Anteprima
Vedrai una selezione di 3 pagine su 7
Costituzione, norme e fonti Pag. 1 Costituzione, norme e fonti Pag. 2
Anteprima di 3 pagg. su 7.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Costituzione, norme e fonti Pag. 6
1 su 7
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

CRITERI DI RISOLUZIONE DELLE ANTINOMIE GIURIDICHE

Il pluralismo sociale, come accennato, comporta a un pluralismo delle fonti giuridiche e a una conseguente complicazione della comprensione del sistema delle fonti. Vi possono essere situazioni in cui una norma è in contraddizione con un'altra norma giuridica, occorre quindi applicare dei criteri di risoluzione dei conflitti reali tra le norme. Non vi è un conflitto "reale" se non si svolge un lavoro preliminare di interpretazione per capire se il conflitto è prima di tutto risolvibile con i normali strumenti interpretativi. I criteri sono: - Cronologico: utilizzabile negli ordinamenti più semplici, ovvero quelli con una sola fonte o dove ci sono fonti tra loro equiparate (es: leggi e atti aventi forza di legge). In questi casi si applica la norma più recente, e la norma più antica viene abrogata. L'abrogazione opera ex nunc (da ora), non viene eliminata dall'ordinamento mane viene limitata l'efficacia temporale nel momento in cui avviene l'abrogazione.
  • Gerarchico: utilizzato negli ordinamenti più complessi dove è insufficiente il criterio cronologico, in quanto una norma subordinata successiva può contraddire una norma precedente superiore. In questo caso occorre individuare la fonte dalle quali provengono le norme in contraddizione. Se sono fonti collocate diversamente nella scala gerarchica, prevale la norma appartenente alla fonte gerarchicamente superiore [scala gerarchica delle fonti: 1) costituzione, 2) fonti comunitarie, 3) leggi e atti avente forza di legge, 4) regolamenti governativi, 5) regolamenti ministeriali, 5) consuetudini. Nota: le leggi sono dette fonti primarie, i regolamenti governativi fonti secondarie e i regolamenti ministeriali fonti terziarie]
  • Delle competenze: se la costituzione attribuisce a una determinata fonte la normazione di una materia, solo quella fonte è autorizzata a

disciplinare talematerie (es: competenze regionali, art. 117). Al contrario del principio gerarchico che opera per verticale, questo criterio agisce orizzontalmente. Se una fonte disciplina una materia sulla quale non ne ha competenza, essa viene considerata invalida (validità di una fonte: istituto del diritto che prevede la conformità di una norma alle norme procedimentali che la regolano)

COSTITUZIONE

La costituzione è l'insieme di norme che si pone alla base di un ordinamento statale. Occorre tuttavia che ci siano delle caratteristiche specifiche perché possa essere considerata una costituzione in linea con il significato moderno del termine.

Elementi caratterizzanti delle costituzioni moderne:

  • Stabilità: ovvero capacità di durare nel tempo, indipendentemente dalla transitorietà degli eventi, e aldilà delle arie politiche e ideologiche che si susseguono nel tempo.
  • Superiorità: maggiore forza della fonte

costituzionale rispetto alle altre fonti dell'ordinamento (l'articolo 138, che disciplina la legge di revisione costituzione, delinea il carattere di superiorità rispetto alle altri fonti)

  • Valori generalmente condivisi: la costituzione si pone come manifesto di un insieme di principi generalmente riconosciuti dalla gran parte della popolazione, che ne conferiscono legittimità facendoli propri
  • Modello organizzativo dei poteri dello stato: deve contenere il modello di distribuzione dei poteri al vertice dello stato e lo "scheletro" istituzionale dell'intero ordinamento statale

Questi quattro elementi, strettamente interconnessi tra di loro, distinguono le costituzioni del dopoguerra dalle costituzioni liberali dell'800, frutto di accordi tra i contenditori della sovranità e per questo definite "dualiste", perché appunto la sovranità veniva contesa tra il sovrano e una determinata classe sociale.

