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CV
CF CT=CF+CV
Costi medi di produzione: ci dicono come ci comportiamo al margine. Costo/quantità.
Aumentando quantità prodotta aumenta il costo medio. Costo medio totale=CT/Q, costo medio
fisso=CF/Q, costo medio variabile=CV/Q. Calcolo i limiti di CMT, CMF e CMV: Dominio=(0;+∞);
CMF lim(Q⇾0⁺)=+∞, lim(Q⇾∞)=0⁺, grafico curva (. Ammortizzazione dei costi. CMV curva di costo
variabile è un’esponenziale che tende all’infinito, lim(Q⇾0⁺)=0, lim(Q⇾∞)=∞, retta che parte da 0
ed è infinita. CMT decremento e successivo aumento dei prezzi, con un minimo, perché le due
variabili che lo compongono hanno natura diversa (CMF decresce sempre, CMV cresce sempre).
Sconveniente produrre poco per costi elevati, raggiunta la saturazione dei costi fissi i costi
variabili aumentano. Produttore sceglie di produrre tra 5-6 perché costa meno (costo unitario di
produzione è il più basso possibile); stesso punto in cui curva viene intersecata dalla retta di costo
marginale CM, che cresce per la legge di produttività marginale decrescente.
Non basta per capire dove devo produrre, devo sapere la domanda, in particolare si aggiungono i
prezzi di vendita e così sappiamo che costi l’impresa assume e quanto ricava o perde.
In realtà all’inizio tutte le imprese nuove hanno una curva di costi totali che crescono in modo
meno che proporzionale (più del doppio)⇾knowledge, perché si ha un errore di produzione che
poi cambierà con l’esperienza. I laureati diminuiscono i costi di produzione.
Profitto=Ricavo tot-Costo tot. Obiettivo massimizzare il profitto principalmente e anche diminuire i
costi.
In concorrenza perfetta gli imprenditori non scelgono il prezzo e le imprese possono entrare e
uscire liberamente dal mercato; compratori e produttori numerosi, beni offerti sono perfetti
sostituti.L’azione del singolo compratore e produttore è ininfluente sul prezzo di mercato.
Ricavo è funzione di quantità e prezzo, è linearmente crescente. La scelta dell’imprenditore è
scegliere sulla quantità. Valutare cosa succede quando ci spostiamo di una quantità (pensiero al
margine): posso calcolare che ricavi medi (per unità) sono esattamente uguali al prezzo e anche
ricavi marginali. Il tasso di crescita di ricavi è costante. Il nostro profitto è legato ai costi, che non
sono lineari (decrescono e poi iniziano a crescere) e ci sarà un punto in cui il profitto sarà
massimo, quale? Unione di costi di produzione: i costi crescono come una funzione a forma di U
(decrescono e crescono). I costi tot aumentano, i costi marginali aiutano a vedere quando profitto
è massimo, perché al posto di valutare il profitto complessivo guardo profitti al margine: Q,
RT=PxQ,P=RT-CT), RM=RT/Q, CM=CT/Q, VP=RM-CM; a quantità 0 costo tot 3 costo marginale
il
0, Q 1 CT 5 P 1, Q 3 CT 12 P 6, Q 4 CT 24 P 7, Q 5 CT 23 P 7,Q 6 CT 30 P 6⇾massimizzare
profitto non vuol dire massimizzare la quantità venduta, devo ottenere max profitto con quantità
Variazione profitto=Ricavo marginale-Costo marginale=0⇾max profitto e Ricavo
giusta.
marginale=prezzo di mercato (non scelto da noi, quindi prendo quello imposto e faccio calcoli;
devo capire come impostare costi marginali). Profitto marginale negativo=profitto
diminuisce⇾saturazione impianti, costi medi tot aumentano.
NB: Curva profitto ha un solo massimo. Punto di massimo profitto è quando Ricavo
marginale=costo marginale e Ricavo marginale=prezzo di mercato. L’impresa massimizza il
profitto producendo la quantità per cui il costo marginale è uguale al ricavo marginale; questo
punto (Prezzo x Quantità) è sopra la curva di costo medio totale, perché i costi di produzione di
quella quantità sono sotto (primo punto curva rossa più vicina).Q₁⇾RM>CM impresa può
aumentare il margine di profitto; Q₂⇾RM<CM impresa risente della produttività marginale
decrescente. A cambiamenti di prezzi di mercato, l’imprenditore si
posiziona dove prezzi di mercato=costi marginali.
Profitto unitario (1); Perdita(a) costa di più produrre
rispetto a quello che ricavo.
Quando i prezzi variano fino a portare alle perdite, le imprese hanno ricavi diversi, c’è un forte
cambiamento di mercato⇾ricavi<costi cosa fanno le imprese?
1-prezzo di mercato cala e profitti diventano negativi: imprenditori possono pensare che sia una
situazione passeggera e decidono di fermarsi momentaneamente, cercano di minimizzare le
perdite e i costi variabili. Considero curva di costo medio variabile come
punto da cui partire, non quella di costo medio totale. Nel breve periodo si possono solo
ammortizzare i costi medi variabili. Inizialmente non c’è offerta.
2-impresa vuole restare in piedi nel lungo periodo⇾curva di costo tiene presente ammonizzazione
costi totali. Esce dal mercato, la cosa diventa definitiva se l’impresa pensa che la condizione sia
definitiva. Curva uscita dal mercato.
Importanza al rinnovamento per mantenere competitività⇾tecnologie nuove⇾la curva cambia e
torna sotto.
Altre forme di mercato, l’ideale di concorrenza perfetta:
-Tipo di prodotto: omogenei o non differenziati: stesso prodotto venduto.
