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TESINA
Capitolo I: Cognizione e percezione
Sommario: 1.1 La cognizione. 1.2 La psicologia cognitiva. 1.3 La cognizione sociale.
1.1 La cognizione
Dall'antichità sono state concettualizzate diverse teorie sul significato di "cognizione". Da Platone, il quale sosteneva che fosse il modo in cui l'uomo comprende il mondo, identificando dei principi di base e usando i processi razionali per creare conoscenze, ad Aristotele, che teorizzava come il mondo venisse compreso basando la conoscenza sulle osservazioni del mondo esterno. In epoca moderna, si riconosce a Neisser (1967) il merito di aver delineato il pensiero in materia, asserendo come per cognizione si intendano "i processi attraverso i quali gli input sensoriali vengono trasformati, semplificati, elaborati, immagazzinati, recuperati ed usati".
Muovendo dalla definizione di Neisser è dunque possibile affermare quanto segue: il...
L'insieme dei processi cognitivi, ovvero il complesso dei processi che consentono all'essere umano di conoscere l'ambiente che lo circonda. Ne consegue de facto una stretta correlazione ai concetti di mente, pensiero e ragionamento, i quali descrivono le capacità della mente umana, i cosiddetti processi (o funzioni) mentali. Questi possono configurarsi come consapevoli o inconsapevoli, e la loro importanza risiede nella capacità che hanno di rendere riconoscibili le sensazioni esterne, poiché grazie ad essi le informazioni sull'ambiente diventano oggetti mentali, ossia rappresentazioni.
Suddetti processi sono oggetto di analisi da molteplici prospettive e in contesti differenti, che spaziano dai campi umanistici della linguistica e della filosofia a quelli medico-della neurologia, psichiatria e psicologia. Inoltre, con l'avanzamento scientifico del progresso.
Il termine deriva dal verbo latino "cognosco" (con
gnōscō “sapere”), il quale a sua volta è affine al verbo greco+antico “gignόsko”, “γιγνώσκω”, che significa “io so” (dal sostantivo gnόsis, “γνώσις” = conoscenza).–2 Ulrich Gustav Neisser, psicologo tedesco statunitense, è noto per aver sistematizzato una prospettiva nascentemediante la sua opera “Cognitive del 1967.negli anni sessanta, il cognitivismo, Psychology”Si identificano come “cognitivi” processi quali la memoria, l’associazione, la formazione dei concetti,3 la patternil linguaggio, l’attenzione, la percezione, l’azione, ilrecognition, problem solving e le immagini mentali.1della robotica e dell’intelligenza artificiale è avvenuta una contestualetecnologico nei settoriestensione del concetto di cognizione, che ad oggi risulta essere materia di studio anche nelcampo
Dell'informatica 4. Di seguito, due dirette derivazioni della cognizione.
1.2 La psicologia cognitiva. Cos'è la psicologia cognitiva?
Innanzitutto, viene spontaneo domandarsi: "Che semplicemente, la branca della psicologia che studia i processi mentali e il modo in cui essi di interazione dell'uomo con il influenzano la capacità mondo. Una sorta di studio scientifico della cognizione. Non è casuale che prenda vita dai tentativi dei ricercatori di comprendere la dell'attività mentale umana. Suddetti tentativi si sono concentrati su quattro struttura e i processi filoni di interesse:
- della Gestalt: l'essere umano Psicologia tende a costruire immagini e oggetti interi, che non sono semplicemente la forma delle singole parti. Questo approccio tenta di scoprire i principi che determinano la percezione dell'uomo.
- Fattori umani: nasce come tentativo di aiutare le persone a svolgere compiti in modo efficace e sicuro.
- Simulazione computerizzata: ha aiutato i ricercatori a sviluppare le teorie della cognizione umana ed è stata una fonte di nuove idee. Sono stati creati software che simulassero il problem solving degli esseri umani. Sono stati messi a punto due principali modelli di simulazione computerizzata: gli elaboratori sensoriali (che descrivono la sequenza da quando viene posta una domanda, alla codifica, fino alla produzione di una risposta) e le reti neurali (l'elaborazione dell'informazione negli esseri umani è come una serie di decisioni e azioni che sono prodotte in modo simultaneo ed avvengono in parallelo).
- Neuroscienze cognitive: studio scientifico della relazione tra le strutture cerebrali e l'attività cognitiva. Quest'ambito ha tre importanti obiettivi: scoprire come il cervello elabora l'informazione, comprendere come si formano e si modificano le connessioni neurali e identificare i meccanismi neurali alla base delle funzioni cognitive.
Dell'intelligenza artificiale e in psicologia, il concetto di cognizione si utilizza parlando delle funzioni mentali, dei processi mentali, e degli stati di entità intelligenti (esseri umani e robot altamente autonomi), in particolare quando si ha lo studio di processi come la comprensione, la capacità decisionale e l'apprendimento.
