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Qualità del PIL come "indicatore"

(a) il PIL: cosa comprende e cosa non comprende

Il PIL è - per definizione - il valore dei beni e servizi prodotti per l'uso finale in una data economia, in un determinato periodo di tempo. È l'indicatore per eccellenza di "performance" macroeconomica. Non comprende, per definizione, le transazioni che non passano per il mercato. Oltre a tutte le attività illegali, non comprende molte altre tipologie di transazioni quali, ad esempio:

  • il lavoro domestico e il lavoro di cura
  • i baratti

Proprio per cogliere questi aspetti, la normativa internazionale formatasi negli anni '90 imporrebbe di contabilizzare nel PIL anche l'economia non direttamente osservata (ENO): economia sommersa, illegale, informale. La componente illegale viene tuttavia esclusa, per non inficiare i confronti internazionali, e così pure l'informale.

stimaRimane dunque contabilizzata nel PIL dell'economiasommersa. 9Rimangono NON contabilizzati nel PIL:- gli aspetti ambientali della produzione (esperienze dei "conti -satellite)- il "deprezzamento" del capitale umano.Ciò che il PIL NON coglie(e dunque i motivi per cui NON è un indicatore di benessere)PIL e benessere (alcuni esempi)- il PIL pro-capite non coglie gli aspetti distributivi- le tipologie di beni e servizi prodotti non necessariamenterispecchiano le esigenze della popolazioneil benessere è un concetto di stock- il PIL è un flusso,- gli aspetti ambientali (esterni al calcolo del PIL) sono parteintegrante del benessere di una popolazione- il valore del tempo libero (strettamente legato alla produttività)non viene in alcun modo consideratoAttenzione ai confronti internazionaliPIL come misura della comparazione internazionale- peso diverso della ENO- diversa distribuzione del reddito- problema dell'inquinamento edella qualità della vita in generale- sbilanciamento su poche produzioni (es.: i paesi esportatori di materie prime o fonti energetiche)- i cambi utilizzati non riflettono accuratamente le differenze nel costo della vita tra Paesi (a questo si è ovviato con il metodo della valutazione a prezzi PPA)

Wrong question: what is the best measure of national income?

The right question is: what is one interested in? And then design a measure that best gets at that.

GDP tells us the value of what goes through markets.

Other measure are much better at judging national “welfare” or living standards and many text books, including my own, make the point in detail with illustrations such as “home heating is provided free in hot countries and so is not included in the GDP (but does contribute to the living standards) while it is costly in cold countries and so is included in the GDP”

R. LIPSEY

Altri indicatori di benessere

- Misura del benessere economico (Nordhaus-Tobin, Is

growth obsolete?, 1972)- Concetto di prodotto totale(Kendrick, Concept and measure of full income and product,1989; Eisner, The total income system of account, 1989)- Matrice di Contabilità Sociale (SAM)(ILO e WB, negli anni '70)- Social Indicators- Indicatori di lavoro (volontariato e lavoro domestico)- Indicatori di consumo (beni e servizi "di base")- Indicatori di distribuzione di reddito e ricchezza (indicatori di povertà)- Livello di istruzione- Indicatori di condizioni sanitarie e di salute (es: attesa di vita alla nascita, mortalità infantile nel primo anno di vita..)- Indicatori ambientali (estinzione delle speci, effetto-serra..)La nuova frontiera della ricerca su questi temi è rivolta a elaborare possibili Indicatori di sostenibilità dello sviluppo.12PIL e RICCHEZZAIl PIL NON è la RICCHEZZAIl PIL è, nella sua stessa definizione ufficiale, una grandezza definita in un intervallo di tempo (un flusso)La ricchezza

è una grandezza definita in un dato istante ditempo (un fondo)

La quantità di acqua presente nella vasca è un fondo (o unostock), cioè una quantità misurata in un dato istante nel tempo.

La quantità di acqua che sgorga dal rubinetto è un flusso, cioè unaquantità misurata in una unità (intervallo) di tempo.

La ricchezza

E’ il complesso dei beni materiali e immateriali che hanno valoredi mercato.

