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CAPITOLO ACIDI E BASI
PASSAGGI DI STATO
passaggio di stato
Il termine sta ad indicare il cambiamento dello stato fisico di una sostanza dovuto al
cambiamento, soprattutto, di T°. Se disegniamo un grafico dove in ascisse metteremo il calore aggiunto
costantemente e in ordinate la T° vedremo che a ridosso del passaggio di stato la Temperatura non tende
calore
ad aumentare, questo perché il calore fornito viene utilizzato dal sistema per cambiare stato fisico (
latente )
Un altro grafico, dove in ascissa vi è la T° e in ordinata la P, che rappresenta gli stati fisici di un composto è il
diagramma di stato ; da esso sapendo la P e la T° del sistema si può risalire allo stato di aggregazione.
punto triplo
Inoltre esiste un punto dove coesistono tutte tre le fasi: il ; che nel caso dell’acqua è 0°C e 0,06
atm. Equazione Clausius Clapeyron
Descrive la variazione della P e della T lungo la linea di equilibrio di un diagramma di stato:
parendo da dμ = VdP – SdT sia per la fase α che per quella β si otterrà alla fine:
=
∆
Principio dell’equilibrio mobile (o di Le Chatelier)
Quando si provoca un alterazione di un sistema (ossia cambiano i valori di P o T o V) il sistema reagisce
spostando la reazione nel verso in cui limita l’effetto
Solubilità
Di un soluto in un solvente, a T° corrisponde alla concentrazione di 1 L di soluzione satura a quella
determinata T°. Il soluto per passare in soluzione deve scindere i legami che lo tengono unito, in questo
modo vi è liberazione di E, che verrà poi spesa per formare legami intermolecolari con le particelle di
molto solubile
solvente. Se L’energia spesa è uguale o simile all’energia liberata allora il soluto è in quel
determinato solvente, mentre se l’energia liberata è maggiore di quella spesa per legarsi al solvente, il
poco solubile.
solvente è Se l’entalpia del soluto è maggiore di quella della soluzione allora la reazione è
endotermica, mentre se H soluto < H solvente allora la reazione è esotermica
μ nei liquidi e Leggi di Raoult
Se un liquido pure A è in equilibrio con il suo vapore allora:
μ *A(l) = μ A(g) = μ °A + RTlnP*A (P*A in atm )
Se sono presenti più componenti puri nella miscela allora μl = μ° + RTlnP* (P* tensione di vapore del
componente). Sottraendo le due equazioni e sostituendo al posto di P/P la xa = frazione molare del
componente, in questo modo è possibile calcolare la tensione di vapore di ciascun componente, tramite la I
legge di Raoult: Pa = P°aXa
E ci afferma che in una soluzione ideale, la tensione di vapore di ciascun componente puro è proporzionale
alla tensione di vapore del componente puro moltiplicato per la sua frazione molare nella soluzione liquida.
Inoltre la tensione di vapore complessiva è data dalla somma delle tensioni di vapore di ogni singolo
componente della miscela a patto che questi siano volatili.
Roult disegno un grafico dove in ascisse vi sono le frazioni molari di A e B, mentre in ordinate i valori di
tensione di vapore: inoltre vi sono disegnate 3 rette, una che parte da A (ossia quando il liquido è costituito
solo dal soluto volatile A puro), un'altra che parte da B (ossia quando nel liquido è presente solamente il
soluto volatile B puro) ed un'altra retta che ci permette di conoscere la tensione di vapore a determinate
frazioni molari di A e B.
Le soluzioni di cui finora abbiamo trattato sono soluzioni ideali, mentre le soluzioni reali non seguono la
legge di Roult poiché possono possedere deviazioni negative oppure positive rispetto a questa legge:
Deviazioni negative rispetto alla legge di Raoult
: Le molecole dei liquidi A e B interagiscono tra
loro (legami dipolari, legami ad H) che fanno diminuire il n di molecole in grado di evaporare, per
questo la P del vapore < P calcolabile.
Deviazioni positive rispetto alla legge di Raoult
: Le cause delle deviazioni positive rispetto a quelle
negative sono maggiori, esse risiedono nella diversità di natura e di forza dei legami tra le molecole del
liquido A e di quelle del liquido B, infatti le molecole A indeboliscono le molecole B. Ciò comporta ad
una più facile evaporazione e quindi si avrà una maggiore tensione di vapore rispetto a quella
calcolabile.
Il comportamento di una soluzione reale si avvicina a quello di una ideale, tanto la soluzione è diluita.
Legge di Henry
La legge di Henry regola la solubilità dei gas nei liquidi ed enuncia che: la frazione molare di un gas in un
liquido è proporzionale alla sua P parziale.
Pg = kx (dove k è la costante di Henry)
E quindi: X= Pg/k
Proprietà colligative
Sono proprietà delle soluzioni che sono influenzate dalla presenza del soluto, il quale abbassa il μ del
solvente e ciò comporta:
Innalzamento ebullioscopico
Abbassamento crioscopico
Abbassamento Tensione di vapore
Pressione osmotica Innalzamento ebullioscopico
Si intende di quanti gradi si innalza la temperatura di ebollizione dopo che si è aggiunto il soluto; è
∆ = à ∙
calcolabile mediante questa formula:
Keb
Dove per molalità si intende il rapporto tra moli di soluto e Kg di soluzione, mentre è la costante
ebullioscopica del solvente Abbassamento crioscopico
Consiste nell’abbassamento del punto di fusione di una soluzione dopo aggiunta di soluto:
∆ = à ∙ dove Kcr è la costante crioscopica del solvente
Abbassamento Tensione di vapore
Ne abbiamo parlato precedentemente, maggiore è la quantità di soluto e minore è la tensione di vapore
rispetto alla tensione di vapore del solvente puro.
