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Attività finanziarie che non costituiscono immobilizzazioni

La voce attività finanziarie che non costituiscono immobilizzazioni contiene tutti i titoli che non sono destinati ad essere impiegati durevolmente nell'impresa. La classificazione di tali titoli si effettua secondo le seguenti voci: 1. Partecipazioni in imprese controllate 2. Partecipazioni in imprese collegate 3. Altre partecipazioni 4. Azioni proprie 5. Altri titoli Valutazione delle attività finanziarie che non costituiscono immobilizzazioni secondo il codice civile La disciplina della valutazione di tali elementi è contenuta nell'art. 2426 comma 9 e 10. Da tale articolo si desume che: 1. I criteri di valutazione che la legge stabilisce per le rimanenze si applicano anche alle attività finanziarie che non costituiscono immobilizzazioni 2. Le attività che non costituiscono immobilizzazioni devono essere iscritte al costo di acquisto comprensivo dei costi accessori di acquisto 3. Il costodei beni fungibili (titoli di stato ecc.) può essere determinato applicando il metodo della media ponderata, oppure quello del LIFO o del FIFO. Valutazione delle attività finanziarie che non costituiscono immobilizzazioni secondo le norme fiscali La disciplina fiscale è diversa da quella civilistica, infatti ad esempio mentre le norme civilistiche affermano che tali titoli nel momento in cui vengono venduti generano minusvalenze o plusvalenze, secondo la normativa fiscale, essi generano dei ricavi, e se esistono alla fine dell'esercizio sono considerate come rimanenze finali. Per quanto riguarda la valutazione delle rimanenze finali dei titoli possiamo dividere il problema in tre parti: 1. Modalità di valutazione 2. Azioni gratuite 3. Versamenti a fondo perduto e a copertura di perdite Per ciò che concerne le modalità di valutazione possiamo dire che, per valutare le rimanenze finali dei titoli contenuti nell'attivo circolante bisogna raggruppare ititoli negoziati in mercati regolamentati italiani o esteri:
  1. Il valore normale dei titoli si determina in base alla media aritmetica dei prezzi nell'ultimo mese.
azioni e titoli simili non negoziati in mercati regolamentati italiani o esteri:
  1. Il valore normale dei titoli si determina riducendo il valore unitario, in misura proporzionale corrispondente alle diminuzioni patrimoniali risultanti dall'ultimo bilancio approvato.
azioni gratuite:
  1. Le azioni gratuite si hanno nel momento in cui una società riceve da un'altra società partecipata azioni gratuite.
  2. Il numero di tali azioni si aggiunge a quelle già possedute.
  3. Il valore unitario per ciascuna voce si determina dividendo il costo complessivo delle azioni già possedute per il numero complessivo delle azioni.
riguarda i versamenti a fondo perduto e a copertura di perdite possiamo dire che l'ammontare di tali versamenti si aggiunge al costo delle azioni in proporzione alla quantità delle singole voci della corrispondente categoria.

LE DISPONIBILITÀ LIQUIDE

La voce disponibilità liquide dello stato patrimoniale è così suddivisa:

  1. depositi bancari e postali
  2. assegni
  3. denaro e valori in cassa

La voce depositi bancari e postali accoglie i fondi disponibili presso il sistema bancario o l'amministrazione postale.

Nella voce assegni sono rappresentati i titoli di credito bancario, di conto corrente, assegni circolari e similari esigibili a vista.

La voce denaro e valori in cassa è composta dal valore delle monete e dei valori bollati, quali francobolli, marche da bollo ecc. Possono far parte di tale voce anche le disponibilità in valuta estera.

La valutazione delle disponibilità liquide può essere così articolata:

  1. i
  2. depositi bancari, i depositi postali, e gli assegni essendo dei crediti vantati verso banche ol'amministrazione postale, devono essere valutati con il criterio del presumibile realizzo, che normalmente è composto dal valore nominale comprensivo degli eventuali interessi attivi, ed altre competenza maturate.

    il denaro e i valori in cassa si valutano al loro valore nominale

    le disponibilità in valuta estera devono essere convertite in moneta nazionale

    RATEI E RISCONTI ATTIVI

    Le caratteristiche dei ratei e risconti attivi che si ricavano dall'art. 2424 bis sono:

    1. possono essere iscritti in tale voce le quote di costi e proventi comuni a due o più esercizi
    2. possono essere iscritti quote di costi e ricavi che maturano in ragione del tempo

    Con la nuova disciplina è stata introdotta un'innovazione e cioè che in tale voce si possono inserire anche i risconti pluriennali.