La ricchezza è composta da:

  • ricchezza umana: valore attuale (cioè riportato al presente)del reddito da lavoro (al netto delle imposte) che ci siaspetta di conseguire nel corso della vita lavorativa
  • ricchezza non-umana (che viene normalmente classificatain componenti reali e finanziarie)
    • reale: immobili, pietre preziose, quadri d’autore…
    • finanziaria: valore delle attività finanziarie al nettodelle passività finanziarie

La ricchezza netta delle famiglie italiane:

• Alla fine del

2004: 8.300 miliardi di euro (sei volte il PIL), esclusa la ricchezza pensionistica e il capitale umano
  • Le attività reali sono circa il 68% (in grande parte abitazioni)
  • Le attività finanziarie sono circa il 38% (quota in crescita)
  • L'indebitamento è circa il 6%

Per approfondimenti: L. Cannari - G. D'Alessio, La ricchezza degli italiani, Il Mulino 2006

Dal diagramma di flusso circolare

Definiamo

  • C = Spesa per consumi
  • I = Spesa per investimento (e variazione delle scorte)
  • G = Spesa pubblica per beni e servizi
  • X = Spesa (dell'estero) per esportazioni
  • IM = Spesa (verso l'estero) per importazioni

Scriviamo

PIL + IM = C + I + G + X

PIL = C + I + G + X - IM

Il PIL può essere espresso indifferentemente in termini di

  1. Valore di mercato della produzione
  2. Spesa totale: consumi, investimenti (comprensivi di variazione delle scorte), acquisti pubblici ed esportazioni nette (esportazioni meno importazioni)
  3. Reddito complessivo
(somma dei redditi dal lavoro e dei redditi da capitale)16Dal PIL ai prezzi di mercato al REDDITO NAZIONALE al costo dei fattoriIl PIL viene usualmente presentato (A) ai prezzi di mercato, ovvero ai prezzi che si pagano nell'uso finale, e (B) nel contesto di economia aperta, quali sono ormai tutte le economie.Partendo da questo secondo aspetto:
(B) in economia aperta il PIL (produzione) NON coincide con il REDDITO (contrariamente a quanto visto prima dal punto di vista teorico), poiché ci sono fattori produttivi "esteri" che lavorano in Italia e producono in Italia contribuendo al PIL italiano, e fattori produttivi italiani che lavorano all'estero e producono all'estero contribuendo al PIL estero.17Nel grado in cui sia i primi sia i secondi rimpatriano parte del loro reddito, questa parte verrà spesa nei loro paesi di origine e non sarà parte della spesa finale - o domanda - Italiana.Indicando con RNE il netto tra i redditi italiani.mercato PILpm + RNE = RNLpm dove pm significa "ai prezzi di mercato". 18(A) Il primo aspetto - l'esistenza di due prezzi a cui calcolare gli aggregati di Contabilità nazionale - riguarda il passaggio al costo dei fattori. Questo passaggio consiste nel sottrarre (sia per quanto riguarda il PIL sia per quanto riguarda il RNL) dagli aggregati ai prezzi di mercato le imposte indirette (NETTE, ovvero le imposte indirette al netto dei contributi alla produzione). PILpm - IMPINDnette = PILcf RNLpm - IMPINDnette = RNLcf dove cf significa "al costo dei fattori". 19 I grandi aggregati di Contabilità Nazionale PIL ai prezzi di mercato + Redditi netti dall'estero (da lavoro e da capitale) = Reddito Nazionale lordo ai prezzi di mercato0 Quantità Prezzo Valore (Euro) Patate 100.000 1 100.000 Automobili 10 10.000 100.000 200.000 1 Quantità Prezzo Valore (Euro) Patate 100.000 1,20 120.000 Automobili 11 10.000 110.000 230.000 (230.000-200.000)/200.000 = 15% 0 200.000 Euro (coincide evidentemente con il PIL nominale nell'anno 0)nell'anno 1 con base nell'anno 0=quantità prodotte nell'anno 1 moltiplicate per i prezzi dell'anno 0 =100.000*1 + 11*10.000 = 210.000 Euro Tasso di crescita del PIL reale:(210.000-200.000)/200.000 = 5% Se avessimo venduto le nuove quantità ai vecchi prezzi, il valore della produzione sarebbe stato solo 210.000. La differenza di valore (230.000-210.000) è attribuibile ai prezzi. INFATTI: che cosa si ottiene se si divide il valore del PIL nominale nell'anno 1 per il valore del PIL reale nell'anno 1? 230.000/210.000 = 1,0952380.. Ovvero, il valore della produzione oggi è maggiore di quello che si sarebbe avuto, sempre oggi, se i prezzi non si fossero mossi, per un fattore pari a 1,0952380 ➜ il valore di oggi ha un 9,5% circa da attribuire ai soli prezzi Il deflatore del PIL Poiché dividendo il PIL nominale per il PIL reale (dello stessoanno) otteniamo un puro numero che può essere > 1 (se il PIL nominale è maggiore del PIL reale, ovvero se i prezzi sono cresciuti tra l'anno in oggetto e l'anno base) = 1 (se le due grandezze sono uguali) < 1 (se il PIL nominale è minore del PIL reale, ovvero se i prezzi sono diminuiti tra l'anno in oggetto e l'anno base).
Dettagli
Publisher
A.A. 2012-2013
29 pagine
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/01 Economia politica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher flaviael di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Macroeconomia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Soci Anna.