Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
LA NOMENCLATURA DEGLI ETERI
Gli eteri sono composti in cui un ossigeno è legato a due gruppi alchilici. Se i due
sostituenti alchilici sono uguali, l’etere è un etere simmetrico. Se i sostituenti sono
diversi, l’etere è un etere asimmetrico.
Il nome d’uso degli eteri è formato dai nomi dei due sostituenti alchilici (in ordine
alfabetico) seguiti dalla parola “etere”.
Secondo il sistema IUPAC, un etere è un alcano con un sostituente RO. Il nome del
sostituente si ottiene sostituendo il suffisso “ile” dei gruppi alchilici con “ossi”.
LA NOMENCLATURA DEGLI ALCOLI
Gli alcoli sono composti in cui l’idrogeno di un alcano è stato sostituito da un gruppo
OH. Gli alcoli sono suddivisi in primari, secondari e terziari a seconda se il gruppo
OH è legato a un atomo di carbonio primario, secondario o terziario.
Il nome d’uso degli alcoli consiste nella parola “alcol” seguita dal nome del gruppo
alchilico a cui è legato il gruppo OH. 8
Il gruppo funzionale è il centro della reattività di una molecola. Negli alcoli il gruppo
funzionale è l’OH il nome sistematico degli alcoli si ottiene sostituendo la “o” finale
del nome dell’idrocarburo genitore con il suffisso “olo”.
Quando necessario, la posizione del gruppo OH è indicata da un numero che precede
immediatamente il nome dell’alcol, oppure precede il suffisso.
La nomenclatura dei composti che prendono il suffisso dal gruppo funzionare segue le
seguenti regole: che contiene il gruppo
1. L’idrocarburo genitore è la catena carboniosa più lunga
funzionale. al suffisso del
2. L’idrocarburo genitore è numerato nella direzione che assegna
gruppo funzionale il numero minore possibile .
3. Anche quando, oltre al suffisso del gruppo funzionale, ci sono sostituenti, al
suffisso del gruppo funzionale va assegnato il numero minore possibile.
4. Se in entrambe le direzioni si ottiene lo stesso numero per il suffisso del gruppo
funzionale, a catena va numerata nella direzione che dà il numero minore
possibile a uno dei due sostituenti. 9
5. Se c’è più di un sostituente, i sostituenti sono citati in ordine alfabetico.
prima
Il nome dei sostituenti va del nome dell’idrocarburo genitore, mentre il
dopo
suffisso del gruppo funzionale va il nome dell’idrocarburo genitore.
LA NOMENCLATURA DELLE AMMINE
Le ammine sono composti in cui uno o più idrogeni dell’ammoniaca sono sostituiti da
gruppi alchilici. Esistono ammine primarie, ammine secondarie e ammine
terziarie. Questa classificazione si basa sul numero di gruppi alchilici legati all’azoto.
Il nome d’uso delle ammine consiste nel nome dei gruppi alchilici legati all’azoto, in
ordine alfabetico, seguito da “ammina”.
Il sistema IUPAC prevede un suffisso per la nomenclatura delle ammine. La “o” finale
del nome dell’alcano è sostituita dal suffisso “ammina”. Il carbonio a cui è legato
l’azoto è identificato da un numero. Il nome di eventuali altri gruppi alchilici legati
N”
all’azoto è preceduto da un “ per indicare che il gruppo è legato a un azoto e non a
un carbonio. 10
I sostituenti sono disposti in ordine alfabetico, e a ognuno di essi è assegnato un
“N”.
numero o una La catena è numerata nella direzione che dà al suffisso del gruppo
funzionale il numero minore possibile.
I composti azotati con quattro gruppi alchilici legati all’azoto sono chiamati sali di
ammonio quaternari, e viene usata la nomenclatura dei sali ([anione] di [catione]), e
il nome del catione si ottiene dal nome dei gruppi alchilici disposti in ordine alfabetico,
seguito da “ammonio”.
LA STRUTTURA DI ALOGENURI ALCHILICI, ALCOLI, ETERI E AMMINE.
Il legame C – X di un alogenuro alchilico si forma dalla sovrapposizione di un orbitale
sp sp sp
3 3 3
del carbonio con un orbitale dell’alogeno. Il fluoro usa un orbitale 2 , il cloro
3sp 4sp 5sp
3 3 3
un orbitale , il bromo un orbitale e lo iodio un orbitale . Poiché la densità
elettronica di un orbitale cresce al crescere del volume, il legame C – X diventa più
lungo e più debole all’aumentare della dimensione dell’alogeno.
L’ossigeno degli alcoli ha la stessa geometria dell’ossigeno dell’acqua. L’atomo di
sp sp
3 3
ossigeno è ibridato , così come nell’acqua. Uno degli orbitali dell’ossigeno si
sp sp
3 3
sovrappone a un orbitale del carbonio, un altro orbitale si sovrappone
all’orbitale
s sp 3
di un idrogeno, e i restanti due orbitali contengono ciascuno una coppia solitaria.
L’ossigeno degli eteri ha la stessa geometria dell’ossigeno dell’acqua.
L’azoto delle ammine ha la stessa geometria che nell’ammoniaca.
11
PROPRIETà FISICHE DI ALCANI, ALOGENURI ALCHILICI, ALCOLI, ETERI E AMMINE
Punto di ebollizione
Il punto di ebollizione di un composto è la temperatura alla quale la forma liquida
del composto diventa un gas (vaporizza) devono essere vinte le forze che tengono
le molecole vicine tra loro il punto di ebollizione di un composto dipende dalle entità
delle forze attrattive tra le molecole.
