forcella
Grafico 3-1 Recupero di angolo di sterzo telescopica. Come si nota la forza frenante nel
≈ 90°
caso di sospensione a quadrilatero forma un angolo di con la traiettoria di P, mentre nel caso
di forcella telescopica la traiettoria forma un angolo molto ridotto con la forza frenante. Questo fa
sì che nel primo caso il lavoro fatto dalla forza sia circa nullo (antidive) mentre nella forcella
telescopica il lavoro non è nullo (prodive). Nel progettare la sospensione è bene che l’angolo
90°
formato sia circa pari a (NB: la direzione della forza dipenderà anche da quanto freno anteriore
90°
uso). Nella realtà si preferisce utilizzare valori leggermente inferiori ai per evitare che in alcune
condizioni si possa andare oltre l’angolo retto ed avere l’alzamento dell’anteriore in frenata,
comportamento quindi non prevedibile e potenzialmente pericoloso.
Figura 3-24 Traiettoria del punto di contatto durante lo scuotimento
Una vera e propria soluzione a quadrilatero è rappresentata dal
Duolever nel quale l’ulteriore leveraggio, realizzato con
meccanismo di Watt con tre cerniere cilindriche serve a
trasmettere la coppia di sterzo dal manubrio alla ruota. Con tale
meccanismo si può realizzare il braccio che sorregge la ruota
molto rigido, influendo un po’ sull’inerzia alla rotazione.
Figura 3-23 Duolever 36
3.6 Piaggio MP3
Una sezione a parte è dedicata alla soluzione sospensiva adottata dal Piaggio MP3, lo scooter più
famoso a tre ruote. Il telaio è a doppia culla, con una serie di collegamenti e rinforzi mentre sul
canotto di sterzo sono presenti due fori dove si andranno a collegare le due traverse.
Figura 3-27 Telaio Piaggio MP3 Figura 3-25 Cinematismo I bracci del cinematismo
stanno sempre paralleli
alla superficie stradale e
sono in grado di oscillare
attorno ai perni ricavati
sul canotto di sterzo. In
questo modo il canotto
può rollare solidale alla
cassa e lasciare i due
bracci paralleli tra di loro
e alla strada. Alle
estremità dei bracci si
trovano i montanti delle
ruote anteriori. Alle
estremità di essi vi sono
dei braccetti che si
collegano allo sterzo
grazie a due coppie
rotoidali; appena al di
Figura 3-26 Cinematismo installato sotto di essi vi è l’attacco
per il rispettivo gruppo ruota. In questa maniera si forma un primo quadrilatero che permette il
rollio delle ruote anteriori. Dalla Figura 3-26 si evince che vi è un limite fisico al rollio e cioè il valore
per il quale le due traverse vanno a contatto. L’elemento evidenziato dalla freccia in giallo di Figura
3-25 rappresenta un settore circolare che serve a bloccare il meccanismo di rollio quando il veicolo
è fermo. La sospensione del Piaggio MP3 è a braccio oscillante spinto, questo gli garantisce un
comportamento antidive, in più ogni ruota ha la sua sospensione sono indipendenti. L’asta sottile
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in viola della Figura 3-28 serve a bloccare la
compressione della sospensione quando il veicolo è
fermo.
Illustriamo adesso il sistema Quadro. All’anteriore si ha
un montante rigido che ospita in basso i due quadrilateri
articolati. Tale cinematismo rende però dipendenti il
sistema sospensivo e rollio; se rollo avrò
necessariamente anche una compressione. Questo non
è desiderabile poiché nella manovra di rollio mi aspetto
che tutte le ruote rollino, invece con tale soluzione
alcune potrebbero solo comprimersi o solo estendersi
(nel Piaggio MP3 erano disaccoppiati). Il sistema Quadro
garantisce il rollio di entrambe le ruote dell’asse del
quadriciclo. La manovra di rollio è una manovra
solitamente lenta (Figura 3-31); per tale motivo grazie
alla conformazione delle valvole l’olio può fluire tra i due
ammortizzatori di ciascuna ruota, rendendoli, grazie
all’incomprimibilità dell’olio, rigidi. In caso di
scuotimenti dovuti ad asperità (Figura 3-33)
l’affondamento della sospensione è molto rapido e
Figura 3-28 Sospensione anteriore Piaggio MP3 perciò, grazie sempre alle valvole l’olio può fluire nella
camera ausiliaria centrale rendendo indipendenti le due ruote rispetto alle asperità. Va sottolineato
come rimanga comunque un po’ di interconnessione tra le due ruote.
Figura 3-30 Quadriciclo Quadro Figura 3-30 Sistema Quadro idraulico per il rollio
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Figura 3-31 Funzionamento durante il rollio
Figura 3-33 Funzionamento durante gli scuotimenti
Ultimo esempio degno di nota è rappresentato dal
Peugeot Metropolis il quale presenta uno schema
sospensivo che ricorda un quadrilatero alto. Il gruppo
molla ammortizzatore è unico per entrambe le ruote ed
è azionato mediante dei rinvii. Questa soluzione
prevede il braccio a collo d’oca molto rigido (si notino
le nervature).
Figura 3-32 Peugeot Metropolis 39
3.7 Sospensioni Posteriori
3.7.1 Ammortizzatori posteriori
Figura 3-34 Ammortizzatore posteriore "classico"
In questo ammortizzatore vi sono due fluidi divisi da un pistone mobile. Il gas compresso, che si
trova ad una pressione di 10/15 bar (in alcune tipologie si può anche regolare tale pressione), serve
a garantire che la camera adiacente piena d’olio rimanga in pressione quando lo stelo esce. Ciò evita
dunque fenomeni di cavitazione. Quando l’ammortizzatore si estende la camera con gas compresso
si espande tenendo così in pressione l’olio. Nella figura seguente è rappresentata una variante con
la camera del gas in pressione disposta su di una bomboletta non
coassiale. Durante la compressione l’olio in eccesso va nella
bomboletta realizzando il medesimo effetto dell’ammortizzatore
mostrato prima. Questa soluzione consente di ridurre l’ingombro
assiale e migliorare la dissipazione del calore.
Figura 3-36 Comportamento sospensione
Figura 3-35 Ammortizzatore posteriore con Per quanto riguarda il comportamento della sospensione si
bomboletta non coassiale preferisce avere un comportamento morbido nella parte iniziale
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della compressione per seguire bene le irregolarità stradali mentre si gradisce un irrigidimento
progressivo verso il fine corsa. Per ottenere la caratteristica progressiva si può:
Adottare molle con spire a passo variabile durante la compressione le spire più vicine
vanno a contatto e riducono il numero di spire effettive utili alla compressione.
Variazione di diametro molla e/o spira
Molle in serie
Inclinazione e posizione del gruppo molla ammortizzatore
Figura 3-37 Escursione del forcellone
Durante l’escursione de