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LPH, MSH.
Le cellule cromofobe non sono differenziate.
La neuroipofisi è adibita al deposito e alla secrezione di ormoni sintetizzati
dall’ipotalamo: ADH e ossitocina. Questi raggiungono l’ipofisi in granuli di secrezione.
Contiene anche fibre nervose e tessuto connettivo lasso dello stroma.
Epifisi
L’epifisi è una ghiandola cordonale il cui parenchima è costituito da pinealociti,
dall’aspetto simile a quello delle cellule dendritiche, e cellule interstiziali. I pinealociti
producono la sabbia epifisaria, una matrice proteica che va incontro a calcificazione.
Producono anche la melatonina, un ormone responsabile dei cicli circadiani.
Ghiandole surrenali
Le ghiandole surrenali sono ghiandole cordonali poste sulla regione apicale del rene.
Sono distinguibili diverse zone con morfologia e funzione diverse; una prima
distinzione è tra la parte corticale e la parte midollare.
La parte corticale è la più superficiale, posta appena sotto la capsula connettivale. È
adibita alla produzione di aldosterone, cortisolo e ormoni androgeni. La disposizione dei
cordoni è organizzata e differente in ciascuna delle tre zone in cui è divisa:
la zona glomerulare, la più esterna, ha i cordoni ripiegati a gomitolo e rivestiti da una
- lamina basale;
la zona fascicolata ha i cordoni disposti parallelamente e tra di essi vi sono disposti
- sinusoidi;
la zona reticolare ha i cordoni disposti in maniera disordinata e vede la presenza di
- sinusoidi più grandi rispetto a quelli della zona fascicolata.
La parte midollare è anch’essa cordonale e i cordoni sono separati da tessuto connettivo
vascolarizzato. Le sue cellule appaiono più basofile e secernono adrenalina e
noradrenalina. Sono presenti, anche se in piccola quantità, cellule del sistema nervoso
simpatico che stimola la sintesi delle catecolamine.
Paratiroidi
Le paratiroidi sono ghiandole cordonali che secernono paratormone in risposta a una
diminuzione del livello di Ca nel sangue.
2+ 39
Tiroide
La tiroide è l’unica ghiandola follicolare. I suoi follicoli sono delimitati da un epitelio
cubico semplice e contengono la colloide; tra le cellule del follicolo si distinguono
tireociti e cellule parafollicali.
I tireociti secernono nel follicolo la tireoglobulina (precursore degli ormoni tiroidei di cui
è costituita la colloide); se stimolati dall’ormone TSH, però, possono endocitare il loro
secreto: questo viene degradato tramite lisosomi e i prodotti della degradazione
vengono liberati nel flusso ematico attraverso la superficie basale della cellula. Gli
ormoni prodotti in questo processo sono T3 (triiodotironina) e T4 (tiroxina) e agiscono sul
metabolismo basale.
Le cellule parafollicali secernono la tireocalcitonina che determina un abbassamento
della calcemia.
Isole di Langherans
Le isole di Langherans costituiscono la componente endocrina del pancreas e si
presentano come ammassi di cellule sferoidali molto vascolarizzate immerse nel
parenchima esocrino.
Sono costituite da quattro tipi cellulari:
le cellule α producono glucagone;
- le cellule β producono insulina;
- le cellule δ producono somatostatina;
- le cellule F regolano la secrezione delle cellule esocrine.
-
Al MO appaiono più basofile della componente esocrina e più chiare perché più
vascolarizzate.
Gonadi maschili
Le gonadi maschili sono i testicoli: la loro componente ghiandolare comprende le
cellule del Sertoli (esocrine e di sostegno) e le cellule di Leydig (endocrine).
Le ghiandole interstiziali del testicolo sono composte dalle cellule di Leydig, poste tra i
tubuli seminiferi. Sono molto vascolarizzate, hanno citoplasma eosinofilo granuloso e
nucleo tondo; talvolta possono essere binucleate.
Secernono testosterone.
La loro attività è regolata dagli ormoni ipofisari FSH e LH; nell’uomo:
FSH agisce sulle cellule del Sertoli e stimola la produzione di ABP a sostegno della
- spermatogenesi;
LH agisce sulle cellule di Leydig e stimola la secrezione di ormoni androgeni tra cui il
- testosterone.
Gonadi femminili
Le gonadi femminili sono le ovaie. La loro componente endocrina è rappresentata dai
follicoli ovarici e dai corpi lutei.
Nell’ovaio gli oociti si trovano in una struttura follicolare con i quali costituiscono il
follicolo di Graaf; le sue pareti sono organizzate in due zone concentriche di cui la più
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interna, detta teca interna, costituisce la componente endocrina. Questa secerne
testosterone che viene trasformato in estradiolo dalle cellule della tonaca granulosa (la
zona esterna) per effetto dell’azione di FSH.
L’ormone ipofisario FSH quindi stimola lo sviluppo del follicolo. Giunto a maturazione,
l’ormone LH induce la sintesi di progesterone da parte della tonaca granulosa; questo
ormone provoca la maturazione dell’oocita e l’ovulazione.
Una volta avvenuta l’ovulazione, il follicolo di Graaf collassa e si trasforma nel corpo
luteo, che continua la secrezione di progesterone ed estrogeni.
Il corpo luteo degenera in corpus albicans.
Tessuto connettivo
Il tessuto connettivo ha origine mesenchimale: deriva cioò dal mesenchima, un tessuto
embrionale derivato a sua volta dal mesoderma.