Le molecole degli alcani sono tenute insieme da forze relativamente deboli. Poiché le
elettronegatività del carbonio e dell’idrogeno sono simile, e legami degli alcani sono
apolari, per cui sugli atomi non ci sono cariche parziali significative.
Tuttavia, in una molecola di alcano è solo la distribuzione di carica media a essere
neutra. Gli elettroni sono in continuo movimento in ogni istante la densità di carica
a estremità della molecola può essere leggermente maggiore di quella all’altra
estremità, dando così alla molecola un dipolo istantaneo.
Il dipolo istantaneo di una molecola può indurre un dipolo istantaneo in una molecola
vicina. Il risultato è che l’estremità negativa di una molecola viene a trovarsi vicina
all’estremità positiva di un’altra molecola. Poiché i dipoli nella molecola sono indotti, le
interazioni vengono chiamate interazioni dipolo indotto-dipolo indotto. Le
molecole degli alcani sono tenute insieme da queste interazioni dipolo indotto-dipolo
indotto, che sono note come forze di dispersione di van der Waals o forze di
London. Le forze di dispersione di va der Waals sono le più deboli tra le interazioni
molecolari.
L’intensità delle forze di dispersione di van der Waals che tengono insieme le molecole
di alcano dipende dall’area di contatto tra le molecole i punti di ebollizione degli
alcani aumentano all’aumentare delle loro dimensioni le ramificazioni abbassano il
punto di ebollizione di un composto.
Il punto di ebollizione dei composti di ogni serie omologa (eteri, alcoli, alogenuri
alchilici e ammine) aumenta all’aumentare del peso molecolare a causa dell’aumento
delle forze di dispersione di van der Waals.
I punti di ebollizione di questi composti, però, sono anche influenzati dal carattere
polare
del legame C – Z (N, O, F, Cl, Br) poiché l’azoto, l’ossigeno e gli alogeni sono più
elettronegativi
del carbonio a cui sono legati. 12
L’entità della differenza di carica tra i due atomi legati è indicata dal momento
dipolare.
Le molecole dotate di momento dipolare si attraggono tra loro poiché possono
allinearsi in modo che l’estremità positiva di un dipolo risulti adiacente all’estremità
negativa di un altro dipolo interazioni dipolo-dipolo, sono più forti delle forze di
dispersione di van der Waals, ma non forti come i legami ionici o covalenti.
Gli eteri hanno generalmente un punto di ebollizione maggiore di quello degli alcani di
peso molecolare simile, perché per far bollire un etere devono essere vinte sia le forze
di dispersione di van der Waals che le interazioni dipolo-dipolo.
Gli alcoli hanno un punto di ebollizione molto maggiore degli alcani o degli eteri di
peso molecolare simile oltre alle forze di dispersione di van der Waals e alle
interazioni dipolo-dipolo dei legami C – O, gli alcoli possono formare legami a
idrogeno. Il legame a idrogeno è un tipo speciale di interazione dipolo-dipolo tra un
atomo di idrogeno legato a ossigeno, azoto o fluoro e la coppia solitaria su un
ossigeno, azoto o fluoro di un’altra molecola.
La lunghezza del legame covalente tra idrogeno e ossigeno è di 0,96 Å. Il legame a
idrogeno tra l’ossigeno di una molecola e l’idrogeno di un’altra molecola è lungo quasi
il doppio i legami a idrogeno non sono forti come i legami covalenti O – H. I legami
idrogeno, però, sono più forti delle altre interazioni dipolo-dipolo. I legami idrogeno più
forti sono quelli lineari, con i due atomi elettronegativi e l’idrogeno allineati sulla
stessa retta.
Anche se ogni singolo legame è debole, le molecole di alcol sono tenute insieme da
molti di questi legami. L’energia aggiunta necessaria per rompere i legami idrogeno è
13
la ragione per cui gli alcoli hanno punti di ebollizione molto più alti degli alcani o degli
eteri di peso molecolare simile.
Anche le ammine primarie e secondarie formano legami a idrogeno, per cui queste
ammine hanno un punto di ebollizione maggiore degli alcani con peso molecolare
simile. Tuttavia l’azoto non è elettronegativo come l’ossigeno, e questo fa sì che i
legami a idrogeno tra le molecole di ammina siano più deboli dei legami a idrogeno tra
le molecole di alcol quindi le ammine hanno punti di ebollizione minori degli alcoli
con peso molecolare simile.
Poiché le ammine primarie hanno due legami N – H, i legami a idrogeno sono più
importanti nelle ammine primarie che nelle ammine secondarie. Le ammine terziarie
non possono formare legami a idrogeno poiché non hanno idrogeni legati all’azoto
le ammine primarie hanno punto di ebollizione maggiore delle ammine secondarie, e
le ammine secondarie hanno punto di ebollizione maggiore delle ammine terziarie.
Poiché un alogenuro alchilico possa bollire, devono essere vinte le forze di dispersione
di van der Waals e le interazioni dipolo-dipolo. All’aumentare delle dimensioni
dell’alogeno, le dimensioni della sua nuvola elettronica aumentano quindi
polarizzabilità
aumentano sia l’area di contatto di van der Waals che la della nuvola
elettronica.
La polarizzabilit