Le costituzioni del secondo dopoguerra si pongono per la prima volta come documenti che rappresentano dei veri e propri programmi sociali, con l'obiettivo di ricostruire dalle fondamenta una società distrutta dalla guerra e dalle divisioni interne. In questo meccanismo di unificazione e di riparazione delle fratture sociali provocate dalla guerra, ogni parte sociale offre il proprio contributo. Questo carattere appartiene al cosiddetto "stato pluralista".

Le caratteristiche delle costituzioni sono:

  • Scritte/consuetudinarie
  • Flessibili/rigide
  • Brevi/lunghe
  • Ottriate/pattizie

Le costituzioni scritte nascono dal modello della rivoluzione francese e americana di fine '700. Quelle consuetudinarie nascono dalla consuetudine e sono tipiche del sistema inglese.

I testi costituzionali flessibili sono i testi normativi che prevedono lo stesso procedimento delle leggi ordinarie per apportare delle modifiche. Quelle rigide necessitano di procedimenti

più lunghi, complessi e aggravati per essere modificate. Le costituzioni brevi disciplinano il rapporto tra poteri pubblici. Sono definite lunghe se vengono disciplinati anche i rapporti di vita pubblica e i diritti di libertà. Sono ottenute quando vengono concesse da un'autorità superiore, unica titolare dei poteri pubblici. Definite pattizie se basate su un patto tra le diverse parti sociali. La nostra costituzione è: scritta, rigida, lunga e pattizia. STORIA DELLA COSTITUZIONE ITALIANA Vi sono due atti provvisori antecedenti alle vicende del 1946: - Decreto legge del 25 giugno del 1944: si stabiliva che la scelta tra monarchia o repubblica fosse affidata all'assemblea costituente. - Decreto luogotenenziale del 16 marzo del 1946: La scelta dell'adozione della forma di stato viene attribuita alla decisione popolare, tramite lo strumento del referendum. Come mai questo cambiamento? - La Democrazia Cristiana temeva che il voto in Assemblea

costituentespaccasse in due il partito-Gli inglesi e i filomonarchici spinsero per il referendum poiché sapevano cheil voto dell’assemblea costituente sarebbe stato sicuramente per l’adozionedella forma repubblicana

Il referendum viene tenuto il 2 giugno del 1946. L’esito vide la vittoria dellarepubblica con 12 milioni circa di voti a favore, contro i 10 milioni deimonarchici.

Lo stesso giorno si tengono le elezioni della assemblea costituente.In queste elezioni ne esce fuori un’Italia profondamente divisa in due: il primopartito è la DC, che ottiene il 35%, il secondo blocco è costituito da socialisti ecomunisti che insieme formavano il 39%.

Il compito dell’assemblea diventa prioritariamente sociale che giuridico,occorre contenere la disomogeneità che mina la democrazia e fa sprofondareil paese in possibili derive autoritarie e conflitti sociali.

L’assemblea costituente, per facilitare i lavori, si divide in una

commissione costituita da 75 deputati. Questa commissione a sua volta si divide in tre sottocommissioni:
  • Diritti e doveri del cittadino
  • Organizzazione costituzionale
  • Lineamenti economici e sociali
Per quanto riguarda la forma di governo dello stato post-fascista, non ci furono dubbi sulla scelta di un sistema di tipo parlamentare, con vari sistemi di articolazione del territorio al fine di rispettare le autonomie territoriali. Vengono create le regioni, che insieme agli enti locali costituiscono un contrappeso al governo centrale. La costituzione viene promulgata nel dicembre del 1947 e entra ufficialmente in vigore il primo gennaio del 1948. È composta da un totale di 139 articoli, i primi 12 dei quali costituiscono i "principi fondamentali". Il procedimento di revisione costituzionale è disciplinato dall'articolo 138 della costituzione. Tale procedimento è finalizzato ad evitare che la modifica della Costituzione avvenga per volontà della

sola maggioranza di Governo.

Dettagli
Publisher
A.A. 2020-2021
7 pagine
SSD Scienze giuridiche IUS/09 Istituzioni di diritto pubblico

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher BATTA01 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Diritto pubblico e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Caravita Beniamino.