Il cervello contribuisce all'attività cognitiva, usare le scoperte neurologiche per testare le teorie che riguardano il funzionamento della mente, trovare trattamenti per malattie neurologiche.
I processi neuro-cognitivi che ci permettono di interagire con gli altri in modo idoneo costituiscono la cosiddetta cognizione sociale, argomento del prossimo paragrafo.
La cognizione sociale si occupa dell'individuo immerso nel contesto sociale, alle prese con la raccolta, l'elaborazione e l'interpretazione di informazioni. Studia i processi cognitivi.
dall'analisi dei processi cognitivi e delle risposte emotive, la cognizione sociale permette alle persone di comprendere e interpretare le relazioni sociali. Questo processo di autovalutazione consente alle persone di dare un senso a se stesse e di formulare una prima impressione sulla personalità degli altri. La cognizione sociale può essere studiata attraverso due approcci differenti: l'approccio elementarista e l'approccio olistico. L'approccio elementarista scompone il fenomeno in elementi base, utilizzando l'associazione per contiguità e ripetizione, seguendo un approccio bottom-up. L'approccio olistico, invece, si concentra sull'analisi della configurazione delle relazioni tra gli elementi, seguendo un approccio top-down. Più il processo di cognizione sociale è di base, più il risultato ottenuto avrà probabilità di essere generalizzato.dalla metà del secolo scorso sono state proposte cinque concezioni:- Ricercatore '50-'60: di coerenza (anni Heider e Festinger sono i principali sostenitori. Alla base del modello vi è l'idea che l'individuo sia alla costante ricerca di una coerenza interna, nell'incoerenza che lo porta a modificare il suo comportamento; provando un disagio si parla di teoria della dissonanza cognitiva.
- '70: l'individuo è dotato di capacità logico-razionali, raccoglie i dati necessari alla conoscenza di un certo oggetto giungendo a conclusioni logiche, come se fosse uno scienziato. Kelley con il modello della co-variazione sostiene che quando bisogna trovare una causa di uno stimolo sociale si utilizzano tre informazioni: quelle relative al soggetto, allo stimolo e al contesto. Si tratta di un modello perfetto dal punto di vista razionale ma nella vita quotidiana è inutilizzabile essendo privo della
componente emozionale e motivazionale.
- • ‘80): Economizzazione di risorse cognitive (anni Kahnem e Tversky sono i principali sostenitori. L’individuo è visto come una persona che ha una quantità di energie cognitive e psicologiche ridotte. Ciò porta a meccanismi come la stereotipizzazione e l’inerzia, nonché all’utilizzo di scorciatoie di pensiero, le euristiche che gli permettono di comportarsi in modo adattivo nel contesto di riferimento e risparmiare risorse.
- • Tattico diventano protagonisti. L’individuo è motivato: gli aspetti affettivi e motivazionali guidano le motivazioni. Cerca di percepire il gruppo come omogeneo su tratti positivi e eterogeneo su tratti negativi. In questo modello rientra il bisogno epistemico di conoscenza, per cui vi sono motivazioni epistemologiche che hanno per oggetto la conoscenza della realtà sociale di cui fanno parte il bisogno di cognizione (elaborare con cura il contenuto).
di messaggi) e il bisogno di chiusura cognitiva (ottenere una risposta chiara e non ambigua rispetto ad un oggetto di conoscenza).
- Attore Si impone l'idea attivato (anni 2000): iniziano ad attivarsi studi sui processi impliciti.
- Che alcune forme di pregiudizio non vengano espresse e non possano essere misurate in modo esplicito. A volte è talmente sottile che la persona non si rende conto di averlo, eppure mette in dell'in-group atto come comportamenti razzisti che però vengono visti come una valorizzazione e non come razzismo. Si studia l'attivazione inconsapevole dei concetti ma anche le risposte comportamentali implicite.
Infine, aspetto da non sottovalutare è il livello di analisi. Se ne individuano quattro categorie:
- Individuale: studia le modalità con cui l'individuo analizza la realtà e costruisce un'immagine del mondo sociale che lo circonda.
- Interpersonale: analizza le dinamiche interpersonali tra
più individui e tra persone che fanno parte di un medesimo gruppo.
- Intergruppo: studia le relazioni esistenti tra gruppi sociali differenti.
In psicologia le euristiche sono semplici ed efficienti regole che sono state proposte per spiegare come le persone risolvono, danno giudizi, prendono decisioni di fronte a problemi complessi o informazioni incomplete.
- Collettivo: analizza i processi sociali legati al contesto storico - culturale in cui gli individui si trovano ad operare.
CAPITOLO II
Sommario:
- 2.1 La percezione.
- 2.2 La percezione spaziale.
- 2.3 La percezione temporale.
2.1 La percezione.
La “percezione” può essere definita come l’elaborazione cognitiva dell’informazione sensoriale captata dai nostri organi di senso. È la risultante di una serie di processi complessi che si realizzano in modo automatico. Nel momento in cui osserviamo un oggetto o udiamo un“prodotti cognitivi.