-Numero di imprese: elevato.
-Dimensioni imprese: piccole rispetto a mercato complessivo.
-Influenza sulla quantità di mercato: no
-Influenza sul prezzo: no⇾lo subiscono (price taker)
-Barriere all’entrata: minime
-Condizioni di massimo profitto: RM=CM=P
-Variabile di decisione: Q.
-Il più efficiente⇾massimizza surplus totale⇾dovremmo ambire a questa
-Es settore produzione agricola.
Questo modello non è l’unico, ci sono altre teorie per spiegare es differenziazione prodotto
(fenomeno dei marchi⇾non spiegabile in concorrenza perfetta). Nel modello microeconomico
della concorrenza perfetta non c’è spazio delle scienze aziendali che riguardano la strategia di
impresa.
Monopolio decide quanto produrre e quale prezzo fissare(⇾price maker), vengono attuati
antitrust; es produzione cannabis terapeutica(legale, monopolio utile statale).
Oligopolio: aziende poche che decidono prezzo di mercato e si alleano tra loro (reato di
collusione) e fanno il cartello di mercato per mantenere prezzi di mercato più elevato. Oligopoli
omogenei es aziende che producono petrolio; oligopoli differenziati es palline da tennis. Hanno
molto potere di mercato.
Aziende in concorrenza monopolistica: forza di mercato nella differenziazione di prodotti con
marchi, es Apple, Barilla, Nike. Possono essere molto piccole o anche grandi; hanno barriere
all’entrata medie. Essere price-maker è correlato a capacità di persuadere sul proprio marchio
(prodotto migliore).
Scelte del consumatore: analisi dei processi decisionali degli individui dati delle condizioni o
quando ci sono cambiamenti nella realtà. Scelta economica=scelte tra le alternative di mercato.
Ciascun consumatore vuole soddisfare i propri bisogni ed effettua quindi delle scelte di consumo
(scelte alternative) entro il vincolo delle risorse (reddito) a disposizione. Il consumatore può
cambiare le scelte migliori per sé in base ai cambiamenti delle condizioni. Ci sono quindi
preferenze di scelta vincolate al reddito. Elementi chiave: ipotesi che il consumatore massimizzi la
propria utilità (sceglie la cosa migliore, es tra 5 e 10€ scelgo 10€); relazione reddito consumatore-
prezzo dei beni (somma acquistata non può essere maggiore del reddito); preferenze del
Ipotesi di massima utilità:
consumatore. consumatore se non deve pagare preferisce quantità
Vincolo di bilancio:
maggiore. vincolo=reddito. Non è detto che posso permettermi la quantità
maggiore. Si ha un vincolo di bilancio che integra beni che il consumatore può acquistare al
massimo in base al reddito che ha; separa quello che si può acquistare o meno. Reddito e prezzi
determinano le combinazioni di consumo (panieri).
Vincolo di reddito. C combinazione intermedia, la preferita; B
bevo e basta; A mangio e basta. D sarebbe preferibile a C, ma non si può acquistare.
Retta riflette valore di mercato. Pendenza=prezzo relativo o costo opportunità=tasso di
sostituibilità di due beni.
Ma il vincolo di bilancio rappresenta quello che il consumatore può permettersi, non la
sua vera scelta, perché questa dipende dalla preferenza rispetto alle alternative possibili.
Se due combinazioni sono ugualmente preferite si
dice che il consumatore è indifferente tra le due. Curve di indifferenza=combinazioni che
soddisfano ugualmente il consumatore. Punti su curva inferiore sono preferiti a quella
superiore.
Curve di indifferenza: la pendenza in qualsiasi punto della curva è il rapporto al quale il
consumatore è disposto a scambiare un bene con l’altro. TMS=tasso marginale di
sostituzione, Δy/Δx, indica quanto è disposto a cambiare il consumatore tra una
alternativa e l’altra; tassi di indifferenza non sono identici, non rimangono costanti: quanto
abbiamo una grande quantità di un bene, siamo disposti a lasciarlo a un prezzo minore (lo
Proprietà delle curve di indifferenza:
valutiamo poco) e vcv⇾somiglia a vincolo di bilancio.
più elevate sono > liv di soddisfazione che garantiscono, se panieri sono sulla stessa
curva, sono ugualmente preferiti, se su un’altra curva (+ alta)=maggiormente preferiti;
hanno pendenza negativa; non si intersecano; sono concave rispetto agli assi e sono
crescenti.
Per assurdo se le due curve si intersecassero vorrebbe dire che un punto sarebbe in comune e
tutti i punti sarebbero ugualmente preferiti per proprietà sensitiva, ma questo non ha senso e non
è reale. Beni succedanei perfetti.
Beni complementi perfetti.
La scelta è stata dalla sintesi della possibilità di reddito+preferenze consumatore (ved
slide 13): c’è un punto di ottimo=massimo livello di soddisfazione possibile dato da un
certo vincolo di bilancio, dati prezzo mercato, preferenze e reddito. Questo punto è il
punto in cui il vincolo di bilancio è tg a curva indifferenza, TMS è = a prezzo relativo dei
beni.
Scelta è composta da prezzo relativo (di mercato), TMS (panieri), punto di ottimo (punto
incontro tra primi due). Prezzi e reddito qui rimangono costanti.
Aumento del reddito: vincolo di bilancio (retta reddito) si sposta più a dx, aumenta il
consumo di entrambi i beni e ha un nuovo punto di ottimo⇾compratori più soddisfatti. In
realtà questo avviene solo per beni normali; per beni inferiori il consumo diminuisce.
Diminuisce prezzo di un bene: reddito è costante, cambia pendenza del vincolo di bilancio
e aumentano la capaci