Pressione osmotica
pressione osmotica
La è quella pressione che dobbiamo fornire ad un liquido per far in modo che non
osmosi
avvenga il processo di , ossia il passaggio di solvente attraverso una membrana semipermeabile .
Una membrana semipermeabile è una membrana che permette solo a certi ioni di passare per diffusione,
questo flusso dipende dalla concentrazione, dalla pressione e dalla T°
Mettiamo il caso di avere due soluzioni (A e B) in un tubo ad U e divise da una membrana semipermeabile,
μA= μB; da cui μ*a= μ*b + RTln (xa) dove xa è la x del solvente in B. μ*a e μ*b si riferiscono a due pressioni
differenti che sono esercitate sui lati diversi della membrana, ed essendo la variazione di μ in condizioni
isoterme pari al volume molare avremo che:
RTln(xa) = va(p – p’) dove (p – p’) = π (pressione osmotica)
Per soluzioni molto diluite –ln(xa) = 1- xa = xb = nb/na
= ∙
Avremo cosi che
ma essendo na va + nbvb =V con V pari al volume di β, ricaviamo infine:
= ∙ = ∙
con Cb pari alla concentrazione molare di B.
La pressione osmotica riveste una notevole importanza anche in biologia, infatti se una cellula viene
immessa in un ambiente con un bassa concentrazione di soluto (sol. Ipotonica) allora la cellula assorbe
acqua fino alla lisi (rottura); invece se l’ambiente è ricco di soluto (sol. Ipertonica), la cellula inizia a perdere
acqua fino alla crenazione. Metodo isopiestico o tensiometrico.
Permette di conoscere il peso molecolare di un soluto in una soluzione contenuta in un recipiente insieme
ad un’altra soluzione dove sono noti i g di solv, i g di soluto ed il P.M soluto. Queste due soluzioni sono
immesse sotto una campana di vetro, e poiché le tensioni di vapore sono le stesse, allora uguale è anche la
frazione molare ed in questo modo è possibile risalire al P.M:
x’=(G’/MS)/[(G’/MS)+(g’/M)]= x”=(G”/MS)/[(G”/MS)+(g”/W)]
isolando W si ha: W= g’’MG’/ g’G’’
g’’ = g soluto soluzione incognita M= P.M. solvente A
G’= g solvente soluzione A g’= grammi soluto A
G’’= g solvente soluzione incognita Regola delle fasi
regola della varianza di Gibbs
Conosciuta anche come , permette di conoscere lo stato di equilibrio di un
sistema. Lo stato di un sistema è definito da P, T e da C-1 frazioni molari per ogni componente.
Il numero di variabili che si può cambiare senza che venga alterato lo stato di equilibrio di un sistema
varianza
(chiamato ) è uguale a : = +2−
Dove F= n° di fasi; C = n° componenti del sistema e 2= al numero di parametri tenuti costanti (P e T°).
bivariante
Se la varianza è uguale a due (viene detta ) allora ci troviamo in una zona del diagramma di
monovariante
stato, lontano dalle zone di confine tra le fasi; se la v=1 ( ) allora ci troviamo a ridosso della
zerovariante
linea di confine tra due fasi; se v=0 ( ) allora ci troviamo nel triplo punto.
Miscele liquido vapore
In genere la tensione di vapore di un soluzione dipende dalla composizione del vapore, ma non è per forza
detto che dipenda anche dalla composizione del liquido. Per questo motivo è stato creato un grafico dove
in ascissa vi è la frazione molare ed in ordinate la T°, questo grafico è caratterizzato inoltre dalla presenza di
due curve, quella più bassa riguarda la curva di ebollizione del liquido, quella più in alto la curva di
condensamento del vapore. In questo modo conoscendo la frazione molare del solvente è possibile sapere
a sua volta la frazione molare del vapore; tutto ciò è alla base della distillazione frazionata: una tecnica di
laboratorio che permettere di scomporre le varie componenti di una miscela liquida, a patto che queste
sostanze abbiano differente T°eb
azeotropica
Per miscela si intende quella miscela dove i suoi componenti non possono essere divisi per
distillazione, ciò è causato principalmente alla formazione di legami intermolecolari tra le particelle della
soluzione. Equilibrio liquido-liquido
L’equilibrio liquido-liquido viene rappresentato su di un grafico nel quale è ben visibile una zona chiamata
lacuna di miscibilità dove coesistono le due fasi liquide (in quanto i liquidi non si mescolano); tutto intorno
a questa zona la miscela possiede una sola fase. In ascissa vi è la frazione molare dei due liquidi ed in
ordinata la T°, tutto ciò a P cost. Equilibrio solido liquido
Se abbiamo un soluto disciolto in un solvente e raffreddiamo la soluzione vediamo che a ΔT° cr inizia la
solidificazione del solvente e perciò aumenta la concentrazione di soluto in soluzione; ciò prosegue fino ad
arrivare al punto in cui avviene la