A differenza degli epiteli, è caratterizzati da un’abbondante matrice extracellulare. Può
essere suddiviso in tre grandi categorie: tessuto connettivo propriamente detti, tessuto
connettivo di sostegno e tessuto connettivo con funzione trofica.
Tutti i tessuti connettivi hanno una componente cellulare e una matrice extracellulare
propria; quest’ultima è composta da una sostanza fondamentale amorfa, resistente alle
forze pressorie, e da una componente fibrillare, resistente alla trazione.
Matrice extracellulare
La matrice extracellulare è costituita da molecole eterogenee ed è divisa in sostanza
amorfa e componente fibrillare.
Sostanza amorfa
La sostanza amorfa è principalmente formata da GAG e proteoglicani: i GAG
(glicosaminoglicani) sono catene di disaccaridi in cui un monosaccaride ha un gruppo
amminico in sostituzione all’ossidrile (amminozucchero); questi si legano ai proteoglicani
(catene polipeptidiche) a formare una struttura di natura glicoproteica in cui la
componente glucidica raggiunge il 95%.
Esistono diversi GAG, tra cui acido ialuronico, condroitinsolfato, eparan solfato, eparina,
cheratan solfato. Questi posseggono un’estremità idrofila in grado di trattenere molecole
di H O e cationi: la rete tridimensionale che si crea rende possibile un sistema di
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filtraggio molecolare che consente ad alcune molecole di diffondere bloccandone altre;
la sostanza amorfa garantisce una resistenza alle sollecitazioni pressorie.
Componente fibrillare
La componente fibrillare comprende un insieme eterogeneo di proteine fibrillari:
collagene, elastina, fibrillina, fibronectina, lamina. Rende i tessuti elastici e resistenti alla
trazione.
Per collagene si intendono proteine appartenenti ad una stessa famiglia che si associano
a formare fibre collagene; una fibra è composta da tre catene polipeptidiche avvolte a
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tripla elica. Il collagene è sintetizzato dai fibroblasti come procollagene; dopo la
secrezione si modifica a diventare tropocollagene che può polimerizzare a formare fibrille.
Sono cinque i collageni principali: Forme di collagene
collagene caratteristiche
oltre ad essere la forma più abbondante (90%) è la più resistente alla trazione; crea
I fasci di grosso calibro unite da legami covalenti
Si trova in: osso, tendini, pelle, connettivo fibroso.
crea fibre di piccolo calibro con scarsi legami intermolecolari
II Si trova in: cartilagine ialina ed elastica, dischi intervertebrali, umor vitreo
anche detto collagene reticolare
III (reticolare) Si trova in: linfonodi secondari, fegato, altri organi parenchimatosi
IV non forma fibre ma maglie reticolari che costituiscono le lamine basali degli epiteli
si trova spesso associato al tipo I: forma fibrille localizzate nei muscoli liscio e
V scheletrico
Le fibre reticolari sono costituite da collagene III: queste fibre sono più sottili del tipo I e
hanno un maggior grado di glicosilazione; formano un intreccio ramificato che lascia
spazio, tra le maglie, a matrice amorfa.
Le fibre elastiche garantiscono elasticità al tessuto in cui si trovano, grazie alla
possibilità di estendersi sotto l’effetto di una forza e di ritornare alla dimensione
originale, seppur meno resistenti alla trazione rispetto alle fibre collagene. Sono formate
da microfibrille di fibrillina, una proteina filamentosa, immerse in una matrice amorfa
di elastina.
La fibronectina esiste in tre forme: proteina plasmatica circolante che ha un ruolo nel
processo di coagulazione; proteina adesa transitoriamente alle cellule e riconosciuta
dalle integrine; fibrille insolubili unite dai ponti disolfuro.
La laminina compone le membrane basali assieme al collagene IV.
Cellule del tessuto connettivo
Le cellule del tessuto connettivo sintetizzano la matrice extracellulare, hanno un ruolo
nella riserva e nel metabolismo dei lipidi e possono agire nella difesa immunitaria.
Si distinguono cellule costantemente presenti da cellule presenti solo transitoriamente:
al primo gruppo appartengono fibroblasti, macrofagi, mastociti, plasmacellule, cellule
mesenchimali .
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Fibroblasti
I fibroblasti si occupano della sintesi e del mantenimento della matrice extracellulare:
proteoglicani, tropocollagene, glicoproteine, componenti delle fibre elastiche; intrattengono
19 Cellule staminali connettivali pluripotenti. 42
anche relazioni col sistema immunitario e sono coinvolti nel rilascio di mediatori
solubili, citochine o nelle interazioni intercellulari. Dal punto di vista morfologico, non
hanno una forma fissa perché questa è condizionata dallo stato in cui si trova la cellula. I
fibroblasti quiescenti sono detti fibrociti.
Mastociti
I mastociti sono cellule granulose basofile autoctone del tessuto connettivo. Localizzati
in cute, membrane sierose (pleura e peritoneo) e mucose (degli apparati intestinale e
respiratorio), attorno ai vasi sanguigni, hanno grosse dimensioni (fino a 30 !m di
diametro) e una forma ovoidale. Il loro citoplasma ha abbondanti RE e apparato del
Golgi e contiene numerosi granuli eterogenei di eparina (anticoagulante), istamina
(vasodilatatore) e proteasi neutre.
Il loro ruolo è connesso alle reazioni allergiche: venute a contatto con un allergene, le
plasmacellule secernono IgE che si legano alla membrana dei mastociti; funzionando da
recettori, queste immunoglobuline consentono un riconoscimento immediato
dell’allergene il cui legame innesca la degranulazione.
Quando attivi, i mastociti producono anche prostaglandine, citochine, leucotrieni
(vasocost