    La voce ratei e risconti attivi può essere così costituita:

    ratei attivi: quote di costo di competenza dell'esercizio maturate ma non ancora riscosse 2. risconti attivi: quote di costo di competenza dell'esercizio futuro che già hanno avuto la loro manifestazione numeraria 3. risconti pluriennali: quote di costo di competenza di due o più esercizi successivi, la cui manifestazione numeraria è avvenuta nell'esercizio in chiusura 4. disaggi su prestiti: sorgono quando l'impresa emette delle obbligazioni sotto la pari IL PATRIMONIO NETTO Le voci del patrimonio netto sono molto dettagliate, infatti il patrimonio netto è suddiviso nelle seguenti voci: 1. capitale 2. riserva da sovrapprezzo delle azioni 3. riserve di rivalutazione 4. riserva legale 5. riserva per azioni proprie in portafoglio 6. riserve statutarie 7. altre riserve 8. utili (perdite) portate a nuovo 9. utili (perdite) dell'esercizio Capitale Tale voce indica il valore nominale del capitale sociale della società sottoscritto dai soci.tema dicapitale sociale bisogna tener conto delle seguenti fattispecie:

    1. aumento di capitale sociale a pagamento
    2. aumento di capitale gratuito
    3. riduzioni di capitale per perdite
    4. riduzione del capitale esuberante

    Riserva sovrapprezzo azioni

    In tale voce trova collocazione l'ammontare della differenza tra il prezzo di emissione ed il valore nominale delle azioni emesse in occasione dell'aumento del capitale sociale sopra la pari.

    Riserve di rivalutazione

    In tale voce trova collocazione la somma algebrica dei plusvalori attribuiti ai componenti patrimoniali sottoposti ad una procedura di rivalutazione monetaria o economica.

    Riserva legale

    Si tratta di una riserva obbligatoria per legge in cui devono essere accantonati una parte degli utili realizzati. Tale riserva normalmente viene costituita per coprire le perdite d'esercizio.

    Riserva per azioni proprie in portafoglio

    In tale riserva trovano collocazione l'ammontare degli accantonamenti effettuati per

    l'acquisizione delle azioni proprie da iscrivere nelle immobilizzazioni o nel capitale circolante. Tali riserve sono indiponibili fino al momento in cui ci sono ancora azioni proprie in portafoglio.

    Riserve statutarie

    In tale riserve si inseriscono una parte di utili realizzati secondo quanto disposto dallo statuto.

    Il reddito d'esercizio può essere suddiviso in tre parti:

    1. una o più riserve indisponibili che hanno il compito di correggere gli errori commessi nel passato e nel presente. Tali tipi di riserve permettono di passare da una visione del bilancio come aggregato di valori ad una visione del bilancio come sistema di valori.
    2. una o più riserve disponibili che hanno il compito di sostenere i piani di sviluppo dell'impresa.
    3. la quota di utile prelevabile in cui si concretizza la politica di bilancio dell'impresa.

    Altre riserve

    La voce altre riserve costituisce una voce residuale, in cui trovano collocazione tutti quei fondi e riserve che non

    possono essere incluse nelle voci precedenti. Le riserve che possono confluire in questa voce possono distinguersi in tre gruppi: 1. riserve facoltative 2. riserve in sospensione d'imposta 3. riserve diverse Le riserve facoltative possono essere costituite da: versamenti dei soci in conto capitale, riserve costituite in occasione di aumenti di capitale sociale, riserve derivanti da ristrutturazioni societarie ecc. Le riserve in sospensione d'imposta vengono costituite per osservare le norme tributarie, tra queste riserve quelle più importanti sono: riserve per contributi e liberalità in conto capitale, riserve plusvalenze, riserve per ammortamenti anticipati, altre riserve in sospensione d'imposta. Riserva per contributi e liberalità Le imprese possono ricevere dagli enti pubblici o privati contributi aventi lo scopo di concorrere alla copertura dei costi d'esercizio (contributi in conto esercizio) oppure per l'acquisto di impianti, per ricerca (riserve per investimenti).

    Contributi in conto capitale). Mentre i contributi in conto esercizio vengono considerati come componenti positivi di reddito e vengono inseriti nel conto economico nella voce altri ricavi e proventi, i contributi in conto capitale partecipano alla formazione del reddito di più esercizi, in modo diverso, più in particolare possiamo dire che:

    1. le imprese che ricevono contributi in conto capitale devono sottoporre a tassazione l'importo intero del contributo riscosso, oppure accantonare in un apposito fondo del passivo che fa parte del patrimonio netto, il 50% di tale contributo mentre il rimanente 50% bisogna farlo concorrere alla formazione del reddito imponibile nell'esercizio in cui viene riscosso e nei successivi, non oltre il quarto.
    2. tale fondo viene sottoposto a tassazione solo se l'impresa lo utilizza per scopi diversi dalla copertura della perdita.
    3. il contributo in conto capitale viene tassato nel momento in cui viene riscosso.

    Riserva

    plusvalenzeTale riserva è una riserva di origine strettamente fiscale. Secondo le norme fiscali le plusvalenzerealizzate su immobilizzazioni, concorrono a formare il reddito per l'intero ammontarenell'esercizio in cui sono state realizzate oppure in quote costanti nell'esercizio stesso e neisuccessivi ma non oltre il quarto. Nel caso in cui l'impresa decide di rateizzare tale plusvalenza,allora la parte di plusvalenza che viene rinviata agli esercizi successivi, viene accantonata appuntonella riserva plusvalenze. Tale procedimento però non è conforme alle norme contabili. Lasoluzione più idonea sia per le norme fiscali che civili, sarebbe quello di imputare l'interaplusvalenza al conto economico e farla concorrere alla determinazione del reddito d'esercizio,mentre il frazionamento dovrà essere fatto nella dichiarazione dei redditi tramite questo

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Publisher
A.A. 2006-2007
15 pagine
4 download
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/07 Economia aziendale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher MrStout di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Contabilità e bilanci d'impresa e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Cattolica del "Sacro Cuore" o del prof Dalla Sega Franco.